Monoposto
“Monoposto”
Elsewhere
Ve lo ricordate Touane? Beh, dovreste. Usciva a metà anni 2000 sulla Persona di Stewart Walker e faceva musica bellissima: cassa in quattro ma preziosa, piena di miniature e preziosità armoniche, e con una interazione tra analogico e digitale di qualità su-bli-me. Troppo bello per essere vero? Di sicuro troppo bello per essere di successo. Tant’è che s’è stufato, ha smesso a lungo con la musica. Ora, sottovoce, ritorna. Con un altro alias. Con meno ambizioni. Molte meno ambizioni. Ma con classe praticamente intatta. Ah: è italiano. 8
Damir Ivic
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MXXWLL
“Beats Vol. 1”
Self Released
Un misto tra G-Funk e hip hop all’ennesima potenza, sporco e pieno di groove. Arriva da Sydney l’artista che ha fatto impazzire mostri sacri come Snoop Dog e Jazzy Jeff. Album d’esordio in stile tape, con ventuno tracce, una meglio dell’altra. Imperdibile.
8
Fabio Macor
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Floating Points
“Ratio”
Pluto
Il perfetto incrocio tra “Nespole” e produzioni precedenti a “Elaenia”, come ad esempio “Nuits Sonores”. Floating Points mette ritmiche da club su crescendo ormai sempre più pinkfloydiani. Due anni al prossimo album, mi ha detto mesi fa; ma se questa è l’attesa… 9
Mirko Carera
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Raw Silver
“Microyoga w/ Spivak”
Honest Electronics
Parte dell’EP “Thanatos” registrato tra Amsterdam e Berlino che in un percorso idealizzato, dalla morte arriva alla rinascita spirituale con questo brano, otto minuti e rotti di dub techno rarefatta, evocativa, cupa e allo stesso tempo piena di speranza. Presuntuoso, ma di qualità. 7
Fabio Macor
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Clark
“Honey Badger”
Warp
L’ultima fatica di Clark su Warp porta in dono ai dj techno di tutto il mondo una traccia assolutamente immancabile: texture dinamica e complessa in un costante rimpallo tra kick cavernosi e riverberati sotto synth eterei quasi di senniana memoria. 8
Alessandro Montanaro
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A-Trak
“Believe (Kende remix)”
Fool’s Gold
Ottimo remix da “presa bene”. Classe 1998, Kende approda alla prestigiosa label Fool’s Gold proponendo una nuova versione di “Believe” del più famoso A-Trak, mantenendo l’acapella con le voci di Lil Yachty e Quavo e ricostruendone invece la parte musicale, ottenendone così un prodotto che ben miscela hip hop e trap. Unica pecca: Kende risulta molto (forse troppo) debitore delle tendenze oltreoceano. Pezzo comunque migliore dell’originale. 7
Francesca Bortoluzzi
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Will Smith
Get Lit
Westbrook
Allora capiamoci: fosse un pezzo fatto per il gusto del “lol” avrei ammesso di non capire questo sense of humour, però ecco, se è uno scherzo ci sta anche; il problema è che temo che “Get Lit” sia una cosa fatta molto, molto seriamente. E allora sarò serissimo anche io: è una traccia inaccettabile che non vale la pena ascoltare. 2
Mirko Carera
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SOPHIE
“It’s Ok To Cry”
Future Classic
Dopo un periodo di quasi silenzio in cui ha solo prodotto tracce per altri, SOPHIE torna a manifestarsi col proprio nome originale, ma con una nuova identità: a differenza di quando è uscito “Product”, ora ci mette la faccia, la voce e la femminilità – dato che pare che ora parli di sé al femminile. Il risultato è una messa a nudo (letteralmente) inattesa da parte di qualcuno che ha sempre tenuto all’anonimato e all’aspetto plasticoso. Una messa a nudo che ci ha spiazzati in positivo e fatti emozionare. Ricorda un po’ Arca, a tratti, ma senza il male di vivere. 8
Mattia Tommasone
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Rødhåd
“Anxious”
Dystopian
Se fosse un colore sarebbe sicuramente nero e, se fosse una sensazione, come d’altra parte recita il titolo, sarebbe sicuramente ansia. Il primo album di Mike Bierbach, in uscita sulla sua Dystopian il 20 ottobre, è un mix di colori e sensazioni cupe e introspettive. Un po’ da ascolto, un po’ da ballo, in certi momenti quasi pare fatto più “per dovere” che per piacere. Le sonorità che vanno dalla techno più dark alla dub più meditabonda lo rendono sicuramente un buon compito, forse però ci aspettavamo qualcosa di un po’ più “irriverente”. 6
Costanza Antoniella
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George FitzGerald
“Burns”
Double Six Records
George FitzGerald sceglie “Burns” per tornare alla ribalta dopo due anni di silenzio produttivo. Un patchwork di campioni vocali e synth ondeggianti affiancati da un beat facile e diretto fanno di questa traccia un passe-partout pronto a conquistare nuovi seguaci e riconquistare i molti fan delusi dal suo ultimo LP “Fading Love”. 7
Marco Del Sasso
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Giraffage
“Too Real”
Counter Records
Poco spazio per elencarvi, qui, tutti i generi da cui l’enfant prodige Giraffage ha preso spunto per questo suo nuovo LP. Se siete stufi dei vari Machinedrum, Kaytranada & Co. e avete voglia di “cose nuove” a cavallo tra synth-pop, R&B e dream-pop, questo è un lavoro che dovreste assolutamente prendere in considerazione. Giusto qualche suono fuori fuoco qua e là. Presto in Italia. 7,5
Marco Del Sasso
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Kllo
“Backwater”
Different Recordings
Un po’ Rudimental, un po’ Purity Ring, un po’ troppo di tutto. Un gran minestrone pop elettronico per questo duo di cugini australiani dal sapore insipido e spesso inconcludente. E’ un peccato perché in alcuni momenti le idee non mancherebbero, ma è davvero poca roba. 5
Mirko Carera
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Lindstrøm
“It’s Alright Between Us As It Is”
Feedelity Recordings
Per anni detrattori e critici della “nuova” disco (norvegese e non) ci hanno detto: “Troppa caciara, troppo divertimento, troppa spensieratezza”. Con oggi gli amanti del genere hanno un’arma in più a loro favore: Lindstrøm realizza il suo disco più introspettivo, volendo anche cupo. Crescendi ben assestati, cantato, pause, per mettere insieme il suo lavoro migliore. È bellissimo. 8,5
Mirko Carera
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Deniro
“Mendoza”
трип
Quadrato, compatto, solido: è il solito Deniro da Tape Records, Amsterdam, che col suo suono tanto elegante quanto ricco di energia parte alla conquista definitiva di quella трип su cui ha già fatto vedere di che pasta è fatto nel recente passato (ricordate gli out 002 e 008 ?). Ecco, “Mendoza” c’è piaciuto talmente a tal punto da farci ripescare senza esitazione sia “Atavism” che “The Penal Colony”… il consiglio è di fare altrettanto! 7+
Matteo Cavicchia