Quando andiamo alla scoperta di un’artista cerchiamo sempre di categorizzarlo affibbiandogli un etichetta. House, Techno. Minimal, Trance e la lista potrebbe continuare a lungo, tanto a lungo tante sono le sfumature che compongono l’arcobaleno musicale. Queste etichette,però, più che aiutare spesso ci fanno perdere di vista molte delle caratteristiche peculiari di chi stiamo parlando, particolarità che spesso è impossibile identificare chiaramente con un’etichetta. Questo è proprio il caso di Danny Howells, artista che nella sua carriera ultraventennale ha saputo infischiaresene di categorie, stili e schemi, creando un modo tutto suo di intendere la musica. Un sound che racchiude elementi di progressive, house, tribal, trance e molto altro ancora, accostamenti brillanti, che non disdegnano anche un po’ di bizzarria. Apparso su etichette importanti come Renassance, Yoshitoshi, Strictly Rhythm, Bedrock e molto altro ancora, negli ultimi anni si è dedicato particolarmente alla sua label personale, la Dig Deeper, con al quale è pronto a far uscire il suo nuovo album Phase One. Per l’occasione abbiamo pensato di far due chiacchiere con Danny, per scoprire qualcosa in più su di lui e sul suo nuovo album.
Ciao Danny, benvenuto su Soundwall.
Iniziamo quest’intervista parlando un po’ di te, come hai iniziato? Quali sono state le influenze che ti hanno spinto ad entrare nel mondo della musica?
Tutto è iniziato nei primi anni ’90. Mi piaceva la “scena rave”, comprai l’attrezzatura e spesi tutto il mio tempo libero a fare mix-tape. I miei primi soggiorni al Bedrock e al The Crypt (Hastings) avvennero principalmente per le mie demo. Mi sono affacciato alla scena musicale sin da bambino, in pratica fin da quando ero abbastanza grande da premere il tasto pause, ma dai 19/20 anni, ovvero da quando ebbi la possibilità di sentire Djs quali Grooverider, Weatherall eccettera, quello è stato il momento in cui decisi di comprarmi due giradischi.
Sei un artista eclettico che ha saputo costruirsi un proprio stile, puoi parlarci un po’ del tuo sound e della tua idea di musica?
Questo è un grande cliche, ma davvero, amo tutti i tipi di musica e sempre lo farò. L’unico stile che posso dire di non apprezzare è quello house commerciale/trance/pop. Amavo il pop da ragazzo, ma erano cose tipo Bowe, T.Rex eccetera. A mano a mano che il mio stile si evolveva ho cercato di rimanere sempre lo stesso, ovvero non soffermarmi su un genere,ma continuare a suonare quello che mi eccitava di più.
Nella tua carriera produzioni, remix e collaborazioni con moltissime etichette. C’è qualcosa che ricordi in modo particolare o di cui vai particolarmente fiero?
Tutto quello che ho fatto è stato importante per me, dai primi remix o compilation alle cose più recenti. Ci sono cose di cui vado fiero di aver fatto, ma che comunque non ascolterò mai più! Sono molto orgoglioso del nuovo album, come se fosse la prima volta che facessi una cosa del genere sulla mia label, un qualcosa a cui hanno contribuito artisti che ammiro veramente e che si son dimostrati molto coinvolti nella collaborazione con la label.
Negli ultimi anni ti sei concentrato molto sulla tua etichetta, la Dig Deeper, puoi parlarci un po’ di questo progetto, come è nato, come e come si sta evolvendo?
Tutto è nato come un modo per rilasciare la mia musica. Ho avuto un periodo molto prolifico in fatto di produzione e non sapevo come distribuirla tra le varie etichette eccetera, così venne naturale e molto divertente farlo su una mia etichetta. In passato avevo istituito una ClubNight chiamata Dig Deeper dove suonavo di tutto, dalla downtempo alla deep house, passando per la techno, insomma tutto quello che mi piaceva, così quando lanciai l’etichetta volevo riflettere la stessa politica adottata nella clubnight.
A proposito di Dig Deeper sappiamo che sta per uscire il tuo nuovo album, Phase One. Qual’è l’idea che sta dietro a questo album?
Iniziai a ricevere della musica straordinaria da vari artisti e inizialmente volevo fare dei singoli, ma la cosa andò avanti, ricevendo anche dei remix e quindi venne naturale creare una compilation.
E qualcosa a riguardo l’interno dell’album? Cosa possiamo trovarci?
Ci sono più di 40 tracce, mie, di altri artisti e remix di Vadim Yershov, Alex Dolby e Giorgio Roma, Russ Gabriel, Benny Rodrigues, Deetron, Dave Angel, Total Science eccetera. Da queste ne ho prese 18 per il mixato, ho cercato di prendere praticamente tutti gli artisti coinvolti, toccando tutti gli stili e facendo emergere in che modo tutti gli artisti hanno contribuito.
Molti nomi all’interno del tuo album, come mai la scelta di così tante collaborazioni?
Bhe, sono tutte tracce firmate Dig Deeper. A volte mi sono state inviate, a volte sono stato io ad approcciarmi con gli artisti, ma la cosa che sta alla base è il fatto che in poco tempo si era formata così tanta buona musica che è stato naturale che si formasse una compilation e non solo dei singoli.
Sappiamo anche che sei proprio nel bel mezzo del tuo tour, un viaggio che ti ha portato a girare praticamente tutto il mondo e che ora ti vede pronto per la tappa americana. Come sta procedendo?
Molto bene, grazie! Sono stato in Sud America, dove è stato fantastico, in Europa e ora sono in America, pronto per la tappa di Miami. Ci sono ancora date in Europa, Australia e un grande tour in Nord America…penso quindi che la fornitura mondiale di Red Bull diminuirà rapidamente.
E alla fine del tuo tour? Ti concederai un periodo di pausa o hai già pronti altri progetti a cui lavorare? Svelaci qualcosa del tuo futuro.
Sto lavorando su altra musica per Dig Deeper…alcuni campioni in vinile, alcuni singoli e poi ci sarà un grandissimo album di Art Bleek. Ora come ora sono pesantemente preso dal tour dato che sto promuovendo il nuovo album, ma quando questo sarà finito mi prenderò anche dei weekend di pausa con i miei animali e i miei Eastenders!
Grazie per il tempo concessoci, buona fortuna.
Grazie!
English version:
When we discover a new artist we always try to put him into a genre, summarizing his features into a unique word. House, Techno, Minimal, Trance and the list could be so large, large like the number of the colors that form the musical rainbow. This labels not always are helpful, sometimes they don’t underline in the right way the nuances that compose the sound of an artist. What we just said is perfect for Danny Howells, an artist that was able to create an own particular style during his over two decades of activity. A sound that combines elements of progressive, house, tribal, trance and many more, brilliant combinations that sometimes are not worried about something bizarre. During his career he appeared on important labels like Renassance,Yoshitoshi, Strictly Rhythm,Bedrock and many more, but in the recent years he focused on his personal label, the Dig Deeper where he is ready to release his new album, Phase One. For the occasion we thought that would be a good idea discover something new about Danny and his new album.
Hi Danny, welcome on Soundwall
Let’s start this interview talking about you, how did you start? What were the influences that pushed you into the music world?
I started for me, back in the early 90s, as a hobby – I was into the “rave” scene, and bought decks and then spent all of my spare time making mix-tapes. My first few breaks, at Bedrock and at The Crypt in Hastings, came mainly from making tapes. I’d been into music since I was a kid, and was making tapes as soon as I was old enough to use a pause-button, but when I was about 19/20 and suddenly able to hear DJs like Grooverider, Weatherall etc, that’s when I decided that I had to have a pair of turntables.
You are an eclectic artist who has built his own style, can you talk about this a little bit? And what about your idea of music?
It’s a big cliche, but I really love all kinds of music and always have. The only style I can say I really dislike is commercial house/trance/pop. I loved pop music as a kid, but that was things like Bowie, T.Rex, etc. As far as my DJing style goes, I think I have stayed the very much the same since when I first started, in that I’m not really tied to one genre, I just like to play a bit if everything that excites me!
In your career there were so many productions, remixes and collaboration with many labels, is there something that you particularly remember or that you are very proud of?
Everything I’ve done has been a big thing for me, whether it was my first remix or compilation or my most recent. There are things I’m proud to have done, even though they may be something that I will never listen to again! I’m very proud of the new album, as it’s the first time I’ve done something like this on my own label, and with artists contributing to it that I really admire and who I feel have really been generous in supporting the label.
In the recent years you focused on your own label, the Dig Deeper. Can you talk us about this project, how was born and how is developing?
It was born as a way of being able to release my own music – I suddenly had a very productive phase of making music, and didn’t know how to go about sending it to different labels and so on, so releasing it on my own label felt like a natural and enjoyable thing to do. Previously I had done a club night, also Dig Deeper, where I would play all-night long, from downtempo and deep house right through to techno and whatever I felt like playing, so when I launched the label, I wanted it to reflect the same musical policy that the night had.
Talking about Dig Deeper we know that you are going to release your new album, Phase One. What’s the idea behind this album?
I started to receive a lot of amazing new music, from different artists all over the place, and originally I was going to release these as singles. But it got to a stage where I had so much amazing new music, and new remixes coming in, that it just felt like the natural step would be to release this as a compilation.
And what about inside this album? What can we find?
There’s over 40 individual tracks, from myself, and artists and remixers like Vadim Yershov, Alex Dolby and Giorgio Roma, Russ Gabriel, Benny Rodrigues, Deetron, Dave Angel, Total Science, and so on – and I’ve taken 18 of these tracks for the mix, where I really tried to include as many of the artists involved as possible, as well as touching on all the different styles and sounds that everybody has contributed.
There are a lot of names in your album, why did you decide to collaborate with so many artists?
Well, these are all tracks that are signed to Dig Deeper. Sometimes people approached the label with their music, sometimes I approached them, but in a very short period of time it just became clear that there was a lot of music, which was why the project evolved into a compilation rather than just releasing a few singles.
We know that you are right in the middle of your tour, a journey that let you travel all over the entire world, ready for the next American step. How is going?
Really good so far, thank you! I’ve been in South America, which was amazing, and then Europe and now I’m in America getting ready for my Miami gigs. There’s more European dates and then Australia and a big tour of North America, so I think the world’s supply of Red Bull will be going down quickly.
And in the end of your tour? Are you going to have a little bit of vacation or you just have some new project to work on? Reveal us something about your future.
I’ll be releasing some more bits on Dig Deeper … some vinyl samplers and a few standalone singles, and then there’ll be an amazing artist album from Art Bleek. I’m only really touring heavily now because I’m promoting the album – once this is done I’ll get back to having my occasional weekends off with my animals and Eastenders!
Thanks for the time that you spent with us. Good luck.
Thank you!!!