Di questi tempi, eravamo già in fase di conto alla rovescia: stiamo parlando di roBOt. Le note vicissitudini di due anni fa (che commentammo alla fine così), il downsizing avuto l’anno scorso e ora, a fine agosto, ancora nessuna notizia sull’eventuale edizione 2017. “Stiamo cercando di capire se riusciamo ad ottenere l’uso di una sede convincente e funzionale per la parte diurna del festival”, ci racconta in modo ufficioso Marco Unzip, direttore artistico del festival, “forse comunque qualcosa riusciremo a farlo, almeno come eventi singoli, entro la fine dell’anno. Vediamo”.
In realtà anche senza roBOt di mezzo c’è una cosa molto bella da annunciare, per quanto riguarda Bologna. E c’è di mezzo anche Marco Unzip stesso: infatti ha unito le forze con Luca Garuffi, alias Lagàr degli Apes On Tapes alias una delle menti e forze trainanti dietro al fu Homework, uno dei festival più meritori e sottovalutati in campo italiano, e i due hanno sfornato Sciami. Ovvero, una due giorni che si svolgerà in uno dei luoghi più suggestivi della “nuova” Bologna, Dynamo, un centro polivalente nato come ricovero per biciclette “scavato” dentro il Parco della Montagnola e trasformatosi in un vero e proprio cuore pulsante della mondanità+cultura cittadina più fresca.
Quindi ok, non c’è (per ora) la grandeur di roBOt e il suo sguardo internazionale, ma la concentrazione di talenti di casa nostra che si raduneranno nella città felsinea l’8 e il 9 settembre 2017 è, decisamente, da circoletto rosso. Praticamente una All Star dell’Italia elettronica non strettamente legata ai dancefloor techno e house e più vicina invece a un “post hip hop” effervescente, “viaggioso”, vario e contaminato. Andiamo con l’elenco? Andiamo con l’elenco: Godblesscomputers, Dj Khalab, Capibara, LNDFK, il back to back di Ckrono e Go Dugong sotto le insegne di Balera Favela, Jhon Montoya, Lamusa II, Biga, The Mixtapers, Suz assieme a White Raven, Shapka (un nuovo alias di Garuffi) e Marco Unzip stessi.
Meno glamour internazionale, ma qualità intatta – se chiedete a noi. Bologna ha ancora una concentrazione di energie, di competenze e di talenti che sarebbe un peccato venisse dispersa. Sciami ne è un frutto all’apparenza minore, ma se andate al di là dell’apparenza troverete storia, orgoglio, consistenza, gente che negli anni ha creato davvero musica (ed eventi) di altissimo livello, in qualche caso lottando anche contro i mulini a vento. Ecco perché per noi è comunque uno dei festival più importanti in questa seconda metà di 2017. Merita la vostra attenzione e, se siete in zona, il vostro supporto. Il posto è davvero affascinante, la musica promette di esserlo, zero snobismi, zero “effetto passerella”. E una bella valorizzazione per chi si fa il culo da tempo dalle nostre parti: ogni tanto ci vuole, diciamolo. La dipendenza-da-guest-straniero va tenuta sotto controllo.