Una notizia che lascia attoniti. Mira Calix – Chantal Passamonte, all’anagrafe – non è più tra noi. Aveva superato da poco i 50 anni. Troppo, troppo giovane. Tutto questo è insensato. E’ insensato che una persona così gentile ed ispirata non sia più in grado di regalarci nuovi tocchi di grazia ed ingegno, come faceva ininterrottamente fin da quando si era trasferita, dal natìo Sud Africa, a Londra, all’inizio degli anni ’90. Diventato subito uno dei nomi-simbolo della Warp più legata all’elettronica colta e destrutturata, fin dal primo album – “One On One”, uscito nel 2000 – aveva lasciato il segno, disco dopo disco, performance dopo performance.
Oggi si fa tanto (ed anche giustamente) parlare di come per le donne l’accesso sia ancora difficile alla musica elettronica, soprattutto se non si scelgono le scorciatoie delle piacionerie da social e dei dj set a favore di suoni facili&efficaci: bene, Mira senza dichiarazioni roboanti, con la sola forza della sua bravura e della sua capacità di creare intricate e preziosi visioni digitali ed analogiche, si era guadagnata il rispetto di tutta la scena… o comunque della parte più attenta e sensibile di essa. Non ha mai inseguito la notorietà, ha sempre e solo inseguito la musica e l’ha fatto aggiungendo una cortesia, una misura ed una dolcezza innata nel modo di porsi. Senza mai rinunciare alla complessità.
Doti oggi rarissime. Maschi, donne o altr* che siano. Siamo veramente increduli nell’apprendere della sua scomparsa. Ancora l’anno scorso usciva, sempre per Warp, “Absent Origin”: un caleidoscopio di voci, suggestioni, avventure che evocava veramente il viaggio e la prismaticità del mondo, e della memoria umana. Senza alzare la voce, senza cercare semplici simpatie, con classe. Come sempre.
Chantal, nella memoria di chi ti ha conosciuto – come artista, come persona – resterai. Resterai davvero. Ma è veramente una ingiustizia del destino dover scrivere, oggi, già oggi, queste parole.
— Warp Records (@WarpRecords) March 28, 2022