Non ha bisogno di presentazioni. Il suo nome è quasi sinonimo di “(hard) techno”.
Recentemente ci ha sorpreso entrando a far parte di un’etichetta, la Mute, con la quale si è formato, mentre oggi, assieme alla sua inesauribile energia (e resistenza fisica, viste le svariate ore di dj set a cui è avvezzo!), Chris Liebing raffronta presente e passato e sembra che la cosa lo ispiri. Smartphone esclusi.
Il tuo nuovo album, “Burn Slow”, è uscito per Mute il 7 settembre. Come ci si sente a fare parte di una simile etichetta oggi e quali sono i suoi artisti che rispetti maggiormente?
Devo ammettere che non ho ancora completamente realizzato di essere entrato a far parte della famiglia Mute, essendoci cresciuto e avendone da sempre apprezzato le scelte stilistiche. Tra i miei artisti prediletti ci sono ovviamente i Depeche Mode, di cui sono fan, ma ci sono anche tanti altri che ammiro, tipo Apparat, Lost Under Heaven e Chris Carter. Stento ancora a credere di poter essere affiancato a tali nomi.
Cosa ti piacerebbe i tuoi fan tirassero fuori da “Burn Slow”?
Il fatto di vivere il momento presente, senza pensare troppo al passato e senza nemmeno preoccuparsi più di tanto del futuro.
Sono ormai anni e anni che suoni e produci, portando i tuoi monumentali dj set techno di lunga durata in giro per il mondo, con un’energia inesauribile. Svariati anni fa ho avuto il piacere di lavorare per te a Bologna e ricordo ancora quanto sei stato affabile, educato e “semplice” come ospite. Perdonami se magari ti sembrerà banale, ma vorrei veramente capire come fai a rimanere così equilibrato, mantenendo i piedi per terra, pur essendo un “superstar dj” che suona spesso e per un pubblico numerosissimo, non dimenticando poi il tuo ruolo molto attivo sui social network…
Oh, è bello sentirti dire questo, grazie mille! Però non sono sempre così “tranquillone”. Penso che le persone che mi stanno vicine e che mi circondano sappiano molto bene come stanno le cose in realtà. È vero che non sono mai stato uno che crea problemi inutili, da capriccioso. Per me non avrebbe senso comportarsi così. Preferisco trasmettere una buona energia, soprattutto quando si tratta di mettere su dischi e sono io stesso ad avere bisogno di energia positiva. Questa attitudine facilita la vita, anche se poi ti ritrovi ad avere anche a che fare con persone che cercano di trarre vantaggio da questo comportamento. Però, si vive e si impara. La cosa più importante è mantenere quanto più possibile equilibrio tra le cose che fai, rimanendo con i piedi per terra. Penso i miei figli mi aiutino molto in questo senso.
Suoni da decenni e nel frattempo le cose sono molto cambiate riguardo alla percezione della techno e del clubbing. Cosa pensi dovrebbe attualmente essere aggiustato e cos’è che ti porta a continuare ad apprezzare la scena?
La scena la apprezzo ancora molto, forse anche più che mai, perché ora puoi ritrovarti a suonare di fronte a un pubblico che conosce meglio la techno rispetto al passato. Puoi sfidare molto di più l’audience, o chissà, magari sono io ad avere più coraggio durante i miei dj set. L’unica cosa che mi piacerebbe davvero poter cambiare sarebbe quella di riuscire a impedire la presenza di telefoni nei club. Sarebbe bello la gente li tenesse lontani, salvo ovviamente emergenze, o magari per filmare soltanto qualche minuto. Mi piacerebbe le persone si immergessero di più nell’atmosfera del club, anziché tenere il cellulare in mano per ore. Filmare cinque minuti va bene, ma vedo a volte gente che registra per un’ora e mi chiedo sempre a cosa serva e se chi ha filmato si riguarderà mai certi video sul telefonino.
Qual è il dj set che più ti sei goduto negli ultimi anni e cos’è che l’ha reso così speciale?
Questa è sempre una domanda difficile a cui rispondere, dato che è difficile comparare tra loro i vari dj set. Ogni location è differente, così come il pubblico, i set up, il tuo stato mentale…Se devo proprio rispondere, uno dei set che ancora ho ben impresso in testa è quello di nove ore all’Output di Brooklin, all’inizio dello scorso agosto. Potete ascoltarvi l’intero set nel mio programma radio AMFM.
Quale pensi sia il genere che ha apportato l’ultima vera rivoluzione all’interno della musica elettronica, se credi esista?
Penso sia la stessa musica elettronica ad aver rappresentato l’ultima vera rivoluzione in ambito musicale. E ritengo nell’elettronica non ci sia attualmente nessuna rivoluzione. La vera rivoluzione deve ancora arrivare.
Hai mai pensato di smettere con tutto per prenderti una pausa a tempo indeterminato e cambiare drasticamente lavoro?
Mmm, è successo esattamente un minuto fa (risata, ndl), giuro (altra lunga risata, ndl)!
Ascolti musica con i tuoi figli e quali sono le colonne sonore preferite dalla “Liebing’s family”?
Oh, certo, faccio loro ascoltare di tutto, ogni volta che siamo in macchina, ogni volta che ci ritroviamo a casa seduti davanti allo stereo. Mi piace mettere su la musica con la quale sono cresciuto e gli album che amo. Se volete saperne di più al riguardo, fatevi un giro sul mio Instagram. Lì potete trovare tutti i dischi che ci ascoltiamo a casa!
Hai iniziato anche tu ad avvicinarti alla musica grazie ai tuoi genitori o l’hai fatto da solo, grazie agli amici o magari alla radio?
È stata precisamente “colpa” di mio fratello, di quattro anni più grande di me, e della sua stanza a fianco alla mia in cui c’era un’enorme collezione di dischi da cui ho attinto fin da piccolo. I miei genitori non sono mai stati particolarmente interessati alla musica, quindi, sì, diciamo che sono stato autodidatta, ma con il “piccolo aiuto” di mio fratello.
Un grande pentimento e una grande ambizione nella tua carriera di dj?
Un grande pentimento è quello di non aver cominciato a suonare cinque anni prima. Se così fosse stato, avrei potuto iniziare nella fase primordiale dei “techno days”. Una grande ambizione è quella di continuare a suonare il più a lungo possibile.
C’è qualche producer italiano che prediligi e vorresti menzionare?
Penso Marco Faraone sia un ottimo producer. Sforna sempre delle bombe! Anche Donato Dozzy è tra i miei prediletti essendo sempre fuori dagli schemi. Stessa cosa per Lucy.
Immaginati qualcosa à la “Pavarotti and Friends”, ma ovviamente in versione meno kitsch: con chi ti piacerebbe esibirti se avessi la possibilità di scegliere musicisti provenienti da generi molto distanti dal tuo?
Penso potrei attingere al versante rock. Magari collaborerei con i Korn, i Soungarden o artisti simili… Mi è sempre piaciuto molto il loro tipo di musica.
Un consiglio rivolto ai giovani: qual è la cosa da evitare assolutamente nel volersi auto-promuovere con producer del tuo calibro?
Una cosa da evitare? Inviare una trentina di tracce (risata, NdI). Il trucco sta nello spedire un’unica traccia, che può bastare, o al massimo tre. Così avrete molte più probabilità di attirare l’attenzione, perché se non riuscite a convincere chi ascolta con un paio di tracce, sarà ancora più difficile convincerlo con trenta pezzi.
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He needs no presentation, his name is almost a synonim for “(hard) techno music”. Recently he has surprised us entering a special and respected label he has grown with… Together with his restless energy (and physical lasting, if you think about his monumental longlasting dj sets!), Chris Liebing compares present to past days and it seems it inspires him. Mobile phones excluded.
Your new album, “Burn Slow”, is released for Mute and available from the 7th of September. How does it feel like to be part of Mute today and which present label’s artists do you respect more?
I would almost say that it still hasn´t sunk in completely that I am part of the Mute family now, since it´s a label I grew with and always enjoyed all the styles of music that have been released on there. Obviously one of my favourite bands on Mute that I am a fan of is Depeche Mode, but there are also a whole lot of other artists like Apparat and Lost Under Heaven, Chris Carter and many more that I admire. It´s still hard to believe that I might possibly get mentioned in the same columns they are.
What is the one thing you’d like fans to take away from “Burn Slow”?
To live in the present moment, not to think about the past too much and not to worry about the future too much.
It’s been years and years that you’re playing and producing, spreading your long lasting monumental techno DJ sets all around the world with restless energy. I’ve had the pleasure to work for you in Bologna, several years ago, and I still remember how easygoing, well behaved and “simple” you were as guest. So, maybe it could sound banal, but I’d really like to know how you manage to be so balanced and down to earth, even being a so called “Superstar Dj” and playing so often for huge amounts of people, besides being very active on social networks?
Oh that´s nice to hear, thank you so much for your kind words. It´s not always so easy-going. I think people who are close to me and who are a lot around me know that, but I have never believed in causing pointless trouble. To me that just doesn´t make sense. I’d rather spread some good vibes around me, especially when I need to deejay and need some good vibes myself. It makes life a whole lot easier, even though sometimes people try to take advantage of it. But you live and learn. The important thing is to keep a balance between all the things that you do and stay grounded. I think my kids help me to do that.
You’ve been playing for decades and things have changed a lot regarding the perception of techno music and the clubbing experience. What do you think should be adjusted nowadays and what still makes you still appreciate the scene?
I still very much appreciate the scene, I think even more than ever before, because you can play in front of people who have gained quite an extensive knowledge about techno music by now. You can challenge the audience way more than you used to, or maybe it is just that I have more courage with regard to my DJ sets as well. The only thing that I would try to change is to really get people off their phones in the clubs. It would be great if they could leave this behind, unless it is an emergency or they want to film something for maybe five minutes. I would suggest that people experience their time in the club a bit more full on, rather than holding their mobile phones in their hand for hours. I think for five minutes is fine, but sometimes I really see people filming something for like sixty minutes. I never really know what this should be for and if they will ever look at it again.
Which is one the your best dj sets of the last years and what did it make so special?
This is always a very hard question to answer because I cannot really compare DJ sets with each other. All the locations are different, audiences are different, set ups are different, your own mind-set is different, but if you ask me that way, one set that still rings a bell in my head was my nine hours set at Output in Brooklyn in the beginning of August. You can actually re-listen this set on my AMFM radio show.
Which is the genre you think established the last real revolution in electronic music if you believe it exists?
I think electronic music in itself was the last real revolution in music. Within electronic music I don´t really think that there has been a revolution going on. That is still to come.
Have you ever thought of stopping with everything, in order to get a break and then drastically change job?
Just about a minute ago. (laughing) Honestly! (still laughing)
Do you listen to music with your children and which are your favourite “Liebing’s family” soundtracks?
Oh yes, I do play them all sorts of music, every time we sit in the car together, every time we are sitting at home in front of the stereo. I love to play them the music I grew up with and the albums that I like. If you want to know more about this, visit my Instagram page. There I am actually just listing all the albums that I am listening to at home.
Have you also started listening and getting interested in music thanks to your parents or did you start by yourself thanks to friends and radio?
I would rather say that it was my four years older brother who had his room next door to my room and who had quite a record collection I got to listen to from the beginning on. My parents were never really into music so basically I had to start it by myself, apparently with a little help from my brother.
A big regret in your career and a big ambition?
A big regret in my career is that I did not start five years earlier. It would have been in the very beginning of the techno days. A big ambition is to go on as long as I can.
Do you have some favourite italian producers you would suggest right now and why?
I think Marco Faraone is a very good producer. He always delivers the bombs. Donato Dozzy was also always one of my favourites, as he is always thinking outside the box. And so is Lucy.
Imagine something like “Pavarotti and Friends”, but in a less kitsch version: who would you perform with if you had to choose musicians from completely distant genres?
That would possibly come out of the rock genre. Maybe I would team up with some people from Korn, Soundgarden or similar to do something together with. I always liked this genre very much myself.
A suggestion for young producers: what is the worst thing to do while promoting themselves to big producers like you?
Sending them thirty tracks. (laughing) Your trick is to just send one track, that´s enough, or maybe three. Between one and three, like this you might probably get more of an attention, because if you can´t convince someone with one or two tracks, you will definitely not convince this person with thirty tracks.