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[tab title=”Italiano”]Cosa succede se Skin degli Skunk Anansie e la regina della techno/dark house Nicole Moudaber si trovano casualmente sedute una fianco all’altra su un aereo diretto a Londra? Accade che circa un anno dopo esce per la Mood Records “Breed EP”; un disco tagliente e seducente, composto da cinque tracce e caratterizzato da ritmi viscerali che accompagnano l’ascoltatore in un viaggio all’interno delle provocatorie e vulcaniche personalità delle due artiste. Il 7 dicembre suoneranno insieme, per la prima volta in Italia, al Paladarq Music Festival a Mantova. Se l’energia che fuoriesce da “Breed EP” sarà la stessa che sprigioneranno sul palco, vi consiglio caldamente di non perdere questo evento. Per prepararvi a quest’esperienza ecco l’intervista che abbiamo fatto a Nicole e Skin.
La prima domanda per Nicole: tu e Skin avete deciso di lavorare insieme durante un viaggio in aereo, si è trattato di un processo molto spontaneo, ma cosa vi ha portato a prendere la decisione di unire le forze e realizzare “Breed EP” – si è trattato solo di chimica o vi conoscevate e stimavate già da tempo?
Nicole: Beh quando ho condiviso il volo con Skin eravamo entrambe di ritorno da Porto e dirette a Londra, così ci siamo sedute una accanto all’altra e per tutto il viaggio non abbiamo smesso di parlare neanche un attimo. Così mi son detta, dai cavolo, falle la proposta! Non ci perderai nulla! E le ho chiesto: ti piacerebbe cantare in uno dei miei dischi? Lei mi ha detto sì! Ecco, il tutto è iniziato così. Siamo andate in studio qui a Londra, io avevo già due tracce in mente che le ho mandato subito. Le sono piaciute molto, così Skin è venuta in studio e ha scritto i testi; ci siamo trovate benissimo insieme, c’è stata fin da subito molta chimica, le idee sgorgavano in modo assolutamente naturale e si era creata una bell’atmosfera. Insomma abbiamo capito di avere molte cose in comune. Così da quel momento ci siamo spinte oltre e abbiamo deciso produrre un EP insieme. Ed ora eccoci qui, il tutto è cresciuto così vertiginosamente che alla fine ci siamo ritrovate con cinque brani.
Ascoltando l’EP ho provato sensazioni contrastanti che, a mio avviso, rappresentano l’ambivalenza dell’esperienza musicale vissuta ascoltando le tracce, sia che ci si trovi in un club o che si ascolti la musica con un paio di cuffie. Alcune tracce, per esempio “Don’t Talk To Me I’m Dancing”, mi hanno fatto pensare all’unicità della musica, a un sentimento di libertà, meditazione, isolamento e al piacere di viaggiare con la mente ballando o ascoltando la musica da soli. Al contrario, una traccia come “Someone Like You” sembra che enfatizzi maggiormente l’altra faccia della musica: il potere di alterare le nostre percezioni emozionali nei confronti delle altre persone e di sentirsi più connessi. Cosa pensi di questa interpretazione di “Breed EP”? Cosa significa “Breed” per te?
Nicole: Beh “Breed” significa generare creatività, far crescere la passione attraverso la musica. “Don’t Talk To Me I’m Dancing”… quando Skin ha scritto quella canzone si è rivolta in particolare a quelle persone che in un club – un’idea geniale, non capisco come mai nessuno ci abbia pensato prima – ci vanno per ballare e non vogliono che la gente si metta a parlare con loro. La musica è molto alta, tu sei lì per la musica ed è da questa riflessione che nasce il testo di questa canzone. Mi ci è voluto un po’ di tempo per costruire una base adatta, poi ad un certo punto, mi è venuto in mente di coinvolgere Zebra Katz e aggiungere il suo modo unico di rappare alla voce di Skin. In quel momento io mi trovavo a New York, Zebra Katz mi ha raggiunto da Brooklyn, abbiamo passato una giornata intera in studio ed è nata questa canzone. Lui ovviamente ha improvvisato un po’, il testo è stato scritto principalmente da Skin, il “mood” inizialmente era molto club, house e techno, ma su questi generi non riuscivo a farci stare bene le parti cantate e così ho pensato di abbassare la tonalità e rendere la canzone un po’ più profonda, oscura e introspettiva. E ha funzionato! La gente reagisce bene ogni volta che suono questo brano, addirittura hanno fatto delle magliette con su scritto “Don’t Talk To Me I’m Dancing”! La gente lo adora, ha un suo senso in un club. Si adatta bene sia ad essere suonato durante gli after che come traccia iniziale di un lungo dj set. “Someone Like You” mi ha fatto un po’ impazzire. É stato il primo brano che Skin ha scritto, era una vera e propria canzone; all’inizio la mia intenzione era quella di estrapolare dal testo qualche parola qua e là e sovrapporre le parole a una base techno, ma non le rendeva giustizia. Così mi sono scervellata per circa sei mesi per trovare una soluzione che mi permettesse di non dovere sacrificare il testo, la rendesse adatta ad essere suonata dai dj techno e house e in più non risultasse troppo sentimentale. Questa è stata una delle sfide più grandi che ho dovuto affrontare quando ho prodotto questo brano. Insomma, alla fine ho lasciato la parte vocale intera per tutta la durata della traccia, cercando di farla iniziare nei punti giusti del brano, e ora la stanno suonando tutti: da Chris Liebing a Carl Cox, da Adam Beyer a Jamie Jones. Funziona molto bene sia per i dj che suonano techno che per quelli che fanno house. A me personalmente emoziona molto. Può anche essere molto volgare e provocante, dipende dallo stato d’animo in cui ti trovi quando l’ascolti. Ognuno la può interpretare a modo suo. Per alcuni è euforica e poetica, mentre altri la interpretano in modo molto volgare, ci leggono un significato del tipo “tutto quello che voglio fare è portarti a letto e fare centro!“ (ride). Insomma questo pezzo può funzionare in entrambi i casi.
Hai dato una spiegazione esauriente di entrambe le tracce. La prossima domanda è su “You Like This”. Il brano è decisamente diverso dagli altri quattro, ha un tono molto allegro e scherzoso. Ho percepito anche delle sonorità molto anni ’80. Cosa ne pensi?
Nicole: Sì, è vero, un po’ fa questo effetto. Ad essere sincera non l’ho fatto intenzionalmente, l’idea di base era quella di creare qualcosa di diverso dal classico brano da discoteca. Ci ho riflettuto un po’ e ho selezionato diversi suoni. Nonostante la mia intenzione non fosse quella di fare una canzone ispirata alle sonorità degli anni ’80 e ’90, alla fine mi è venuta fuori così. Inizialmente l’avevo pensata per una base più industrial/dark techno, ma la voce non funzionava bene. Ho rifatto la traccia da capo, e mi è uscita così. Devo dire che quando abbiamo fatto il video, l’abbiamo voluto rendere molto sexy perché il testo della canzone è molto volgare, penso che sia venuto fuori un video molto “figo”. Abbiamo girato due video per l’EP, quello di “Someone Like You” e quello di “You Like This”. Io e Skin non compariamo in “You Like This”, ma solamente in “Someone Like You” perché ovviamente era questo il singolo principale e dovevamo apparire per forza. E’ stata Skin a volermi nel video. Io non volevo assolutamente esserci, generalmente non faccio questo tipo di cose, ma lei mi ha convinto e mi ha insegnato a cantare in playback, insomma alla fine è stata un’esperienza nuova per me.
Nella traccia “Don’t Talk To Me I’m Dancing” c’è un featuring con Zebra Katz. Perché hai pensato che una voce maschile potesse valorizzare l’EP?
Nicole: Non avevo pensato più di tanto all’idea di una voce maschile, il motivo principale è nato dal fatto che in quel periodo ero in contatto con Zebra Katz attraverso degli amici che ho negli Stati Uniti, loro mi hanno mostrato il suo lavoro e mi è piaciuto molto. Anche Kanye West ha chiesto a Zebra di andare in studio da lui e rappare in uno dei suoi album! Negli Stati Uniti Zebra Katz sta andando alla grande. Insomma siamo diventati amici e ora abbiamo legato ancora di più perché abbiamo molti amici in comune. Così gli ho proposto una collaborazione, ho fatto conoscere a Skin il suo lavoro e lei ha subito approvato. Skin conosceva di già una delle sue canzoni, quella che è stata una hit circa due anni fa, “Imma Red”. E’ andato tutto per il verso giusto ed è stata una fantastica avventura.
Hai già toccato questo argomento in una delle risposte precedenti, i dj a volte hanno difficoltà a mixare tracce con molte parti cantate – quel tipo di canzoni funzionano meglio in radio – ma tu sei riuscita a realizzare un disco con molte parti cantate che si adatta bene anche ad una situazione da club. Qual è il segreto che si nasconde dietro a questa perfezione?
Nicole: Il segreto sta nel lato creativo. Mi ci è voluto un po’ di tempo perché non sono abituata a lavorare con cantanti e cantautori e Skin mi ha insegnato molto su questo mondo – come strutturare un brano in strofa/ritornello/strofa/ritornello, per me è stata un’esperienza molto formativa. Come ben sai abbiamo presentato questo progetto ai Grammys ed è stato accettato. Già il fatto di essere state accettate ai Grammys rappresenta di per sé un traguardo straordinario! Ciò non significa che potremmo essere nominate o che vinceremo qualcosa, ma che in questo progetto c’è della qualità. Per me è già un risultato eccezionale. Ci ho impiegato un bel po’ a mettere insieme tutto il progetto finale, ma sono sicura che le prossime collaborazioni che faremo io e Skin saranno molto più facile e veloci, perché ora ho imparato a lavorare con delle canzoni vere e proprie. Il che non è così scontato nel mondo della musica dance/elettronica, dove normalmente basta estrapolare qualche parola da un testo e posizionarla qua e là su un beat, ma è un processo completamente diverso.
Quindi in pratica ti ci è voluto del tempo per trovare la sinergia giusta?
Nicole: L’ho fatto, ma ho dovuto spenderci un po’ di tempo per capire come fare – ho dovuto studiare molto!
Il fatto che il progetto sia stato accettato ai Grammys rappresenta un grande traguardo, ma qual è stato il complimento più bello che hai ricevuto da un critico musicale o da un collega su “Breed EP”?
Nicole: Questo (disco) è il matrimonio tra il mondo del rock e della musica dance. Ho pensato che fosse un complimento molto bello, perché si tratta di un matrimonio difficile, devo dire! Nessuno avrebbe mai pensato una cosa del genere, ma entrambe abbiamo centrato il punto, e ancora molte cose accadranno. Nel 2016 suoneremo insieme al Coachella, il mondo ci sta aspettando e il matrimonio tra il rock e la techno sta realmente accadendo!
A proposito del fatto che suonerete insieme, come ve la state cavando con i dj set in back to back? Pensi che un dj set in back to back tra te e Skin sia più coinvolgente?
Nicole: Penso che sia potente perché lo sono entrambe le nostre personalità e questo traspare bene quando siamo insieme sul palco. È molto elettrizzante perché ci trasmettiamo energia a vicenda. Abbiamo suonato insieme per la prima volta in back to back durante il launch party di “Breed EP” sulla terrazza dello Space ad Ibiza, ed abbiamo suonato per tre ore. Eravamo riuscite a parlare appena di cosa avremmo voluto suonare, è stata tutta improvvisazione e un seguirci a vicenda, è stato meraviglioso. Molte persone ci hanno detto che l’energia che trasmettiamo a livello personale è la stessa che mostriamo in consolle, e a molti è piaciuta questa cosa! Entrambe amiamo quello che facciamo e lo mostriamo nello stesso modo. Suoneremo di nuovo insieme il 7 dicembre in Italia, dove Skin sta già incantando il pubblico italiano con la sua partecipazione ad X Factor. Ero lì qualche settimana fa e sono andata a X Factor per vedere Skin. La ragazza sta spaccando tutto lì, penso che gli italiani siano pronti per il nostro show.
Qual è stato uno degli episodi più divertenti accaduti durante questi mesi di collaborazione insieme?
Nicole: Non so, forse quando Skin stava scrivendo le canzoni e io mi mettevo a urlare “Sì! E’ questo! Fallo di nuovo! Ora!” – è stato divertente. E così sapevo che lei lo avrebbe fatto di nuovo. C’era sempre un’energia molto potente, positiva e molto creativa, abbiamo riso insieme un sacco di volte mentre stavamo lavorando a questo progetto. Skin mi prendeva sempre in giro, soprattutto quando mi concentravo sui suoni della batteria, spendendoci due ore ogni volta per trovare quelli giusti, lei si metteva a ridere e mi prendeva in giro dicendo “Oh sì ce l’ho! Lo sento anche io!”. Ci prendevamo in giro tutto il tempo. Scherzando lei mi chiamava “troia ossessiva”.
Un’ultima domanda per Nicole: chi sono i tuoi tre producer preferiti al momento?
Nicole: Carl Craig, Pan-Pot – adoro quello che fanno – e Scuba.
A proposito di Scuba, ho visto che suonerai XOYO con lui a Febbraio?
Nicole: Sì! Lo inviterò anche ai miei show a Miami, e sto anche preparando uno show all’EDC di New York, e lui sarà sicuramente uno dei miei ospiti.
Com’è nata l’idea dei video musicali, è stato difficile mettervi d’accordo su come farli?
Nicole: I video sono stati pensati in base ai testi delle canzoni. La funzione del video di “Someone Like You” era più che altro introduttiva, l’intenzione era quella di far capire al pubblico chi siamo (ndr Skin e Nicole Moudaber insieme). Si è trattato di un mood molto grafico, ci siamo sentite di farlo così. Ad essere sincera lo avremmo voluto molto più sconcio, ma alla fine abbiamo optato per qualcosa con un po’ più di classe! L’idea era comunque di fare un video molto sfacciato con due ragazze sexy come protagoniste! Avremmo voluto osare anche di più, ma in ogni caso è un gran bel video e ci piace molto. Pur con pochi soldi, è venuto fuori un lavoro eccellente.
Entrambe siete protagoniste del video “Don’t Talk To Me I’m Dancing” mentre in “You Like This” avete scelto di utilizzare come protagoniste femminili due modelle. C’è un significato particolare dietro a questa scelta?
Skin: In verità no. Quando stavamo girando quel video, sia io che Nicole eravamo in tournée e stavamo viaggiando in giro per il mondo. O entrambe comparivamo nel video o nessuna delle due. Nella house non è così necessario apparire nei video musicali, se il risultato è un prodotto di qualità che trasmette un buon feeling, può funzionare bene comunque.
Avete entrambe una presenza scenica d’impatto. Come evitate la iper-sessualizzazione in quanto artiste donne ed è qualcosa a cui pensi spesso?
Skin: Non siamo quei tipi di ragazze ad essere sincera! Siamo entrambe donne cresciute e abbiamo lasciato alle spalle i tempi in cui dovevamo utilizzare il nostro corpo per “venderci” come artiste. Penso molto alle giovani ragazze che si trovano in quel genere di situazioni, perché quando sei un’adolescente la tua carriera purtroppo è nelle mani degli uomini maturi – sia che si tratti delle case discografiche o delle etichette – e loro pensano che quella sia la strada giusta per pubblicizzare una giovane ragazza. Se arriva una ragazza molto giovane ed è anche molto carina, questa sarà sicuramente un’arma che utilizzeranno. Dato che invece io e Nicole abbiamo sempre avuto la nostra carriera sotto controllo, possiamo essere la dimostrazione vivente che non deve andare sempre così. Non ho mai dovuto “svendere” i mio corpo perché ho sempre tenuto la mia musica sotto controllo – e lo stesso è stato per Nicole. Specialmente nella techno, i ragazzi non si mettono a suonare in bikini e neanche le donne lo dovrebbero fare. Quando sei un dj, suonare è la cosa principale, se sei dietro a una consolle alla gente non interessa chi sei, ma se non suoni dei bei dischi te lo faranno notare sicuramente.
Oltre ad essere delle artiste, siete entrambe delle attiviste nel sociale. Ci troviamo in un’era di profonda crisi sociale e culturale e spesso ci sentiamo inadeguati o incapaci di apportare dei cambiamenti significativi attraverso la nostra esperienza di cittadini. Pensi che la scena clubbing internazionale posso trovare un suo personale modo per ispirare una forma non convenzionale di attiva partecipazione ed apportare cambiamenti positivi e significativi a proposito di determinate problematiche sociali?
Skin: Come musicista c’è una differenza. Come musicista posso esprimere quello che penso e le mie idee in una canzone, e già lo faccio negli Skunk Anansie, dando una mia opinione e dicendo quello che penso di quel che accade nel mondo. Nella musica elettronica non ci sono molte parti cantate, quindi cosa puoi fare? La mia ispirazione è Giovenale (ndr poeta latino del II secolo D.C) – lui è stato uno dei primi a criticare l’Impero Romano. Ho scritto una canzone che uscirà per l’etichetta di Nicole, la Mood Records, e l’ho scritta subito dopo i primi attacchi terroristici a Parigi, chiamandola “Why Are You Laughing?” Per me quello è stato un modo per esprimere quello pensavo in quel momento. Devo anche scrivere un’altra canzone per un album degli Skunk Anansie “Bullets”. Ho due differenti canali creativi per esprimere me stessa e dire la mia. Ma devo dire che la musica elettronica è anche un modo per lasciarsi i problemi alle spalle. Uscire, andare a ballare e non avere paura di farlo è in sé un atto di rivolta al terrorismo e la musica aiuta a dimenticare i propri problemi e rimanere positivi. La musica è un mezzo che mi permette sia di esprimere me stessa che di rilassarmi e divertirmi.
Come alimenti la tua passione per la musica? Vai ancora a ballare in discoteca, ai concerti ecc.?
Skin: Mi piace uscire solamente quando vado a suonare come dj, nonostante ci siano un paio di club che ho frequentato spesso durante i miei giorni liberi qui a Milano e qui mi sia divertita un sacco. Da quando sto lavorando a X Factor non ho molto tempo libero, la tv ti ingloba completamente. Penso che sia l’esperienza più intensiva di tutta la mia carriera – a parte quando ho girato un film! Ma in ogni caso a fare un film ci metti uno o due mesi, invece a X Factor ci sto lavorando da maggio! Non ho avuto molto tempo per uscire e nel poco tempo libero ho lavorato ai miei progetti personali. Tra poche settimane avrò finito l’esperienza di X Factor, tornerò alla mia vita normale e finalmente potrò fare più cose!
Che consiglio ti sentiresti di dare alle persone che vorrebbero seguire i tuoi passi?
Skin: Gli direi di non seguire i miei passi, di crearsi un proprio percorso personale!
Sei tra i giudici di questa ultima edizione di X Factor con Elio, Mika e Fedez. Penso che tu stia contribuendo molto al format con la tua esperienza ventennale nella musica. Sono rimasta molto colpita dalle critiche che hai fatto a una delle partecipanti, Sara Loreni. Si è esibita in un riarrangiamento di “Love Box” dei Portishead con una loop station. Gli altri tre giudici hanno apprezzato l’originalità della performance. Al contrario, tu hai commentato dicendo qualcosa del tipo “Ho già visto fare qualcosa del genere mille volte e mille volte meglio di te!”. Cosa apprezzi di più o cosa di meno della scena musicale underground italiana?
Skin: Ora sicuramente conosco molte più cose sulla musica italiana e una cosa che trovo molto interessante è l’arte dello storytelling e lo spessore dei testi musicali. Il contenuto e lo spessore sono molto importanti. Gli italiani amano fare delle conversazioni molto lunghe, parlano e teorizzano molto e questo aspetto si manifesta anche nella musica che fanno. Amo molto il loro spessore. L’unico aspetto negativo è che in Italia la musica tende ad essere molto “leggera/commerciale”, invece in Uk c’è anche una cultura molto sviluppata per quanto riguarda gruppi musicali che propongono musica più diretta, sporca e aggressiva, che io amo moltissimo… anche se poi, alla fine dei conti, la musica che rimane per più tempo in classifica è sempre quella “leggera/commerciale”.[/tab]
[tab title=”English”]What happen if Skunk Anansie singer/DJ Skin and the queen of techno/dark house Nicole Moudaber accidentally meet while sitting next to each other on a flight to London? It happens that, about one year later, they release on Mood Records their collaborative EP entitled Breed; a sharp and seductive five-tracks project, characterized by visceral rhythms drawing the listeners into the depth of their provocative and volcanic universes. On December 7th Nicole Moudaber and Skin will perform together, for the first time in Italy, at Paladarq Music Festival in Mantua. If the chemistry that emerges from Breed EP will be the same on the stage, you should not miss this event. To get ready to this experience here’s the interview we made to Nicole and Skin.
So the first question is for Nicole: you and Skin decided to work together on a flight and it was quite spontaneous, but how did you come to the decision to join forces with the “Breed EP” – was it just a matter of chemistry, or had you known and respected each other for a very long time?
Nicole: Well when I shared the flight with Skin, we had both been in Porto and we were both heading back to London, so we sat next to each other the entire journey, and we just talked and talked basically. I just said to myself, come on, pop the question! You’re not gonna lose anything! So I asked her, will you sing on one of my records, and she said yes! So that’s how it all started. We went to the studio here in London, and I had two tracks in mind which I sent her at the beginning. She really liked them, so she came down to the studio and wrote the lyrics, but then we just gelled so well in the studio and the chemistry was there, the ideas were flowing, the vibe was going back and forth. We just spoke the same language basically. So from there we decided to do more and do this EP. The whole thing spiraled from there, so we ended up doing 5 tracks, and here we are!
Listening to the EP I’ve experienced conflicting feelings which, in my opinion, represent the ambivalence of the musical enjoyment you can experience while listening to the songs, whether in a club or with a pair of headphones. Some tracks, for instance “Don’t Talk To Me I’m Dancing ”, made me think about uniqueness, freedom, meditation, wilderness and the pleasure of travelling with mind while dancing or listening to music. On the other side, a track such as “Someone Like you” emphasizes the other side of music: its power to alter our emotional perceptions of other people and to feel more connected. So the question is, what do you think about this interpretation, and what does Breed mean to you?
Nicole: Well Breed basically for both of us means breeding creativity, breeding passion through music. “Don’t Talk To Me I’m Dancing”… when Skin wrote that song she wanted to appeal specifically to people who are on the dancefloor – how we didn’t think about that years ago I don’t know, but obviously when you are on a dancefloor you don’t want anyone talking to you. The music is too loud, you’re there for the music, so basically she wrote those lyrics! It took a bit of time for me to construct the music for that, and then I got the idea to contact Zebra Katz to come in and put his own unique way of rapping alongside Skin on top of this track. So I was in New York, he came over from Brooklyn, we had a full day in the studio and that was that. He obviously improvised a little bit on it, but it’s mainly Skin’s lyrics on there, and the music initially was all club, house and techno, but I couldn’t fit the full vocals on that genre so I shifted down and made it deeper, and a bit darker, more meaningful. And it worked! People react every time I play this, and people do t-shirts now with “Don’t Talk To Me I’m Dancing” on it! People love it, it makes sense on the dancefloor. You can play it at afterhours or at the beginning of a long set. “Someone Like You”, that was a bit of a mindfuck for me. It was the first track that she wrote, and it’s got the full lyrics, and I originally wanted to just take a couple of words here and there and put it on a techno record, but for me it did not do it justice. So I racked my brains for about 6 months on that, just to construct the song with full vocals, in a way that house and techno DJs can play it without getting too scared, and without sounding too cheesy. So that was a major challenge for me when I did this song. So I just put the full vocal on the track, and I just sussed out how to drop them in that track, so now everybody from Chris Liebing, to Carl Cox, to Adam Beyer to Jamie Jones have played it. From house to techno DJs, it worked. The song is very emotional – for me, anyway. It also can be very dirty and sexy, it depends what your state of mind is. You can do your own interpretation. Some people find it euphoric and touching, whereas other people find it very dirty, where all you wanna do is lay that person down and hit it! (laughs) So it can go either way.
Ok that was a great explanation of both those tracks. The next question is about “You Like This”. This track is quite different from the other four, and it has quite an upbeat, teasing feel. I felt like it had quite an 80s vibe. Isn’t?
Nicole: Yeah, it does a little bit. Honestly it came by chance, I did not want to do a normal club tune, so I wanted to make it a bit different. I sat down and I selected the different sounds and it turned out to be sounding 80s and 90s, although it wasn’t my intention to make it sound like that actually. It turned out this way, and it’s quite cool. At first it was on a really industrial, dark techno beat, but the vocals just didn’t work on that sound. Again, I reworked it, and it came out this way. I have to say, when we did the video for that track, we made it quite sexy because the lyrics are so raunchy, I think they’re really cool. So we actually have 2 videos for the EP, “Someone Like You” and “You Like This”. We’re not in “You Like This”, but “Someone Like You” was obviously the main single and we are both in that. Skin made me be in it! I did not want to be in the video, this is not what I do really, but she made me be in it and she coached me to sing the song whilst we were filming, so that was another experience I have to say.
The next question brings up Zebra Katz on “Don’t Talk To Me” – what did you think a male voice could bring to the EP?
Nicole: It wasn’t that I thought of a male voice so much, but at the time I was in touch with Zebra Katz through friends of mine in America, and they showed me his work, and I really loved it. Kanye West has even asked for Zebra to join his studios and do some rapping on one of his albums! In the States he’s quite hot. So we struck a friendship, and that’s how the relationship flourished, because of the common friends. So I proposed the collaboration, I showed Skin his work and she immediately approved. She knew his one of his songs, the one that was quite a hit 2 years ago, “Imma Read”. It all fell into place and it was an amazing venture.
So you touched on this earlier, DJs can sometimes have difficulty mixing tracks with a lot of vocals – those tracks generally work better for radio – but you did succeed in realizing something that did have a lot of vocals but did work well in the club. So what is the secret behind making this work?
Nicole: The secret behind it is in the creative side. It took a bit of time with me because I’m not used to working with vocalists and songwriters, and Skin taught me a lot about this world – how to construct in a verse/chorus/verse/chorus kind of way, so that was a mega learning experience for me. You know we presented this project to the Grammys and it got accepted. So the fact that it got accepted into the Grammys is already an amazing achievement! It doesn’t mean that we might be nominated or we might win anything, but the fact that it went through means that the quality is there. For me that’s a great achievement. So it did take a bit of time for me to build that whole project together, but I’m sure the next set of collaborations that I will be doing with Skin next year will be quicker and easier, because now I understand how to work with full vocals and songs. That is not easy in the dance world – normally you just choose a couple of words and slot them here and there, but this is completely different.
So basically you just had to take your time just to get that synergy going?
Nicole: I did, I just had to work it and work it – I did a lot of homework!
Well obviously having the project accepted into the Grammys would have been a high point, but then also what’s the best thing a critic or one of your colleagues has said about the EP?
Nicole: That it’s the marriage between the rock world and the dance world. I thought that was really cool, because it’s a tough marriage, I have to say! No-one would think about that, but I think we both nailed it, and there’s more to come. We’re scheduled to play Coachella together next year in 2016, so the word is out and the marriage between rock and techno is happening!
So speaking of you guys playing together, how are you dealing with playing back to back? And do you think that a back to back set between you both is more powerful?
Nicole: I think it’s powerful because both of our personalities are powerful and it shows when we are together on stage. It’s quite electrifying because we feed off each other. We did our first back to back ever for the launch party of Breed on the Terrace of Space Ibiza, and we did 3 hours. We hardly spoke about what we were gonna play, so it was all improvisation and following each other, and it was incredible. But most of all what people said was that the energy that we transmit on a personal level showed on stage, and people love it! We both love what we do and we show it simultaneously. We’re going to do it again on December 7th in Italy, and obviously Skin right now is slaying Italy with her X Factor show that she does every week. I was there last week and I went to Milan to see her do the show. The girl is killing it over there, so I think the Italian people are ready to see it.
What was the funniest thing that happened during your months of collaborating together?
Nicole: I don’t know, maybe when she was writing the songs and I used to scream at her, “Yes! This is it! Do it again! Now!” – that was funny. And so she would do it again! It was such a great energy, positive and very creative with so much laughter whilst doing this project. She used to laugh at me when I’d get hooked up on the sound of the drums and would spend two hours getting it right, she used to laugh and be like, I get it! I’m like that too! We were just making fun of each other as we went along. “Obsessive bitch” she’d say!
The final question for you Nicole is: who are your favourite three electronic producers right now?
Nicole: Carl Craig, Pan-Pot – love their stuff – and Scuba.
Yeah I saw that you’re playing XOYO with him in February?
Nicole: That’s right! I will also be inviting him to my Miami shows, and I’m also doing a stage at EDC New York, where he’ll definitely be one of my guests.
How did you come up with the visuals for the music video, was it hard to decide on these?
Skin: The music videos really came from the Lyrics of the songs. For someone like you we just wanted this to be sort of an introduction of what Nicole and I looked like together. It was a very visual kind of graphic feeling as that what it felt like. To be honest we actually wanted it a lot sleazier but at the end of the day we decided to be a little bit classy! But the idea kind of was a cheeky video with 2 hot girls in it! But we wanted it to be a bit more edgy but it is such a great video and we love it, with the little money there is for videos they done such great job.
In “Don’t Talk To Me I’m Dancing’s video you are both protagonists while in “You Like This” you have chosen to use to female models. Is there any particular meaning behind this choice?
Skin: In many ways not really. In the time we had to make the video both Nicole and I were touring and traveling all over the planet! Either both of us are in the video or neither of us. With house music it’s not necessary for us to be in the video, as long as it’s really cool and has a great feeling I think it works well.
Your stage presence is really powerful. How do you avoid over-sexualization as female artists and is this something you think about?
Skin: Were not those types of girls to be honest with you! Were both grown up women and past the point where we have to use sexuality to sell ourselves. I think a lot of very young women get exposed in that way because when your in your teens your career is really in the career of older men – be it the record company or label and they see that as the way to sell a young girl. If a young girl walks in and she is good looking, that’s a weapon they will use. Although for both of us we have both been in control of our own careers so we can put a different spin on it. I never had to sexualize myself as I’ve always been in control of my music – Nicole too. For techno especially, guys aren’t walking around in a bikini so women shouldn’t either. The DJ’ing is just about the music and that comes first, when I’m behind the decks they don’t care who you re, if you’re not playing good records they will let you know.
Besides being artists, you are both social activists. We are in an era of a deep social and cultural crisis and we often feel inadequate or unable to make significant changes through our experience as citizens. Do you think that the worldwide underground clubbing scene could find its own way to inspire a form of unconventional active participation and make positive changes on social issues?
Skin: As a musician there is a difference. As a musician I can verbally put my thoughts and ideas into a song which I’ve done in my band many times to express how I feel about the world. With electronic production though there isn’t so much vocal so how do you get that across? My inspiration is Juvenile – as he was the first one to criticize the roman government – and my first track is coming out on Nicole’s Mood records named ‘Why are you laughing’ which I wrote after the first Paris attacks. So that for me was a way to get across how I feel about that. I’ve also got to write another song on the Skunk Anansie album named “Bullets” so for me I have both outlets to express myself and get my opinions across. Although, electronic music really is about leaving your troubles behind. Going out, having a dance and not being scared is an act of anti-terrorism in itself and music is about forgetting your troubles and staying positive. For me it’s both using my music as a vehicle to express myself and also using my music as a vehicle to chill and have fun.
How do you stay passionate about music? Do you still go to clubs, concerts etc.?
Skin: Personally I only really like to go out when I’m djing although there are a couple clubs here in Milan I have been frequenting on my one day off which has been a lot of fun. As I’ve been doing this factor thing I haven’t had a lot of spare time, as TV takes it all up. It’s the most time intensive thing I’ve done in my whole career – apart from when I made a movie! With movies though after 1 or 2 months but X Factor has been going on since May! I’ve not been part of the world really and I’ve been working on my own stuff. In two weeks time though I will be back to normal and can finally do more!
What advice would you give to people that want to follow in your footsteps?
Skin: I would say don’t follow in my footsteps, make your own!
Skin, you are a judge of this Italian edition of X Factor along with Italian Elio, Mika and Fedez. I think that your contribution is giving a lot to the format thanks to your twenty-year musical experience. I was very impressed by the critics you made to one of the competitors, Sara Loreni. She performed in a re-arrangement of Portishead’s Love Box with a loop station. The three other judges appreciated the originality of the performance. On the contrary, you have commented something like “I’ve already seen it, million times better!” What do you most like and dislike about the contemporary underground Italian music scene?
Skin: Now I know a lot more about Italian music, I think what’s really interesting is there storytelling and the content of the lyrics. Content and depth are really important. They have a long vocal conversation, they talk and theorize a lot as people which really comes out in their music. I also really love the level of depth they have. The only negative would be that it is quite clean, as in the UK we have the rough gritty garage band culture which I love… where it is cleaner music that tends to be in the charts over here.[/tab]
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