Il problema delle rubriche è che in ogni nuova edizione ti senti costretto a rispiegare il format, soprattutto quando, come in questo caso, il format è talmente labile da fare tutto il giro e ripassare dal via. Fondamentalmente è solo una scusa per segnalare un po’ di roba meritevole tra quella accaduta nel corso delle scorse settimane e magari tornarci su in maniera più approfondita. Il genere di cose che normalmente non trovereste tra le pagine di Soundwall. Ma non solo. E sì, è una rubrica di “liste”. E le liste hanno rotto le palle. Ma queste qui non sono quel genere di liste. Lo giuro.
[title subtitle=”I tre “pesci d’aprile” del 2014:”][/title]
Aprile, si sa, è un mese difficile che comincia sempre in maniera difficilissima. Questi sono i tre migliori scherzi tra quelli messi in piedi quest’anno (ovviamente si parla di musica).
1. I Flaming Lips per Funny Or Die.
Oh ma avete sentito che hanno combinato i Flaming Lips? No? Davvero? Una cosa G-E-N-I-A-L-E! Hanno preso “The Dark Side of the Moon”, sì, proprio quello dei Pink Floyd, proprio il disco che avevano risuonato dall’inizio alla fine nel 2009, e hanno registrato una sorta di produzione aggiuntiva che va ascoltata insieme all’originale e che rende al meglio se accompagnata dalla visione, ad audio spento, del “Mago di Oz”. Fantastici! Incredibili! Gegni! Peccato che fosse solo uno scherzo, uno scherzo in cui sono cascati praticamente tutti. I Flaming Lips hanno abituato il loro pubblico – di cui faccio orgogliosamente molto parte – a bersi qualsiasi stronzata. E questa stronzata in effetti era davvero gigantesca. Nel disco c’erano alcuni momenti che, ascoltati insieme al disco dei Floyd, sfioravano la cacofonia più pura. Eppure ovunque si è gridato più o meno al capolavoro. In realtà l’album-compendio-che-non-era-un-album-ma-una-presa-per-il-culo faceva parte di un pacchetto messo insieme da Funny Or Die, popolare sito di satira americano, che comprendeva anche un finto film di Michael Bay tratto da “Yoshimi Battles the Pink Robots” e altre simpatiche sciocchezze. L’unica cosa vera è che Coyne e compari hanno buttato fuori il batterista. Peccato, era molto bravo.
2. Qualsiasi notizia sui Daft Punk.
Il primo aprile dovrebbe essere dichiarato ufficialmente il giorno dei Daft Punk. D’altronde il calendario è pieno di ricorrenze ridicole: c’è la giornata delle tette, quella degli ex con cui ci si vorrebbe accoppiare di nuovo, Natale… Però fateci caso: aprile non può iniziare senza una valanga di notizie cretine sui Daft Punk. Si parte dal quotatissimo nuovo tour mondiale e si arriva al sempre imminente nuovo album di auto-remix, passando per qualsiasi cosa. Tutte talmente incredibili da risultare quasi credibili. Per rendervi la vita un po’ più facile abbiamo pensato di mettere in fila tre notizie sui Daft Punk che ancora non vi sono state rivelate. Prendete nota, e tenetele da parte per il prossimo anno (sono tutte notizie del cazzo, come quelle che avete letto su tutte le webzine del pianeta):
a) Clamoroso: i caschi dei Daft Punk sanno fare anche il caffè! Un’azienda giapponese a dichiarato che… (continuate voi).
b) Ritrovato l’album perduto dei Daft Punk, rifiutato dalla casa discografica nel 2007 perché troppo complicato: si tratterebbe infatti di un disco free jazz realizzato solo “suonando” vecchie console per videogiochi.
c) Giorgio Moroder confessa: i Daft Punk mi hanno drogato e hanno registrato le mie parole senza il mio consenso! Maledetti francesi!
3. Il pesce d’aprile di Soundwall.
Sì, quella roba degli U2 e Hawtin! Esiste davvero qualcuno che ha creduto a questa incredibile boutade targata Soundwall? Per dire io non ci sono cascato neanche un attimo, però poi ho cliccato sul video della collaborazione sapendo benissimo che ne sarei uscito turlupinato. Ebbene sì, sono un maledetto cane di Pavlov. Un cane di Pavlov aziendalista.
[title subtitle=”Il Coachella in tre video:”][/title]
1. La reunion degli Outkast
In America se ne sta parlando davvero molto: la reunion degli Outkast era attesissima eppure durante la loro esibizione, la folla sembrava quasi ammutolita, distratta. Non che fossero in pochi lì sotto, anzi, ma sembravano tutti per nulla interessati a quello che stava accadendo sopra il palco. Al punto che uno scazzatissimo André 3000 ha più volte scherzato con il pubblico chiedendo ripetutamente, durante lo show, se fossero ancora lì. Per non parlare poi del finale di concerto quando, subito dopo Hey Ya!, hanno interrotto il brano seguente, avendo esaurito il tempo, chiudendo quasi nell’indifferenza generale. I media e i siti americani hanno analizzato l’accaduto tirando in ballo il sempre crescente successo dell’EDM., causa di tutti i mali. In pratica la gente non va più ai festival per guardare i concerti, ma solo per lasciarsi andare in dj set di cui conosce praticamente ogni brano. La cosa davvero incredibile è che in pochi, invece, hanno puntato il dito su quello che il rap americano è diventato nel corso di questo decennio. Gli Outkast arrivano da quel mondo, ma non c’entrano più nulla. Sono un’altra cosa che forse, ora come ora, non ha più un suo pubblico specifico. Peccato però, perché il concerto è stato ben più che dignitoso:
https://www.youtube.com/watch?v=HFK6IaRFNKc
2. Future Islands!
Fino a qualche settimana fa i Future Islands erano uno dei segreti meglio custoditi dell’indie americano. Dopo tre dischi in bilico tra wave e synth pop passati più o meno inosservati, si sono ritrovati al centro delle cronache musicali grazie a un nuovo album, appena uscito per 4AD, e una sfavillante apparizione al David Letterman Show. Il popolare comico e conduttore – prossimo all’addio – è rimasto impressionato dalla performance danzante (e involontariamente molto divertente) del frontman Samuel T. Harring al punto da trasformarla in uno sketch ricorrente del suo show. Non solo: Herring è uno che sul palco si lascia andare e spesso si ritrova a cantare come se facesse parte di una band death metal. Guardate un po’ qui:
https://www.youtube.com/watch?v=MlUmQsz0Sq4
3. The Knowles Dance
Ovvero Beyoncé e sua sorella Solange che ballano insieme sul palco come se fossero davanti allo specchio di casa loro. Questo video, in più o meno tre giorni, ha realizzato circa un milione e mezzo di views. Dobbiamo davvero spiegare perché?
[title subtitle=”Tre dischi italiani da ascoltare in questi giorni:”][/title]
1. Godblesscomputers – Veleno
Ancora Godblesscomputers su Soundwall? Non se ne può più! E invece sì, perché “Veleno” è una delle sorprese musicali dell’anno, e merita ben più di una chance.
2. Sin/Cos – Parallelograms
Ovvero sempre Lorenzo Nada (Godblesscomputers) alla cabina di regia per questo nuovo progetto di Paolo Torregiani ormai sempre più autarchico e intento a inseguire la propria idea di canzone pop. Tra The Weeknd e Mount Kimbie, come se provenissero da un universo parallelo.
3. Kavemura – Every Dog Has it’s Day
Di Kavemura non so niente, se non che si chiama Simone e che ha pubblicato questo disco, in free download, per l’etichetta Reddarmy. Una volta l’avremmo definito wonky, ma ora probabilmente è stata trovata una definizione ancora più calzante e non ce ne siamo accorti. Hip hop strumentale, raffinato e di gran classe. Notturno al punto giusto.
https://soundcloud.com/kavemura/sets/every-dog-has-its-day-1
[title subtitle=”Chitarre. Un disco solo che ne vale tre:”][/title]
1. Cloud Nothings – Here and Nowhere Else
Un disco solo, ma che ne vale tre. “Attack on Memory”, l’album precedente, prodotto da Steve Albini, ha fatto gridare al miracolo grandi e piccini. Noi – il bello di una rubrica del genere è che puoi parlare in terza persona e sentirti come Maradona da Biscardi nel 1989 – invece siamo rimasti freddini e poi piano piano abbiamo visto la luce. Il nuovo disco non è più prodotto da Steve Albini, ma da John Congleton, forse è anche un po’ più ruffiano del precedente, ma che ci volete fare. Siamo in quel periodo dell’anno in cui la musica del genere ti fa quasi fare pace con la persona che sei e col resto del mondo. E poco importa se le chitarre non vi piacciono poi così tanto. Questo è indie rock, quello vero. Quello bello.
[title subtitle=”Tre cose da leggere, tra le tante trovate online:”][/title]
1. Ecstatic Melodic Copulation
Owen Pallett, violinista degli Arcade Fire, stimato solista, e arrangiatore degli archi di praticamente tutti i dischi che avete comprato negli ultimi cinque anni, ha provato a spiegare su Slate il successo di “Get Lucky” attraverso la teoria musicale. Da leggere anche se non siete musicisti. Soprattutto se non siete musicisti.
2. The 30 Harshest Musicians-on-Musician Insult in History
Tipo Elvis Costello che manda Morrissey a quel paese che dice che Elton John è uno stronzo mentre Lady Gaga picchia Dave Grohl che da dell’hugly bitch a Courtney Love. Roba divertente, insomma!
3. Station to Station: the Past, Present and Future of Streaming Music
Interessante analisi di Pitchfork sul mercato musicale nell’epoca dello streaming. Consigliatissimo!
[title subtitle=”Bonus track:”][/title]
Dinosaur Jr. Oral History
Lo so, siamo su Soundwall, mi devo dare una regolata. Ma vi giuro che è molto bella. E si parla tantissimo di un tour coi Sonic Youth.
[title subtitle=”Un documentario da guardare per fare pace con la vostra infanzia:”][/title]
1. The Self Destruction of The Ultimate Warriors
Come chi è The Ultimate Warriors? Ma davvero devo spiegarvi tutto? No dai, non ci credo! The Ultimate Warriors è un wrestler, uno di quelli che finge di fare a botte con altri tizi muscolosi e unti. E lo so che detta così può suscitare sentimenti contrastanti, ma se siete stati giovanissimi nella metà degli anni ’80 sapete benissimo che sto parlando di una cosa seria e che vale la pena di approfondire. Ok, no. Ma ci ho provato. The Ultimate Warriors è in realtà un personaggio fondamentale di certa cultura pop americana, è scomparso qualche settimana fa a causa di un infarto.
[title subtitle=”Un fumetto da leggere per fare pace con la vostra collezione di dischi:”][/title]
1. Krent Able’s Big Book of Mischief
Krent Able è un illustratore/fumettista inglese che cura una striscia per il magazine musicale The Stool Pigeon. Al centro delle sue storie horror ci sono musicisti di vario genere e natura (da Nick Cave ai Kraftwerk passando per Kanye West e mille altri) riveduti e corretti come se si trattasse di veri e propri mostri. Spassosissimo!
[title subtitle=”Sedici canzoni da ascoltare tutte di fila:”][/title]
L’altra volta erano cinque, ma questa volta ho deciso di esagerare e preparare una vera e propria playlist colonna sonora di brani da ascoltare mentre si legge questa lunghissima rubrica. C’è dentro roba vecchissima e roba nuovissima. Musica elettronica e musica con le chitarre. Pop e psichedelia. Un gran casino. Viva il casino!
[title subtitle=”Sigla di chiusura:”][/title]
Qualcuno sa perché.