Sandro Cavazza
“So Much Better (SLVR remix)”
Ineffable Music / Universal Music
Un pezzo di per sé già riuscito, quello proposto da Sandro Cavazza, musicista svedese pupillo del connazionale Avicii; se però l’original risultasse per qualcuno troppo lento, ecco che SLVR direttamente da Nameless Records ne fa un remix. Che risulta forse perfino più efficace di quello partorito da Avicii, rendendo questa traccia per certi versi più fruibile sul dancefloor, mantenendone però quell’aria fresca da tramonto di fine estate. 7.5
Francesca Bortoluzzi
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Ectomorph
“Edge Of”
Dekmantel
Allontanarsi da casa significa smettere consuetudini ed abitudini e, in molti casi, è sinonimo di rinnovamento; ed è così evidentemente anche per BMG ed Erika Sherman, in arte Ectomorph. Lasciata la Interdimensional Transmission, il duo di Detroit sforna un singolo che sposa le casse deep dubbose che piacciono tanto agli europei, mentre la linea di synth electro è il trademark analogico che li distingue ancora nella affollata Motor City. Contemplativo. 7
Alessandro Montanaro
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Not Waving
“Good Luck”
Diagonal Records
Dopo l’eccellente “Animals” Alessio Natalizia torna a insinuarsi nelle nostre orecchie contaminandole per un bel po’ di tempo. Stavolta prova pure a farci muovere spalla e piede, riesumando il meglio dell’electroclash alla Felix da Housecat e alla Dj Hell: imponendogli talvolta la schizofrenia dei Prodigy di “Girls”, talvolta il rigore della minimal wave. 8
Giulia Matteagi
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N.E.R.D. & Rihanna
“Lemon”
N.E.R.D music
C’è da scommetterci: la canteranno tutti e soprattutto la balleranno tutti. Il ritorno dei N.E.R.D. con il supporto di Rihanna (non canta, fa molto di più) è dinamite potentissima. Beat che cambia almeno tre volte e quel “bouncin’ around” destinato a entrare da subito in testa. Fantasia, stile e divertimento, tra le tracce dell’anno. 9
Mirko Carera
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Jessie Ware
“Glasshouse”
PMR / Island Records
Il rischio, con Jessie Ware, era quello che diventasse un nome buono solo per featuring “blockbuster” e con prove invece appena interessanti per quanto riguardava la carriera in proprio. Questo fino a oggi: con “Glasshouse” Jessie tocca infatti nettamente il vertice più alto della sua giovane discografia. Un disco perfetto tra pop ed r’n’b, sussurrato, dolcissimo e ben cantato 8
Mirko Carera
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Bodyjack
“Special Request x Bodyjack – DEXT LIMITED 001”
DEXT Recordings
Disco letale come solo il miglior Paul Woolford, nei panni di Special Request, riesce a confezionare: la sua “Total Devastation Crew Mix” sul lato B, infatti, è la versione che preferiamo di questo EP a firma Bodyjack davvero energico e sostanzioso. UK Bass di pregevolissima fattura. 8,5
Matteo Cavicchia
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Azura
“Paraíso ’89”
World Building
Hunee ci sta distruggendo tutti i club in cui sta suonando in queste settimane, né più né meno. 9
Matteo Cavicchia
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Tricky feat. Mina Rose
“Running Wild (Dj Tennis remix)”
!K7
Sulla carta, se uno ci pensa, è una collaborazione che ha senso. I background sono (apparentemente) diversi, ma entrambi hanno fatto del piglio “moody” un loro marchio di fabbrica. Come funziona, qui? Anche bene. Nulla di esaltante o indimenticabile, ma suonato al momento giusto in pista – inizio o fine serata – è una traccia che avvolge. Manca di epicità o sordidità: avesse una delle due, sarebbe un capolavoro. Ma appunto, per ora va bene così. Perché grazia ed eleganza ci sono, un po’ di giusta tensione anche. 7
Damir Ivic
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Djrum
Broken Glass Arch EP
R&S Records
Ruvido, pulsante e nervoso al punto giusto: questo “Broken Glass Arch EP” è una combo micidiale tra Ilian Tape, Hessle Audio e R&S. Ma che bravo è Djrum? 9+
Matteo Cavicchia
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Jaxx Madicine
“Distant Classic”
Local Talk
Occhio: questo album è una perla. Ma una perla vera, nelle coordinate comprese tra house à la Vynehall, immaginari detrotiani, eleganze jazzy stile West London. Forse il suo potenziale difetto, paradossalmente, è di essere troppo pieno di tutte queste cose, per quanto belle e sviluppate benissimo: lavorando di sottrazione si otterrebbe magari ancora di più. Del resto però Jazz Madicine è un affare a tre (di casa nostra, tra l’altro, anche se la dimensione è ancora internazionale al 100%), e tre voci sono tante da far sentire in un progetto dancefloor oriented. Ad ogni modo, discone. 8,5
Damir Ivic
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Elia Perrone
“Flowers EP”
Jun’Ai
Svolta importante per una vecchia conoscenza di Soundwall: Elia Perrone (resident del Klang, boss di Unclear e metà del duo Easy To Remember) accantona buona parte dei progetti che l’hanno contraddistinto negli ultimi mesi e si mette in proprio con una nuova label, Jun’Ai – “amore puro”, in giapponese. Sonorità extra-dry di pregevolissima fattura come un buon sake di qualità… in fondo col sushi cosa ci berreste? 7,5
Matteo Cavicchia
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Coma_Cose
“Inverno Ticinese”
Asian Fake
Di tutto il dibattersi della musica “giovane” italiana attorno al grande, fashionissimo tema del “rendi pop l’hip hop” (un alveo bello largo e non sempre lindo che va da Fedez e J-Ax fino a Rkomi, passando per Carl Brave e Franco 126 o Ghali o Coez), questa è potenzialmente l’espressione più interessante in assoluto. Perché in quanto fanno California e Fausto Lama c’è una strana commistione di Battisti e Anti-Pop Consortium (ok, sbilanciato sul primo lato) che cattura l’attenzione. Buono questo EP, buoni i singoli usciti finora. Da tenere decisamente d’occhio. 7,5
Damir Ivic