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[tab title=”Italiano”]Hanno appena mixato insieme la compilation “Pure Trance 3”, i loro nomi compaiono sempre più spesso accostati nelle line up di mezzo mondo, che siano eventi Pure Trance o no, quindi abbiamo pensato di farci una chiacchierata a tre. Non bazzicano spesso dalle nostre parti, ma alla prima occasione utile non ce li siamo fatti scappare, e li abbiamo intercettati dopo un’ottima performance al Madame di Ferrara, in occasione della prima stagionale di Art Of Trance (a proposito, buon quinto compleanno, ragazzi!). Rich “Solarstone” Mowatt da Birmingham e Bryan Kearney da Dublino sono due tasselli complementari di quel variopinto mosaico che è la trance oggi, e come tali, di cose da raccontare ne hanno parecchie!
Rich, com’era musicalmente la tua vita, prima del lancio del concept “Pure Trance”?
Solarstone: Alti e bassi, a dire la verità. Ho sempre prodotto e suonato questa musica, ma credo che per la gente fosse difficile ricondurmi ad una categoria in particolare. Poi da quando ho lanciato il concept “Pure Trance”, per il pubblico è stato più semplice applicare un’etichetta a ciò che faccio. Penso che come dj o produttore, tu debba sempre avere un tuo sound specifico, e devi essere in grado di veicolarlo a chi ti ascolta, in un modo che renda facile l’essere identificato. Ma credo, in ogni caso, di aver sempre prodotto e suonato pure trance.
Quali sono, a livello stilistico, gli elementi che definiscono il suono “pure”?
S: Ma sai, sta tutto nelle emozioni che la musica provoca in chi la ascolta. Tecnicamente è semplicemente trance senza alcun tipo di influenza di altri generi, la chiave è appunto nelle sensazioni che è in grado di suscitare. E’ uno stile molto caldo, emozionale, melodico. Quando ascolti un set di Bryan, per esempio, ti accorgi inevitabilmente che c’è qualche differenza, ma alla fine, ripeto, sta tutto nelle emozioni. La gente che ama questa musica non ha bisogno di troppe spiegazioni, se provi a sezionarla in particolari elementi o strutture, in qualche modo, ne perdi il vero senso. E’ abbastanza complicato da spiegare con le parole, devi ascoltarla e sentirla dentro.
Bryan, tu invece ultimamente sei entrato in quella corrente più scura, che strizza l’occhio alla psy e alla tech trance: come si concilia con il concetto di pure trance?
Bryan Kearney: Guarda, io ho iniziato a fare il dj nei primi duemila, e ho sempre più o meno suonato roba dark, che a quei tempi veniva quasi tutta da dj italiani come Mario Più, Mauro Picotto, Joy Kitikonti, Cirillo, Saccoman, Ricky Le Roy, eccetera… e questo ovviamente ha avuto delle ripercussioni su ciò che sono oggi, su come sono cresciuto come artista e sul mio sound attuale. Ma in fondo credo che la trance, per me almeno, abbia uno spettro piuttosto ampio, non si tratta esclusivamente di un sound in particolare. Credo di avere una mentalità piuttosto aperta nei confronti della musica, e mi piace suonare cose che siano in grado di superare i confini. Molte tracce psy ad esempio, sono inaspettate, ti sorprendono, non sai cosa succederà dopo, danno una grande carica di energia, e sono proprio questi gli elementi che cerco di inserire nel mio sound, nei miei set e nelle mie produzioni.
Com’è il tuo rapporto con la trance più melodica e i vocal?
B: Come dicevamo prima, la trance mi piace tutta, se i vocal sono belli, amo anche le tracce cantate! So che c’è il rischio di diventare un po’ “cheesy” quando si lavora con dei cantati, ma quando hai un buon vocal e una bella melodia, rimarranno sicuramente nella testa delle persone, quindi è senza dubbio un ottimo modo di fare trance.
Come credete si evolverà questo sound in futuro?
S: Sarà un’evoluzione del brand, più che del sound, in termini di portata, di coinvolgimento di artisti e di pubblico. Sai, questa musica è in giro da vent’anni, non è tanto una questione di evoluzione del suono, ma di accogliere quante più persone in esso. Nell’immaginario comune, un genere evolve quando intervengono nuovi elementi, nuovi suoni, nuovi paradigmi, ma Pure Trance è l’esatto opposto, è rimanere ancorati a questo tipo di suono: quando le persone vengono ad uno dei nostri eventi, sanno esattamente cosa ascolteranno. Ecco perché, secondo me, la “Pure Trance” non si evolverà mai, perché se provi a contaminarla con altri elementi, altri generi, ne perdi la vera essenza: noi cerchiamo di fare un passo indietro, in quel senso.
Bryan, alcune delle tue recenti produzioni, penso a “Next Level” per esempio, sembrano profondamente influenzate dalla “golden age” della trance, dal sound della BXR, da tutti gli artisti italiani che abbiamo citato prima: come hai vissuto quel periodo? C’è qualcosa che ti manca, di quel sound?
B: Credo mi manchi l’innocenza di quei giorni. Ero un ragazzino, diciassette-diciott’anni, quando quella musica era all’apice, e sono ancora convinto che quel sound fosse estremamente innovativo e fresco. Ciò che io e Sneijder abbiamo cercato di fare, nel caso particolare di “Next Level” è stato prendere elementi del passato di cui la gente si sarebbe ricordata con un pizzico di nostalgia; elementi provenienti dalla “golden age” appunto, e portarli al nuovo pubblico, con le tecniche di produzione moderne. Credo sia per questo che la traccia ha avuto reazioni tanto positive: quei suoni evocano bei ricordi, nella mente delle persone, ma è comunque un suono fresco e nuovo, e funziona! Credo sia importante non rimanere eccessivamente legati al passato, ma ogni tanto fa bene attingerne ed esserne influenzati, e questa è in sostanza, l’idea dietro quella traccia in particolare.
Parlatemi un po’ di “Pure Trance 3”, la compilation che avete mixato insieme: come avete selezionato le tracce, e come vi siete trovati a lavorare insieme?
S: Circa sei mesi fa ho iniziato a sentire gli artisti che conosco, chiedendo loro se volevano mandarmi qualcosa di speciale per la compilation, io stesso ho confezionato qualche edit apposta, e inoltre mi sono arrivati un sacco di demo, ogni settimana, tra i quali ho selezionato quelle con il giusto feeling. Per gli eventi Pure Trance, lavoriamo con pochi artisti: due anni fa, quando è uscito il primo volume della compilation, è toccato a Orkidea, lo scorso anno a Giuseppe, quindi quest’anno dovevo sceglierne uno tra Bryan, Sneijder, Alex M.O.R.P.H. e pochi altri: Bryan è sembrata la scelta migliore, il suo nome è sulla bocca di tutti in questo momento, e il suo sound è complementare al mio, in qualche modo, quindi ho pensato che la cosa avesse un senso.
B: Io mi sono sempre trovato bene con Rich, ho remixato il suo brano “Please” per la Black Hole, lui remixerà alcune mie nuove tracce, ci intendiamo alla grande, lui è molto alla mano e ha una forte personalità. La compilation è venuta molto bene, ci ho messo dentro anche un mio nuovo singolo che uscirà presto su Kearnage e molte altre tracce di produttori di talento della mia etichetta, sono molto orgoglioso del risultato! E’ una bella miscela di tutto ciò che mi piace, ci sono cose più propriamente trance, altre più techy, un paio di vocal, veramente di tutto. Spero che alla gente piaccia quanto è piaciuta a me!
La tua etichetta Kearnage ha appena raggiunto un’ennesima prima posizione su Beatport con “Agent Orange” di Adam Ellis: quanto contano oggi i buoni piazzamenti nelle charts, per artisti e label?
B: A dire la verità, non credo che sia così importante. Penso che ciò che conta sia essere costanti e pubblicare sempre buona musica. Spesso e volentieri, le migliori tracce che suono nei miei set non entrano in classifica. Ovviamente fa piacere raggiungere le prime posizioni, ma non è quello per cui siamo in gioco. L’importante è fare buona musica, e portare alla ribalta nuovi talenti: una volta fatto questo, le classifiche sono cazzate di contorno.
C’è una forte collaborazione tra gli artisti uplifting, non è vero? Intendo dire che sembrate tutti grandi amici, fate tracce insieme, suonate back to back eccetera… Quanto conta, questo, per tenere in salute la scena?
S: Si, credo che alla gente piacciano molto questi back to back, ma se devo essere sincero, non è una cosa per cui vado matto, perché quando suono voglio accompagnare la pista in un viaggio; quando suoni con qualcun altro, ovviamente ogni tanto funziona come nel caso di Fadi e John, perché i loro sound sono abbastanza simili e complementari, ma per me non è la stessa cosa, quindi ci vado cauto. Credo che suonare b2b sia una cosa interessante e fresca, ma non così importante. Poi certamente, come dici tu, la scena uplifting è molto unita, ad esempio nella nostra agenzia di booking, la Twenty4Seven, ci sentiamo una vera famiglia. Ci sono io, c’è John O’Callaghan, Fadi, Sneijder, Orkidea, Sied Van Riel, Giuseppe e molti altri, e siamo davvero grandi amici, ci aiutiamo sempre e cerchiamo di essere sempre positivi. Sappiamo bene che il mondo della musica elettronica è molto competitivo, non è raro essere pugnalati alla schiena, quindi cerchiamo di tenerci fuori da quelle cose, e sicuramente questa è uno dei motivi grazie ai quali la scena rimane in salute. Credo sia una cosa molto positiva, in un’industria così orientata al guadagno personale e all’ego.
Rich, tu hai il tuo side project con Giuseppe (Ottaviani, ndr), Aly & Fila lavorano sempre più spesso con John O’Callaghan, e tu Bryan, hai mai pensato di condividere un progetto con qualcun altro?
B: Mi piace collaborare con altri artisti, ad esempio quest’anno l’ho fatto con Sneijder per “Next Level”, con Coming Soon per “Activate” che è stato qualcosa di nuovo, per me, ed è stato davvero entusiasmante lavorare con loro, perché ho imparato molto, ma sono abituato a lavorare a modo mio, e per esprimermi al meglio non voglio legarmi a qualcuno in modo stabile. Avrò altre collaborazioni in futuro, mi piacerebbe davvero lavorare con Will Atkinson, lo stesso Rich, Alex Di Stefano… Magari farò qualche back to back l’anno prossimo, ma la cosa non si trasformerà in nessun team, ho bisogno di lavorare a modo mio, per conto mio.
Rich, tornando a Pure NRG, invece: avete qualcosa in cantiere, per questo progetto? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
S: Certo, siamo sempre al lavoro! Ho passato qualche giorno da Giuseppe a Roma, qualche settimana fa, bevendo caffè e facendo musica in studio. E’ un piacere lavorare con lui, sia professionalmente che a livello personale. Volerò da lui per un’altra sessione, tra un paio di settimane. Faremo uscire qualcosa come Pure NRG, prossimamente, ma a dire la verità lo scopo del progetto non è tanto rilasciare tracce, quanto concentrarci sulla performance dal vivo. La musica che sentirai ad un concerto di Pure NRG non sarà la stessa che potrai sentire in un mio set o in uno di Giuseppe, ovviamente, quindi abbiamo pensato che dovremmo produrre qualcosa, e probabilmente farlo uscire. Ma sarà più interessante il lato live, magari registreremo qualcuno dei nostri show e li pubblicheremo come album dal vivo.[/tab]
[tab title=”English”]They’ve just mixed together a new chapter of the “Pure Trance 3” compilation series, and their names are often together in the line ups all over the world, so we thought to have a chat with both of them. They rarely come and play in Italy, so we took the chance and we bumped into them after their great performance at Madame in Ferrara, for the Art Of Trance opening party (btw, happy 5th birthday, guys!). Rich “Solarstone” Mowatt from Birmingham, and Bryan Kearney from Dublin are two complementary parts of the colorful mosaic that represents nowadays’ trance, so they may have something interesting to say!
Rich, how was your musical life before creating “Pure Trance”?
Solarstone: Up and down, actually. I’ve always made this kind of music, but I think that people found it hard to put me in a particular category. Then when I started the “Pure Trance” concept, people were able to put a label on what I do. I think that when you’re a dj or a producer, you need to have a specific sound, and be able to convey it to your audience, in a way that makes kinda easy for them to identify it. But I feel like I’ve always produced pure trance.
Which elements define stylistically the pure trance sound? Which are the differences with common Uplifting?
S: Well, Pure Trance is more about the feeling that the music induce to the listeners. Technically is just trance music without any influence from other genres, but, as I said, it’s about the feeling you get from the music. It’s very warm, emotional, very melodic. When you listen to a set from Bryan, i.e., you might spot some differences, but in the end it’s all about the feelings. People who love this kind of music don’t have to be explained about it, if you try to deconstruct it in some particular elements or structure, you kinda miss the point of it. It’s hard to explain with words, you have to listen to it, and feel it deep.
Bryan, you got a bit into that “psy/techy/dark wave” lately, how does it conciliate with pure trance?
Bryan Kearney: Well, I’ve been dj’ng since 2000, and I’ve always played dark stuff, back then it came from all the italian dj’s like Mario Più, Mauro Picotto, Joy Kitikonti, Cirillo, Saccoman, Ricky Le Roy, and it played a big influence on me and my sound, and on how I develop as an artist, I took a lot of inspiration from that sound. But I think trance itself for me has a pretty wide spectrum, it’s not just about one particular type of sound, it’s everything together. I think I’ve a quite open mind when it comes to music, so I like to play everything that cross the borders: lot of psy stuff is unexpected, and surprises you, you don’t know what’s gonna happen next, it has energy and power, and this is the sort of stuff what I live for, and the things I like to bring in my sound, in my productions and in my sets.
How’s your relationship with vocal and melodic trance?
B: As I said, I like every kind of trance, if the vocal is good I like the vocal tracks as well. I know sometimes vocals in trance can be a little bit cheesy or it doesn’t have the right hook, but when you have a good vocal and a good melody, they will stuck in people’s mind, so it’s definitely a good way to make trance.
How do you think this sound will evolve in the future?
S: In terms of brand evolving, it will be all about bring other artists into the family, you know what I mean? This sound has been around for about twenty years, it’s not really about the sound itself evolving, is more about introducing people to it. You can’t really change something like pure trance music, because it is what it is, but you can expand its reach. They say a music genre evolve by introducing new elements in it, well pure trance music is just the opposite, is kinda sticking into something in particular, so when people come to one of our events they know what they’re gonna hear. That’s why, to me, pure trance will never evolve, because when you try to put it together with other genres, other elements, you loose what was great about it in the first place, so what we’re actually trying to do with pure trance is take a step back.
Bryan, some of your tracks (my mind goes to ‘Next Level’ for example) seems to be deeply inspired by the sound of “ol’ good days”, such as BXR Rec and more: how did you lived that period? Is there something you miss of that sound?
B: I think I miss the innocence of it all. I was just a seventeen-eighteen years old kid when this music came around, and today I still think that this sound was really really new and fresh, so what me and Sneijder wanted to do with that track was take elements from tracks that people would remember, from the golden age and bring them to a new audience, with new production techniques, basically bringing the nostalgia of what people remember and blending it with the modern sounds, and I think this is why “Next Level” had a really good reaction. It brings back people’s memories, but it’s still something new, something fresh, and it really works. I think it’s important for you to don’t get stucked in the past, but sometimes it’s just good to take influences and good experiences from the past and project them to the future, so that’s basically the idea behind this particular track.
Let’s talk about Pure trance volume 3: how did you selected the tunes and teamed up with each other?
S: Well, about six months before the album came out I started getting in touch with artists I know and asking them if they wanted to send me some particular stuff to feature in it, I made some special edit too, and I’ve also received loads of demos every week, so I’ve filtered trough them the ones that had the right kind of feeling, you know, and of course particularly well produced. At Pure Trance events we’ve a small amount of dj’s we work with: two years ago, when I made the first volume of Pure Trance compilation, I’ve worked with Orkidea, last year it with Giuseppe, then I really had to choose between Bryan, Sneijder, Alex M.O.R.P.H. and a few more, and Bryan just seemed the right choice, because his name is really buzzing at the moment and also his sound kind of complements what I do, so I thought it kinda made sense.
B: I’ve always worked very well with Rich, I’ve remixed his track “Please” on Black Hole, he’s gonna remix some of my upcoming tracks, we team up very well, he’s really easy going, and has a great personality. The compilation itself is really cool, I’ve found many great tracks, a brand new Bryan Kearney tune that will be released soon on my label, and loads of tracks from talented producers from Kearnage too, specifically made for this compilation, so I’m really proud of the result! It’s a nice blend of everything I like, there’s trance stuff, techy stuff, vocal stuff, everything, so I hope people will enjoy it as much as I do!
Your label Kearnage has just stroke another n.1 spot on the Beatport chart with Adam Ellis’ “Agent Orange”. How important is a good placement in the chart, for artists and label, nowadays?
B: To be honest, I don’t think it’s that important, I think that the most important thing is to be consistent and to release always good music. Often some of the biggest tracks I play in my sets, don’t go in the beatport chart. Of course it is good to reach the number one, but it’s not what it is all about. What really matters to me is to do good music and bring new talents on the scene, once you do this, charts positions are bullshit.
There’s a close cooperation within the most important uplifting artists, isn’t it? I mean, all you guys seems to be close friends, often collaborate on tracks, share the stages, play b2b sets etc… How important is it for the genre?
S: Yeah, I think people really do enjoy when dj’s play b2b sets. I’ll be honest with you, that’s not something that I particularly like to do, because when you dj you want to take people on your own journey and when you play with somebody else, of course sometimes it works like for Fadi and John, because they sounds complement each other, but it’s not the same to me and you have to go carefully with that. I think it’s interesting, it keeps the things fresh, but it’s not that important. Of course then, the uplifting scene is very unite, especially within our booking agency Twenty4Seven, we feel it really strong, like a family of artists. They have myself, John O’Callaghan, Fadi, Sneijder, Orkidea, Sied Van Riel, Giuseppe, and we’re all really good friends. We always try to help each other and keep things positive. We all know that the electronic music scene is really competitive and there’s a lot of back-stabbing and stuff like that, but we try to keep ourselves outside of that, and for sure this is one of the reasons why we’re doing pretty well. I think is good, in a industry so money-oriented and ego-oriented.
Rich has his side project with Giuseppe, Aly and FIla are doing loads of stuff with JoC, have you tought about a ‘partner-in-crime’ to share some projects with, in the future?
B: I like to do collaborations, this year I’ve done one with Sneijder for “Next Level”, one with Coming Soon for “Activate” which was something brand new for me, and it was just amazing to work with them because I’ve learnt a lot, but I’m used to work in my way, and in order to express myself at the best, I don’t like to team up with someone in a stable way. Of course I’ll have more collaborations in the future, I’d really like to work with guys like Will Atkinson, Rich himself, Alex di Stefano, maybe I’ll play some special back to back sets next year, but it’s not gonna turn in any team. I need to do things in my own way.
Back again on the Pure NRG project, are you guys cooking some new music together under this alias? What are the plans for the future?
S: Yes, always! I’ve spent some days in Giuseppe’s studio in Rome a few weeks ago, just drinking espresso and sitting in the studio making music. He’s very easy guy to work with, on a personal level too. I’m gonna be flight to his place again in a couple of weeks for another session. We are going to release something as Pure NRG in the near future, but to be honest, release records is not the point of the project as it is the live performance. The music you’ll hear at a Pure NRG gig won’t be the same of a Solarstone set or a Giuseppe Ottaviani’s set, of course, so we realized that we have to release something. But maybe would be more interesting to record some of our live shows and release them.[/tab]
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