Baile
“Amae”
Last Night On Earth
Ok, uno dei due remix di Sasha lo conoscerete già perché è la traccia conclusiva del suo Fabric, e già da sola basterebbe ad attirare la nostra attenzione col suo mood viaggione oldschool. Ma l’originale tutto sbilenco e l’altro remix di The Son Of God, che all’opposto la butta sulla cassa dritta, sono molto più che riempitivi. Passano gli anni, e Sasha è sempre magico. 8
Mattia Tommasone
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Max Cooper
“One Hundred Billion Sparks”
Phases
Da ricercatore genetico a producer, Max Cooper non ha perso il suo approccio scientifico all’elettronica. Ciascuna delle dodici tracce è “una colonna sonora a una storia visiva derivante dal sistema di ‘cento miliardi di neuroni scintillanti’” alla base dell’essere umano. Dunque, per avere un quadro completo dell’operazione dovremmo assistere alla sua rappresentazione dal vivo. Intanto, questi esperimenti stimolano ascolto e mente. 7
Elena Raugei
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Fatima
“Caught In A Lie”
Eglo Records
Le pene d’amore fanno benissimo a Fatima, regina indiscussa del modern soul nata e maturata dentro la Eglo Records di Floating Points e Alexander Nut. Il suo struggimento per essere stata tradita a colpi di bugie dal suo fidanzato è cristallizzato alla perfezione dalla base prodotta dal sempre più bravo Flako, e la sua voce, beh, la sua voce non ha eguali al momento: potente, ricca e magnetica. “Caught In A Lie” è un autentico gioiello (in attesa dell’album “And Yet It’s All About Love” in uscita domani venerdì 28 Settembre). 8.5
Ludovico Vassallo
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Waajeed
“From The Dirt”
Dirt Tech Reck
Nel 1977 Gil Scott Heron cantava “We Almost Lost Detroit” a causa di un incidente alla Enrico Fermi Nuclear Generating Station, mentre oggi nel 2018 c’è chi ritrova nella Motor City l’energia, non atomica, e le idee musicali che bastano a mettere su un album che promette grandi cose. Il soggetto in questione è Waajeed, volto noto della scena musicale americana, ex membro degli Slum Village, che torna dopo undici anni con un nuovo album, “From The Dirt”. Non solo sporcizia nel titolo, ma quella D sta ad indicare la Detroit che ha prepotentemente influenzato la stesura del suo secondo album, da quando era in studio con J Dilla ai sabato notte trascorsi a sentire Theo Parrish in consolle. Il primo estratto “Things About You” è un omaggio in piena regola alla città, e la prassi vuole che in questi casi gli si dia un bel voto per le ottime intenzioni. 7.5
Ludovico Vassallo
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Yaeji
“One More”
Self Released
Yaeji è una giovane produttrice coreana, non bellissima quanto Peggy Gou, ma che a livello artistico le da almeno un paio di schiaffi in faccia. Come produttrice è semplicemente incredibile, e anzi dovreste tutti conoscere il suo catalogo come il Padre Nostro. Le sue produzioni non esagerano mai, sono sempre delicate, sognanti, affascinanti e inafferrabili. Questi aggettivi classificano benissimo “One More”, la sua prima traccia del 2018. Atmosfere rarefatte, auto tune molto elegante, beat che si incastra benissimo: questo ci basta ad incoronare “One More” come una delle tracce dell’anno. 9
Ludovico Vassallo
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BADBADNOTGOOD & Little Dragon
“Tried”
Not On Label
I BBNG ci hanno sempre ben abituato a collaborazioni di lusso e andando a vedere nel loro curriculum possiamo leggere i nomi di Tyler, The Creator, Samuel T. Herring, Cahrlotte Day Wilson e molti altri. Qui, in questa nuova “battle” con i Little Dragon, la strumentale western 2.0 dei canadesi si sposa perfettamente con la leggiadria del tono vocale di Yukimi Nagano. Questa è musica bellissima! 7.5
Ludovico Vassallo
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Roosevelt
“Young Romance”
City Slang
Formula che vince non si cambia. Il disco é confezionato a puntino ed è sempre il solito, piacevolissimo suono nostalgico, romantico e malinconico. Peccato che non ci sia nulla, ma proprio nulla di nuovo. 6,5
Giulia Matteagi
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Gazelle Twin
“Pastoral”
Anti-Ghost Moon Ray
Elizabeth Bernholz, oltre a spendersi al canto in preziosi feat, torna con il suo progetto individuale, che ci aveva messo al tappeto nel 2014 con “Unflesh”. “Pastoral” prende le mosse dallo spettacolo da lei ideato un paio di anni fa partendo dall’anticapitalistico “Kingdom Come” di Ballard. Questo è un disco politico che si confronta con le radici e l’attualità degli U.K.. La genialità sta nello sposare riferimenti e strumenti della tradizione, dal clavicembalo agli accenni operistici, all’abrasività industrial dell’elettronica e delle feroci distorsioni vocali. Un incubo incessante, dal Medioevo alla Brexit. 7
Elena Raugei
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Le Stim
“A Tribute To Muhammad Ali (We Crown The King)”
Melodies International
Signori miei, questa è l’ennesima bomba a mano pubblicata dalla Melodies di Floating Points e Mafalda. La leggenda vuole che il brano sia stato scritto da Herbert Andrei Duncan e registrato nel 1980 a Detroit da una band di diciassette elementi. Per dare un tocco di magia al tutto pare che Muhammad Ali in carne, ossa e guantoni abbia ascoltato la traccia e gli sia proprio piaciuta! Insomma, preordinate adesso il disco che quando uscirà a metà Novembra sarà già sold out. 9
Ludovico Vassallo
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Jerusalem In My Heart
“Daqa’iq Tudaiq”
Constellation
Album bifronte per il progetto audiovisivo di Radwan Ghazi Moumneh (e del film maker Charles-André Coderre), tre anni dopo lo splendido “If He Dies, If If If If If If” e la collaborazione con i Suuns. Sempre in lingua araba, sempre con approccio politico e spirito avant allineato alla casa-madre Constellation. Da un lato, un brano popolare frazionato in quattro parti, con tanto di orchestra, a riallacciarsi alla tradizione mediorientale. Dall’altro, la sperimentazione elettronica dei rimanenti quattro pezzi in scaletta. Da sempre, un gioco, serissimo, di opposti. 7
Elena Raugei
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Subsonica
“8”
Columbia/Sony
L’ottavo album della band torinese mette in pausa le parallele avventure individuali (tra tutte, le più riuscite sono state senz’altro quelle di Max Casacci, con i progetti Deproducers e Demonology HiFi, quest’ultimo al fianco di Ninja). Scritto nella propria città e mixato a Londra da Marta Salogni, “8” riavvolge i fili del tempo, dagli originari anni 90 nel sound al presente nei testi. La comparsata di Willie Peyote ne “L’incubo”, l’omaggio a Carlo U. Rossi ne “Le onde”. Spunti cantautorali molto pop apportati da Samuel e Boosta. Brani suonati che si rifanno ai primi due storici dischi del quintetto, più o meno riusciti. Infinito déjà-vu. 6,5
Elena Raugei
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Secretsundaze
“Cyber EP”
Mule Musiq
Dritti sul lato A per la versione più housy dell’EP, senza troppi voli pindarici e digressioni: in fondo, per cosa adoriamo Giles Smith e James Priestley? Per la qualità della loro musica, delle loro feste e dell’approccio che abbraccia completamente la qualità, anche quando c’è da fare pista. Insomma, “Cyber EP” fa per voi. 7,5
Matteo Cavicchia
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Paula Tape
“Agua Congas”
SOBO
Tra i nomi più caldi dell’ultimo anno, con un filotto di date davvero invidiabilissimo, Paula Tape è finalmente pronta al suo debutto discografico. È in uscita – roba di pochissimi giorni – “Agua Congas” per SOBO, una presa a bene dal passo cadenzato dove a farla da padrone è la combo percussioni-synth: fa tanto estate e chi se ne frega se è quasi novembre, tanto le mezze stagioni non esistono più da un pezzo. 7,5
Matteo Cavicchia
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Lone
“Ambivert Tools Volume Four”
R&S Records
A volte capita che non voglia fare troppo il difficile e decida di metterla giù solo per il gusto di vederci sculettare, e cazzo se ci riesce. Lone, ogni volta è un fottuto piacere! 8
Matteo Cavicchia
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How To Dress Well
“The Anteroom”
Domino
Dopo lo scivolone del precedente “Care”, in direzione di un melenso pop main, Tom Krell si stabilisce a Los Angeles e sforna un quinto album di studio che miscela l’abituale alt-R&B intimista, la sperimentazione elettronica delle origini e sample di poesia contemporanea. Prodotto con Joel Ford, “The Anteroom” scorre in un unico, articolato – anche un po’ pedante – ascolto-viaggio di tredici brani, fra numerosi rimandi interni, parentesi semi-strumentali e vere e proprie canzoni autobiografiche che prendono spunto dalla solitudine. Una risalita, ed è già tanto, che convince a metà. 6,5
Elena Raugei
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VA
“3 Years Of Service LP”
Shallnotfade
Compilation celebrativa per i tre anni di Shallnotfade, che raccoglie materiale inedito di alcuni dei nomi principali dell’etichetta e della cosiddetta scena lo-fi house, come Dj Boring, Loods e Adryiano, oltre a un certo Skream che ha gia’ dimostrato più volte di essere in grado di fare qualunque cosa.
In questo tipo di compilation di solito finiscono gli avanzi di magazzino e gli scarti delle release “serie”, qui invece non si scherza per niente. 8
Mattia Tommasone
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Steven Julien
“8 Ball”
Apron Records
Il solito genio bastardo di Steven Julien AKA Funkineven manda in buca due tracce sature di 808 che consolidano per un’altra volta il suo estro creativo con la drum machine. 7
Ludovico Vassallo
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Joy Orbison
“81b EP”
The Trilogy Tapes
I “classici” suoni della madonna che l’hanno reso uno dei producer britannici più innovativi degli ultimi tempi, e un modo di concepire armonie e melodie totalmente differente da tutti gli altri. Ogni volta che Joy Orbison mette fuori del nuovo materiale c’è sempre da ben sperare per il futuro della musica. 8
Ludovico Vassallo