Questo venerdì abbiamo deciso di dare vita ad un Carousel molto speciale: con alle porte l’inizio di Linecheck, abbiamo deciso di concentrarci sulla line up offerta dalla parte musicale del festival milanese (che, lo ricordiamo, è anche molto altro). Se volete assaporare in un giro di giostra su cosa vi aspetta live tra il 21 e 26 novembre sotto la Madonnina, forse siete finiti nel posto giusto.
Kokoko!
“Tokoliana”
Ici
Tracciate una linea che parte da “Soul Makossa” di Manu Dibango e arriva a “Shake Your Body” dei fratelli Jackson. Proseguite nella stessa direzione per qualche decennio ancora. Fatto? Se non siete arrivati a “Tokoliana” significa che vivete in un universo parallelo.
Giulia Matteagi
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James Holden
“Renata”
Border Community
Singolo di un album di indubbia qualità, Renata è la navicella con cui Holden riesce, ai limiti della trance acustica, a dar vita ad un viaggio tra synth oscillanti e colpi di tamburo, i quali diventano buchi neri, galassie inesplorate, luoghi da cui un climax ascendente di toni tenta di trascinarti lontano fino alla via di uscita. Da immergercisi dentro.
Francesca Pugliese
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Yombe
“Tonight”
Carosello Records
Matura e policromatica, “Tonight” sembra riassumere a pieno ciò che gli Yombe ci avevano già proposto con l’EP del 2016. Le reminiscenze pop di Flume e dei Disclosure vengono ben assorbite e superate, regalandoci così ritmi caldi e atmosfere avvolgenti, favorite da un’alternanza ben pensata di pieni e vuoti e dal vocal dalla personalità seducente. Con il richiamo a sonorità tribali calate nel contemporaneo, gli Yombe sono la risposta italiana a una tendenza electro-soul dal respiro internazionale.
Francesca Bortoluzzi
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Telefon Tel Aviv
“When It Happens, It Moves By Itself”
Hefty
Per chi vi scrive, uno dei brani più belli mai registrati nella storia della musica elettronica, stop. Perché è espressivo (una malinconia dolcissima e maledetta), complesso (negli arrangiamenti dall’orchestrale al glitch, nella struttura), coraggioso (non imita nessuna corrente sonora che andava per la maggiore in quei tempi). Oggi entusiasmi e patenti genialità sono distribuiti molto facilmente, troppo; bene, prendo sul serio solo chi riesce ad arrivare al livello di questa traccia qui.
Damir Ivic
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LNDFK
“Tell Me Why”
Feelin Music
Ascoltatelo, ‘sto pezzo. E’ uno scrigno di meraviglie. Nella progressione armonica – per niente banale. Nella costruzione della materia sonora – creativa, giocosa. Nel ricamo melodico – compostissimo, di classe. Uno delle tracce r’n’b più belle ci sia capitato di sentire da tempo a questa parte. Quando poi scopri che è roba di casa nostra, quasi non ci credi. Non c’è l’hype di Liberato, zero proprio, non c’è il “furbo” cantato napoletano (anche se c’è molta Napoli in questo progetto), ma la qualità è simile.
Damir Ivic
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Thundercat
“Drunk”
Brainfeeder
Il terzo LP di Thundercat è la conferma di un talento fuori dall’ordinario. Esce, come di consueto, per la Brainfeeder di Flying Lotus e gioca la carta delle collaborazioni di lusso (Kamasi Washington, Kendrick Lamar, Pharrell Williams, Wiz Khalifa, Michael McDonald e Kenny Loggins) pur rimanendo qualcosa di assolutamente aderente alla personale visione soul-funk del bassista americano. Ventitré pezzi che paiono registrati in presa diretta in un’unica jam-session “ubriaca” tra malinconia e qui&ora musicale.
Maurizio Narciso
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Little Dragon
“Twice”
Peacefrog Records
Brano di apertura di “Little Dragon”, primo album dell’omonimo gruppo uscito nel 2007 su Peacefrog Records, “Twice” mette in risalto tutta la sensualità della voce di Yukimi Nagano. Dolce e potente al tempo stesso, il giro di piano che accompagna il cantato è paragonabile ad una poesia ipnotica. Fatevi del bene: spegnete la luce, accendete un paio di candele e lasciatevi cullare dalla bellezza di questo pezzo.
Costanza Antoniella
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Jacques
“Tout Est Magnifique”
Pain Surprises
È difficile cercare di racchiudere in una traccia sola l’esperienza mistica di un live di Jacques, in cui suona e campiona letteralmente qualunque cosa e la trasforma in un’arma di distruzione di dancefloor, ma “Tout Est Magnifique” e il suo buffo video ci riescono: è una traccia interessantissima di per sé, che si lascia ascoltare più che volentieri, ma quando si realizza che i suoni che la compongono sono quelli di oggetti “qualunque” si inizia a intuire che figata possa essere vedere Jacques fare la stessa cosa dal vivo.
Mattia Tommasone
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MC Bin Laden
“Bololo Haha”
KL Produtora
Si fa sempre un po’ fatica a capire quanto prendere sul serio i nuovi fenomeni hip hop, e MC Bin Laden non fa differenza, già a partire dal nome per proseguire col titolo di “Bololo Haha”: basta sentire anche solo un minuto del suo flow su un beat devastante che unisce cumbia e bassate profondissime, però, per capire che qui non si scherza affatto.
Mattia Tommasone
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Freddie Gibbs
You Only Live 2wice
ESGN/Empire
Il terzo disco di Freddie Gibbs è quello della resurrezione dopo un periodo davvero cupo culminato con un arresto, l’accusa di stupro e la successiva assoluzione. “You Only Live 2wice” è un album ricco di simbolismi, il suono di una rinascita personale e, soprattutto, musicale. Lo stile di Gibbs è quello di sempre: flow e timbro impeccabile, liriche mai scontate e un gusto per le produzioni che mette in fila il meglio del meglio. A produrre il tutto c’è Speakerbomb insieme a gente come Kaytranada, i BADBADNOTOGOOD, Dupri, e Blair Norf. Uno dei dischi rap più importanti del 2017.
Emiliano Colasanti
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Sevdaliza
“ISON”
Twisted Elegance
La voce esotica e profonda ricorda quella di Sade. I ritmi spezzati e sensuali, insieme con le parti parlate, rimandano alla Janet Jackson di “The Velvet Rope” (non ha caso il nome della sua etichetta è Twisted Elegance). Sevdaliza è un’artista con tanto, tantissimo da dire e il suo debutto sulla lunga distanza è un viaggio tra arte e coscienza, tra trip-hop ed elettronica, tra il meraviglioso e il sublime.
Giulia Matteagi
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Moses Sumney
“Aromanticism”
Jagjaguwar
Tra Bon Iver e Thom Yorke, voce black in falsetto e impostazione folk, sussurri d’amore tra amanti e amati, Moses Sumney è il nome nuovo e molto molto cool di questo 2017. Il suo disco d’esordio stupisce per pacatezza e sentimentalismo, tanto da suonare perfetto per una serata di attrazione e seduzione. Tra i dischi dell’anno e magari pure dei prossimi anni, praticamente imperdibile.
Mirko Carera
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Calibro 35
“Calibro35”
Cinedelic Records
Qui vi voglio! Come descrivere una delle migliori band italiane attualmente in circolazione? Facciamo così: prendete i poliziotteschi di Maurizio Merli, belle donne, lampade a bolle e tutto l’immaginario italiano e cinematografico 70’s, coniate il termine “Ligera Funk” -Ligera è il nome della vecchia mala milanese- et voilà i Calibro 35. Questo è l’esordio fatto di cover prese dalle colonne sonore proprio dai poliziotteschi. Da qui in poi non hanno mai sbagliato un disco.
Mirko Carera