Dalla fredda Germania arrivano i suoni caldi e slow di “Challenge Everyday” il nuovo EP della Diynamic Music prodotto da Solomun e Stimming. Solomun è ormai un artista dall’indiscusso talento che negli ultimi anni ha offerto un grossissimo contributo alla scena elettronica europea producendo numerose release e remix per label come Freerange, Get Physical, Dessous, Mobilee oltre che per la sua Diynamic Music, acquistando l’Ego Club di Amburgo (punto di riferimento per la musica elettronica in questa città tedesca) e aggiungendo alla sua carriera attività extracurriculari come “radio host” e promoter. Non da meno il suo compagno Stimming che, dopo aver iniziato a suonare il piano, la batteria e il violino all’età di dieci anni e a “maneggiare i primi suoni elettronici” a soli quindici anni, ha arricchito il suo curriculum frequentando la “School of Audio Engineering” ad Amburgo e debuttando su Diynamic con “Feuervogel EP”, sesta release della label di Amburgo.
Passando all’ascolto dell’EP ci aspetta una bella sorpresa, un simpaticissimo e originalissimo intro con la mamma di Solomun che presenta il disco…fatevi una risata! A scaldare gli animi ci pensa subito “See You Everyday Alone” (sia in versione original che dub) con una marcata e profonda bassline, che ormai tutti sappiamo essere fondamentale e determinante nelle tracce di Solomun, che porta piano piano verso il lungo break nel quale emergono una miscela ipnotica di string e synth e una voce robotica. Il contributo di Stimming invece arriva con la melodica “Challenge The Air”, un particolare incrocio tra deep e indie che inizia da subito con un fraseggio di chitarra acustica che percorre tutta la traccia fino a circa metà accompagnato da un kick-clap (classico ma molto evidente), per poi interrompersi all’arrivo della voce effettata di David Stoltzenberg.
“Challenge Everyday EP” è un lavoro davvero ben fatto, di qualità e molto orecchiabile, che merita sicuramente un ascolto. Dal mio punto di vista, però, entrambe le tracce che lo compongono sono pezzi difficili e per “palati fini”, non proprio adatti a tutte i tipi di dancefloor.