Se col tempo ti guadagni la stima e l’apprezzamento di gente come Andrew Weatherall, Aeroplane, Doc Martin, Kollektiv Turmstrasse e James Holden, è evidente che c’è qualcosa di veramente buono in quello che fai. Sto parlando di Fabrizio Mammarella e Rodion ed il buono, nello specifico, è racchiuso in un sound che, release dopo release, è riuscito a cogliere in pieno il mood disco del momento tanto da meritarsi le uscite su label afferamate quali Bear Funk (Mammarella) e Gomma (Rodion). Diciamocelo, non è da tutti.
“Appennini EP” è la decima release in casa Slow Motion, label nostrana che già in passato ha ospitato – tra gli altri – Francesco de Bellis (Francisco), e deve il suo titolo alla catena montuosa che separa Fabrizio Mammarella, chietino di nascita, dal capitolino Edoardo Cianfanelli, in arte Rodion. Si tratta di uno ritorno sulla label pescarese per entrambi, già protagonisti in passato di due EP di buon successo, e le due tracce “originali” dell’EP, ovvero “Escape From Kyoto” e “Majella”, sono state concepite e assemblate sfruttando buona parte dell’arsenale analogico a disposizione del duo: i sintetizzatori Roland Juno, Jupiter e Moog, le drum machine Oberheim & Veroma e gli effetti Roland Space Echo e Moogerfooger, rappresentano un base di partenza non indifferente per quello che si è rivelato un EP imperdibile per gli amanti del genere. Roba da luci colorate e sorrisi, magliette sgargianti dalle tinte fluo (perché no?), basettoni e baffi coraggiosi. Roba che anche il maestro Giorgio Moroder approverebbe in pieno e che non dispiacerebbe nemmeno ai Kraftwerk, citati con il robotico campione vocale di “Escape From Kyoto”.
Completa l’opera il buon remix ad opera degli Alien Alien. Io comunque sono stato già rapito…mi mancano solo i rollerblade!