La particolarità di Kendrick Lamar è che sta sempre lavorando a un nuovo album.
Sempre.
E non importa quanto possa durare il processo creativo, non importa neanche se il disco poi uscirà davvero, la verità è che non si ferma mai. È come se fosse sempre in lotta con sé stesso e tutto il rap americano che gli gira intorno.
Che ci fosse del nuovo materiale in arrivo era una voce che girava da un po’, lui stesso ne aveva parlato recentemente alludendo a un contesto personale e sociale diverso da quello in cui era nato “To Pimp a Butterfly”, un disco dove le tensioni razziali che stavano esplodendo nell’America obamiana andavano di pari passi con il racconto di una depressione dovuta all’impatto devastante che il successo aveva avuto nella sua vita. Eppure, nonostante tutto, era un disco di rinascita.
Era il bozzolo che, appunto, diventava farfalla e provava a spiccare davvero il volo.
Era l’erede naturale del rap west coast degli anni ’90 che trovava una sua via personale e provava a distaccarsi da tutto il resto. Una nuova speranza. Per dirla come George Lucas.
Speranza. Hope. Una parola che era diventata anche uno slogan elettorale e che nel post-Trump sembra essere finita nel dimenticatoio. Nessuno ha più voglia di sperare, non c’è tempo di sperare.
The Heart Part IV è il nuovo capitolo di una saga – vedete che Lucas c’entra? – i cui capitoli precedenti vanno ricercati anche nei primi mixtape di K.Dot.
Se volete ascoltarle tutte in sequenza potete farlo cliccando qui in un montaggio che le mette tutte insieme.
Lo stile di scrittura è il medesimo ed è un classico di Kendrick: flusso di coscienza, personale che si fonde con politico, figure retoriche, allegorie e pure, a quanto pare, un velato dissing a Drake che pare averlo tirato in mezzo in vari pezzi di “More Life”.
Non mancano neanche i riferimenti diretti a Donald Trump e a quello che sta succedendo ora negli Stati Uniti e nel mondo: Mentre è sul finale che sgancia la vera bomba:
The whole world goin’ mad
Bodies is adding up, market’s about to crash
Niggas is fake rich, bitches is fake bad
Blacks that act white, Whites that do the dab
Donald Trump is a chump, know how we feel, punk
Tell ‘em that God comin’
And Russia need a replay button, y’all up to somethin’
Electorial votes look like memorial votes
But America’s truth ain’t ignorin’ the votes
It’s blasphemy, how many gon’ blast for me?
I prophesied on my last song, you laughed at me
Oh when the shit get brackin’, don’t you ask for me
How many leaders gon’ tell you the truth after me?
Mentre è sul finale che sgancia la vera bomba annunciando che il 7 aprile succederà qualcosa.
Esattamente come aveva fatto alla fine della terza parte con cui aveva svelato l’uscita di “Good Kid. M.A.A.D. City2