Finalmente, rispetto agli ultimi anni, il 2015 è stato un anno piuttosto vario, anche (ma non solo) sul versante dei remix: ci sono stati diversi picchi di creatività in cui alcuni dei nostri artisti preferiti hanno infuso letteralmente nuova vita a tracce che già apprezzavamo o che normalmente avremmo ignorato.
Di seguito vi presentiamo una selezione, con nessuna pretesa di completezza e rigorosamente in ordine sparso, di alcuni dei remix che abbiamo apprezzato maggiormente nel corso dell’anno.
Jamie xx
Loud Places (John Talabot’s Loud Synths Reconstruction)
Il trattamento del sempre valido John Talabot su una delle tracce più “da ascolto” dell’album di Jamie xx ne mantiene i vocal ma cambia completamente l’atmosfera, trasformando “Loud Places” in un anthem da club lento, suadente e ipnotico come solo l’artista spagnolo sa essere.
The Chemical Brothers
Go (Special Request Warehouse Remix)
Paul Woolford è praticamente riuscito a remixare la propria intera carriera, reinventandosi una nuova vita come Special Request, e il suo Warehouse Remix per la hit estiva dei fratelli chimici è un’ottima summa del suo nuovo suono: percussioni spezzate e suoni che ricordano i rave inglesi dei primi anni ’90, che combinate con il flow devastante di Q-tip danno vita a una miscela letteralmente esplosiva che non fa rimpiangere l’assenza della linea di basso della versione originale.
Insanlar
Kime Ne (Ricardo Villalobos Remix)
A un ascolto poco attento è “solo” il solito remix di Ricardo da più di quindici minuti di delirio e malattia mentale, ma se ci si sofferma un attimo a considerare la pulizia e la cura con cui ogni suono è esattamente al posto giusto e letteralmente scolpito alla perfezione si riesce a intuire come, ancora una volta, il cileno sia in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca, come è successo questa volta con i suoni arabeggianti della traccia originale.
Populous
Dead Sea (Indian Wells Rmx)
L’album di Populous è stato senza dubbio uno degli highlight della scena italiana, ma è il remix di Indian Wells per “Dead Sea” la traccia in grado di raccogliere i consensi più vasti, dato che funziona ugualmente bene sia per ascoltatori più attenti che sui dancefloor più incandescenti.