Analogue Cops sono un duo italiano, Lucretio e Marieu, dj e produttori tra i più affermati nel circuito underground europeo e non solo. Padovani di nascita e berlinesi di adozione, sono vinilisti accaniti ossessionati dalle macchine e da tutto ciò che è analogico. La loro label Restoration è una delle più in voga tra gli addetti ai lavori e i loro pezzi sono suonati abitualmente da dj del calibro di Tama Sumo, Marcell Dettmann, Steffi, Nina Kraviz, Ben Klock, Rick Wade e Ricardo Villalobos. Attraverso i loro dj set potrete intraprendere un viaggio che parte dall’House di Chicago e arriva alla Techno Detroit toccando tutti i lati nascosti della musica elettronica. Una chicca per le vostre orecchie.
Ciao ragazzi, come nasce il progetto Analogue Cops?
Veniamo dallo stesso paese, vicino a Padova, in principio non frequentavamo gli stessi ambienti, poi quando mi son trasferito (Marieu) a Barcelona ho trovato casualmente una stanza da Domenico (Lucretio). Quando si è spostato a Berlino ho deciso di seguirlo visto che la città offriva più possibilità; siamo andati a vivere assieme nella casa di De La Calle dove c’era un piccolo studio che abbiamo implementato con le nostre macchine e proprio qui abbiamo iniziato a produrre.
Il nome Analogue Cops sta ad indicare la vostra propensione per l’analogico, qual è stata la prima macchina comprata e perché proprio l’analogico?
La prima macchina l’ho comprata (Lucretio) quando ancora non facevo il dj, era una Korg Electribe, nel 2001, sentendo i dischi degli altri ho deciso di produrre anche io con le macchine e non col computer. È che se tu sei abituato a sentire la vecchia house e la vecchia techno, musica fatta in un certo modo, con determinati suoni, quando senti i dischi nuovi, tutti in digitale e li paragoni a quei dischi, tipo quelli di Jeff Mills, capisci che se vuoi ottenere determinati risultati di suono l’analogico è l’unica via possibile.
Quali sono stati gli artisti che più vi hanno influenzato e portato a questa decisione?
Sicuramente Jeff MIlls e Robert Hood, poi in realtà è un percorso chiaro che parte dalla Chicago House, l’house New Jersey, Masters At Work, la disco, Larry Levan, Ron Hardy, Ron Trent, Frankie Knuckless, Blaze, per arrivare a Detroit, Birmingham e la UK Garage, Berlino e il Tresor.
Esiste un collegamento tra Detroit e Berlino?
Beh la gente di Hard Wax e il Tresor hanno spinto molto questo genere a Berlino, i primi essendo affascinati dalla musica proveniente da oltreoceano hanno diffuso cultura in città, mentre il Tresor, se lasciamo perdere l’Inghilterra ed una prima ondata più commerciale, è stato il primo club in Europa a portare certi ospiti da Detroit; ecco perché Berlino oggi è il centro della techno in Europa.
E perché voi avete scelto proprio Berlino?
Sicuramente per il cheap way of life, e poi certo, anche Londra ha un ottimo movimento, ma quello di Berlino è più techno e noi sicuramente ci ritroviamo di più in questa città.
Come nasce il progetto Restoration?
La label Restoration nasce nel 2007 per “restaurare” la situazione…
In che senso?
Nel senso che si era persa la retta via, cioè, si è persa. È un ritorno al passato, non copiare il passato, ma cercare di riportare la supremazia di certi prodotti, una volta un disco doveva suonare al massimo per superare la concorrenza, così la qualità è andata via via peggiorando, noi pensiamo che l’obiettivo sia quello di fare musica di un certo livello e appunto “restaurare” la supremazia dei prodotti analogici… la musica è per tutti ma non tutti possono fare musica, cioè tutti possono scrivere su di un foglio, ma non tutti possono scrivere la Divina Commedia.
Per quanto riguarda i “club” cosa preferite? Suonare in live o in dj-set?
Per quanto ci riguarda preferiamo il dj-set, ti da più possibilità di esprimerti, cioè, il live ti fa esprimere la tua musica e puoi entusiasmare la gente però è sempre un’ora ed è un lavoro fatto in casa e portato in giro, è sempre abbastanza statico, puoi cambiarlo ma il materiale che hai nelle macchine è quello alla fine, per non parlare dei rischi, alla fine porti in giro le macchine che hai in studio, devi andare sempre a fare il soundcheck e devi sempre stare attento a ciò che succede vicino all’apparecchiatura…
Però io vi ho sentito in live e devo dire che mi è piaciuto molto, l’ho reputato superiore ad altri…
Certo il nostro è solo hardware! In fondo noi siamo contenti di fare il live ma non vorremmo farlo sempre, ci vuole anche la possibilità di esprimersi come dj.
E a chi vi ispirate per il live set?
Una volta ci capitò di vedere un video di Dave Clarke e ne siamo rimasti molto stupiti, però in passato era facile trovare degli ottimi live, Richie Hawtin, Scan 7, Octave One, mixer analogico, mpc, korg, ms2000… Fino al 2003/2004 anche se andavi a sentire gli Alter Ego potevi sentire un ottimo live.
E chi vi ha ispirato nel dj set?
Sicuramente tutti gli americani, loro hanno una maniera differente di mixare, si mixa con i bassi su, il passaggio si deve sentire, non deve essere mascherato, uno stile più agguerrito.
Chi è stato o chi è il miglior dj in circolazione?
Al momento Theo Parrish, seguito da Jeff Mills se suona con i vinili, anche Robert Hood e James Pennington aka Suburban Knight…ci siamo sempre divertiti quando suonano.
E Italiano?
Sicuramente Baldelli!
E per quanto riguarda i produttori? Chi è il migliore di sempre?
Drexciya e Jeff Mills a pari merito, poi Underground Resistance, Theo Parrish, Green Velvet, Masters At Work, Joey Negro; le produzioni del passato alla fine eran sempre da paura!
E Italiano?
Ra.h della Morphine che però è libanese, Stefano aka Ksoul, Volcov aka iSoul8 della Archive, Riccio, che alla fine sono produttori che in Italia purtroppo non ricevono il giusto merito.
Cosa ne pensate del digitale? Sia come produzione che come mercato.
Noi non siamo contrari alle produzioni digitali, siamo contrari all’abuso, il digitale NON sostituisce assolutamente l’analogico, puoi usare certi VST etc. però il suono necessita di uscire da una macchina, prova ad ascoltare il nostro remix di Moodymann uscito come Appointment (Analogue Cops + Live Jam aka EMG + John Swing) e poi mi dirai. Per quanto riguarda il mercato digitale, per noi le etichette digitali non esistono, non le consideriamo etichette, se qualcuno poi pensa il contrario è la sua idea.
Il mercato in digitale può esserci per quei paesi dove l’accessibilità in vinile è limitata, tipo il Sud America, io comprendo che li ci sia bisogno del digitale. Non comprendo però lo spendere 2.50 per una traccia, se vuoi un album da 4 tracce lo paghi 10 ed è più di un vinile che alla fine costa 8 euro.
Comunque crediamo che nei paesi del primo mondo non si possa suonare in digitale, la gente deve dedicare del tempo, ascoltare i vinili e selezionarli, non avere 4000 file che non conoscono.
Pensate che stia diventando tutto uno Show Business?
Crediamo che ci sia stato qualcuno che ha creato uno show business; quando tutti stavano bene, qualcuno ha voluto di più finendo a rovinare un po la situazione, un po’ come succede con i politici in Italia.
Come fare per recuperare la cultura musicale underground in Italia?
Bisogna far capire alla gente che ci vuole tempo per ascoltare un disco, la musica va ascoltata col miglior mezzo, il vinile, nelle migliori condizioni possibili, il tuo amplificatore e le tue casse e bisogna dedicarci il giusto tempo, quando vai in discoteca ci vogliono un buon impianto, un buon mixer e dei dj che suonino coi vinili.
Scegliete un disco a testa dalla borsa se ci riuscite…
Drexciya – Neptune’s Lair su Tresor e Jeff Mills Divine Ep su Purpose Maker
Cosa ne pensate di Soundwall?
Sicuramente è un ottimo mezzo-portale che permette a dj/produttori di poter comunicare il proprio messaggio e un utile strumento di conoscenza per tutti gli ascoltatori e appassionati di musica elettronica, il numero uno in Italia!
Un saluto per i lettori di Soundwall…
Ascoltate e suonate sempre vinili, ciao a tutti!
English Version:
How did the Analouge Cops project come to life?
We both come from the same town, near Padova. We didn’t hang out in the same places, but when I (Marieu) moved to Barcelona, I found by chance a room at Domenico’s (Lucretio). When he moved to Belrin I decided to follow him, as the city gives more opportunities; we went to live together in De La Calles house where there was a little studio that we implemented with our machinery and right there we started producing.
The name Analgoue Cops indicates your inclination for analogical machines, what did you buy as a first, and why analog?
The first machine I (Lucretio) bought was a Korg Electribe, in 2001, when I wasn’t a dj yet; listening to other people’s records I decided to produce with machines like them, and not by computer. Fact is that when you’re used to listening to old school house music or techno – made in a certain way, with its own kind of sounds – and then you hear new records, digital ones, and try to compare them to, for istance, Jeff Mills ones, you realise that analogic is the only way to get those results.
Who are the artists that most influenced you and led you to this decision?
First of all Jeff Mills, no doubt, and Robert Hood, but it actually is a clear path that starts from Chicago House, New Jersey house, Masters at Work, disco, Larry Levan, Ron Hardy, Ron Trent, Frankie Knuckless, Blaze, then Detroit, Birmingham and UK Garage, Berlin, the Tresor.
Is there some connection between Detroit and Berlin?
Well people from Hard Wax and the Tresor did push this genre in Berlin, being the first fascinated by transatlantic music they spread this culture through the city, whereas Tresor, if we don’t consider England and a first more commercial wave, was the first european club to bring here guests from Detroit; thats why Berlin is the centre of european techno.
And why did you guys choose Berlin?
Surely because of the cheap way of life, and then, of course London as well has a great groove, but Berlin’s one’s more techno and we do find ourselves more at home here.
How was the Restoration project born?
The Restoration label was born in 2007 to “restore” the situation.
What do you mean?
The high way was lost. It’s a comeback, not a copy from the past, but an effort to bring back the supremacy of a certain kind of products. Once a record had to be played at a higher volume to beat the competitors, but then quality got lost in the process. We think our goal should be to produce music of a certain level, precisely bringing back the analogical product’s supremacy… music is for everybody but not everybody can make music: anybody can write but not all can write the Divine Commedy.
And as far as it concerns clubs, what’s your taste? Playing live or dj-sets?
We would rather dj-set, as it gives you more chance to express yourself, I mean, live experience allows you to give away your music and enthuse people, but it’s always just an hour of time, and it’s homemade stuff brought around, always rather statical, you can change it someways but in the end its what you have in your machinery, you necessarily have to soundcheck and to pay extreme attention to what’s going on around your equipment.
But I did attend on of your live and I must say I did like it, I found it better than many others…
Of course! Ours is only hardware! We are happy of performing live, but we wouldn’t love doing it always, we do need the chance to express ourselves also as djs.
And who inspires you in dj sets?
All the americans for sure, they have a different manner of mixing, with high low frequencies. One must hear the mix, it shouldn’t be hidden, it’s a more aggressive style.
Who is or has been the best dj around?
At the moment i think Theo Parrish is. After him there’s Jeff Mills when playing vinyl records, also Robert Hood and James Pennington aka Suburban Knight..we always had lots of fun when they played.
How about Italian djs?
Baldelli for sure!
How about producers? Who do you think is the best ever?
Drexciya and Jeff Mills are even, then there’s Underground Resistance, Theo Parrish, Green Velvet, Masters at Work, Joey Negro, actually old productions were always cool!
And in Italy?
Ra.h from Morphine, but he’s libanese. Stefano aka Ksoul, Volvoc aka iSoul8 from Archive, Riccio. But unfortunately these are the producers that in Italy don’t get credit enough.
What’s your opinion regarding digital, both as production and as a market?
We are not against digital production, we are against the abuse, digital can’t replace analog: you can use some VSTs etc, but the sound needs to come out from a machine: try listen our remix of Moodymann, which came out as Appointment (Analogue Corps +Live Jam aka EMG + John Swing) and then come back and tell me. As far as it concerns the market, those labels don’t exist to us, we don’t really see them as proper labels, but it’s a matter of opinions. The digital market has a reason to exist where access to vinyl is limited, like South America for istance, thats an understandable need. But I do not understand spending 2.50 euro for a track: if you want a 4track album you pay it 10 and it’s more than a vinyl that costs eventually 8.
Anyways we believe that in first world countries digital shouldn’t be played, people must spend time, listen to vinyl records, select them instead of having 4000 random files.
Do you think it’s all becoming a show business?
We think that someone build some show business around it; when everybody was ok someone wanted more, and ended up ruining it all, just as it happened in italian politics.
Is there a way to restore underground music culture in Italy?
The message that it takes time to listen to a record needs to pass through, music must be listened with the best equipment, vinyl, in the best conditions, your amplifier and speakers, taking your time. In a club a good plant, a good mixer and djs playing vinyls.
Choose a record each from that bag if you manage to
Drexciya Neptune’s Lair on Tresor, and Jeff Mills Divine EP on Purpose Maker.
What do you think about Soundwall?
It surely is a great mean/portal that allows djs and producers to communicate their message, and an opportunity to get to know more for listeners and electronic music lovers, it’s italian number one!
A greeting to Soundwall’s readers?
Go listen and play always vinyl records! Ciao to everybody!