Progetto misto di quelli strani, un po’ vecchio millennio alla riscossa, questo “Foreword EP”. Strano per la genesi della, uhm, band: Ruby. Questo il nome del gruppo di chiare origini house di casa a Chicago, come dimostra la presenza all’interno della stessa band di Tevo Howard, vero e proprio fantasista della suddetta musica e, negli ultimi anni, comparso nei cataloghi di label come Permanent Vacation, Rush e Rebirth. Gli altri due membri del gruppo sono Gustavo Guerra, chitarrista, e Lionel Melgar, vecchio amico di Tevo e, con lui, autore di numerose scorribande ai piatti in moltissimi club di Chicago. Questo succedeva però a cavallo fra i mitici eghities e i novanta.
Ma veniamo al disco. Tre tracce assai diverse fra loro, tre stili a confronto all’interno di una casa madre che, house o no, fa sempre e comunque tappa a Chicago. Lo senti nei loop e nei riverberi, nel “tum-cha” dell’accoppiata cassa-clap e nella neanche troppo malcelata voglia di fare festa. “Until Now” è house bella rotonda, mai fuori posto e sempre scoppiettante, piuttosto sorprendente nella sua “isteria sotto controllo”. Fila, mi piace. Così come mi piace la chiusura del disco – “Available Light”, elettronica/pop/house e chitarrine tutto insieme. Messa così sembra Tzaziki andato a male ma fidatevi, è roba buona! Meno buona è la seconda traccia, “Undeclared”. Non saprei dire esattamente perché non mi vada tanto a genio, forse perché sembra la sigla di qualche telefilm andato a male, o di qualche spot mai prodotto (rigorosamente primi ottanta), o forse perché mentre scrivo non sono nel mood giusto.
Anzi no. Ci sono! “Undeclared” – e riascoltandolo me ne convinco sempre di più – è il preludio della morte di Tony Montana. Fate voi.