Dalle mie parti, Mariglianella (un, definiamolo, paese in provincia di Napoli) si usava, parecchi anni fa, il secondo lunedì dopo Pasqua, andare a fare la “scampagnata” (sarebbe una classica passeggiata e colazione all’aperto) sul Monte Somma (una montagna posta di fronte al Vesuvio) dove è situato un piccolo e antico santuario dedicato alla Madonna che è detta di “Castello”. L’aneddotica è piena di storie riconducibili a questa tradizione.
In una delle tante, si racconta di un anziano, tale zì Peppino, che, strada facendo, incontrò un ragazzo che gli chiese dove fosse diretto e, quando lui rispose che andava a Castello, il giovane gli domandò se al ritorno gli avesse portato uno strumento musicale (nella fattispecie una trombetta). “Ma certo” rispose l’anziano e si rimise in cammino. Più avanti stessa scena, con uguale richiesta, si ripetè; e più avanti ancora stessa identica situazione. Ad un certo tratto, quando mancava pochissimo al raggiungimento del luogo dove si sarebbe svolta una festa, un ultimo ragazzo fermò zì Peppino e “offrendo” nelle mani di questi una mille lire completamente stropicciata, esclamò: “o’zì se per voi non è di troppo disturbo potreste portarmi una trombetta? Queste sono mille lire per comprarla”. Zì Peppino ad alta voce disse:” questo ragazzino, secondo me, vuole veramente suonare”.
Mi sforzerò di spiegare la morale di questa strana storiella, frutto della inesauribile saggezza popolare. Se si vuole veramente “suonare”, in un caso specifico iniziare un percorso che possa essere artistico (o di un qualsiasi altro campo lavorativo) non sarebbe un’idea tanto malvagia che , il potenziale “apprendista” di turno, iniziasse ad anticipare il proprio e personale contributo. Un famoso filosofo cinese Lao Tsu ha detto: “Colui che vuole prendere, deve cominciare a dare”. Chi veramente vuole “suonare” deve pagare anticipatamente.
Un Paese, una società o un gruppo di persone (di intrattenimento o con altro scopo lavorativo, sociale o culturale) che non vuole “suonare”, non vuole nemmeno evolversi, cambiare; al massimo è destinato ad ascoltare la musica degli altri (e questo proprio non mi sta bene).
Ma, attention please, anche quando decideremo di essere noi a “suonare”, dovremo tenenere bene a mente che per fare ciò abbiamo bisogno di uno spartito da seguire, e di saper leggere le note della modernità, dell’evoluzione e con un pizzico di presunzione dell’avanguardia.
Per farci portare la trombetta da zì Peppino, amiche ed amici, iniziamo a prenotarci tutti quanti!!!