Un evento di cui siamo sempre stati felici di parlarvi, con ogni volta dei contenuti interessanti e particolari – ennesima dimostrazione di come Torino sia una fucina di idee e di eventi intelligenti, con una bella visione d’insieme. Bene: anche Seeyousound è caduto sotto la scure delle ordinanze che stanno colpendo il Nord Italia in seguito all’allarme-Coronovirus. Qui di seguito il post ufficiale della manifestazione:
In realtà, le ordinanze draconiane di chiusura di cinema, teatri ed eventi culturali in genere in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna (per ora), inizieranno a farsi sentire pesantemente da questi giorni infrasettimanali fino all’apice del prossimo weekend. Naturalmente la speranza è che misure così forti siano utili ad arginare e contenere il problema, mentre la discussione su quanto queste misure siano eccessive e dettate da allarmismo invece che da buon senso è qualcosa che sarebbe meglio lasciare altrove, non qui e nemmeno all’opinionismo da social o da web, ma a chi è realmente preparato (…del resto, anche lì ci sono voci in contrasto e in discussione tra loro).
Quello che conta, e che è un dato di fatto incontrovertibile, è che forse ci si renderà conto di quanto le attività socio-culturali siano un bene prezioso per la nostra vita. Lo sono ovviamente per chi le porta avanti per lavoro e chi le usa per guadagnarsi da vivere, le prime e più ovvie parti in causa (lavoratori anche loro, esattamente come sono lavoratori gli operai in fabbrica, gli impiegati pubblici e tutte le altre categorie esistenti: spesso lo si dimentica, come si dimentica in generale dei lavoratori atipici senza diritti ed ammortizzatori sociali, pensando che cultura e ancora di più divertimento debbano essere per forza un hobby).
Ma lo sono anche per chi è spettatore, pubblico, cliente. Diamo troppo per scontato, ogni tanto, il valore che hanno gli eventi di svago e cultura (che, per quanto ci riguarda, sono due categorie che dovrebbero essere spesso sovrapposte…) per noi, per la nostra vita. E siamo diventati troppo schiavi della convinzione inconscia che le cose serie sono quelle che sono ciecamente produttive, mentre qualsiasi cosa ti diverta, ti emozioni, ti faccia pensare non è “seria” e non merita di essere presa come tale. Vale di meno. E’ sacrificabile. Beh: è una fesseria. Proprio in un momento di allarme sociale sarebbe ancora più importante che mai fino a quando materialmente possibile potersi incontrare, parlare, confrontare, emozionare, ispirare, per elaborare la situazione; ma in realtà è importante farlo anche nella vita di tutti i giorni, anche in quella senza virus, senza ordinanze, senza chiusure, perché ci aiuta a vivere ed interpretare meglio la realtà in cui siamo immersi. Permettendoci di migliorare, chi in modo sensibile chi con delle piccole cazzate che ci fanno anche solo star meglio un attimo, il mondo che ci circonda. Permettendoci di farlo funzionare meglio.
Quella visione per cui cultura e divertimento sono le prime vittime sacrificali e sacrificabili in un momento di crisi, è miope, ha un respiro molto corto. E’ chiaro che con la cultura “non si mangia”, chi lo nega; ma dovrebbe diventare altrettanto chiaro che senza cultura può diventare molto, molto difficile coltivare bene i campi e far sì che le cose da mangiare ci siano davvero – e non siano velenose.