Pochi artisti hanno avuto una carriera esclusivamente in levare come i Simian Mobile Disco. C’è da ammetterlo: la loro onniscienza delle mille pieghe del dancefloor, che si parli della indie dance più scatenata tanto quanto della più fine techno sulla piazza, lascia a bocca aperta ormai da dieci anni, una hit dopo l’altra, appassionati di musica e party lover di tutto il mondo.
A distanza di un anno da quel “Unpatterns”, album releasato sulla storica label inglese Wichita e considerato da mezza europa dell’elettronica come la loro “opus magnum”, il duo James Ford & James Shaw ci dona quindi “Live”, ennesima perla che chiude ipoteticamente un percorso iniziato con “Attack Decay Sustain Release” e proseguito in un vortice quasi senza sosta di EP, album e party in giro per il pianeta. E lo chiude per due motivi molto semplici. Il primo è insito nel nome stesso: “Live”, registrazione nuda e cruda (senza aggiunta di nessun tipo di lavoro post-produzione) di un concerto tenuto nel 2012 in quel di Philadelphia, è un sunto della discografia straordinaria del duo made in UK, autori di veri anthems come “It’s The Beat”, riprodotta completamente in analogico e senza l’utilizzo di nessun tipo di samples o presets. Un inno alla tecnica, insomma, e alla creatività musicale espressa nel momento in cui la protagonista, la musica stessa, vive l’apice del pathos collettivo, ovvero l’esibizione dal vivo. Il secondo motivo, molto meno aulico ma altrettanto valido, sta nell’etichetta in cui questa gemma verrà releasata. Delicacies, fondata dagli stessi Simian Mobile Disco, è l’espressione stessa della voglia di sperimentare da sempre insita nel modo di concepire la musica proprio del duo inglese, releasando in tempi non sospetti tracce che, ascoltate oggi, nel loro modo “dance verted” di concepire suoni minimi, suonano di una attualità disarmante. Non c’era posto migliore, insomma, dove dare a questo “Live” lo spazio e l’attenzione che merita.
Per chi segue i Simian dagli albori questo è un album da avere e stragodere in loop per giorni. “Yeah, I’m a Hustler baby, that’s what my daddy’s made me!”: mai il testo di una canzone ha descritto così fedelmente il proprio creatore.