James Ford e Jas Shaw sono i “Simian Mobile Disco”, duo in libera uscita (probabilmente definitiva) dal gruppo pop-rock chiamato “Simian”, dal quale hanno preso le distanze per dedicarsi a sonorità principalmente elettroniche. Come “SMD” hanno all’attivo due dischi sulla lunga distanza (“Attack Decay Sustain Release” e “Temporary Pleasure”) oltre ad una miriade di remix ed EP, grazie ai quali i due inglesi hanno dimostrato di trovarsi molto più a loro agio tra sequencer e drum machine rispetto alla classica strumentazione rock. Abbiamo incontrato James Ford poche ore prima del djset romano di presentazione del nuovo disco “Unpatterns” che uscirà ufficialmente il 28 maggio prossimo.
Aggiungere alla vostra denominazione “Mobile Disco”, oltre naturalmente ad aver abbandonato la strumentazione classica in favore delle macchine elettroniche vi ha fatto bene no?
Beh ad essere sinceri si! (risata)
Ad ogni modo immaginiamo non sia stato facile “reinventarsi” musicisti elettronici. Ci racconti com’è andata?
Ai tempi dei Simian, nonostante facessimo musica sostanzialmente rock ovvero suonata con strumenti tradizionali, avevamo un orecchio teso verso l’elettronica. Ci incuriosiva e per certi versi ci influenzava anche (sopratutto i lavori delle etichette Warp e Rephlex). Così iniziammo ad inserire già coi Simian delle intelaiature elettroniche nel nostro suono. Attraverso i Simian Mobile Disco c’è stata un’ulteriore evoluzione abbracciando le macchine in maniera quasi assoluta. Possiamo dire che è stato un processo più o meno graduale, sicuramente non facilissimo, ma stimolante.
Cosa ci puoi raccontare invece del singolo “Never Be Alone” (Justice vs Simian)? Un remix dei Justice di un vostro brano ai tempi dei Simian (passato quasi inosservato) che ha avuto attraverso il nuovo edit un seguito enorme dando molto visibilità ad entrambe le formazioni.
In un certo senso quella traccia appartiene più ai Justice, che l’hanno manipolata ed interpretata secondo il loro gusto. Certamente ci ha fatto conoscere proprio al momento del debutto come Simian Mobile Disco. Forse potevamo pensarci noi ma è andata così.
Al tempo del vostro esordio come SMD siete stati frettolosamente comparati a certo revival electro a là Daft Punk. La cosa vi ha dato fastidio oppure è stata colta in termini di opportunità/visibilità?
All’inizio ovviamente la cosa ci ha fatto piacere, era eccitante essere accostati a gruppi che fanno buona musica e naturalmente l’essere inquadrati in questo filone ci ha fatto guadagnare in termini di visibilità. Poi col passare del tempo non ci siamo più ritrovati in quel genere e abbiamo cercato di muoverci in altre direzioni musicali.
Attraverso ogni nuovo disco avete aggiunto sfumature nuove, dimostrando che la vostra sensibilità artistica trascende da generi precisi. Cosa vi sentite di aggiungere?
Un album per noi è espressione di quello che ci piace di più in un determinato momento. Come un’istantanea, frutto di mesi di lavoro durante i quali siamo impegnati nel processo di scrittura ma anche sul palco per attività di djset o live. Assorbiamo nuove sonorità, le elaboriamo e le incidiamo attraverso la nostra personale sensibilità.
Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare “Unpatterns” in anteprima. Ci sembra più immediato dei capitoli precedenti e assolutamente perfetto per far ballare nei club. Confermate?
Assolutamente si. Rispetto al precedente album “Temporary Pleasure” (pieno di collaborazioni e di brani non facilmente riproducibili nei live) abbiamo cercato un suono più diretto, da club sia come attitudine di produzione che come riflesso in pista. Diciamo a metà tra Delicacies (una raccolta di 12” techno-oriented data alle stampe nel 2011 NDR) e i nostri primi due album.
Secondo te oggi il formato album è ancora così importante? Viviamo al tempo del download frenetico e dei singoli “usa e getta”.
Siamo della vecchia scuola e crediamo ancora nel formato album, che da la possibilità di spaziare col suono e con i ritmi per creare qualcosa di vario, fornire all’ascoltatore una gamma completa di sensazioni e quindi costruire tracce intro, brani veloci e altri riflessivi, magari un tema principale e diversi richiami allo stesso nelle tracce seguenti. Insomma c’è un mood col quale fare i conti e sarebbe un peccato ignorare tutta questa complessità in favore di un singolo brano che, per quanto efficace, sarebbe poco rappresentativo delle intenzioni dell’artista.
A proposito di mood, nelle vostre corde sentiamo molto delle sonorità anni ’80 (dai New Order agli Uman League). “Temporary Pleasure” in merito ci è sembrato un vero e proprio manifesto di intenti.
Beh è la veste che abbiamo cercato di dare alle nostre canzoni ai tempi del secondo disco, Temporary Pleasure, cercando di prendere le distanze dall’electro che nel frattempo stava diventando qualcosa di altro, che ci piaceva meno. Solo a lavoro finito ci siamo accorti di aver confezionato un album con troppa produzione altrui, ottime voci certamente, ma questo porta con sé il problema della poca omogeneità stilistica.
A dire il vero la stessa ricerca di featurings ci è sembrato molto da anni ’80. Avete coinvolto Gruff Rhys dei Super Furry Animals, Alexis Taylor degli Hot Chip, Beth Ditto dei Gossip, Jamie Lidell e le Telepathe.
Si, abbiamo confezionato un album molto vario, “eighties” nell’attitudine, dove l’interpretazione degli ospiti ha giocato un ruolo fondamentale. Diciamo che quel lavoro è agli antipodi rispetto all’ultimo “Unpatterns” dove non c’è alcuna collaborazione.
James, tu sei anche produttore (c’è il tuo zampino dietro ai lavori di Artic Monkeys e Klaxons per esempio) mentre Jas si dedica parecchio ai remix (Air, Bjork, Muse, Peaches, The Rapture). Allargare i propri orizzonti in campo musicale significa avere una marcia in più?
Probabilmente si. Per quanto mi riguarda mi piace occuparmi di aspetti differenti nella musica, guardare con prospettive diverse al mezzo. Sostanzialmente il produttore entra nel processo di scrittura portando le sue competenze ma anche apprendendo quelle degli artisti con i quali lavora. Si forma un bagaglio culturale che può essere riportato dentro alla propria esperienza in musica.
Cosa ascolti al di fuori della musica elettronica?
Molta roba, mi piace il rock psichedelico dei ’60, il progressive rock, ascolto anche molta musica pop… i Beach Boys per esempio.
Davvero ti piace il prog? In pochi hanno il coraggio di dichiararsi fan del genere (anche a me piace devo ammetterlo).
Ah si? (ride) Gli italiani “Premiata Forneria Marconi” per esempio sono un grande gruppo!
Ritornando alla vostra musica, cosa ci si deve aspettare dall’esibizione di questa sera? (Lunedì 30 Aprile)
Beh sarà un djset e non un live quindi oltre che presentare brani da “Unpatterns” ne proporremo alcuni che ci piacciono sul frangente della techno e della deep house.
Avete già una scaletta di massima in mente?
No, nei djset cerchamo di cavalcare l’onda e farci coinvolgere dal pubblico. Si testa la sensibilità del pubblico e si scelgono i brani di conseguenza. Nei live è tutto più complesso, dobbiamo portarci dietro la nostra strumentazione e quindi è inevitabile dover operare delle scelte. Probabilemnte a settembre saremo in tour in versione live.
Grazie della disponibilità concessa, buon djset per questa sera e speriamo di risentirci presto!
Grazie è stato anche piacere mio.
English Version:
James Ford and Jas Shaw are Simian Mobile Disco – ex Simian (a 4 element pop-rock band without “Mobile Disco” in their name) – yet a duo strongly inspired by electronic music. As SMD they have produced two works on the long run (“Attack Decay Sustain Release” and “Temporary Pleasure”) in addition to a host of remixes and ep, thanks to which the two Englishmen have proved to be much more effective with sequencer and drum machines than with traditional rock tools. We met James Ford a few hours before the Roman djset presentation of the new album “Unpatterns” which will be officially released on May 28.
Adding to your name “Mobile Disco” and of course favoring electronic machines against traditional instruments did you well, isn’t?
Well, I have to admit it (Laughter).
However we think that has been pretty hard to “reinvent” yourselves into electronic musicians. Tell us how it gone.
At the time of Simian, although we did basically rock music that is played on traditional instruments, we had an ear really towards electronics. We were curious and in some ways it also influenced us (especially the works of labels like Warp and Rephlex). So we began step by step to put inside Simian’s music more electronic. Through Simian Mobile Disco began a further development embracing the machines in an almost absolute. We can say it was a process more or less gradual, definitely not easy, but exciting.
What can you tell us instead of the single “Never Be Alone” (Justice vs. Simian)? A Justice remix of your song at the time of Simian (passed almost unnoticed) that had with the new vest a huge following, giving much visibility to both the bands.
In a way, that track belongs more to Justice, that have manipulated it and interpreted according to their own taste. Certainly we have made known at the time of the debut as Simian Mobile Disco. Perhaps we could have the idea first but it’s ok.
At the time of your debut as SMD you have been hastily compared to the electro revival movement beyond Daft Punk’s sound. A good opportunity to get more visibility or just trouble?
At the beginning of course we liked the comparison, it was exciting to be matched to groups that make good music and in the same time we earned in terms of visibility. Over time we changed our prospective and tried to move into other musical directions.
Through each new album you have added new musical details, proving that your artistic sensitivity transcends accurate genres. Do you agree?
Yes, an album for us is an expression of what we like best in a given time. As a snapshot, is the result of several months of during work which we are engaged in the writing process but also on stage for djset or live activities. We absorb new sounds, elaborate it and reproduce them through our own sensibility.
We had the opportunity to hear “Unpatterns” premiered. It seems most immediate of the previous chapters and absolutely perfect for dancing. Do you confirm?
Absolutely. Compared to the previous album Temporary Pleasure (full of collaborations and songs that are not easy to replicate live) we tried a more direct sound with a strong club-addicted attitude of both production and fruition. Let’s say somewhere between Delicacies and our first two albums.
According to you, nowadays the album format is still important? We live in the days of hectic download and one-shot singles.
We are from the old school and still believe in the album format, which gives the possibility to choose a variety of sounds and rhythms to create something complex, that gives to the listener a full range of feelings, up and downs, fast tracks and other more reflective, maybe a main theme and a number of referring tracks over the distance of the album. So there’s a mood to be reckoned with and it would be a shame to ignore all this complexity in favor of a single song that, however effective, wouldn’t be really representative of the artist’s intent.
About mood, we feel a lot of the 80’s in youre music attitude (something from New Order to Uman League). “Temporary Pleasure” on it seemed a veritable manifesto of intent.
Well is the garment we have tried to give our songs at the time of the second disc, Temporary Pleasure, trying to distance ourself from electro in the meantime was becoming something else, we did not. Until the work was complete we realized that the album has much featurings, great voices sure, but even not really like an unicum.
Well the search for featurings seems to us another ’80s attitude. You involved Gruff Rhys of Super Furry Animals, Alexis Taylor of Hot Chip, Beth Ditto of Gossip, Jamie Lidell and Telepathe.
Yes, we have produced a very varied album, where the interpretation of the guests played a key role. We say that such work is the polar opposite to last “Unpatterns” where there is no cooperation.
James, you’re also a producer (there’s your paw behind the works of Arctic Monkeys and Klaxons for example) while Jas is dedicating a lot over remixes (Air, Bjork, Muse, Peaches, The Rapture). Manage different aspect in music get something extra to you?
Probably yes. For myself I like to deal with different aspects in music, watching from different angles to the medium. Basically the producer enters into the process of bringing his writing skills but also learning about the artists with whom he works. They form a cultural background which can be brought in to his experience in music.
What do you listen to outside electronic music?
A lot of stuff, I like the psychedelic rock of the ’60s, progressive rock, I also listen to a lot of pop music… The Beach Boys for example.
You really like prog? Few haven’t the courage to declare addicted to this genre (although I must admit I like it too)
Oh yeah! (Laughs) The Italians “PFM” for example are a great group!
Talking back to your music, what can we expect by tonight’s performance? (Monday 30th April)
Well it will be a djset and not a live act so we will present “Unpatterns” as well as propose the music that we like the most over the juncture of techno and deep house.
Do you have already a kind of song’s line-up of the set in mind?
No, when we djing we like to ride the wave and get involved ourselves by the music. We test the sensitivity of the public and the songs are chosen according to this. Touring live is all more complex, we have to bring with us our specific equipment so it’s inevitable to make some choices. Maybe in September we will be touring some lives.
Have a good djset for this evening and we hope to resend soon!
Thanks, it was also my pleasure.