In Italia abbiamo due ammiraglie di livello mondiale, peraltro molto diverse fra loro: Club To Club e Kappa FuturFestival. Se il primo, che è l’ammiraglia “intellettuale”, quella di profilo, quella che fa opinione e ricerca, ha annunciato per il 2022 una edizione del ventennale in grande, grandissimo stile, il secondo – che è invece l’ammiraglia della potenza di fuoco, dei numeri enormi e degli spazi bellissimi – non è stato per nulla da meno. Anzi.
Si passa infatti da due a tre giorni. Facile quindi immaginare che tutti i record precedenti di pubblico – parliamo di cinquantamila persone reali, gente che paga il biglietto – saranno polverizzati. La line up, anche solo in questa prima release a cui altre seguiranno, le linee guida sono le solite: i grandi, grandissimi nomi “a colpo sicuro”, quelli diciamo così dell’underground più commerciale del commerciale, e che comunque sono sinceramente molto amati da tante persone, non mancano di certo, vedi alla voce Amelie Lens, Peggy Gou (stavolta non perde l’aereo?), Carl Cox, le new entry del suddetto club Pawsa e Boris Brejcha, i paludati entertainer Jamie Jones e Martinez Brothers (in back to back), Joseph Capriati, Reinier Zonneveld, volendo anche l’ottimo Enrico Sangiuliano; così come però non mancano i colpi da intenditori, che hanno sempre il risultato molto interessante di portare sonorità non del tutto convenzionali di fronte a migliaia e migliaia di persone, e in questa categoria ci metteremmo Four Tet, Helena Hauff, il collettivo Nyege Nyege e massì, mettiamoci dentro anche il buon Ricardo Villalobos, che se è in buona ti porta in meandri davvero preziosi ed inaspettati e se è in cattiva, beh, suona per tre ore la stessa traccia loop minimale (divertendosi come un pazzo, lui).
C’è gente collaudatissima (Sonja Moonear, Derrick Carter, Craig Richards, Monika Kruse), ci sono draghi veri di selezioni più soulful al di sopra di ogni sospetto (Danny Tenaglia, Motor City Drum Ensemble), ci sono anche tentativi di flirt sistemico con la dance commerciale davvero ma di spessore (Camelphat), una strada che il KFF vuole percorrere sempre più, e che potrebbe portare a risultati molto interessanti ed inediti per l’Italia. Insomma: il Kappa FuturFestival è all’altezza della propria fama e dei propri fasti, e la propria fama e i propri fasti sono ciò che l’hanno fatto diventare il festival italiano più visitato da stranieri: non esiste infatti altra manifestazione – elettronica ma probabilmente non solo elettronica, con l’eccezione forse della stagione lirica in Arena – in cui decine di migliaia di stranieri scelgano di comprarsi un biglietto e volare appositamente in Italia per esserci. E li capiamo gli stranieri, eccome se li capiamo: da qualche anno l’esperienza-KFF è diventata veramente bellissima, ha una intensità e felicità che va al di là del peso – comunque considerevole – dei nomi in line up.
Insomma, fossimo in voi cominceremmo già a pensare alla prevendita. Che tra l’altro in questa prima release di inizio febbraio 2022 ha prezzi veramente abbordabilissimi.