Abbiamo aperto una rubrica chiamata Giant Steps. Volevamo presentare e dare risalto ai talenti italiani. Non sapevamo che tipo di riscontro potesse avere sui nostri lettori, ma sapevamo che doveva essere fatto, perché spesso ci si dimentica “delle cose nostre”. Perché il talento bisogna appoggiarlo, coltivarlo, custodirlo. Da marzo 2014 ad oggi abbiamo presentato più di quaranta personaggi, tra dj e producers, ognuno di loro è un artista di cui il nostro paese dovrebbe andare orgoglioso. Ne abbiamo scelti dieci, per tracciarne il Best Of di questo primo anno di “Passi Giganti”. Abbiamo pensato di presentarli con le loro stesse parole.
“Gruppi come Motorpsycho, Karate, Godspeed You, Black Emperor!, o cantautori come Jeff Buckley, Nick Drake o Stevie Wonder sono stati, ognuno a suo modo, una rivelazione. Se proprio mi costringete a scegliere un disco che mi abbia cambiato la vita (probabilmente in peggio) direi DrukQs di Aphex Twin, un album che per livello compositivo, per eterogeneità, per qualità di suono e produzione, trovo ancora ineguagliabile.”
“Penso che sia stato il 1998 avevo sì e no dieci anni, mia cugina aveva una musicassetta di “Nevermind” dei Nirvana, ricordo che il nastro era rovinato (sai il pitch che va su e giù) ricordo che la cassetta un pomeriggio finì, continuai ad aspettare e partì la ghost track dell’album, “Endless Nameless”. Fu abbastanza inquietante e potente allo stesso tempo ma li mi innamorai del rumore generato da una chitarra.”
“Mi trovavo a Parigi, ero diretto verso l’hotel dopo aver suonato a “La Machine du Moulin Rouge” ma trovai l’insegna al neon spenta, porta sbarrata e buio totale in reception. Dopo aver passato circa un quarto d’ora attaccato al campanello senza alcun risultato decisi di chiamare i ragazzi che organizzavano il party ed è qui che il mio cellulare decise di smettere di funzionare. Fortunatamente non avevo lasciato nulla in stanza in hotel così presi un taxi e passai le successive 12 ore in aeroporto ad aspettare il volo di ritorno. Esperienza illuminante.”
“La scena italiana è sempre stata ricca di persone di grande talento. Il problema è che in Italia, per molto tempo, il talento non è stato considerato una dote, né in ambito musicale né nell’arte in generale. Il genio, la libertà e l’indipendenza di pensiero hanno sempre dato fastidio, distruggendo l’arroganza e il conformismo sui quali molti hanno fondato la loro storia e la loro carriera.”
“Ho avuto la fortuna di vivere in anni estremamente vivi dal punto di vista dell’offerta artistico-musicale a Torino, la mia città è stata per molto tempo una roccaforte inespugnabile per quanto riguarda il mondo della musica elettronica di qualità. In questo ambiente ho coltivato amicizie molto preziose e sono cresciuto assieme a persone speciali in un contesto molto stimolante.”
“Diciamo che sono nato in una famiglia in cui la musica era una componente molto importante, se non fondamentale. Non c’è stato un momento preciso in cui ho detto “ok oggi faccio musica da qui alla mia morte” ma l’ho capito col passare degli anni: tutte le volte che ho cercato di fare un altro lavoro o di tuffarmi in un’altra passione capivo sempre più che l’unica cosa che so fare e che desidero è stare a contatto con la musica.”
Herbie Hancock “Dedication”
Guy Cuevas “Ebony Games”
Chez N Trent “Prescription Underground EP”
Marcello Napoletano “A Prescription Of Love EP”
Drexciya “The Unknown Aquazone”
“Vivo la musica e la sua fruizione come qualcosa di naturale che fa parte del mio quotidiano, qualcosa di fisiologico. Se non suono o ascolto musica mi sento male come se fossi in crisi d’astinenza.”
“L’onnipresenza del web nelle nostre vite è inevitabile, è l’uso che ne facciamo che rende la rete utile o dannosa. Per quanto mi riguarda ha cambiato radicalmente il modo di lavorare rispetto a quando ho iniziato; certo è vero delle volte ho l’impressione di vagare senza meta tra i siti, ma in quei casi è meglio spegnere tutto e uscire, oppure aprire un progetto e lavorarci fino a tarda notte.”
“Ho anche una passione per la storia, la politica e l’economia nel senso che ho sempre avuto voglia di studiare molte dinamiche che regolano il mondo in cui viviamo, riportando però tutto ad un aspetto sociale. Interessandomi a questi meccanismi mi sono fatto un idea sul perché tante cose vanno nella direzione sbagliata.”