Mentre ancora raccogliamo le idee per stendere un report esteso sulle impressioni che abbiamo portato a casa dal weekend del Sònar, ci è sembrato opportuno raccogliere i momenti migliori di tre giorni e due notti davvero eccellenti sul piano della qualità musicale, punteggiati da alcune vette di quelle in cui tutto sembra semplicemente perfetto.
Abbiamo scelto solo alcune delle tracce che hanno sottolineato i nostri momenti preferiti del festival: ovviamente la lista non può essere completa, dato che nemmeno noi siamo stati in grado di vedere tutto e che se anche dovessimo indicare tutto ciò che di splendido abbiamo visto e sentito non basterebbero pagine e pagine; abbiamo fatto una selezione di alcune delle tracce migliori, che vi presentiamo in rigoroso ordine cronologico.
Koreless – Sun
Non tutti sono riusciti a vedere il live di Koreless per via della capienza limitata della sala, ma è stato senz’altro uno dei vincitori del weekend, e “Sun” uno dei passaggi migliori, grazie anche a dei visual davvero eccellenti.
Nathan Fake – The Sky Was Pink (James Holden Remix)
Sicuramente la conoscete già tutti, come la conosceva bene il pubblico del Sònar de dìa che l’ha accolta con un’ovazione da stadio quando Kasper Bjørke l’ha suonata sul finire del proprio set, concluso poi con “Fade To Grey” dei Visage, un doveroso omaggio al recentemente scomparso Steve Strange.
Il cielo non era ancora rosa perché erano ancora quasi le 18, ma per noi in quel momento è stato come se lo fosse.
Palms Trax – Equation
Il live del giovane inglese è stato una delle migliori sorprese dell’intero festival, e quando verso la fine ha suonato quella che è forse la sua traccia più conosciuta a tutti noi si è stampata in faccia l’espressione della soddisfazione, e così a tutto il SònarDome.
Redinho – Sharp Shooter
Venerdì pomeriggio, ore 15, caldo infernale ma l’electro anni-80-eppure-così-moderna di Redinho è stata rinfrescante come una doccia fresca, e questo è stato uno dei momenti migliori del suo live con due ottimi vocalist; la parte di fronte al palco è sotto il sole pieno, ma allontanarsi per andare all’ombra è impossibile, Redinho ci ha catturati.
Floating Points – Nuits Sonores
Tra i tanti DJ che si sono alternati su tutti i palchi, Floating Points è stato forse quello che più di tutti è riuscito a catturare lo spirito di un festival come il Sònar, proponendo dischi ricercati, mai banali ma comunque godibilissimi e costruendo un set molto ben ragionato, che ha avuto il suo culmine nella lunghissima pausa di questa splendida traccia dello stesso Sam.
Sophie – Lemonade
Non sappiamo descrivervi bene cosa sia che rende speciale Sophie; raccontato a parole è della trap con le vocine da K-pop, che potrebbe sembrare una pessima combinazione, ma sentirlo con le nostre orecchie e vedere la reazione della pista ci ha fatto cambiare idea: il ragazzo ha del potenziale.
Ellen Allien & Apparat – Jet
La versione che ha suonato Jamie XX non era esattamente questa nè uno dei remix già usciti, si trattava probabilmente di un edit dello stesso Jamie, rarefatto e ridotto all’osso ma comunque ancora riconoscibilissimo nella sua inconfondibile linea di synth.
Basement Jaxx – Red Alert
In un set ricco di perle come quello di Swindle di sabato pomeriggio, questo è stato uno degli highlight principali, arrivato in coda a “Chimes” di Hudson Mohawke e a “Hangover” dei Buraka Som Sistema; anche in questo caso, il caldo proibitivo è magicamente sparito e ci siamo trovati a saltare come cavallette come se nulla fosse.
Chemical Brothers – Swoon
A dirla tutta, l’intero live di Ed e Tom è stato uno degli highlights del festival, ma “Swoon” è stato uno dei passaggi emotivamente più intensi dello show, e quando poi si è trasformata in “Star Guitar” è stato uno di quei momenti in cui potresti abbracciare chiunque ti capiti a tiro, conosciuto o no.
Dj Rolando – Knight Of The Jaguar
Molti di noi erano già andati via a causa del volo di ritorno dall’orario improponibile, ma sapere che Laurent Garnier ha chiuso il suo set con uno dei più grandi capolavori della storia della techno ci fa pensare alla conclusione perfetta di tre giorni e due notti memorabili.