Non accennano a fermarsi le notizie sul servizio di upload e streaming musicale che ha rivoluzionato il modo di diffondere la musica per artisti ed etichette negli ultimi anni.
Dopo i rumors secondo cui Twitter sembrava essere in procinto di acquistarlo e quelli secondo i quali le major discografiche avrebbero preteso una parte di azioni in cambio di una mancata causa per copyright infringement, come già successo con Spotify, la notizia del giorno è che SoundCloud sta per inserire degli spot pubblicitari nel proprio contenuto.
Ancora non è dato sapere come esattamente avverrà l’inserimento di questi contenuti, visto che il servizio è attualmente disponibile solo per un gruppo molto ristretto di artisti, ma sembra che l’obiettivo sia proprio quello di far arrivare a questi ultimi (“creators”, nel gergo di SoundCloud) una parte dei proventi pubblicitari: come, e soprattutto quanto, non è ancora noto.
Quello che ci sembra noto già ora, però, è che in effetti tutti noi ci siamo abituati piuttosto in fretta alla presenza di contenuti pubblicitari su YouTube, sviluppando quella forma di cecità e sordità selettive che già abbiamo per pressoché tutte le pubblicità sul web, e che probabilmente SoundCloud offrirà, in futuro, un servizio “premium” come quello di Spotify, basato sul modello “paghi per non avere la pubblicità”. In sostanza, la mossa di SoundCloud ci sembra inevitabile e in sostanza positiva un po’ per tutti: d’altronde, data l’importanza estrema che il servizio creato da Forss e Alex Ljung riveste per appassionati di musica e addetti ai lavori, pensiamo che un po’ di pubblicità sia più che perdonabile.