Pugile è uno di quei nomi che chiunque sia portato a scandagliare le nicchie e gli angoli più interessanti della scena musicale italiana ha già sul suo taccuino: torinesi, molto ben inseriti e molto stimati nella scena cittadina, fanno quella cosa che un tempo era un sacco di moda, nell’indie italiano, ovvero post rock, ma ora che hanno scoperto tutti i ritornelli, i calcutti, le gazzelle e le classifiche improvvisamente pare sorpassatissima ed irrilevante, visto che conta (quasi) solo diventare l’ennesimo nuovo fenomeno che riempie club e palazzetti. Una mutazione genetico-ideale, per la scena indipendente italiana, curiosa e significativa (e non per forza negativa, sia chiaro).
Però ecco, un progetto come quello di Pugile è adesso a maggior ragione prezioso. Tanto più se si mette a fare delle “deviazioni speciali”, come nel caso di Sparring Project: non una band ex novo, ma una specie di spin off del progetto originario, con l’aggiunta in organico di Maurizio Borgna, esplicitamente dedito a comporre trame cinematiche, perfette per fare da colonna sonora, e con la volontà di dipartire ancora di più dalla forma-canzone o comunque da strutture standard. Il risultato è sapido, e siamo contenti di potervelo fornire in anteprima.
“Music For Contemporary Stories”, l’album, parte da cinque temi portanti che vengono declinati in quindici tracce in totale. Che poi, abbiamo usato l’aggettivo “cinematico”, ma in realtà bisognerebbe aggiungere anche il teatro al cinema: una certa essenzialità e voglia angolare di sperimentazione si confà probabilmente ancora più al palcoscenico che al grande schermo. L’importante è che in entrambi i casi siano off.
Va preservata la varietà: è fondamentale che nella scena indipendente italiana non si perda l’attitudine a non essere (solo) pop. E va preservato anche il talento, così come il gusto: e in Pugile (o Sparring Project) questo non manca di certo. Recuperatevi anche “Icarian”, la release venuta fuori un paio di mesi fa con la ragione sociale originaria. Un lavoro in alcuni passaggi davvero notevolissimo (…ad esempio, nel “Mornin’ Mantra” costruito con l’aiuto della tromba di Giorgio Li Calzi o nella leggerezza aerea di “Umari Wyt”).
(foto di Matteo Guerra)