Pare evidente da quanto successo settimana scorsa che è solo questione di tempo e avremo/stiamo già avendo un effetto Barbra Streisand grazie/per colpa dei Daft Punk. Per alcuni è un male, per altri un bene… insomma i soliti schieramenti con le ali estreme per forza di cose semi-ridicole e nel mezzo chi si avvicina per la prima volta al genere e chi se lo gode semplicemente per quello che è. Come le mode che tornano ciclicamente c’è chi è pronto ad additare come plebs “gente entusiasta per un brano che è degli Chic” e chi si sente di avere appena scoperto il suono del futuro. Stiamo per essere coperti da una nuova ondata di quella che una volta si chiamava french touch ed è il momento di farsi trovare preparati. Questo post vuole avere la stessa funzione dei pop-up che partono sui siti di musica, quelli che titolano “se ti piace x potrebbe piacerti anche y” o, per i nostalgici, alla sezione “Artisti Simili” di Last.Fm. Partirei – e mi fermerei anche – (d)alla French Express, label americana nonostante il nome, fondata nel 2008 e cresciuta esponenzialmente negli anni. Il roster ora vede coinvolti Chris Malinchak, Perseus, Jonas Rathsman, Moon Boots e Isaac Tichauer, che pur avendo un minimo comun denominatore, sono perfettamente riconoscibili e permettono all’etichetta di coprire l’intero panorama nu-disco, dalla tropical dell’owner e di Moon Boots, ai suoni leggermente più spinti di Rathsman e Tichauer passando al più house-oriented Malinchak.
Per capire a pieno la filosofia della FE e per lasciarvi incuriosire dai nomi, vi propongo il mixato che Perseus e Rathsman hanno realizzato ad inizio anno per la BBC.
«Club tracks rotate by the month and this mix had to go beyond that. This mix is an essential snapshot of what French Express stands for, an amalgamation of tunes selected by the combined tastes of the label, for the listener, without getting too historical, tributary, or knee deep in personal inspiration-lending music of our pasts»