Potrebbe essere una notizia che lascia il tempo che trova e poi scompare nel nulla, quella uscita su Electronic Beats, potrebbe invece essere l’inizio di una inversione di tendenza: c’è maretta fra i frequentatori del Berghain per un paio di novità che recentemente sono saltate fuori. Fine del timbrone sul braccio, arrivano i braccialetti (stile festival, per intenderci): questa decisione potrebbe anche arrivare per motivi fiscali, visto che sicuramente un braccialetto è più tracciabile a fini fiscali di una impiastricciata di nero, almeno questa è l’ipotesi di Elctronic Beats (…ma in Germania i club non pagano un forfait annuale?). E poi: un tempo prendendo il biglietto potevi entrare ed uscire quante volte volevi, ora invece per le re-entry bisogna pagare ulteriori 5 euro, da aggiungere quindi ai 18 del biglietto standard.
Ora: se è vero che per tutto quello che viene offerto 23 euro, rispetto per dire agli standard ibizenchi, continuano ad essere una miseria, è anche vero che storicamente il clubbing berlinese è sempre stato molto “popular” nelle sue politiche di prezzo. Per dire, siamo vecchi abbastanza per ricordare di quando in città ci si scandalizzava perché l’ingresso al palazzone di Am Wriezener Bahnhof costava “addirittura” 10 euro (con tanto di facoltà di re-entry, ovviamente). Quindi insomma, si è abbastanza sensibili sull’argomento, storicamente. E va pure detto che calmierare i prezzi (in primis, i cachet dei dj) sta diventando sempre più un imperativo categorico, per ritornare ad una club culture un po’ più sana e un po’ meno impostata su uno scintillante panem&circenses dove conta l’aura più ancora della sostanza. Al Berghain questo lo sanno bene, avendo costruito le loro fortune – ma non solo loro, pure il Circoloco, per tornare ad Ibiza – su prezzi rigidamente calmierati per quanto riguarda gli artisti.
Se anche il Berghain inizia ad entrare nella giostra del “gonfiamo i numeri, visto che ce lo possiamo permettere” è vero che segue le leggi di mercato, ma è anche vero che seguire troppo le leggi di mercato alla fine può portare a bruciarlo, il mercato stesso. Come in Italia ma non solo in Italia si sta vedendo purtroppo fin troppo bene. Come andrà a finire? Non lo sappiamo. Ripetiamo, può anche essere un fuoco di paglia, un pugno di inutili contestatori che prova a far caciara pur di farsi notare; ma è anche vero che è la prima volta che inizia ad esserci un movimento d’opinione che viene a galla abbastanza pubblicamente, contro le scelte del club (…e lasciamo perdere le discussioni “interne” degli addetti ai lavori su quanto il Berghain inquini o non inquini da tempo il mercato del clubbing locale).
Intanto, agevoliamo diapositiva di uno dei braccialetti della discordia (con l’autoironica scritta “Io sono un timbro“), come riportato da Electronic Beats.