Clarian
“Melodies For The Hopeless Within”
Suara
Se lo senti tutto in fila pensi che sia la solita mattata ambientosa alla Clarian, dato che la prima traccia, “For Tatiana”, ha solo un pianoforte e poco altro, e che la seconda, “Poem Of Psyche”, parte molto lentamente. Poi però ti ci ritrovi dentro e non vorresti uscirne più. Tutte e tre le tracce sono autentici gioielli che mettono assieme malinconia e potenza sonora, arpeggioni e mestiere, il synthpop dal sapore anni ottanta che Clarian faceva coi Footprintz e la techno emozionale dei giorni nostri. Tracce di quelle per cui scoppiare in lacrime in mezzo a un dancefloor, tracce che – siamo pronti a scommetterlo – compaiono spesso e volentieri nelle playlist dei dj più bravi a emozionare la pista, come ad esempio Laurent Garnier, Sasha o la cricca Innervisions. 8.5
Mattia Tommasone
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X-Coast
“Bailando EP”
Dansu Discs
Verrà un giorno, ve lo assicuriamo, in cui ci stuferemo dei dischi coi sample anni novanta: ma non è questo il giorno. Certo, possiamo concedervi che campionare “Ooh La La La” dei Fugees sia una scelta non originalissima, ma questa versione suona così croccante che non riusciamo proprio a lamentarcene. E in ogni caso, le tre versioni di “Bailando”, rispettivamente per i club più oscuri e sporchi (l’original mix), per quelli più ricercati (il remix di Big Miz) e per non fare prigionieri a colpi di drum’n’bass (quello di Tommy Holohan) valgono il prezzo del biglietto. 7
Mattia Tommasone
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Nas1 & Brothermartino
“Dog Cuts”
Slices Of A Dog Records
Sono il primo fan della Apron Records di Funkineven e di tutto il suo mondo sonoro fatto di abstract jazz, pad stellari e drum machine dritte e spezzate. Per questo EP i bolognesi Nas1 e Brothermartino si sono pienamente ispirati dalla testa ai piedi alla label inglese e il risultato, al di là dell’ottima composizione in studio, della resa finale delle singole tracce – meritevolissima!, e delle grosse capacità dei tre, non convince a pieno per la poca originalità di tutto il lavoro. 5,5
Ludovico Vassallo
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San Diego
“Doccia”
Self-released
Il suo album d’esordio ci aveva fatti impazzire, poi Diego era un po’ sparito: se il ritorno è così, danzabile e carichissimo, lo perdoniamo volentieri. Ricorda un po’ il Totally Enormous Extinct Dinosaurs degli esordi, a cavallo tra indie dance e itpop e perfetto per la bella stagione che sta iniziando. 7,5
Mattia Tommasone
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VA, Orchestre Lamoureux
“Ed Banger 15 Ans”
Ed Banger
In genere siamo piuttosto scettici verso le versioni orchestrali di cose danzabili, che salvo rarissimi casi sembrano più un patetico tentativo di darsi un tono che qualcosa di davvero interessante. Nel caso della compilation celebrativa dei quindici anni di Ed Banger, però, dobbiamo ammettere che il materiale originale, con le sue melodie ultracatchy, si presta molto bene a non farsi prendere troppo sul serio e che quindi l’arrangiamento per orchestra, anzichè sembrare un pippone artefatto, riesce a far risaltare il tono epico che in molti dei classici dell’etichetta francese c’è ma non è immediatamente evidente. 6,5
Mattia Tommasone
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Sum
“Nu me ‘mborta”
Self-released
L’assunto che Napoli sia la capitale della musica italiana trova riscontri da decenni e in questo lasso di tempo ha dimostrato di essere terra d’avanguardia per la contaminazione tra lingua e stili musicali apparentemente lontani. Il fenomeno Liberato, su cui noi per primi ci siamo spesi in maniera importante, i Nu Guinea, il rinascimento del “suono napoletano” targato Early Sound, Periodica, Napoli Segreta, sono solo alcune delle realtà all’ombra del Vesuvio a cui si aggiunge Sum che firma l’uscita del suo primo singolo sotto il beat di Larry Joule.
Voce soffiata su beat classico semplice e liriche che scivolano veloci. 7
Alessandro Montanaro
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Unknown Artist
“WLSLTD008”
Wilson Records
La Wilson Records della nostra vecchia conoscenza Fabio Monesi continua a non sbagliare un colpo: in questa uscita limitatissima e numerata a mano il sound croccante e raw del patron dell’etichetta si lascia andare ad atmosfere più rilassate e vicine alla disco, e siamo sicuri che con la bella stagione alle porte le quattro tracce di questo EP faranno sfracelli. 7
Mattia Tommasone
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Greg Gow
“Paradigm Shift EP”
Planet E
All’orecchio nulla di nuovo, per carità, ma questo Detroit touch in salsa palmette cocktail in riva al mare ci piace e funziona. 7
Matteo Cavicchia
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Special Request
“Vortex”
Houndstooth
Esce a fine maggio, a due anni di distanza dall’ultima fatica, il nuovo album firmato da Paul Woolford col meraviglioso moniker di Special Request, ancora una volta su Houndstooth. L’assaggio datoci fin qui, “SP4NN3R3D”, onestamente non vale l’opera…ma perché svelare subito tutte le carte? 7,5
Matteo Cavicchia
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Karenn
“Kind Of Green”
Voam
Quasi cinque anni dall’ultima uscita firmata dalla coppia Cayzer-Roberts e il tempo sembra non aver scalfito la propulsione prodotta dal duo britannico nel magma silente della techno post ’10. “Kind Of Green”, questo il titolo dell’EP, offre uno spaccato sinusoidale del trattamento hardware della materia dancefloor con traccianti psico-liminali come “Salz” e loop subacquei a velocità di crociera ridotta come “Newt”. Welcome back! 8
Alessandro Montanaro
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Peter Richard
“Walking In The Neon / Strange”
Full Time
Ennesima repress succosissima firmata dalla romana Full Time, che oggi rispolvera due lavori firmati Peter Richard davvero preziosi (prima metà degli anni Ottanta). In particolare “Walking In The Neon” sull’A-side, specie nella sua versione originale, è quello che i festival estivi bramano famelici: groove, melodie e presa a bene! 8
Matteo Cavicchia
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DJ Deep
“Raw Cuts Vol.1”
Deeply Rooted
Ruvido, graffiante e pieno zeppo di energia: DJ Deep c’ha messo un po’ prima di rilasciare nuovo materiale, ma l’attesa è stata ripagata e questo “Raw Cuts Vol.1” è un’EP solidissimo che ha in “Progression” (B1) la sua arma vincente. 8
Matteo Cavicchia
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Akufen
“My Blue House”
Quartet Series
Marc Leclair detiene un posto d’onore, mai al di sotto del secondo gradino, per gli amati della micro-house, un genere che ha sicuramente contribuito a forgiare con brani come “Deck The House” e al quale ha dato respiro con il moniker Horror Inc. in “My Blue House”, il producer canadese ritorna ad un uso basic dei glitch e delle svirgole che lo hanno reso celebre per quattro brani dal sapore profondamente deep. 7
Alessandro Montanaro
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Phoet
“Broken Simmetry”
Variables
Quello di Phoet è un debutto che da tempo non si vedeva nella galassia electro italiana, sempre troppa attenta all’oltremanica ed ai moloch teutonici oppure a progetti micragnosi incensati di aphexità, eppure EZRA è un nome che nella scena torinese ed italiana ha un peso specifico importante. Indossato il nuovo moniker, il producer di casa a San Salvario ha prodotto “Broken Symmetry”, un concept album che massimizza e introietta gli ascolti di un millenial nato a cavallo dei ’90, generando un mosaico intellegibile e vivido. Ci aspettiamo di vederlo in giro per i festival italiani ma forse tra due anni, si sa, siamo sempre in ritardo. 8,5
Alessandro Montanaro
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Amnesia Scanner & Bill Kouligalis
“Lexachast IV”
PAN
Quando D’Agostino chiese a Carmelo Bene : “Se lei non esiste, perché si tinge i capelli?” in una delle trasmissioni che ha segnato la genesi dell’attacco del panorama alto della cultura italiana, l’attore ebbe un’ impasse di cinque secondi (un’eternità per un soggetto alto-rispondente come Bene), una battuta d’arresto delle sue certezze ed una ricerca affannosa e furiosa nel buco nero delle proprie velleità, e se ci fosse stata una colonna sonora per quel momento sarebbe stata questa. Furia intima, acqua su piedi di un gigante d’argilla, nervi scoperti. 7,5
Alessandro Montanaro
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Plaid
“Maru/Recall”
Warp Records
O voi, vati dell’intellighienza elettronica, segnate la data del 7 giugno in rosso; i Plaid ritornano alle pubblicazioni con “Polymer” dopo tre anni di distanza da “The Digging Remedy”. La coppia britannica ci offre uno spaccato con questo split EP su quello che potrà essere l’album: ricerca e sperimentazione matematica in combo con il pathos caleidoscopico che l’elettronica porta in sè. 7
Alessandro Montanaro
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Bruno Belissimo
“Stargate Mixtape”
Vulcano Produzioni
Se la partenza è una definizione del tipo “la colonna sonora di un lungo piano sequenza in un B movie restaurato”, il rischio è quello di finire ben presto interdetti o, peggio ancora, sommersi dagli sbadigli. E invece “Stargate Mixtape”, il nuovo lavoro di Bruno Belissimo uscito a non più di un anno da “Ghetto Falsetto”, offre quella sostanziosa presa-a-bene a cui il produttore italo-canadese ci ha abituati col suo umorismo al limite del trash e le sue escursioni italo-disco. Coraggio, l’estate di Bruno Belissimo è alle porte, è tempo di indossare il vostro baffo vintage preferito! 7,5
Matteo Cavicchia