Con un ethos centrato sulle fondamenta della musica house, Rebirth si è sempre rifiutata di conformarsi e di seguire le tendenze-del-momento; ha creato invece un proprio sound personale, riconoscibile, unendo l’anima e il calore di una melodia o di una canzone alle nuove tecnologie. Una serie di release di impatto, unite ad un grande lavoro promozionale e di A&R, hanno permesso all’etichetta di accrescere la propria reputazione e credibilità, fino ad ad arrivare oggi ad essere nella Top 5 delle etichette più chartate su Resident Advisor. Motor City Drum Ensemble, Larry Heard, Osunlade, Henrick Schwarz, Joe Claussel, Radioslave,Ron Trent, Gigi Masin, Pastaboys sono solo alcuni nomi d’artisti che hanno contribuito e impreziosito il progetto e il catalogo Rebirth. Ne abbiamo parlato col bresciano Shield, proprietario e fondatore, in occasione dell’uscita di “Love To Live”, una ricca compilation che fa il punto sulla storia e sullo stile della label.
Come e quando è nata l’idea di Rebirth?
In queste settimane di quarantena ho sfruttato il tempo per sistemare il mio studio e ordinare la mia collezione di vinili. Nel riprendere in mano le mie prime produzioni sono balzati alla mente e al cuore tanti ricordi, tanti momenti della mia vita artistica e personale. Non vengo da una famiglia di musicisti, solo mio nonno suonava il violino e all’età di sedici anni mi sono avvicinato alla musica classica prendendo lezioni di pianoforte. Qualche anno dopo, la scoperta dell’house music è stata folgorante. Ho iniziato ad ascoltare artisti come David Morales, Frankie Knuckles, Masters At Work, artisti che mi hanno entusiasmato e mi hanno trascinato in questo mondo. La passione mi spingeva a sperimentare i primi mixaggi (utilizzando le cassette) e a trascorrere le nottate durante il weekend nei club per seguire i dj americani che venivano a suonare, appostato dietro la consolle per spiare i vinili e la loro tecnica. Nel 1998 il grande Fabio Bacci ha visto in me qualcosa e mi ha aiutato ad avvicinarmi di più a questo mondo, insegnandomi alcuni aspetti e segreti. Ho iniziato a lavorare in studio con il suo sound engeneer Massimo Braghieri producendo alcuni remix per la storica etichetta americana Easy Street per artisti quali De’Lacy, Debbie Pender e Lisa Hunt. Non c’era ancora internet, e attraverso le riviste che trovavo nel mio negozio di dischi ho scoperto che dj mondiali come Pete Tong e Danny Rampling li stavano suonando su BBC Radio1. Chiaro che con una consapevolezza del genere l’eccitazione e la voglia di fare cresceva ogni giorno sempre di più… Mi stavo laureando in economia, ma il desiderio di lavorare a pieno nella musica era grande. Non mi vedevo seduto sulla scrivania di una azienda o in banca. Volevo inseguire il mio sogno, e nel 2001 la proposta di lavorare come A&R e promoter per l’etichetta bresciana Oxyd Records mi ha cambiato la vita. Sono stati anni ricchi di soddisfazioni, l’etichetta era sulla bocca di tutti grazie al suo stile originale ed eclettico ed è rapidamente passata dall’underground al successo, raggiungendo la Top5 dei singoli più venduti in UK. Questo piano piano mi stava però allontanando da ciò che io cercavo nella musica e dentro di me stava affermandosi la necessità di creare qualcosa di mio, di seguire appieno il mio gusto, senza alcun compromesso. Era il 2006 quando ho deciso di creare la Rebirth… Un nome che significava per me “rinascita” o, meglio ancora, “rivincita“.
A chi e come ti sei ispirato ed appoggiato per iniziare, in questa nuova avventura?
L’inizio è stato come un salto nel buio, anche se ho avuto dei partner che mi hanno aiutato e supportato nella mia avventura. Rebirth è partita grazie ad un deal con l’inglese Ministry Of Sound, che ha finanziato le prime release. Inoltre avevo due soci, Ricky Romanini e Luca Moretti (Motivo Records), che erano davvero bravi e molto organizzati a livello gestionale. Io ho potuto dedicarmi a pieno all’aspetto artistico e alla produzione, cercando di costruire uno stile riconoscibile che, partendo dalle radici della house music, unisse l’anima e il calore di una melodia o di una canzone alle nuove tecnologie. Anche quando l’apporto dei soci è venuto meno e il lavoro si è ampliato, ho comunque sempre cercato di dedicare il maggiore tempo possibile all’ascolto di musica nuova e alla selezione di artisti emergenti. Sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi catturi all’istante e che possa durare nel tempo, che non sia insomma di breve consumo.
Oggi è sicuramente più facile e meno rischioso avviare una etichetta rispetto a 15 anni fa, quando avevi bisogno di grandi investimenti. Ciò che è molto più difficile è creare un lungo percorso
Quale uscita ha dato la prima vera e grande botta/spinta che t’ha dato visibilità? L’uscita che ricordi con maggior orgoglio?
L’anno prossimo festeggeremo i 15 anni di attività. Attualmente abbiamo raggiunto la centoventesima release nel catalogo principale, più altre 64 in quello solo digitale.
Non mi piace parlare dei punti salienti dell’etichetta, ma piuttosto di un percorso, un’identità che è cresciuta e si consolidata nel tempo. Ci sono però dei dischi che a livello artistico hanno fissato momenti importanti nella storia della label, in particolare And If “Finest Dream” (la prima release), NUfrequency “Go That Deep (Feat. Shara Nelson)” e “Fallen Hero (Feat. Ben Onono)”, Tevo Howard Feat. Tracey Thorn “Without Me”, Bocca Grande “Procedere”, Butch & C.Vogt “The Infamous”, Wallflower “Say You Won’t Ever (Larry Heard Remix)”. I brani di maggiore successo commerciale sono invece stati “Marvinello” di Michel Cleis e Klement Bonelli, Pastaboys Feat. Osunlade con la loro “Deep Musique” ed Emanuel Satie Feat. Billy Cobham “Don’t Forget To Go Home”, traccia quest’ultima che ci ha permesso di creare un ponte di unione tra la musica house e la musica jazz. E l’anno scorso abbiamo poi prodotto una raccolta di remix in chiave elettronica di alcuni successi del grande jazzista americano. Abbiamo prodotto inoltre artisti come Joey Negro, Moodymann, Agoria, Larry Heard, Rampa e Blond:ish, oltre ad aver lanciato artisti italiani come Chromatic Filters, Robytek, Paolo Mantini, Corrado Bucci, Blue Mondays. Questi brani sono inclusi in versioni particolari nella raccolta “Love To Live”, in uscita il primo maggio: una speciale raccolta che include alcune delle canzoni più emozionanti del catalogo della label.
(eccola, “Love To Live”; continua sotto)
Maggior soddisfazione e o delusione?
Nel mio percorso ho avuto tante soddisfazioni, ma ci sono stati anche tanti momenti di delusione e smarrimento. A volte si colpevolizza il sistema se qualcosa non va come ci si aspetta, ma quasi sempre invece siamo noi, il nostro carattere e le nostre decisioni che ci portano dove siamo. In queste settimane ho avuto modo di riconnettermi con me stesso e pormi degli interrogativi. Azioni e decisioni prese diversamente magari avrebbero potuto procurarmi più soldi, più successo. Tiro fuori uno a uno i dischi che ho prodotto, li metto sul piatto, li riascolto e… son felice. Le scelte che ho fatto in termini musicali le rifarei, non mi vergogno di nulla, sono fiero di quello che ho raggiunto. Dagli errori e dagli sbagli si impara, ma si va avanti cercando di fare il proprio meglio rimanendo fedeli e coerenti con se stessi. Speriamo che la tempesta che stiamo vivendo porti con sé qualche cambiamento positivo, mi auguro un ritorno alle cose semplici, che son quelle ti fanno stare bene.
Essere da anni label di riferimento e di successo cosa comporta in termini di tempo, denaro e di strategie?
Oggi è sicuramente più facile e meno rischioso avviare una etichetta rispetto a 15 anni fa, quando avevi bisogno di grandi investimenti. Ciò che è molto più difficile è creare un lungo percorso, dare vita ad una tua identità e farla crescere nel tempo. Oggi ci sono più aspetti da prendere in considerazione: dalla produzione alla vendita, dalle strategie di promozione all’uso di diversi social media – oltre a quelli contrattualistici, gestionali e di rendicontazione. La musica di qualità da sola non paga, o meglio, paga nel lungo periodo. Viaggiare, stabilire nuovi contatti, attuare investimenti mirati sono stati fondamentali finora. C’è tanto lavoro e tanto sacrificio per gestire tutto questo, e il tempo non è mai abbastanza per fare tutto. Vorrei trascorrere più tempo nel mio studio, invece mi ritrovo a seguire lavori che spesso non ripagano a livello economico.
Quanto sono importanti ancora i sogni e la passione?
I sogni e la passione sono essenziali per andare avanti sia nella musica che nella vita. E vanno tenuti vivi ogni giorno. Il mercato e le mode cambiano, ma la passione, lo spirito di ricerca, il desiderio di sentirsi eccitati ascoltando un brano musicale sono sempre state le motivazioni più forti per continuare anche nei momenti difficili.
Progetti paralleli? Prossime uscite?
Sto sfruttando questo periodo per lavorare ad alcune canzoni per il mio primo album. Ci è voluto tanto tempo per arrivare a questo traguardo, ma è difficile concentrarsi in studio quando si segue una etichetta e il lavoro di altri artisti. Inoltre quest’anno cercherò di dare spazio ad artisti italiani per riportare in alto la musica Made In Italy. C’è un grosso bisogno di unire le forze e valorizzare quello che di buono abbiamo (e ne abbiamo tanto…). Nel frattempo, come dicevo, il primo maggio abbiamo fatto uscire “Love To Live”, una speciale raccolta che include alcune delle canzoni più emozionanti del catalogo Rebirth, con intensità e significato profondi. L’album contiene musica di Shield, Robytek, Antena, Nufrequency Feat. Shara Nelson, Tevo Howard Feat. Tracey Thorn, Ron Trent, Motor City Drum Ensemble, Ashley Beedle, A:xus, Pèpè Bradock, Butch & C.Vogt, Wallflower, Paolo Mantini, Gigi Masin, Blue Mondays, Charles Webster e altri. Rebirth vuole condividere con il pubblico un momento di speranza con la “s” maiuscola in questa situazione di paura e disorientamento, in cui ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte restando a casa e rispettando una serie di misure. La musica però va avanti e prossimamente pubblicheremo il nuovo singolo di Silky Sunday Feat. Snoux, un pezzo molto forte del bresciano Gianluca Pegoiani, oltre ai remix di “For One Hour” di Agoria (curati da Laolu e Fort Romeau) e il brano di debutto di Camelia, emergente dj francese che ora vive in Italia che è anche diventata la presentatrice del nostro Radio show settimanale su Ibiza Global Radio. Sempre collegato al fatto di tornare a valorizzare la musica di casa nostra, nel 2019 ho lanciato Tempo Dischi, una nuova label vinyl only distribuita da Rush Hour che ristampa classici e rarità della musica italo disco, un genere che influenza sempre di più la musica attuale e sta ritornando nelle valigette di tutti i dj. Le prime uscite sono state Steel Mind “Boss Man / Lionel” e la ristampa ufficiale di Automat “Automat”, album seminale della musica elettronica italiana. E a breve usciranno Contact Music “Keep On Dance” e la versione di Mito di Logic System “Unit”.