“The man who corporatized the concert industry is back, and he wants to dance.” iniziava così un articolo del giugno del 2012 del The New York Times. L’uomo in questione era Robert F.X. Sillerman, l’abile stratega che tra gli anni ’80 e ’90 era stato in grado di imporsi nello show business americano tanto da vendere nel 2000 la “prima” SFX a Clear Channel Communications per 4,4 miliardi di $, fusione che ha generato il colosso Live Nation.
Nel 2012 Sillerman è tornato in campo, interessandosi al mercato musicale più in crescita al momento: l’Electronic Dance Music – EDM. Strategia e “core” della nuova SFX Entertainment erano piuttosto semplici: connettere i dj con i propri fans grazie ad internet e acquisire i più importanti festival al mondo con una dote di circa 1 miliardo di dollari. La SFX in poco tempo ha acquisito la titolarità dei brand e della produzione dei festival più importanti al mondo come Tomorrowland, Sensation, Nature One, MysteryLand, Mayday Festival, Electric Zoo, Stereosonic, Spring Awakenings, Decibel Outdoor e Knock Out!. Una macchina diabolicamente perfetta se si considera che la stessa SFX ha anche rilevato Beatport per 50 milioni di dollari e che oltretutto si occupa della gestione dell’immagine di alcuni artisti proposti nei festival: si crea un personaggio, si vende la sua musica, si organizza un festival.
Tralasciando la qualità musicale e i propri gusti, va riconosciuto che i festival prodotti dalla holding americana sono tra i più organizzati al mondo e offrono uno spettacolo unico con un fortissimo impatto emotivo: si ha le convinzione di essere al posto giusto nel momento giusto. Bisogna anche ammettere che questi ultimi anni sono stati particolarmente fortunati per l’EDM e se questo movimento ha definitivamente consacrato la figura del dj come icona pop, parte dei meriti di questa “rivoluzione culturale” sono merito di Sillerman e della sua SFX che hanno saputo adattare la strategia applicata ad eventi live a festival EDM.
Peccato che tutto questo pare stia per finire, o comunque emergono degli inediti scricchiolii: è notizia di qualche giorno fa che la SFX sia in crisi. Forbes, rivista americana rivista americana specializzata in economia e finanza che aveva celebrato anche i dj più ricchi con una delle sue celebri classifiche, ha indagato sulla situazione finanziaria della SFX mettendo in luce le debolezze della “macchina perfetta”. Dal 2013, anno di quotazione presso il Nasdaq, le azioni di SFX sono passati dal valore di 13$ a 0,88 cent con una perdita del 91% circa che tradotto in capitalizzazione si traduce in un perdita di valore da 1 miliardo di dollari al momento del IPO a 88 Milioni di dollari attuali; nel 2014 nonostante un EBITDA di 65 milioni di dollari le perdite sono state di 3,4 milioni di dollari con una previsione di crescita nel 2015 fino a 15,3 milioni di dollari, mentre Robert Sillerman duplicava il suo compenso fino a 30 milioni di dollari grazie a stock options.
Il destino della holding americana a questo punto è incerto, come potrebbe esserlo di conseguenza quello dell’EDM, vista la chiara dipendenza del movimento – anche solo a livello di immaginario – da un certo tipo di eventi e di appuntamenti. Resta da vedere quale sarà la traiettoria delle icone cresciute in questi anni di esplosione della bolla EDM. Probabilmente sono già in grado di camminare con le proprie gambe: vedremo quanto lontano, vedremo quanto a lungo.