Alcune volte non sono necessarie le presentazioni, soprattutto quando si parla di uno dei dj maggiormente coronati dal successo a livello internazionale. Uno dei pochi, o forse l’unico, produttore giapponese che è stato capace di introdursi nel panorama americano ed europeo della musica house ed elettronica, remixando anche i nomi illustri del pop. La svolta avviene quando a Tokyo, sua città natale, conosce Frankie Knuckles, assieme al quale realizza la sua prima traccia ‘Tears’ considerata quasi una pietra miliare della musica house. Inizia così la collaborazione con la Def Mix Production che lo porta a trasferirsi a New York, dove nel 2001 fonda assieme ad Hector Romero l’etichetta Saw Recordings. In occasione del lancio dei suoi nuovi party ‘Popup’ abbiamo potuto di fargli qualche domanda e farci dare anche qualche consiglio.
Ciao, è un onore averti su Soundwall.it. Hai iniziato suonando musica classica e jazz, come mai sei passato alla musica house? Cosa ti ha attratto di tale genere, cosa cercavi?
Ero un dj hip-hop quando ho scoperto l’house. Trovai la musica house totalmente diversa rispetto a quello che suonavo al pianoforte o alla tastiera. Pensai che fosse un genere molto libero ed un ottimo modo per esprimere i miei gusti musicali, fu quello ad attrarmi. Ero comunque decisamente preso dagli strumenti elettronici come sintetizzatori e drum machine, fu in quel modo che iniziai la produzione musicale.
Come è cambiato l’ambiente, la club culture, rispetto a quando hai iniziato? Oggi le persone cosa ricercano nell’elettronica?
La club culture è da sempre in continua evoluzione. La musica attraversa, ovviamente, cambiamenti in continuazione, e le nuove tecnologie sono una parte importante di questo percorso. La musica elettronica è diventata molto accessibile per tantissima gente che nel complesso è una buona cosa. Ora chiunque può essere coinvolto nella club culture ed il panorama musicale è quindi sempre più grande. Allo stesso tempo, quando ho iniziato, la musica house era solo musica house. Non c’erano sottogeneri. Le persone suonavano solo la house. Ora le persone suonano un po’ di house, un po’ di techno, questo e quel sottogenere, in questo modo musicalmente è diventato tutto frammentato. Il pubblico è cambiato anch’esso un poco. Le persone ora sono più istruite sulla nuova musica grazie ad internet, ma ci sono ancora molti paesi dove la cultura della musica elettronica è ancora in fase di sviluppo. Mi piace suonare in questi stati emergenti, musicalmente parlando, in quanto la folla è sempre entusiasta ed appassionata. Nel complesso sono affascinato dalla continua crescita della musica elettronica a livello mondiale.
Hai scritto che un dj non può sopravvivere senza Facebook, Twitter e Beatport, quanto sono diventati fondamentali nella tua attività di dj e produttore questi ‘strumenti’?
Penso che tutti questi strumenti online siano diventati fondamentali per la mia attività come dj e produttore. Sono diventati una parte del lifestyle nella musica elettronica, e cose come Facebook e Twittersono un canale di comunicazione fondamentale per gli artisti per relazionarsi con i fan al di fuori dalla cabina del dj. Prima era quasi impossibile parlare direttamente coi fan, ma ora posso parlare con le persone ogni minuto del giorno e dire loro cosa sta succedendo. Ovviamente Beatport è molto utile, ad oggi è il modo più comune per i dj per acquistare musica.
Sei un fan della tecnologia e ho visto che sul tuo sito internet spieghi il tuo set-up per iPad ed iPhone. Quindi cosa ne pensi del passaggio da analogico a digitale nel mondo della musica?
Si, mi piace trovare nuovi ‘giocattoli’ con cui suonare, dentro e fuori dallo studio. Trovo stimolanti le nuove tecnologie, ma devo sempre ricordare alle persone che la tecnologia non ti consentirà di suonare meglio. Quello viene solamente dall’esperienza e dal proprio gusto musicale. Il passaggio dall’analogico al digitale è stato un cambiamento naturale. Ai tempi dell’analogico l’unico modo per fare musica era quello. Ora, nell’era del digitale, è possibile scegliere se suonare esclusivamente analogico, esclusivamente digitale o una combinazione di entrambi. Io non sono un purista del digitale o dell’analogico, mi accontento di usare qualsiasi strumento possibile per fare in modo che la mia musica suoni al meglio. I produttori oggi hanno molta più scelta che ai tempi dell’analogico. É vero che il suono dell’analogico è più caldo mentre il digitale sembra suonare troppo perfettamente, ma nel complesso nessuno dei due è meglio dell’altro.
Un periodo o un posto o una serata in particolare della tua carriera in cui vorresti ritornare…
Non ho veramente nostalgia, ma se dovessi scegliere un periodo della mia carriera direi che sceglierei la seconda metà degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, sono stati particolarmente speciali. É stato un ottimo momento per le prime fasi della musica house e mi sono divertito molto in quei giorni. A quei tempi era molta la musica ispiratrice.
Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale e di questo recente ritorno a sonorità che si rifanno al passato?
Questo accade da sempre, nulla di nuovo. Generalmente un genere o uno stile si aggiorna ogni 20-25 anni. Succedeva con la disco music ed il soul. Una delle maggiori influenze che ha avuto la musica house proveniva dal sound di Philadelphia degli anni ’70. Le cose vengono reinterpretate di continuo, quindi il fascino che riscuote attualmente una semplice e buona musica house è un pò come se fosse un secondo ciclo per questo genere. Mi aspettavo che accadesse ad un certo punto, e molti dei produttori che stanno suonando la musica house in questo periodo credo che probabilmente non l’abbiano vissuta la prima volta perché erano troppo giovani. Questo non per dire che è un completo rifacimento della musica del passato – ho sentito molte influenze del passato nelle tendenze di questo periodo, ma i migliori produttori stanno dando alla musica un tocco nuovo e moderno.
La tua etichetta, la Saw Recordings, e tu per primo avete come primo obiettivo la qualità a livello musicale. Quanto tempo passi alla ricerca del ‘giusto suono’ e dove ha luogo la tua ricerca musicale, utilizzi principalmente il web?
Cerchiamo di preservare la qualità, non la quantità delle release su Saw. Per la maggior parte del tempo, la musica che produciamo proviene da nostri amici produttori. Non produciamo spesso musica da produttori sconosciuti che ci inviano demo – Jim Rivers è stato uno di questi – anche se teniamo comunque aperta la porta ai nuovi talenti ed ascoltiamo le demo.
Parliamo dei tuoi Popup Parties: hai detto che il tuo nuovo suono si adatta perfettamente a locali di piccole dimensioni, c’è da parte tua la voglia di tornare ad un rapporto più intimo e diretto col pubblico? Come è andato il primo di questi (a Roma)?
Come dj penso non vi sia niente di meglio che suonare ad un pubblico con la quale tu sia realmente collegato. Possono esserci leggeri distacchi quando suono in ampi locali e grandi arene, per questo ho sempre preferito suonare molto vicino al pubblico, dove posso sentire il loro entusiasmo e vedere la loro passione proprio davanti a me. Stare vicino alla folla mi rende un artista migliore. La musica che ho scritto recentemente è proprio perfettamente adatta a piccoli spazi, così ho avuto un buon motivo per lanciare il concept Popup.
Il primo party Popup è andato meglio di quanto mi aspettassi per molti motivi. Il locale aveva le giuste dimensioni, aveva un buon impianto audio e, considerando che era il martedì dopo Pasqua, è stato incredibile vedere il club imballato e la folla veramente immersa nella musica. Hanno festeggiato tutta la notte, nonostante il giorno dopo bisognava andare a scuola! Il fatto più evidente è stato che le persone erano venute solo per il party, non perché volessero semplicemente uscire, pertanto la qualità della folla era esattamente come la speravo – colta, appassionata di musica house e pronta a ballare! E suonare dall’inizio alla fine è stato decisamente divertente! Sono ansioso di aspettare il prossimo Popup party – è la mia nuova creatura!
Ho visto che dai consigli su come viaggiare, che consigli invece ad un ragazzo che vuole diventare un dj?
È più competitivo che mai. Devi essere unico, devi creare e suonare musica diversa e devi veramente credere in quello che stai facendo. La maggior parte dei dj che hanno successo al giorno d’oggi hanno suonato per anni ed anni prima di avere il loro momento. Devi essere paziente. Anche la produzione è fondamentale. Alla fine devi capire qual è la tua strada. Tutti i dj che hanno avuto successo hanno forgiato il proprio percorso, e non hanno seguito le mode.
English Version:
Sometimes presentations are not necessary, especially when it comes to one of the dj most crowned with internationally success. One of the few, or perhaps the only Japanese producer that was able to break into the American and European electronic music world, also remixing the famous names of pop music. The turning point came when in Tokyo, his hometown, he met Frankie Knuckles, with whom he made his first track ‘Tears’ that it’s almost considered a milestone of house music. Thus began the collaboration with Def Mix Production, which led him to move to New York, where in 2001he founded the label Saw Recordings with Hector Romero. For the launch of his new party ‘Popup’ we could make him few questions and also receive some tips.
Hi, it’s such an honor to have you on Soundwall.it. You started playing classical music and jazz, how come you went to the house music? What has attracted to this genre, do you mean?
I was djing hip hop when I discovered house.I found house music totally different to what I’d been playing on the piano and keyboard too. I thought it was a very free genre and a great way to express my musical tastes, so that’s what attracted me to it. I was really into using electronic equipment like synthesizers and drum machines anyway, so that’s how I got into music production.
How has the environment changed, the club culture, than when you started? People today are looking for something in electronics?
Club culture is evolving all the time. The music obviously goes through changes all the time, and new technology is a big part of that. Electronic music has become very accessible for a lot of people, which is overall a good thing. Now anybody can get involved in club culture, and the scene is therefore getting bigger. At the same time, when I started out, house music was just house music. There were no sub genres. People just played house. Now people play something techno, or something house, or this or that sub genre, so it has become very fragmented musically. The crowds have changed a bit too. People are more educated about new music now thanks to the internet, but there are still lots of countries who are just waking up to electronic music culture. I love playing in these emerging electronic music states as the crowd is always so enthusiastic and passionate. Overall I’m fascinated by the continued growth of electronic music globally.
You wrote that a dj cannot survive without Facebook, Twitter and Beatport, what are become fundamental in your business dj and producer of these ‘tools’?
I think all of these online tools are have become fundamental to my business as a dj/producer. They have become a part of the lifestyle of electronic music, and things like Facebook and Twitter are a crucial communication channel for artists to connect with fans outside of the dj booth. Before it was almost impossible to talk directly to fans, but now I can talk to people every minute of the day, and tell them what’s happening. It’s very useful. Beatport of course, has become the standard way for djs to shop for music now.
Are you a fan of technology and I saw that on your website you explain your set-up to the iPad and the iPhone. So what do you think of transition from analogue to digital in the music world?
Yes I really like finding new toys to play with, in and outside of the studio. I find new technology inspiring, but I always tell people that technology won’t make you play better. That only comes from experience and your musical tastes. The shift from analogue to digital was a natural change. In the analogue time, the only way to make music was the analogue way. Now in the digital age, you can choose to be solely analogue, solely digital, or a combination of both. I’m not a digital or analogue purist, I will just use whatever tools I can to make my music sound the best. Producers today have much more choice than in analogue times. It is true that analogue does sounds warmer, and the digital world can sometimes sound too perfect, but overall neither one is better than the other.
A period or a place or an evening in particular of your career where you want to return…
I’m not really into nostalgia, but if I had to choose one period of my music career, I’d say the second half of the 1980s and the first half of the 1990s were pretty special. It was an excellent time for the early stages of house music and I had a lot of fun in those days. There was a lot of inspiring music coming out then.
What do you think of the music scene and the recent return to sounds that refer to the past?
This happens all the time, it is nothing new. Generally a genre or a style will update itself every 20 to 25 years. It happened with soul and disco music. One of the major influences of house music was the Philadelphia sound from the 1970s. Things get reinterpreted all the time, so the current fascination for simple good house music is kind of like the 2nd cycle of the genre. I was expecting it to happen at some point, and a lot of the producers that are playing with house at the moment I think probably didn’t experience the music the first time around as they were too young. That’s not to say it’s a complete rehash of the past – I hear a lot of influences from the past in today’s trends, but the best producers are giving the music a new modern twist.
Your record label Saw Recordings, and you have as a first goal for the first quality level music. How much time do you spend looking for the ‘right sound’ takes place and where your search music, mainly using the web?
We try to maintain the quality, not the quantity, of releases on Saw. Most of the time, the music we release comes from our producer friends. We don’t often release music from unknown producers who send us demos – Jim Rivers was one – although we do still keep the door open to new talent, and listen to demos.
We speak your Popup Parties: You said that your new sound is perfectly suited to small local, there is a desire on your part to return to a more intimate and direct relationship with public? How was the first of these (in Rome)?
As a dj I think there is nothing better than playing music to a crowd that you’re really connected with. There can be a slight disconnect when playing in large rooms and big arenas, so I have always enjoyed playing really close to a crowd, where I can feel their enthusiasm and see their passion right in front of me. Being close to a crowd, makes me a better performer. The music I’ve been writing recently is actually perfectly suited to small venues, so I had a really good reason to launch the Popup concept.
The first Popup party went way better than I expected, in many ways. The venue was a great size, and it had a good sound system, and considering it was the Tuesday after Easter, it was amazing to see the club packed and the crowd really into the music. They partied all night even though it was a school night! What was most obvious is that people came just for the party, not just because they wanted to go out, therefore the quality of the crowd was exactly what I was hoping for – educated, passionate about house music, and ready to dance! And playing from start to finish was so much fun. I can’t wait for the next Popup – it’s my new baby!
I saw that from advice on how to travel, but that advice to a guy who wants to become a dj?
It’s more competitive than ever before. You have to be unique, you have make and play different music, and you have to really believe in what you’re doing. Most of the djs who are successful today played for years and years before they got a break. You need to be patient. Production is also crucial. You have to figure out your own way though, ultimately. All the djs that were successful forged their own path, and didn’t follow trends.