Titolo volgare? No, non vogliamo responsabilità: parlatene direttamente con Omar S. Il quale ha annunciato poche ore fa l’uscita di un nuovo album e il titolo è, ma sì, “Fuck Resident Advisor”. Provare per credere:
Il tocco di classe, e/o la furba mossa imprenditoriale, è l’annuncio anche di una linea di merchandising: 16 dollarozzi per una t-shirt, signore e signori. Facile che ne venderà un bel po’. Sì, perché c’è una crescente onda di malcontento nei confronti di Resident Advisor, lo si annusa proprio nell’aria. Così forte che la loro campagna “Save Our Scene” è stata da più parti pesantemente contestata… Dave Clarke ci è andato giù pesante, ribattezzandola “Save Our Hierarchy”, per dire. E come sempre Clarke ha una visione molto incisiva sullo stato delle cose, perché effettivamente RA è diventato talmente influente da condizionare ormai parecchio il mercato. Cristallizzandone le scale gerarchiche secondo i propri voleri e desideri, almeno in parte.
Ma se da un lato è giusto avere sempre la mente critica ed intervenire quando si iniziano a vedere segni di egemonia e di pensiero unico (non solo è giusto, ma è salutare per tutti, per tutta la scena: la “salvi” anche così), dall’altro sarebbe triste se ora tutto questo diventasse un comodo tiro al piccione, come rischia di diventare. Un conto è una critica articolata e puntuale, un altro è andare in giro sbraitando “Vaffanculo Resident Advisor”: non farà granché bene al dibattito, se lo farai. Sarà molto utile per accumulare un sacco di like, di ole virtuali, di pacche sulle spalle, di messaggi di solidarietà (in qualche caso, da parte di artisti che il giorno dopo manderanno mail in redazione RA per chiedere di farsi recensire o intervistare); ma sarà anche il pretesto per molti per sfogare le proprie frustrazioni per non esserci loro, o non esserci abbastanza, nella “gerarchia” di RA.
Difficile dare a Clarke del frustrato. Su Omar S, beh, bisognerebbe parlargli, o parlare al suo management, spesso molto puntuale nel fare richieste economiche di un certo tipo (legittimamente, sia chiaro). Ma alla fine Resident Advisor non è una loggia massonica: fa il suo lavoro. Lo può fare bene, lo può fare male – decidono i lettori. Se chiedete al sottoscritto, trovo che negli ultimi anni a RA siano diventati un po’ troppo forzatamente ricercati, come a dimostrare “Ehi, noi siamo ancora underground”, questo mentre – sempre molto legittimamente e soprattutto con merito e duro lavoro – in contemporanea creavano una struttura industriale molto ben articolata e profit-oriented, tra il lavoro del dipartimento marketing che trova le risorse per sostenere il sito e pagarne i collaboratori e il reparto ticketing che in poco tempo è riuscito a ricavarsi una forte nicchia di mercato, e questo puntando in primis sui contenuti, sul profilo editoriale, e non sulla potenza finanziaria “da major”. Puntare il dito con RA e pensare così di fare il bene di tutto e di tutti, usando Resident Advisor come capro espiatorio di problemi che invece sono molto più diffusi, non è detto che risolva i problemi. Anzi. RA è diventato forte non per diritto divino o ordine di legge, ma guadagnandosi la fiducia dei lettori; per avere il ruolo di riferimento che ha, è in realtà anche un sito che punta meno ai nomi acchiappa-click di quanto potrebbe; se è diventato un posto così importante che la gente addirittura paga per poterci apparire, è perché questa credibilità e questi numeri se li è guadagnati nel tempo (e glieli abbiamo accreditati noi, noi della scena, coi nostri click).
Poi, se “Fuck Resident Advisor” è un modo per dire che ci può essere musica, cultura, divertimento ed imprenditorialità anche al di fuori di ciò di cui parla Resident Advisor, non potremmo che essere più che d’accordo. Ma se invece diventa un grido per lavarsi la coscienza ed accreditarsi come eroo senza macchia e senza paura, mentre a RA sono solo degli schifosi corrotti, beh, no grazie. Troppo facile. Troppo semplice. Soprattutto se nel dirlo, nell’urlarlo, nel dare le pacche sulle spalle ad Omar S ed incitarlo, non avete granché da perdere ma solo da guadagnare, accreditandovi all’improvviso come integerrimi nemici di un sistema in cui magari voi per primi negli anni vi siete divertiti, avete passato tempo, avete fatto cose, qualcuno di voi c’ha pure guadagnato. Un sistema reso comunque migliore da chi si è preso la briga di raccontarlo e renderlo interessante ed attraente.