L’altra sera sono andato a letto presto.
Così, senza una vera ragione.
È stato difficilissimo addormentarsi: appena sono riuscito a chiudere gli occhi, sono stato svegliato dal rumore delle finestre che sbattevano. Fortissimo.
Il più classico dei temporali estivi, ho pensato.
Mi sono alzato di scatto e sono andato a controllare che non ci fossero panni stesi a prendere pioggia. Ma non pioveva. Niente. Neanche una goccia. Vento? Neanche a parlarne. Tutto fermo. Calma piatta.
Ho bloccato le finestre e sono tornato a dormire, più o meno.
È stato a quel punto che ho sentito la musica di Girl/Boy Song inondare la mia stanza mentre mia nonna, passata a miglior vita nel 1998, mi mostrava orgogliosa la sua nuova maglietta di Aphex Twin. Bianca, semplice semplice, con al centro il classico logo e sotto la scritta 2014.
2014? Che avrà voluto dire con 2014? Devo correre in tabaccheria e giocarmi il 20 e il 14 sulla ruota di… su che cazzo di ruota li gioco?
Il giorno dopo mi alzo e scopro che a ottobre dovrebbe – perché il condizionale è d’obbligo e ormai è pure una strategia di marketing – uscire il nuovo album di Aphex.
Finalmente. Il primo album ufficiale dai tempi di “Drukqs”, anno del signore 2001, tredici anni fa.
TREDICI. ANNI. FA.
Il mercato della musica nel corso di questi due lustri e mezzo ha avuto il tempo di cambiare radicalmente: chi l’avrebbe mai detto, all’alba del 2001, che un giorno i dischi sarebbero stati annunciati direttamente nei sogni?
OK, dai, la smetto: basta stronzate alla Kathryn Bigelow.
Non ho sognato niente. Nessuna nonna morta è stata usata a scopo di marketing, ma è vero: sta per uscire un nuovo disco di Aphex Twin. E sì, il mercato musicale è cambiato radicalmente dal 2001 di “Drukqs”.
Mettiamo in fila un po’ di nudi fatti: qualche mese fa sono comparsi su Discogs, e poi venduti su eBay, un paio di album fantasma realizzati dal buon Richard e mai pubblicati ufficialmente.
È stato proprio in occasione dell’uscita-non-uscita di “Caustic Windows” che avevamo scritto di quanto tutto sembrasse calcolato al millesimo per tirare la volata al grande ritorno.
E così è stato: altro che copie ritrovate nel magazzino della Rephlex e messe in vendita da Grant Wilson-Claridge giusto per tirare su un po’ di soldi. Faceva tutto parte di un disegno più ampio, e ora ne abbiamo le prove.
È cominciato tutto il 16 agosto – giorno del compleanno di Madonna, giusto per evocare una figura importante per la mitologia aphexiana – quando un mini dirigibile, con il solito bellissimo logo infilato dentro lo zero di 2014, è stato visto volare su Londra.
Da quel momento in poi è stata pura isteria. Le bacheche di Facebook si sono riempite di Aphex volanti, e tra gli appassionati di elettronica (ma non solo) praticamente non si è parlato altro. Un dirigibile nei cieli di Londra. Un cazzo di dirigibile in volo nei cieli della cazzo di Londra.
Vi sfido a farvi venire in mente di meglio!
Qualche ora dopo sono cominciati a comparire gli stencil su muri ancora di Londra e poi di New York. Ovviamente tutti amabilmente fotografati, pubblicati su Instagram, belli e pronti per essere impacchettati nelle news di tutti i siti del mondo.
Basta? Neanche per scherzo: la Aphex-mania impazza e già vengono fuori le parodie.
Come il fantastico piatto sporco con al centro il sempre-più-solito-logo, generato da una macchia di sugo. L’hanno messo in vendita su eBay ieri mattina, al prezzo di quattro sterline: ora ne costa trentuno.
Ieri pomeriggio, poi, dovrebbe – ancora il maledetto condizionale – essere arrivato quello che è a tutti gli effetti un annuncio ufficiale. Ovviamente criptatissimo.
Un link con estensione .onion, che rimanda a un server proxy per l’accesso al cosìdetto Deep Web. Sì, proprio quello che usate per comprare la droga di nascosto.
Mentre siete lì che aspettate la vostra connessione – perdonate le inesattezze, non sono preparato – dovrebbe comparire un testo. In questo testo ci sono le informazioni su quello che dovrebbe essere il nuovo disco di Aphex Twin. Il titolo, la scaletta e pure i BPM dei brani.
Se la mia spiegazione fosse stata poco chiara, c’è già un dominio – di proprietà della Warp – in cui tutto dovrebbe apparire un minimo più sensato (cliccate qui: https://syro2eznzea2xbpi.com/).
E così siamo saliti in corsa su una giostra ferma per anni che di colpo ha ripreso a girare fortissimo, e non eravamo soli: con noi c’erano anche tanti altri. Compresi gli ex compagni di scuola che oggi postano felici la news del ritorno in pista degli Aphex Twin. (“Degli”, sì. Devono avere equivocato il video di Come to Daddy.)
Tranquilli, non siamo qui per interpretare il ruolo degli snob che si lamentano per ogni piccola deviazione dall’usuale, quelli per cui è tutto sbagliato, inaudito, scandaloso e ingiusto.
Quelli per cui “critica sferzante” è fare i vecchietti del Muppet Show.
La verità è che trovo molto divertente questo modo di promuovere la musica, che mette in gioco la creatività – e le risorse – e trasporta ogni cosa nella mani del pubblico.
Pensateci bene: il marketing virale serve per generare buzz online, ma sta diventando sempre più analogico. Un dirigibile e uno stencil sono quanto di più antico vi possa venire in mente per diffondere un prodotto, ma diventano una novità ogni volta che noi li fotografiamo, li postiamo, li commentiamo e li trasformiamo in una news.
Noi, che abbiamo smesso di essere fine per diventare anche mezzo. Siamo sia la fonte che il destinatario.
È innegabile però che ci si stia spingendo un po’ troppo oltre e viene difficile immaginare che genere di piega possa prendere il futuro: la sensazione è che manchi davvero pochissimo all’invasione dei sogni e alla macchie di sugo. E poi cosa è rimasto? Le scie chimiche?
Si è passati dal fare promozione per – appunto – “promuovere” i dischi, al fare i dischi per promuovere la promozione. La campagna di lancio di “Reflektor”, quella dell’ultimo Bowie, l’invasione del mondo secondo i Daft Punk sono state più eccitanti degli stessi dischi, e non tanto per ragioni artistiche, ma proprio perché ormai è così che funziona.
Si cerca di alimentare discussioni per tirare la volata all’uscita degli album, consapevoli che l’attenzione del pubblico finirà per terminare più o meno con la loro uscita. Non a caso, se tutta la manfrina messa in piedi dalla Warp si rivelasse un enorme presa per i fondelli in stile Banksy, non ci sarebbe troppo da storcere il naso. Siamo sempre alla ricerca del tema caldo e ci siamo dimenticati della differenza che c’è, e dovrebbe esserci sempre, tra contenitore e contenuto.
Per certi versi è come se ci ritrovassimo sempre nel bel mezzo di un trasloco e con la casa piena di scatoloni che non abbiamo intenzione di aprire. Perché tanto non c’è rimasto più niente da sistemare. A parte gli scatoloni, esatto.
Lasciateci giocare, quindi, e permetteteci di godere fino in fondo l’attesa per questo nuovo – ormai imminente – lavoro di Aphex Twin, con la consapevolezza che quando uscirà saremo già completamente assorbiti da altro. Con buona pace di mia nonna.