[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]Tra i padri fondatori di Visionquest, Ryan Crosson, produttore natìo di Detroit, è uno di quei nomi oramai universalmente riconosciuti e nella nostra intervista ci permette di comprendere le dinamiche interne che occorrono in Visionquest e come queste debbano essere amministrate per lasciare spazio anche alla carriera solista. Una chiacchierata su come il movimento tende a variare rapidamente, i suoi inizi e le innumerevoli novità per il 2014.
Leggendo della tua vita sappiamo che alcune delle città più importanti del movimento della musica elettronica come Detroit e Berlino sono state casa tua. Come queste città, e se, hanno influenzato il tuo approccio alla produzione musicale e ciò che è cambiato nel corso degli anni?
Mi è stata rivolta questa domanda tante volte ed è un po’ strano. Vivere a Detroit per 25 anni mi ha portato ad ascoltare differenti generi: Motown, jazz, hip hop, rock’n’roll, blues, e naturalmente techno. Ma non ho spulciato a fondo questi generi musicali e gli artisti di Detroit fino dagli inizi se non arrivato ai 20 anni. Quindi penso che le cose sono andate un po’ al contrario per quanto mi riguarda; per quanto strano possa sembrare sto apprezzando più musica di Detroit adesso che sono lontano dalla città. Nella mia adolescenza c’era principalmente hip hop e rock classico, e poi dance. Certo, stavo ascoltando un sacco di dischi targati Plus 8, Minus e Spectral, ma vorrei dire che sono stato decisamente più influenzato da Perlon e Telegraph che dalla roba che veniva fuori da Detroit. Quando ci siamo trasferiti a Berlino ero super entusiasta di essere lì ed ero completamente infracidito da tutta la musica che sentivo. In effetti stava influenzando il mio modo di suonare e come produrre musica, ma non vi so dire quanta musica effettivamente berlinese in realtà stavo ascoltando. Nell’ultimo anno e mezzo ho rimbalzato in giro e attualmente non ci sono a Berlino. Sento di aver perso un po’ i contatti, perché non ci sono più lì. Mi mancano molto CDV (Club der Visionaere) & Renate.
La tua produzione musicale sembra essere un meraviglioso percorso di crescita. La tua discografia testimonia il fatto che tu abbia sperimentato ogni diverso genere con soddisfazione e anche i feedback aiutano nel comprenderlo. È possibile sperimentare tutto con lo stesso livello di attenzione nel processo produttivo? E, è difficile provare a sperimentare altro? Mi spiego…un produttore ben conosciuto come te ci pensa due volte prima di cambiare la maniera in cui produrre senza perdere quello che ha acquisito nel tempo.
Cerco di non pensarci, cioè perdere qualcosa in relazione a come produci o in base alle opinioni della gente. Se sono in studio ed utilizzassi sempre lo stesso processo sarebbe fottutamente annoiante ed invece c’è gente che produce sempre alla stessa maniera e i pezzi sembrano essere tutti uguali: “Oh, si mettiamoci lo stesso shaker loop e quella bassline!” Barboso. alcuni ascoltatori associano quei suoni a quel produttore in ogni caso, ma non è il mio caso. Se non ti sforzi continuamente come vuoi pretendere di arrivare ad esprimere il massimo che potresti essere? Io voglio continuare a fare pezzi di tutti i generi, che siano testimonianza dei miei stati d’animo, e continuare a farli anche con gli strumenti che più mi piacciono. Ci vuole certo del tempo in più, ma sto bene così.
Torniamo indietro e alla tua città di nascita. Recentemente Detroit ha dichiarato bancarotta, cosa potrebbe fare un dj per le sue radici? In un momento di profonda crisi economica e non solo, la clubbing culture cosa potrebbe provare a fare per risollevare un movimento culturale?
Quella di Detroit è una situazione difficile perché un sacco di problemi vengono dall’interno della città. È possibile aumentare il livello di consapevolezza nel mondo, ma se la gente di Detroit e soprattutto i legislatori non vogliono risolvere i problemi di Detroit, non c’è niente da fare. Grande problema di Detroit per decenni è stata la corruzione ed uso improprio di fondi… soprattutto nelle zone più pericolose. I sistemi scolastici sono estremamente trascurati e alcuni servizi cittadini i vigili del fuoco, paramedici e la polizia sono a un minimo storico per numero di impiegati. Una luce in tutta questa oscurità adesso sembra essere l’elezione del nostro nuovo sindaco; è una personalità influente che ha avuto molta importanza nel migliorare il Medical Center di Detroit e sembra essere apprezzato da molte persone in città. Purtroppo non ci sono più a Detrot e quindi non posso darvi un resoconto del tutto preciso, ma spero che nei prossimi 2-3 anni si riescano a vedere risultati positivi. Forse se alcune personalità influenti riusciranno a vedere in anticipo i miglioramenti che andranno in scena, essi saranno più propensi a dare una mano per promuovere la causa di portare Detroit fuori da un momento buio.
Rimanendo legati alla precedente domanda. Hai vissuto anche a Berlino e la città rappresenta ancora la Mecca per ogni clubber europeo e non. Molti produttori italiani hanno abbandonato la nostra scena e si sono spostati li, tu la consideri ancora come la Mecca? Come credi sia cambiato il movimento della città negli anni? Se dovessi scegliere di nuovo, ritorneresti e consiglieresti ad un produttore in erba di trasferirsi li o credi che sia un po’ troppo ferma nel tunnel techno?
Nell’ultimo anno e mezzo non ci sono stato troppo a Berlino quindi non ne so troppo ma si, può ancora considerarsi come la Mecca perché ci sono un sacco di artisti e posti/spazi dove poter fare cose. Non me la sentirei comunque di dare troppi consigli perché alla fine sono stato molto in giro ma una cosa assolutamente a favore di Berlino è che puoi condurre la vita che vuoi. Se sei pigro e te ne fotti di tutto puoi farlo perché è economica, se vuoi lavorare con tanti produttori, dj e farlo per tutto il tempo che vuoi, li ci sono opportunità a portata di mano costantemente.
Parlare di te significa parlare di Visionquest. La vostra etichetta insieme alla Crosstown ha creato una breccia nella scena, avete selezionato artisti come Tale Of Us e Maceo Plex che con le loro tracce piene di bassline hanno cambiato un po’ il volto della produzione tech e deephouse e qualunque altra etichetta negli ultimi due anni ha seguito questo stile, rendendolo abbastanza comune…ci hai mai pensato insieme ai tuoi tre compagni d’avventura quanta influenza avete sul movimento? E in seguito, avete mai riscontrato un po’ di pochezza artistica nelle produzioni recenti?
La cosa mi sembra un po’ strana perché non abbiamo poi rilasciato tanta di quella musica che tutti quanti cercano di apparentare alla nostra. Era un momento “fresco” per quel tipo di suono ma se andate a controllare il catalogo Visionquest potrete sentire un’ampia gamma di generi e gusti, e nel caso di Maceo Plex potrete ascoltare che la sua firma fatta di forti bassi non c’è nella nostra release; è un edit. Per quanto riguarda il fatto che abbiamo in qualche maniera influenzato qualcosa, io credo fosse un momento, un periodo che ha avuto vita breve. I periodi di attenzione della gente verso un qualcosa sono ristretti di questi tempi e attraverso i nostri party e dj-set cerchiamo sempre di mantenere l’attenzione alta. Ogni cosa nella vita è ciclica e lo sono anche determinati suoni, questo però non vuol dire che torneremo indietro al punto di partenza.
Sedendoti dall’altra parte del desk. Dove credi stia andando il movimento? Dal punto di vista manageriale, quanto è difficile mantenere un profilo alto e non travalicare il limite del troppo commerciale come molti hanno fatto?
È difficile dire dove stiamo andando perché, come detto, i gusti tendono a variare troppo rapidamente; sembra che ogni 2-3 mesi esca qualcosa di nuovo! Come detto prima, tutto è ciclico e per questo sono contento che negli ultimi 18 mesi ci sia stato un ritorno al vinile.
Puoi parlarci delle interrelazioni che avete in Visionquest? Com’è separato il lavoro? Chi si occupa più di A&R e chi più dei conti? E come è possibile conciliare la carriera in solo e fare comunque gli interessi dell’etichetta? E la grande sconfinata personalità di Seth Troxler è un valore in più o potrebbe portare ad assoggettare Visionquest solo al suo nome e non anche a Ryan, Lee e Shaun?
Abbiamo sempre fatto l’A&R insieme, come un gruppo. I pezzi vengono gestiti da una persona o poche e poi le ascoltiamo insieme per un po’ e decidiamo. Niente viene firmato senza l’approvazione di tutto il gruppo. Per far mio, ho stipulato i contratti con il nostro distributore e altri venditori così come mi sono dato da fare anche nel mastering mentre Shaun è a capo della sezione merchandise. Le necessità di una label sono altalenanti in termini di portata, a volte richiedono più tempo altre invece meno, ma se gestisci in maniera saggia il tempo non andrà mai ad intralciare il tuo lavoro da solista. In più abbiamo il miglior manager al mondo, il che aiuta. Per quanto riguarda Seth e la sua personalità. Avere vicino uno dei tuoi migliori amici di sempre è una cosa positiva e il nostro cammino continua tutt’ora assieme. Il suo personaggio non va a ledere l’immagine dell’etichetta se non sul livello di percezioni esterne, di quello che la gente vede ed io di certo non posso controllare le menti dei disinformati. Visionquest è sempre stata più di una persona e sarà sempre così altrimenti cesserà di esistere.
Una domanda per Ryan produttore ed una per il manager. Cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi da te? Quali sono i progetti Visionquest?
Accadranno molte cose nei prossimi mesi e incominceremo a giocare pesante da Gennaio in poi. In Visionquest chiudiamo l’anno con il secondo album dei Wareika “All Little Things” con i remix di Fred P e Visionquest & Nikko Gibler. L’inizio dell’anno invece vedrà il Superpleasures Party @ BPM festival con Matthew Dear, Dan Bell, Shaun, Lee ed io. La prima release dell’anno sarà il singolo dell’ultimo album di Dinky con i remix di Roman Flugel e Tuff City Kids, dopodiché abbiamo bloccato alcuni EP come quello di San Proper vs Beesmunt Soundsystem, poi Butch, Martin Buttrich e anche un album di Rework e in più ci sarà l’uscita della nostra prima label compilation! Per quanto riguarda me, sto mixando un CD insieme a Matt Tolfrey per la sua label Leftroom, nello specifico per le “Don’t Be Leftout” series. Sto contribuendo anche in maniera diretta sul CD in cui ci saranno due miei pezzi, uno come Ryan Crosson l’altro sotto il nome di Swearshop Boys(progetto che mi vede impegnato con Lee Curtiss e Cesar Merveille) che sarà anche presente con sampler su vinile. In più c’è una mia traccia per i 10anni della Darkroom Dub Compilation e sono in arrivo due miei EPs su Many Faces in febbraio e forse in maggio… spero di poter fare un EP Visionquest a luglio e poi alcuni remix per Pezzner, Tim Green, Quilla and Renato Ratier.[/tab]
[tab title=”English”]Among the founding fathers of Visionquest, Ryan Crosson, producer native of Detroit, is one of those names now universally recognized and in our interview allows us to understand the internal dynamics that occur in Visionquest and how these should be managed to leave space for his solo career. A talk on how the movement tends to vary rapidly, his beginnings and the many new features for 2014.
Reading about your life we know that the most important cities in the movement of electronic music like Detroit and Berlin have been your home. How these cities, if, have influenced your approach to the music production and what is different from the beginning in this world for yourself to nowdays?
I’ve been asked this question so many times it’s a bit strange. Living in Detroit for 25 years, I was exposed to a lot of different types of music: Motown, jazz, hip hop, rock’n’roll, blues, and of course techno. But I didn’t get deeper into these types of music and the artists from Detroit until later in my early 20s. So I think things have worked a bit backwards for me, as strange as that may sound. I am appreciating more music from Detroit now that I’m away from the city. In my teens it was mainly hip hop and classic rock, and later on dance music. Sure I was listening to a lot of Plus 8, Minus, and Spectralrecords, but I would say I was definitely more influenced by Perlon and Telegraph records than stuff coming out of Detroit. When we moved to Berlin, I was super excited to be there and I was going out soaking in all the music I could hear. It was affecting how I played and how I would make music, but I don’t know how much music from Berlin I was actually listening to. For the past year and a half I’ve been bouncing around a lot and am actually not living in Berlin. I feel a bit out of touch with it because I’m not there as much. I really miss CDV & Renate.
Your music production seems to be a wonderful path of growth. Your discography witness that you experience every genre with satisfaction and gratifications from the feedbacks, it’s possible to experience everything with the same level of attention in the process of production? And it’s difficult trying to experience something else? I mean… a worldwide known and accepted producer like you have to think about change its way to produce and not loosing what has got before.
I try not to think about it that way. About losing anything whether its a production skill set or the opinions of people. If I’m in the studio using the same formula over and over and over it’s just fucking boring to me. There are people who’s tracks always sound the same, “Oh, let’s drop in that same shaker loop! Oh, here’s that bassline” Lame. Some listeners love that because you can identify that producer right away…to me that’s not challenging for the listener or the producer. Ifyou don’t struggle how can your make progress to be the best you can be? I want to continue try to make all different types of tracks depending on my moods or the pieces of equipment I have to work with and if it takes a little while I’m cool with that.
Turning back to the first question and to your native city. Recently Detroit has been declared in bankrupt…what a dj could do for his native town? In a moment of deep economic crisis the clubbing culture how could, if could, help the raise of a global cultural movement?
Detroit is a tough situation because a lot of the problems come from within the city. YOu can raise all the awareness in the World but if the people of Detroit and more importantly the legislators don’t want to fix Detroit, there’s nothing to be done. Detroit’s big problem for decades has been corruption and inappropriate use of funding…on top of the dangerous areas. The school systems are extremely neglected and city services like fire, emergency responders like paramedics and police are at an all time low. A bright spot though now is that our newly elected Mayor was very instrumental in revamping the Detroit Medical Center and he seems to be liked by many people in the city. I’m not there so can’t give a completely accurate account but hopefully this will transcend into positive results in the next 2-3 years. Maybe if key people can see improvements happening they will be more likely to lend a hand to further the cause of bringing Detroit out of a dark moment.
Getting linked to the third question…you lived also in Berlin and that city represent the Mecca for every European clubber and not. Many Italians producers are relocated there, a loss for our movement, do u think that Berlin could be considered yet the Mecca? How do u think is changed the movement in the city in these years? Could you choose it again and could you advice, to a young producer, to establish in the Berlin 2013 or the movement is stuck too much in the techno tunnel?
I haven’t lived in Berlin for about a year and a half so I can’t really speak to it. Sure Berlin can be considered a sort of Mecca in some ways b/c of all the artists who are living there and the amount of clubs/spaces doing things. I don’t think I could advise anyone on the move there at present because I haven’t lived there for a year and a half. I’ve been bouncing around a lot. A good thing about Berlin is it is what you make it. If you want to be lazy and fuck off, you can because it’s cheap. If you want to work with a lot of producers, DJs and make the most of your time you can do that as well because there is a lot of opportunity at your finger tips.
Talking about you means talks about Visionquest… Yours label and Crosstown created a big crash in the movement, I mean you have selected artists like our Tale of Us and Maceo Plex that with their bassline full tracks have changed the face of deep and tech-house music and every other producer in the last two years have followed that style, getting too common this kind of genre, do you have ever thought with your three buddies how much yours label influence the entire movement? And have you ever thought that there’s not so much original stuff like happened many years ago?
It’s weird thing because we actually didn’t release that much of this bass heavy music everyone tries to tie us in with. We were a part of a fresh new sound of that moment but if you go back through the Visionquest catalogue you are hearing a much wider range of taste. And if you listen to the one Maceo Plex track it’s not even his signature huge bass sound. It’s an edit. As far as us influencing things go, I feel that moment was a breakout period but quite short lived. Peoples attention spans are extremely short these days and we’ve continued to make an impact through our DJ sets and parties. Every thing in life is cyclical sound perhaps that certain sound will come back again but that doesn’t mean we’ll cross back over to where we started.
Sitting from the other part of the desk. Where you think is going the movement? From the point of view of a label manager, what you think it’s the best way to get worldwide accepted also by the purist of the electronic genre and not falling in the commercial area like many djs have done?
With tastes changing so rapidly these days it’s tough for me to say where the movement is going. Seems like every 2-3 years something else pops up, like I said in the previous answer everything is cyclical. I’m happy to see vinyl coming back in a big way in the past 18 months.
Could you talk about the relationships that occur In Visionquest? How is separated the work? Who does more A&R or more finance issues? How is possible conjugate the solo career with the label needs? And the big huge unfinished personality of Seth Troxler it’s a plus value for the label or maybe could get Visionquest associated to his name and not Ryan, Lee and Shaun?
We’ve always done the A&R together as a group. Tracks will get handed to one person or a few then we listen for a while, then we decide. Nothing gets signed without the whole group knowing first. I’ve been dealing with our distributor, mastering and other vendors and recently Shaun has taken lead on doing our merchandise. The label needs come in heavy at times and times it’s quiet. If you budget your time wisely it doesn’t get in the way of solo stuff. We also have the Worlds greatest label manager which helps 😉 As far as Seth’s personality goes, having one of your best friends with you is always a positive thing. We’ve had quite a run. When it comes to people perceptions of the label and how it’s run, I cannot control the minds of the misinformed. Visionquest has always been bigger than one person and it always will be or else it will cease to exist.
One question for Ryan producer. What ur gonna doin in the next months? One for Ryan Manager. The next Visonquest projects and the most interesting products and producers that would u like to produce?
Lots coming up in the next months and really starts kicking off heavy in January. For the label Visionquest is ending the year with a second album single from Wareika called “All Little Things” with remixes by Fred P and Visionquest & Nikko Gibler. The start of the year will see a Superpleasures Party @ BPM festival with Matthew Dear, Dan Bell, Shaun, Lee and myself. The labels first release of the year will be the final Dinky album single with remixes from Tuff City Kids and Roman Fluegel. After that we have already locked in EPs from San Proper vs Beesmunt Soundsystem, Butch, Martin Buttrich and an album from Rework plus our very first label compilation! As far as my own work goes, Matt Tolfrey and I are doing a mix CD on his label Leftroom for the Don’t Be Leftout series. I am contributing two exclusive tracks to the mix, one as Ryan Crosson and one as Sweatshop Boys with Lee Curtiss & Cesar Merveille which will also be on a vinyl sampler. There’s a track on Darkroom Dubs for their 10 year compilation. I have two EPs coming on Many Faces in February and then probably May…hopefully an EP on Visionquest in around July. Then there are remixes of Pezzner, Tim Green, Quilla and Renato Ratier.[/tab]
[/tabgroup]