È tornato il momento di scandagliare con più attenzione le uscite discografiche. I dischi che troviamo davvero importanti avranno sempre uno spazio dedicato, ma abbiamo sentito la necessità di raccontare in modo agile “che tempo che fa” là fuori, mettendo assieme varie release, senza steccati, senza confini di genere, dando a tutti un breve giudizio – per evitare la routine “Annunciamo l’uscita di XYZ, ecco le info“, buona solo a far circolare una volta di più e di troppo i testi dei vari comunicati stampa.
Beatrice Dillon & Call Super
“Inkjet / Fluo”
Hessle Audio
Le solite ritmiche irresistibilmente masticate, l’ormai classico groove tra il polveroso e l’irascibile: Hessle Audio conferma l’ottimo momento dopo “Marius” a firma Batu (luglio scorso) col nuovo EP a quattro mani prodotto da Call Super e Beatrice Dillon. “Inkjet” per noi! 7
Matteo Cavicchia
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Alessandro Cortini, Daniel Avery
“Sun Draw Water”
Not On Label
Due tracce, “Water” e “Sun”, in un 7” white label in edizione ultra-limitata. L’inaspettato incontro tra Avery e Cortini si traduce in una magistrale fusione di caos e quiete. Il polistrumentista italiano è il re Mida dei synth, il produttore britannico invece sorprende in questa veste sperimentale. Unica pecca: è sold out. 8-
Viviana Gelardi
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Lil B
“Black Ken”
BasedWorld Records
Probabilmente il miglior disco rap sentito nel 2017. Lil B il rapper cresciuto nell’internet e il suo “Based rap” sono la cosa migliore dell’ultimo periodo e forse anche degli ultimi anni. Beat 80’s, funk, p-funk e il flow che passa da 2 Pac a Snoop ai 2 Live Crew. “Black Ken” ha potenzialmente la stessa forza dirompente di “Doggystyle” di Snoop. Capolavoro! 8
Mirko Carera
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Red Axes
“The Beach Goths”
Garzen Records
Dalla seducente Tel Aviv, l’iperattivo duo mattacchione torna con un regalo per tutte le orecchie stanche di prevedibilità. Nessuna intenzione di fare colpacci da dancefloor, soltanto una caterva di idee, ispirazioni, giochini, sorprese e freschezza, il tutto senza chiudersi in un genere ben definito, facendo muovere i fianchi e viaggiare la testa. Definendo qualcosa di totalmente sui generis. Evviva! 8,5
Divna Ivic
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Pessimist
“Pessimist”
Blackest Ever Black
Drum ‘n’ Bass is alive and well. La conferma arriva naturalmente dalle lande inglesi con il primo album di Pessimist, in uscita sulla londinese BEB: dieci tracce in cui l’eredità junglist della sua Bristol si intreccia alle trame UK techno più oscure ed essenziali. L’anello mancante tra Source Direct e British Murder Boys. 8,5
Viviana Gelardi
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TroyBoi
“Left is right”
Dot Music/Sunset Entertainment Group
Un ottimo disco nel caso in cui vi piacciano i dischi “datati”. TroyBoi dimostra di aver assimilato bene la lezione trap di Owsla e i suoi, peccato sia arrivato un anno in ritardo. A tratti con qualche spunto geniale, molto più spesso banale. 6-
Francesca Bortoluzzi
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Jacques Renault
“Jacques Renault Edits”
Razor-N-Tape
Quattro edit disco-funk firmati dal producer newyorkese da sempre fedele a queste sonorità, materiale da ascoltare quando si è in cerca di groove e “presa bene” dentro o fuori dal dancefloor. Razor-N-Tape non sbaglia un colpo. 7
Marco DS
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Various
“Justin Carter and Eamon Harkin: Mister Saturday Night, Then and Now”
Mister Saturday Night
Partito come party e poi arrivato a una ben più alta e omnicomprensiva consapevolezza artistica, Mister Saturday Night ad oggi rappresenta una delle realtà più vere e significative del clubbing underground. Il giro di boa all’evento numero duecentocinquanta arriva con una compilation di qualità come sempre altissima. Imperdibile. 8,5
Fabio Macor
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Oneohtrix Point Never
“Good Time (Original Motion Picture Soundtrack)”
Warp
Il peso di un destino drammatico, la solitudine e l’amore fraterno in una New York a tratti claustrofobica. Nessun alieno stavolta per Daniel Lopatin ma tanta, profonda umanità per la OST dell’ultimo lungometraggio dei fratelli Safdie. L’apice è raggiunto dalla traccia finale “The Pure And The Damned”, con il featuring nientemeno che di Iggy Pop. Gran bel lavoro, dà il suo massimo se ascoltato dopo aver visto il film. 8
Giulia Matteagi
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Washed Out
“Hard To Say Goodbye (Lone rmx)”
Stones Throw
Siamo abituati a pensare a Lone come uno capace di schiaffeggiarci a dovere col suo stile fresco e retrò, ma qui dimostra che anche riducendo i bpm e rallentando il passo sa il fatto suo; i suoni sono sempre vagamente oldschool rave, il mood è molto più rilassato, ma la qualità è sempre altissima. 7,5
Mattia Tommasone
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Carl Cox
“Dark Alley (Carl Cox Pure Mix)”
Circus Recordings
Gira e rigira tutto su una sequenza di otto note. Si potrebbe dire di più ma purtroppo non c’è. Non delude gli appassionati, gli altri forse sì. 6,5
Fabio Macor
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Various Artists
“Covered In Gloria”
Deek Recordings
Ha senso proporvi una compilation di cover? Si se si tratta di “Covered In Gloria” dove Kero Kero Bonito, Red Axes, Suzanne Kraft o Sultan Shakes reinterpretano Roy Orbison, Julio Iglesias, Oasis, Beastie Boys, A Guy Called Gerald o i Wham. Un po’ elettronica, un po’ pop-rock ma tutto rigorosamente patinato ed 80’s. Consigliata. 7
Marco DS
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Action Bronson
“Blue Chips 7000”
Atlantic Recording
Nuovo lavoro e ritorno alle Blue Chips (serie di mixtape con cui venne alla ribalta) per Action Bronson. Il rapper però questa volta non la fa franca, incappando in un disco brutto, fatto dei soliti rappati svogliati e stonati. Si salva solo per un paio di episodi e per i beat, che sono obiettivamente fighi. È una sufficienza molto stiracchiata, perché anche questo gioco comincia a fare il suo tempo. 6
Mirko Carera
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Bibio
“Mix This Thang”
Warp
Bibio ritorna in una versione decisamente dancefloor dopo aver pubblicato a maggio l’EP “Beyond Serious; in “Mix This Thang” i suoni 808 ritornano a blippare accoppiati a synth pettinati e vocal graffiati dando al tutto un intenso sapore garage. Insolito. 7
Alessandro Montanaro
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Slow Magic
“Drum”
Downtown/Interscope Records
Un cumulo di energia fatta persona e maschera di zebra ed un terzo album alle porte che si sa far desiderare. Il nostro amico immaginario ritorna e questa volta lo fa alla grande. Dopo “Light”, secondo noi poco convincente, SM fa presto a farci ricredere con “Drum”. Beat trascinanti, echi che si uniscono a vigorose e amate percussioni, tutto prende forma in un pezzo coinvolgente in cui l’ unica pecca è la durata. Il replay é d’obbligo. 8
Francesca Pugliese
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Minor Science
“Volumes”
Whities 012
Fenomenologia dei filtri Instagram applicata alla bass music. Si presenta così “Volumes” lato A del nuovo Whities, etichetta che sta riscrivendo i codici della bass UK, un viaggio onirico-tecnico sulle coordinate tempo e spazio già deflagrato sui dancefloor europei e pronto a svegliarne altri. 8
Alessandro Montanaro
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HAAi
“E”
Coconut Beats
La resident del Phonox lancia la sua etichetta e fa uscire una dietro l’altra delle perle. Saranno le atmosfere, il ritmo e le sonorità non scontante ma questo disco conquista ad ogni ascolto sempre di più. Perfetto per ogni occasione. 8+
Fabio Macor
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Neel
“Calcata”
Token Records
Il borgo “magico” del Viterbese dà il nome all’ultima release di Neel, in uscita il 6 ottobre sull’etichetta belga: tra andamenti percussivi in pieno stile Token e panorami sonori fluidi e ipnotici di marchio Neel, le quattro tracce dell’EP si muovono in un orizzonte conosciuto ma la suprema cura del dettaglio che permea questa uscita – così come tutti i lavori del sound master italiano – merita più di un ascolto distratto. Sembra ma non è il “solito” Token. 8
Viviana Gelardi
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Carla Dal Forno
“The Garden”
Blackest Ever Black
La voce malinconica, impalpabile e magnetica della cantautrice e polistrumentista australiana vibra tra synthwave e dark pop, in un territorio musicale che si estende tra Tropic Of Cancer e Angelo Badalamenti. L’omaggio esplicito è però per gli Einstürzende Neubauten: la title track porta il nome di una traccia del gruppo tedesco ed è un invito, irresistibile ed evanescente, in un giardino di velluto. 8,5
Viviana Gelardi
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Lost Souls Of Saturn vs. Mashrou’ Leila
“Bint El Khandaq”
R&S Records
Seth Troxler e Phil Moffa nell’emanazione Lost Souls Of Saturn, un edit tappeti e voce di undici minuti, una linea vocale allo stesso tempo eterea ma incisivia stravolgono il brano originale con una ricetta beatless che ricorda i momenti più alti di Dead Can Dance e non delude, lontano dal dancefloor, vicino alla musica più raffinata, nasce una piccola perla nel panorama elettronico. 8,5
Fabio Macor
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Lusine
“Just A Cloud”
Ghostly International
Se ci metti Lusine, il viaggio, la fuga dal mondo, un velo di misticismo e arpeggi anni 80 sarebbe già abbastanza, ma se poi aggiungi un video semplicemente perfetto allora c’è davvero tutto. 8
Fabio Macor
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The XX
“On Hold” Jamie XX Remix
White Label
Non sempre una cassa in quattro stravolge il mondo, anzi a volte fa più male che bene ma qui, tra un vocal spezzato e un richiamo alla progressive più raffinata, Jamie XX azzecca uno dei migliori remix di sempre, trasformando il brano in una nuova avventura sonora perfetta per il dancefloor. 8,5
Fabio Macor
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Helena Hauff
“Gift”
Ninja Tune
Lo sbarco su Ninja Tune della Hauff è sulla carta strano: questa anticipazione ha il lo-fi casalingo che caratterizza (parte delle) uscite Ninja e il piglio sci-fi-ma-vintage molto Hauff. Tutto torna, a sorpresa. Anche se i capolavori stanno altrove. 6,5
Damir Ivic