Quando pensiamo a Shlomi Aber accostiamo subito il suo nome ai grandi successi che lo hanno contraddistinto dall’hit Freakside in poi. In realtà dietro a quella faccia seria si nasconde la realtà di un ragazzo che ha sempre creduto nella musica e nella possibilità di diventare un big. Come gran parte dei suoi colleghi, la strada da percorrere è stata lunga ma alla fine è riuscito a tagliare il traguardo ottenendo i giusti riconoscimenti. L’ulteriore sfida di confermarsi all’altezza e di rispondere alla varie critiche l’hanno visto ancora una volta vittorioso, con ennesimi capolavori e un nuovo album. Ora a Shlomi non resta che far crescere la sua Be as One e godersi le chance meritatissime nei suoi amati clubs e nei grandi festivals di tutto il mondo.
Iniziamo subito a conoscerlo meglio…
Ciao Shlomi, benvenuto su Soundwall.it.
Cosa significa nascere e crescere musicalmente in un paese come Israele?
Bisogna crescere qui per capire che cosa significa realmente la fratellanza e la famiglia. Influenzano tutti gli aspetti della vita, compresa la musica.
Frequentare una scuola di musica ha senz’altro dato un grosso aiuto per la tua crescita. Quali erano le tue aspettative da giovane? Ti saresti mai immaginato di diventare un top dj?
Ci speravo sempre, era il mio unico obiettivo da quando avevo 12 anni e non posso essere non essere felice ora che mi viene data la possibilità di suonare la mia musica in tutto il mondo.
Poi la solita gavetta, tra piccole feste e primi clubs. Come tutti insomma hai dovuto farti le ossa. Pensi sia anche questo un passo importante per maturare?
Certo, crescere attraverso la gavetta offre l’opportunità di esplorare la musica da molti punti di vista e io sono felice di aver cominciato dalla “strada”, e non direttamente dalle sale principali dei grandi club. La musica è parte delle mie radici.
Il tuo approccio musicale è molto vario. Alle evidenti radici techno affianchi molto spesso anche altri generi, come electronica, downtempo o jazz. Quali erano i tuoi generi e artisti preferiti nell’adolescenza e quali invece hai scoperto solo più tardi?
Io faccio soltanto musica, non sono legato ai vari generi, non ho alcuna linea guida in studio, mi impegno e butto giù qualche beat. Non credo di aver scoperto alcun genere, è tutto lì da sempre .
Come anticipato prima, la tua ascesa è stata lenta ma alla fine ripagante. Stampare su label come Cocoon, Ovum, R&S, Objectivity, Renaissance. Nel 2008 sei stato nominato “Beatport’s Artist of the year” e hai pure ricevuto la nomination per Dj Awards. Che effetto ti ha fatto vedere accostato il tuo nome alla storia affianco agli dj internazionali?
Ho gran rispetto per i ragazzi della vecchia scuola, sono stati loro ad iniziare tutto. E’ un grande onore per me essere accostato a loro, ma sono una persona con i piedi per terra, non credo molto nei miracoli. Quello che ho vissuto è il risultato di duro lavoro e costanza nel mio percorso.
Sea Of Sand, After Love, and Tel Aviv Garden ma soprattutto la traccia che ti ha fatto conoscere a tutti, ossia “Freakside” sono alcuni dei tuoi grandi successi sui quali hai puntato moltissimo. Vuoi svelarci come si svolge il tuo lavoro in studio?
Sembra strano, ma non ho davvero idea. Dipende molto dal mio stato d’animo quotidiano e dalle varie sensazioni (forti, deboli, profonde) che ho in quel momento. Mi faccio trasportare da questo flusso e cerco di non ostinarmi a creare per forza un determinato suono o genere.
Sentiamo parlare sempre più frequentemente di plagi musicali. Anche tu hai dovuto difenderti nel 2008 da questa accusa accaduta con “Efrat”. Cosa ti senti di rispondere a chi accosta il tuo nome ancora a quell’episodio?
Non mi va di rispondere a nessuno, preferisco usare il mio tempo condividendo amore e non odio. All’inizio l’ho presa abbastanza male, ma poi ho fatto in modo di rispondere soltanto attraverso le casse. Da quel momento in poi ho realizzato Sketches, Groove Mechanism, Slow Dancer e molte altre tracce; sono stati tutti grandi successi e ora penso non abbia più senso parlare di questo episodio tre anni dopo.
Su Ovum hai rilasciato anche l’album “Chicago Days, Detroit Nights”. Cosa lo differenzia dai tuoi progetti singoli?
Oh .. E’ molto differente, anche se posso dire che il mio album è composto da più progetti singoli, nel senso che la maggior parte dei brani sono progetti autonomi e non legati tra loro. Ancora una volta, la mia sensazione era quelle di rilasciare tracce specifiche piuttosto che pianificare la classica struttura dell’album.
Visto il numero in costante aumento di aspiranti dj, sei d’accordo nel ritenere oggi più importante la figura del producer piuttosto che quella del dj?
Purtroppo hai ragione. Io personalmente mi ritengo prima un dj che un produttore. E’ da 17 anni ormai che faccio il dj, ma hai perfettamente ragione a dire che ormai ci si esibisce e si ha diversi fan al seguito soprattutto per le produzioni piuttosto che per i set o per l’abilità nel mixare. Oltre a questo, il posto in classifica diventa la cosa più importante in assoluto per avere visibilità. Il che è triste in quanto lascia fuori molti produttori che producono con il cuore piuttosto che per i soldi.
Nei festival che contano, il tuo nome compare sempre (basti pensare al prossimo Movement di Detroit). Questo significa che negli anni sei stato in grado di confermare il tuo valore. Quanto è difficile dimostrare a tutti di non essere una meteora?
I festivals sono sempre divertenti, personalmente preferisco i piccoli clubs rispetto ai grandi palcoscenici, ma in quelle occasioni incontro sempre molti amici e ho la possibilità di frequentarmi con loro. DEMF è un festival incredibile e sono felicissimo di prenderne parte.
A proposito di festival, quale tra i tanti in cui hai partecipato, secondo te merita più attenzione e ricordi con maggior piacere?
Mmm… Bella domanda. Devo ammettere che i miei ricordi migliori sono sempre legati ai club, con un ambiente più intimo è sempre indimenticabile…
Come tanti artisti, hai ritenuto opportuno creare la tua etichetta, la Be as One. Sono passati ormai alcuni anni dal lancio dell’etichetta, se tu dovessi fare un bilancio ti ritieni soddisfatto del lavoro fatto finora?
Sta andando alla grande, siamo molto soddisfatti sia io che Nick (il label manager) del modo in cui è cresciuta l’etichetta negli ultimi anni. Rilasciamo la musica che ci piace, come in studio, senza linee guida, dando spazio soltanto alla musica e all’anima.
Abbiamo appena ammirato l’ultimo tuo ep con Dj Sneak e i vari remix del tuo album con i vari Nic Fanciulli, Josh Wink, Michel Cleis, Steve Lawler, Chris Liebing, Santos & Timo Maas. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi da te e dalla tua etichetta?
Per prima cosa, vorrei ringraziare i miei meravigliosi amici che hai appena citato, i quali hanno creato grandissimi remixes. Abbiamo intenzione di rilasciarli dividendoli in due parti nel corso dei prossimi due mesi e subito dopo rilascerò un nuovo ep su Be As One, del quale sono molto entusiasta. Per quanto riguarda l’etichetta, oltre al mio ep di cui parlavo sopra, rilasceremo altra grandissima musica con Gel Abril, Itamar Sagi e diversi altri produttori emergenti ed affermati.
Grazie Shlomi, è stato davvero un piacere intervistarti. Buona fortuna per il tuo futuro.
Grazie a voi ragazzi, continuate così!
English version:
When we think of Shlomi Aber we immediately juxtapose his name to the great successes that have marked his hit Freakside onwards. But that serious face hides the reality of a man who has always believed in music and in the chance to become a big artist. Like many djs, the road ahead was long but he finally arrived at the finish line receiveing deserved rewards. The hardest challenge to confirm his value over the years and to reply to various criticisms have seen once again victorious, with many hits and a new album. Now Shlomi is going hard with his own label, Be as One, and enjoy well-deserved chance in his beloved clubs and big festivals all over the world.
Hi Shlomi, welcome to Soundwall.it. Let’s start from the beginning. What does it mean for you to be born and grow musically in a country like Israel?
You need to grow up here to understand what does brotherhood and family means, it’s influencing you all over the life aspects,including music.
You attended a school of music, and this has certainly given a big help for your growth. What were your expectations as a young man? Would you have never dreamed of becoming a top DJ?
Always. It was my only goal since I was 12 years old and I can’t be more happy with the chance given to play my music to people all over the world.
You rose through the ranks, including small parties and first dj set in the clubs. Do you think this is also an important step to mature?
Of course, growing up from the real base giving you the opportunity to explore music from many angles, I’m happy I started from the “streets”, and not directly to the main rooms. The music is part of my roots.
Your approach to music is various. The obvious techno roots often are mixed with other genres such as electronica, downtempo or jazz. What were your favorite artists and genres in adolescence and what genres you discovered later?
I’m making music, not genres. I don’t have any guideline in the studio, just going with the soul and throwing beats in the air, I don’t think there is any discovered genres, it has all been there since ever.
As mentioned before, your musical climb was slow but rewarding at the end with releases on labels like Cocoon, Ovum, R & S, Objectivity, Renaissance. In 2008 you were selected as Beatport’s Artist of the year 2008 and also received a nomination for the prestigious Worldwide DJ Awards. What effect to see your name near to international DJs who made the history of this music?
I’m sharing a lot of respect to the old school guys who started it all. It is a great honor. I’m very a “earthbound ” person, I’m not a big believer in miracles, it is just a product of a lot of hard work and consistence in your way.
Sea Of Sand, After Love and Tel Aviv Garden but above all, the track that made you known to all: “Freakside”, these are all your great successes on which you have bet a lot. Do you want to tell us how is developed your work the studio?
Its funny, but I have no idea. It depends in my daily mood and feelings, hard, soft, deep or mellow. I’m just going with the flow and not fighting myself to create a certain sound or genre .
We hear increasingly of musical plagiarism. In 2008 even you had to defend this accusation happened with your track “Efrat.” What do you reply to those who continue to tie your name with that episode?
I’m actually not replaying at all, I prefer to spend my time sharing love and not hate. I got it quite hard at the beginning, but I’m way past that and I’m just replying back trough the speakers, since then I released Sketches, Groove Mechanism, Slow Dancer and more, they all been big hits and i’m feeling there is no point to keep dealing with it 3 years after.
You have also released an album on Ovum, “Chicago Days, Detroit Nights.” What are differences (settings, approach,ecc.) from a single project?
Oh, it’s a big difference , even though my album is more ” single based” in the way that most of the tracks are individuals rather a full story, I just once again went with the feeling of releasing those specific tracks rather planned a certain album structure.
We see the ever-growing number of aspiring DJs, you agree that today the producer is more important than DJ to show your skills?
Unfortunately you’re right. Personally I’m first a dj then a producer, being djing for 17 years now, but you are right that these days you’re performing and have fans following you mostly because of the productions rather than your dj sets and mixing. More to this, charting place become more important then ever in order to be visible, which is sad as it is limiting allot of producers out there to produce from the heart rather from the bucks.
Your name always appears in the all the biggest festivals (just think of Movement Festival in Detroit). How hard is it to confirm the value over the years?
Festivals is always fun, personally I prefer the small rooms rather than the big stages, but you always meet allot of friends and having the chance to hang around. Demf its amazing festival and i’m very happy to be part of it.
About festivals you had the chance to play, what among all do you think deserves more attention and what do you remember with good memories?
Mmm…good question. Must to admit that my best memories are always from clubs, intimate crowd is always unforgettable.
As many artists and producers, you create your own label, Be as One. Now it’s been several years since the launch of your label, are you satisfied for these first years?
It is going amazing, i’m very happy with the way the label growth over the past years, both me and Nick (the label manager) are just releasing music we like, same as in the studio, no guidelines, just going with the music and the soul.
We’ve just enjoy your last ep with Dj Sneak and your album remixes from Nic Fanciulli, Josh Wink, Michel Cleis, Steve Lawler, Chris Liebing, Santos & Timo Maas and more. What can we expect in the coming months from you and from your label?
Firstly I want to thank to my wonderful friends you just mentioned who delivered such a great pack of remixes, we going to release those in 2 parts over the next couple of months, right after I will release new ep on Be As One, which i’m very excited about. On the label side, as addition to mine mentioned above, we will relase super cool music from Gel Abril, Itamar Sagi and some other great new and established producers.
Thanks Shlomi, it was really a pleasure to interview you. Good luck for your future.
Thanks to you guys, keep up the good work as well!