Non potevamo non dedicare un Carousel anche a Jazz:Re:Found. Un festival che portiamo nel cuore. Perché è fatto con passione, è fatto scegliendo una strada ben precisa e personale nel viaggio musicale, è fatto fregandosene sempre delle mode e dell’hype. Soprattutto, è fatto di gran musica. Per capirlo avete due strade: ascoltare quanto c’è in questo Carousel, farvi trovare a Torino in questo weekend, fino al 3 dicembre (qui il programma completo). Vi consigliamo, se potete, di prendere entrambe.
Napoli Centrale
“Mattanza”
Secondo disco del collettivo un po’ jazz-un po’ prog-un po’ funk- un po’ tutt’e cose messo in piedi dal “criaturo nato niro” James Senese.
La miscela è la stessa dell’esordio dell’anno prima: black music e musica popolare fuse insieme come se Forcella e Harlem fossero esattamente la stessa cosa, col santino del Miles Davis elettrico a fare da guida spirituale: “Corri sul groove e pensa a me!”. Contiene la traccia Sangue misto e sì è proprio quella che ha dato il nome a quel gruppo lì.
Emiliano Colasanti
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Indian Wells
“Where The World Ends”
Nell’ultimo paio d’anni sta emergendo una generazione di produttori italiani dal suono freschissimo, cosmopolita e internazionale, che infatti spesso riscuote più consensi oltre le Alpi che a casa propria: Indian Wells lo fa dal 2012, e con il terzo album porta a nuove vette il concetto di “ma veramente è italiano? Non l’avrei mai detto”. Arpeggi, melodie, strutture ritmiche, soluzioni sonore: a niente di tutto ciò riusciamo a dare una connotazione geografica precisa, è tutto semplicemente bellissimo.
Mattia Tommasone
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Casino Royale
“CRX”
Per dirlo con le parole di Alioscia: “È stato un suicidio, ma almeno lo abbiamo fatto con stile”, e anche se a vent’anni di distanza “CRX” è per tutti IL DISCO dei Casino Royale è vero che all’epoca della sua uscita fu un clamoroso insuccesso. Talmente clamoroso da finire per distruggere il gruppo che lo aveva creato. Era troppo avanti? Per una volta ci concediamo un po’ di retorica e ammettiamo tranquillamente di sì. Trip hop, drum ‘n’ bass, jungle, hip hop, soul… in “CRX”tutto convive alla perfezione. Con “Sanacore 1.9.9.5” può essere considerato il disco che ha inventato la musica “urbana” italiana. Peccato che poi abbiano seguito il loro esempio in pochi.
Emiliano Colasanti
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Roni Size
“New Forms”
Stile. Questo album è un capolavoro, ed è un capolavoro di stile. Stile nel tratteggiare la tensione urbana non facendo urlare i sintetizzatori ed inseguendo le classifiche come si fa oggi, no, ma riempiendo la musica urbana europea per eccellenza di vent’anni fa – la drum’n’bass – di invenzioni, di soluzioni di classe, di visioni immaginifiche, di citazioni colte. Riascoltato vent’anni dopo, ancora capolavoro supremo. E guardate che succede davvero a pochi dischi.
Damir Ivic
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Sultana
Titanic (Nicky Siano Rmx)
Nicky Siano è, in parole povere, uno di quelli senza i quali il djing come lo conosciamo noi non esisterebbe, uno dei patriarchi di quello che noi oggi facciamo tutti i weekend e che prima di lui e pochi altri, semplicemente, non c’era. E anche ora che potrebbe tranquillamente essere il padre, se non il nonno di molti dei presenti in sala, vederlo suonare è una lezione magistrale su come si racconta una storia, si diffondono sensazioni positive e si guidano i sentimenti di una pista “semplicemente” mettendo un disco in fila all’altro.
Mattia Tommasone
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Motor City Drum Ensemble
“Raw Cuts #3”
Il suo nome parla da solo. Danilo Plessow è un ensemble di tante, differenti, anime e correnti musicali che vivono dentro di lui con una forza bellissima e devastante. C’è l’anima house, quella raw e quella techno. L’anima disco, boogie, funk e soul. Dategli una console e Motor City Drum Ensemble vi rivolterà la serata come un calzino, portandovi in mondi fantastici e bellissimi, dove vige un solo credo: quello del groove autentico.
Ludovico Vassallo
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Bradley Zero
Melbourne Boiler Room dj set
Co-founder di Boiler Room, boss di Rhythm Section e della sua sorella minore International Black, è assolutamente uno dei DJ più cosmopoliti dell’attuale scena del clubbing inglese. Dentro ogni suo set c’è l’house più calda e organica che si porta dietro il funk, il soul e un immaginario musicale di primissimo livello: tutto amalgamato con un’eleganza d’altri tempi. Ballare per credere.
Ludovico Vassallo
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Goldie
“Timeless”
Tensione e cuore. Rabbia e lacrime. E la pressione, pressione, tanta pressione, una pressione emotiva ferocissima, cattiva, drammatica. “Timeless” ha rivoluzionato la vita di molta gente. Vi auguriamo davvero voi siate fra essa: noi lo siamo, ed è ancora oggi qualcosa di indelebile, emozionante. La drum’n’bass portata alle vette più visionarie ed ambiziose. Violenza e genio. Uno dei dischi più belli di tutti i tempi, stop.
Damir Ivic
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Tama Sumo & Prosumer
Brothers, Sisters
Resident al Panorama Bar/Berghain dal 2004, Tama Sumo è senza dubbio una delle punte di diamante dello scenario musicale tedesco. Partendo dall’house e arrivando alla techno, ma passando fra disco e afrobeat, le sonorità presentate dall’artista risultano ben ponderate, ottenendo così dinamismo e ricercatezza. Fra dischi dalla qualità indiscutibile e indubbia maestria tecnica, Tama Sumo è una di quegli artisti che hanno tanto da dire, facendo dialogare con se stessi il pubblico.
Francesca Bortoluzzi
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Capofortuna
“Smell Of Flute”
Rame, aka uno dei tre Pastaboys, non avrebbe bisogno di troppe presentazioni. Dj della madonna, ma soprattutto appassionato vero di musica: di quelli che scelgono per gusto e passione e conoscenza, non per calcolo. Qui la scelta è unire le forze col talentuosissimo Ricky Cardelli dei Funk Rimini e tirare fuori un progetto che, se il mondo è un posto giusto e se loro sono produttivi quanto necessario, può diventare una delle sorprese del 2018. Ma già questa “Smell Of Flute” ha girato parecchio, quest’anno. Come doveroso che sia.
Damir Ivic