Ha pubblicato per anni su Rephlex, Sony Music Japan, Universal e Chrysalis BMG e Apple lo ha ingaggiato per far parte di un suo gruppo di Distinguished Professionals nel multimedia. Il suo logo è stato ideato dal pluripremiato architetto Matteo Thun. Immerso in lavori multimediali, spesso in quel di Hollywood dove ha lavorato a contenuti per installazioni, digital devices ed il web con Thomas Dolby, Gianluigi Di Costanzo risponde per noi ad alcune domande tra ambient, IDM ed electronic listening music.
Stai ultimando la registrazione di un nuovo album, ci racconteresti qualcosa a riguardo?
Sono registrazioni di musica alternativa, emozionali. Ho completato il mastering tra i Capitol Studios a Los Angeles e il mio studio. Per realizzare i brani ho utilizzato vecchi sampler come l’Emulator II e rari sintetizzatori analogici che negli anni ho collezionato. L’album è nella pipeline di uscite della casa discografica e sarà anche edito da Chrysalis BMG.
A settembre, al Bangface Weekender, la Rephlex Records ha festeggiato il suo 21° compleanno e tu non c’eri… perchè è così difficile vederti suonare dal vivo?
Perché mi dedico anche a produzioni multimediali, per esempio di recente ho lavorato insieme ad un designer italiano a un’installazione a Los Angeles e ho completato la registrazione di un brano per un nuovo EP di Thomas Dolby.
Com’è attualmente il tuo rapporto con la Rephlex? E dopo tanti anni ed una visione probabilmente più “esterna”, cosa pensi di quest’etichetta?
Penso che sia un’etichetta molto interessante che si è focalizzata sull’elettronica in modo originale. Siamo in ottimi rapporti.
Nel 1999 facesti un remix di Altre Forme per i Bluvertigo e fin qui nulla di strano, ma ha destato in me curiosità la tua collaborazione con Paola e Chiara per un EP, Second Life, del 2007; come si è ritrovato un artista di nicchia come te, coinvolto in un progetto così tanto pop?
Quando ho conosciuto Chiara aveva scritto un testo in inglese e ci piaceva l’idea di lavorare ad una versione di quel brano insieme, “Nothing At All”. Ci siamo trovati bene e mi ha chiesto di collaborare ad un’altra traccia in inglese.
Cosa stai ascoltando in questo momento? Stilaci una bella lista, non essere timido…
Nella mia attuale playlist su iPhone (le cambio spesso): Nature Boy – King Cole Trio, Full Moon – Eden Ahbez, Daydream – Tycho, Going To California – Led Zeppelin, Street Life – Roxy Music, Stokkseyri – Jonsi & Alex, The Spider and the Fly (Original Single Mono Version) – The Rolling Stones, Stone In Focus – Aphex Twin, I’ll Try Anything Once (You Only Live Once Demo) – The Strokes.
Ascolti imprescindibili: chi, cosa e perchè?
In California ho scoperto una corrente di musica elettronica che mi appassiona, e quando ascolto altri generi passo dai Led Zeppelin a Keith Jarrett. Quando ero in studio ai Capitol ero curioso della loro storia e finivo spesso all’Amoeba Store sul Sunset a comprare dischi di Sinatra o Nat King Cole che ho scoperto essere perfetti per l’atmosfera glamour e decadente di Hollywood.
Quando si parla di IDM è sempre tutto molto vago, il genere ne racchiude altri e la definizione è molto ampia, tanto che ultimamente, forse per moda, vengono etichettati con questa sigla lavori che praticamente non ne riprendono alcuna caratteristica; ci daresti un’interpretazione tua personale? Cosa credi renda l’IDM diversa dagli altri generi di musica elettronica?
Si è vero, è molto vago, infatti definisco la mia musica come elettronica, alternativa, non saprei se è IDM!
Che ne pensi dell’attuale scena elettronica italiana?
Sono sempre stato attratto dalla musica inglese e americana. Avendo lavorato spesso all’estero purtroppo non conosco bene la scena elettronica italiana.
Attendiamo al più presto il tuo nuovo album per tenere in allenamento i nostri neuroni!
Grazie.