David Love Calò è, semplicemente, un genio. Un genio oggi misconosciuto, perché tra le sue primissime caratteristiche ci sono umiltà, autoironia, mancanza cronica di arrivismo: insomma, tutte cose che non fanno particolarmente bene alla propria carriera (eufemismo), soprattutto per come è strutturato adesso il “gioco” della club culture. Eppure chiunque si sia interessato a faccende di clubbing italiano negli anni ’90 tratta, giustamente, David come una leggenda e un nume tutelare: la sua pluriennale residency al Morphine, il privé più estremo e creativo del Cocoricò anni ’90, era una delle esperienze sonore più incredibili che si potessero vivere. Selezioni e mixaggi senza barriere, dove si passava da polveroso pioneristico dub giamaicano al noise giapponese, passando per momenti 100% dancefloor ad alta qualità e improvvise follie lounge psichedeliche. E non era un mixare “a caso”, ma ogni volta un viaggio perfettamente coerente e sofisticatissimo. Davvero: a distanza di quasi vent’anni, poche sono le volte che possiamo dire di esserci emozionati e sorpresi in un dj set come nelle volte in cui c’era Love Calò ai controlli. E’ allora un grandissimo piacere avere avuto subito il suo entusiastico ok, oggi che la sua attività si è diradata anche per i suoi doveri di padre di famiglia, nel diventare uno dei nostri ospiti in SNTLS. Il risultato lo potete ascoltare, ma iniziate leggendovi prima di tutto il testo di presentazione scritto di suo pugno: in poche righe c’è tutto David: appunto umiltà, autoironia (“dischi che ho pescato quasi in maniera automatica”) ma anche la sua fantastica capacità di essere immaginifico (“gente accomunata dall’incapacità di avere successo” è una categoria che d’ora in poi vogliamo usare spesso…).
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