L’Italia è quel paese nel quale la burocrazia t’ammazza, è quel paese nel quale le decisioni e gli accordi posti in calce hanno il valore di un foglio scarabocchiato ed illeggibile, l’Italia è quel paese nel quale il concetto di “cultura” sembra dover essere relegato a valutazioni statiche ed inamovibili. Davanti ad un episodio come quello accaduto ai ragazzi del FRAC Festival (per chi non fosse a conoscenza dell’episodio in questione, basta cliccare qui), ogni crew, ogni gruppo di lavoro nella loro stessa situazione avrebbe probabilmente preferito mandare tutto per aria ed invece i ragazzi di FRAC insieme alla disponibilità del Comune di Catanzaro, sono riusciti a trovare una soluzione per avviare la quarta edizione del festival. Come sta andando e cosa è successo ce lo facciamo dire dalla risoluta voce di Nicoletta Grasso, fondatrice di CRAC e direttrice artistica del festival.
Ciao Nicoletta, allora mi dici un po’ come è andata e come sta andando dopo questo brutto tiro che v’hanno fatto?
Intanto va bene perché il Comune di Catanzaro ci ha dato immediata disponibilità per Villa Margherita, nonostante i tempi molto ristretti perché la comunicazione del diniego all’utilizzo del Parco Scolacium c’è stata data solo lunedì scorso (30 luglio).
Una comunicazione di cui subodoravate qualcosa oppure è stato un fulmine a ciel sereno?
Noi avevamo un accordo con il Polo Museale della Calabria attivo già dal 1 giugno sulla programmazione di FRAC Festival, e abbiamo uno storico di collaborazione con il MIBACT date le edizioni passate, preso con la direttrice Angela Acordon. Quest’anno, rispetto alle edizioni passate, non abbiamo preso direttamente accordi con il Polo Museale ma con chi gestisce i servizi del Parco Scolacium ovvero la Fondazione Armonie d’Arte che si occupa della programmazione dell’Armonie d’Arte Festival all’interno della quale figurava, come evento satellite, quello del FRAC. Il tutto è un frutto del dialogo che parte da molto tempo prima rispetto al festival, ci siamo incontrati diverse volte proprio per essere sicuri…
Ed il fatto di essere inseriti all’interno di Armonie d’Arte Festival, vi garantiva una sorta di lasciapassare per la realizzazione di FRAC nel Parco Scolacium.
Esatto ed eravamo quindi anche abbastanza sereni dato l’ok del Polo Museale, perché è il Polo Museale che decide cosa si e cosa no, quando e come. In data 23 luglio abbiamo inviato i dettagli tecnici delle installazioni site-specific alla direttrice Acordon, al direttore del Parco Scolacium Versa e alla Fondazione Armonie d’Arte, mentre per la musica erano già tutti a conoscenza, e dopo una settimana in data 01/07 mi è stato comunicato il diniego e abbiamo ricevuto un documento in cui si affermava che la musica elettronica, pop e d’avanguardia non era consona ai luoghi della cultura.
Da dove arriva secondo te l’effettivo diniego? Perché c’è una serie di attori concatenati tra loro che hanno a che fare con la vicenda.
Al momento noi abbiamo intrapreso vie legali con il Polo anche perché dopo aver sviluppato una collaborazione personale e del FRAC che va avanti da anni, ci si conosce e quindi deve essere successo qualcosa in quei giorni che ha modificato la visione di FRAC agli occhi degli esterni, anche perché sono giorni che sento voci che associano la musica elettronica al cliché della droga ed è qualcosa che mi dà profondamente fastidio.
Credi quindi che ci sia una mancanza di informazione rispetto al movimento dei festival di musica elettronica e che dovrebbe essere affrontata a livello nazionale?
La Calabria è sicuramente una regione a sé, ma sono fortemente convita che si debbano intraprendere delle azioni forti. Una delle cose che più mi fa arrabbiare è l’associazione con la frase: “voi fate la discoteca” rimandando ad un retaggio vecchio e italiano di altri tempi…c’è bisogno di svecchiare le istituzioni, questo è sicuro.
Passiamo a quello che sarà, come sta andando a Catanzaro invece?
Ci stiamo trovando bene, il comune e l’assessore Lobello alla Cultura si stanno prodigando affinché sia tutto a posto perché chiaramente in tutto ciò gli accordi precedenti nello Scolacium li abbiamo dovuti stracciare e farne di nuovi a prezzi più alti, abbiamo dovuto trovare alloggi per staff e artisti su Catanzaro e proprio per la presenza di Altrove Festival, è tutto sold-out ma si sta sviluppando una macchina di solidarietà con altre organizzazioni del posto, gli artisti, altri festival che mi fanno sperare per il meglio.
Andiamo un attimo del dettaglio per conoscere meglio il FRAC Festival, come si sostiene il festival?
Sia per questa che la scorsa edizione abbiamo partecipato ad una call pubblica e nel caso della scorsa abbiamo ricevuto ventimila euro, quest’anno abbiamo partecipato per trentamila e in seguito grazie anche ai biglietti abbiamo coperto. Senza questi aiuti non sarebbe possibile realizzarlo anche perché non siamo in una terra dove si sarebbe disposti a spendere facilmente i €40 di biglietto per entrambe le giornate, considerando che €40 è un costo basso.
Vero, anche considerando che la line-up proposta non è propriamente tira-pubblico, avete un buon connubio tra personaggi mediatici alla Myss Keta e robe come Cappellato.
A me piace sviluppare questo mix tra artisti conosciuti ed emergenti vedi Catnapp, ma la dura legge dei numeri ti porta a dover guardare al lato più pop delle cose e questo ha portato a questa line-up. A cui però devo aggiungere anche gli artisti visivi che animeranno il festival con le loro esibizioni e alcune delle loro non sarà possibile realizzarle proprio per il cambio della location…
Perché ricordiamolo, il FRAC nasce dalle azioni che avevi già intrapreso con il CRAC di Lamezia Terme, cioè avvicinare la tua regione all’Europa e darne un respiro internazionale.
Esatto anche se non sono la sola, ci sono altri festival come il Color Festival, la Guarimba Festival, poi c’è l’Altrove Festival, quindi siamo in tanti che stiamo cercando di farlo…
Ed immagino che ci siano delle sinergie attive fra voi…
Certo, condividiamo alcuni servizi per i nostri festival, concordiamo le nostre date assieme al fine di ottenere un bel risultato comune.
E per questa edizione di FRAC senti già il respiro internazionale, avete già info sulle presenze che ci saranno?
Quest’anno abbiamo attivato la collaborazione con Festicket e sappiamo di ragazzi che verranno dalla Francia, ma anche da altre regioni di Italia, gli anni scorsi quasi il 70% del pubblico veniva da fuori Calabria, per quest’anno speriamo di incentivare il territorio a rispondere più attivamente.
Hai una traccia che definirebbe il tuo FRAC Festival?
Anche se non è di un’artista invitato quest’anno?
Certo.
Eccola, ci vediamo a FRAC!