Mika Vainio + Ryoji Ikeda + Alva Noto
“Live 2002”
NOTON
Il mito racconta che il 23 settembre 2002, nel Baltic Centre For Contemporary Art di Newcastle, i tre dei pagani dell’olimpo glitch si riunivano per una live session articolata in undici movimenti, che solo oggi diventa materia fisica accessibile a noi umani. Umanissima è la dedica “For Mika”, ultraterrena è la potenza di questo lavoro: tre maestri capaci di mantenere la propria – riconoscibile – individualità in un’esperienza musicale comune, libera e intransigente. 10
Viviana Gelardi
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Throwing Snow
“Trébucher”
Houndstooth
Gli album “Mosaic” ed “Embers” c’erano piaciuti parecchio (soprattutto il primo), così come c’aveva convinto il suo live al Sónar Festival nel 2016…Ross Tones torna su Houndstooth ed è un bel sentire. 7
Matteo Cavicchia
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Chris Carter
“Chris Carter’s Chemistry Lessons Volume 1”
Mute
Programmi radio anni ’60, folk inglese e filastrocche: queste le influenze (dichiarate) dietro “CCCL Vol. 1”, il primo album solista di Chris Carter dal 2000. Background bizzarro per un lavoro tutto teso ad esplorare il nuovo e i suoi limiti intrinseci ma nulla è bizzarro nelle mani di un autentico pioniere, che si definisce “musically dyslexic”: l’enorme peso musicale e culturale di Carter, nei Throbbing Gristle innanzitutto e poi da solista e nelle altre collaborazioni (prima fra tutte Chris & Cosey), non è roba da museo ma una viva ed inestimabile sorgente di idee, un inesauribile canale di indagine e sperimentazione (non solo) sonora sul rapporto fra uomo, macchina e società. 9
Viviana Gelardi
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L I M
“Higher Living”
La Tempesta
Cantautorato di classe superiore. E’ anche bello che in Italia tutta la galassia giornalisto-calcuttosa-carlofranco126ista stia mietendo successi ed esposizioni impensabili fino a due anni fa, anzi, è sicuramente bello, ma da queste parti faremo sempre e soprattutto il tifo per chi percorre anche sentieri interessanti ed atipici come suoni e creatività negli arrangiamenti. Con molta delicatezza – ma anche con molto gusto – L I M lo fa. Manca ancora il colpo che affonda, il brano che ti resta in testa e non ti molla più, ma questo mini EP rarefatto ed aereo è comunque qualità vera. 7,5
Damir Ivic
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тпсб
“Sekundenschlaf”
Blackest Ever Black
Un album fatto di mistero e avvolto nel mistero: autore ignoto e provenienza geografica sommariamente localizzata “da qualche parte”, vicino il confine tra Russia e Finlandia. La tundra artica potrebbe effettivamente essere lo scenario che ha ispirato questo intricato e affascinante album, che d’altro canto potrebbe anche essere un’opera di sound design commissionata da David Lynch. Sekundenschlaf è la traduzione tedesca di micro-sleep, episodio di transitoria e improvvisa perdita di coscienza e non responsività a stimoli esterni: quei microaddormentamenti che ci catapultano in un limbo tra sonno e veglia, tra sogno e realtà, senza che sia possibile opporre alcuna resistenza. Ed effettivamente non si può opporre alcuna resistenza o filtro razionale a questi trenta minuti di suggestioni oniriche e (apparente) improvvisazione, evoluzioni non lineari tra ambient e jungle, tra techno e field recording, tra pace idilliaca e profondo turbamento. 9
Viviana Gelardi
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Aleksi Perälä
“Paradox”
Trip
Release passata un po’ sotti silenzio (anche noi colpevoli in questo), ma notevolissima: Perälä è ormai un veteranissimo, storicamente legato alla Rephlex (l’etichetta di Aphex e Grant Wilson-Claridge) ma qua preso dalla Trip – la Kraviz evidentemente vuole levarsi sfizi (ed ha gusto, orecchio e conoscenza storica). Bene: negli ultimi anni Aleksi ha perfezionato un particolarissimo sistema armonico, chiamato Colundi, e qua lo usa dappertutto, creando arpeggi trancey che sembrano normali ma non lo sono, così come sembrano belli – e lo sono. Il tutto su solidi, semplici ed appropriati binari electro-tech-house, saggiamente senza strafare. Bello! Viaggioso! 8
Damir Ivic
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AD Bourke & ROTLA
“Raw”
Far Out
Adam Bourke e Mario Pierro (Raiders Of The Lost Arp, leggenda romana ma da tempo trapiantato in Svezia) uniscono le forze: il risultato sarà un album in uscita per la reverenda Far Out e questo antipasto, beh, è ottimo. Unico neo: tra original edit e versione di Ron Trent la differenza non è proprio enorme. Ma la traccia in sé è super, sospesa tra gli Azymuth, il disco boogie e lo spazio, suonando comunque contemporanea (e complessa, e intricata) al 100%. 7,5
Damir Ivic
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Bro Berri
“Back In The Days”
Se mi dicessero che “Back In The Days” è un prodotto italiano, non ci crederei. E invece è così: i fratelli Berretti, Enrico e Stefano hanno concepito un pezzo di respiro internazionale, che ha una forza attrattiva non scontata. A partire dal vocal, sino ad arrivare ai drop, tutto è ben calibrato e pensato, lasciando trapelare un attento studio di ciò che va per la maggiore oltreoceano. 7.5
Francesca Bortoluzzi
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Nicky Romero feat. Spyder
“PRTCL”
Protocol Recordings
Protocol Recordings, label fondata nel 2012 dall’ormai famosissimo producer olandese Nicky Romero, festeggia la centesima release con un pezzo proprio del suo deus ex machina, in collaborazione con Spyder. Uscita il 15 gennaio scorso, PRTCL è una di quelle tracce che vogliono essere a tutti i costi rappresentative e manifesto della propria appartenenza, ma che alla fine risultano davvero banalotte, soprattutto se si tiene conto del valore simbolico. 5
Francesca Bortoluzzi
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Luca Testa & Tom
“Balenciaga”
Panda Funk
Dopo “Go Down”, l’italiano Luca Testa è tornato sulla label di Deorro, Panda Funk, con “Balenciaga”, traccia caratterizzata da un sound sì “da dancefloor” ma anche da toni cupi. Se il pezzo del 2017 risultava ancora un po’ acerbo, ma allo stesso tempo offriva spunti interessanti, è con “Balenciaga” che il producer sembra essere arrivato a una completezza sonora ben precisa. 6.5
Francesca Bortoluzzi
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SDJM feat. Conor Maynard
“That Way”
Big Beat / Atlantic US
Dopo “The Heat”, traccia dal risultato travolgente su scala internazionale, ora è tempo per “I Want It That Way” (dei Backstreet Boys) di finire sotto i ferri di Simon De Jano e Madwill. Quella con Conor Maynard è una traccia che convince e che rimane coerente con le sonorità proposte precedentemente, sia in live che nelle produzioni, dal duo italiano. Senza dubbio uno dei pezzi che sentiremo di più sui palchi di molti festival (e che verrà apprezzato anche dai più nostalgici). Piccola nota: visto il potenziale, preferirei che SDJM osassero di più. 7
Francesca Bortoluzzi
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Daniel Avery
“Slow Fade EP”
Phantasy Sound
EP che precede il secondo album di Avery (“Song For Alpha”, in uscita ad aprile) e ne anticipa le atmosfere. Il focus del produttore britannico è tutto sull’esperienza estatica possibile in alcuni momenti, in alcuni club: “eyes closed as opposed to hands in the air” è la sua definizione di quegli istanti di introspezione e rapimento che il dancefloor può regalare. La musica non può quindi che virare verso fosche sonorità ambient, ninnananne drone e techno ipnotica e malinconica, colonna sonora di una città che scorre, all’alba, davanti degli occhi annebbiati, dietro il finestrino di un taxi. 8
Viviana Gelardi
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Bostro Pesopeo
“Cheer Up Ep”
Permanent Vacation
La Permanent Vacation è una delle etichette principali di quella che alcuni chiamano “indie-dance”, musica pensata per contesti a cavallo tra i club più tranquilli e gli ascolti più movimentati. Bostro Pesopeo è uno degli artisti storici dell’etichetta, e infatti si muove nella nicchia sonora in questione con l’esperienza di un marinaio di lungo corso: si sculetta il giusto, si scuote la testa il giusto, si sorride il giusto. 7
Mattia Tommasone
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Craig David
“The Time Is Now”
Insanity Records Limited
A un certo punto viene anche da chiedersi: perché? Perché continuare a rovistare, ravanare, “ricicciare” sul fondo di una carriera bella che finita e che nulla, davvero nulla ha più da dire. Craig David sbaglia COMPLETAMENTE il suo nuovo e, speriamo in tutti i sensi, ultimo disco. “The Time Is Now” è una paccottiglia inascoltabile partorita a Miami che chiede solo il diritto all’oblio sia per sé che per un artista da anni in crisi creativa, che tanto aveva detto nel panorama musicale inglese. Non fatevi male non ascoltatelo. 2
Mirko Carera
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Achille Lauro & Boss Doms
“Thoiry Rmx feat. Gemitaiz”
Mitraglia records
La trap è morta? Siete già pronti per la next big thing, che è, ovviamente, il suono etnico? A lanciare la sfida sono Achille Lauro e Boss Doms col supporto del compagno di viaggio televisivo Marcelo Burlon, uno che di solito ha l’occhio lungo, che la buttano su un suono un po’ samba un po’ kuduro che da queste parti apprezziamo da tempi non sospetti. Il commento al video “non chiudere le parole is the new non chiudere le rime” fa capire chiaramente che questa traccia ha tutto per gettare le basi di una nuova moda. 8
Mattia Tommasone
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Raiden feat. YURI
“Always Find You”
Protocol Recordings
Una produzione fresca quella che arriva dalle vie orientali di Raiden e YURI. Entrambi coreani, il producer e la cantante, leader del gruppo Girls’ Generation, hanno creato una traccia che forse non diventerà una pietra miliare della musica elettronica ma che è in perfetta linea con ciò che il pubblico di Protocol si aspetta da questi due baldi giovani. PS. C’è anche la versione coreana. 6.5
Francesca Bortoluzzi
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Ghali
“Cara Italia”
Sto Records
Come sempre, un Ghali impegnato fra immigrazione e italianità. Come sempre, una base che coniuga questi due lati dell’artista che sono quelli che, alla fine, ne fanno un’icona riconoscibile e unica. Peccato per l’insopportabile marchettata che non riesce a farmi ascoltare “Cara Italia” se non in abbinamento ad un noto operatore telefonico. 7
Francesca Bortoluzzi
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Crookers feat. Dargen D’Amico, Danti, Mace e Ckrono
“Animalier”
Pluggers
Un pezzo davvero fresh, un lavoro addirittura a dieci mani quello proposto da Crookers, Dargen D’Amico, Danti, Mace e Ckrono: gente che di musica ne sa e che ne ha masticata per anni. In “Animalier” ognuno ha portato se stesso, la propria storia, in tre minuti e dodici secondi di pura “presa bene”. Primo singolo estratto da “Crookers Mixtape: Quello Dopo, Quello Prima”, “Animalier” è in perfetta linea con ciò che va ora, senza dimenticare ciò che andava allora. 8
Francesca Bortoluzzi
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Souldynamic
“Addiction”
Excedo
Prendete la sensualissima e caldissima voce di Rich Medina e unitela al tocco unico che rende la musica dei Souldynamic davvero gustosa: ecco a voi “Addiction”, la seconda release della neonata Excedo. Il progetto sta prendendo forma, in attesa di vedere Luca Ciotoli e Stefano De Magistris in azione al Southport Weekender Festival il prossimo giugno! Bravi! 7,5
Matteo Cavicchia
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Tommy Cash
“Pussy Money Weed”
PC Music
Torna il rapper estone post sovietico di “Guez Whoz Bak” o “Winaloto”, uno che ha fatto dei video il suo cavallo di battaglia accostandoli a produzioni (mai troppo originali) cariche di rabbia verso l’Ex URSS, tracce più o meno buone dai risultati altalenanti. I video no, i video sono da sempre destabilizzanti come questo di “Pussy Money Weed”. Stereotipi contro realtà, una celebrazione estetica delle disabilità che ci lascia perplessi ma stupiti. 6
Marco Del Sasso