Luca Piccolo per chi non lo sapesse è uno dei personaggi più influenti del clubbing italiano. Luca è uno dei fondatori di Orbeat, tra i booking più importanti e stimati della nostra nazione. Siamo riusciti a raggiungerlo pochi giorni prima dell’apertura del Goa di Roma e gli abbiamo chiesto qualcosa sul suo lavoro e sul locale storico con cui collabora ormai da diversi anni.
Ciao Luca, hai scritto pagine importanti della scena elettronica italiana. Orbeat, la tua agenzia di booking, rappresenta alcuni degli artisti più richiesti del panorama internazionale. Vuoi raccontarci come si è sviluppato questo progetto ?
Il progetto è nato sostanzialmente da una costola di orbeat magazine nel 1999. In quegli anni la tendenza nascente era molto legata ad un suono techno, distante anni luce dalla musica house che era ormai diventata “commerciale”. Club sconosciuti e promoter commerciali avevano da poco iniziato a commercializzare l’house music ed i djs che la rappresentavano, quest ultimi, ricoperti di soldi ma spremuti come limoni si avviavano verso una discesa rapidissima. In quegli anni la musica elettronica e techno erano appannaggio di pochi, pazzi, promoters italiani e le isole felici erano appunto Roma, Bologna e Napoli dove club underground proponevano e sperimentavano ciò che è l’attuale tendenza del mercato. Essendo sempre stato a contatto con i djs per il coordinamento delle interviste, è stato un naturale passaggio, per quei tempi, di un progetto di rappresentaza per l’Italia…
La prima dj è stata Ellen Allien la conoscevo già dal 1996, eravamo molto amici in quanto veniva a suonare ai party a Napoli. C’è stato poi Sven Vath nel 1999, conservo ancora la mail dove Talida (l’allora sua manager) mi diceva che potevo rappresentare l’artista su tutto il territorio italiano. Di li a poco sarebbe nato il progetto Cocoon Bookings. Rappresentando già Sven Vath per l’Italia è stato automatico per Cocoon dare a me tutta la gestione del pacchetto artistico di allora che gia vantava nomi del calibro di Ricardo Villalobos, Richie Hawtin, James Holden e tanti altri ancora…
Orbeat nasce ed ha base a Napoli, ma la maggior parte del tempo lo passi con i tuoi artisti in giro per l’Italia. Quali sono secondo te le situazioni più interessanti, con chi lavori meglio ?
Vorrei premettere che le scene più interessanti sono quelle dove ci sono gruppi solidi di promoter e dj resident che amano la musica e fanno questo lavoro con passione, promoter che amano il sound e rispettano il lavoro di djs e agenti.
Sono molto contento della situazione club italiana, aldilà delle grosse ed importanti discoteche come, Muretto, Tenax, Magazzini Generali e Cocoricò, ci sono produzioni e festival molto interessanti come Sven in The Park progetto che cura Leonardo Brogi, alla seconda edizione e’ l’unico party di giorno che avviene in Italia negli incantevoli scenari della Toscana oppure Reggio Air Festival (curato da Stefano Borelli) che quest’anno ha raggiunto la terza edizione… Per quanto riguarda i club posso dire che la scena underground italiana è molto stabile al centro nord soprattutto grazie al Fresh ‘n Fruit a Padova e al Kindergarden a Bologna. Al sud credo che il Clorophilla a Taranto sia la migliore situazione open air d’Italia, i promoters Francesco ed Antonio sono amati da tutti i djs per la loro professionalità e il club regala alle prime luci dell’alba un’atmosfera unica. Stessa cosa in Sicilia, vera rivelazione del panorama italiano, il Vola a Catania è una delle situazioni più hot d’Italia. C’è poi Napoli, dovrei parlarvi dei party ORBEAT ma sarei di parte, quindi vi invito a vedere con i vostri occhi… Dico solo che insieme ai miei soci Diana e Marco lottiamo in un territorio ostile in tutti i sensi e fare i party a Napoli è la stessa cosa di guidare l’auto, se guidate qui potete farlo in tutto il mondo 🙂
Roma… L’ ho lasciata per ultima, potrei scrivere pagine e pagine ma basta dire che mi sento più a casa mia al Goa che ai miei party a Napoli. L’alchimia che si crea, la magia e il sound del posto unito ad uno staff incredibilmente accogliente e professionale, per me, rendono il Goa un club unico al mondo.
Il tuo legame particolare con Giancarlino ed il Goa quando nasce ?
Ho conosciuto Giancarlino nel 2004, ci siamo realmente iniziati a parlare dopo un anno… (siamo due caratteri abbastanza simili). Posso sinceramente dire che è, insieme a pochissimi altri una delle persone più importanti della mia vita, e’ un guru della comunicazione e un grande dj. Fonte inesorabile di creatività ed ispirazione. Accanto a lui ho avuto la possibilita’ di crescere tantissimo soprattutto grazie al Goa e ad Amore Festival dove insieme al team del Goa (Fabietto, Nanni e Daniele) abbiamo raggiunto traguadi importantissimi sulla scena internazionale.
15 anni di Goa ma anche 11 anni di Orbeat, dagli anni novanta ad oggi com’è cambiata secondo te la scena elettronica ? Come si sono evoluti i clubber ? Ti facciamo 3 nomi : Sven Vath, Richie Hawtin, Marco Carola. Cosa hanno significato nella tua vita queste persone ?
Eh… una domandina insomma 🙂
Sven l’ho conosciuto nel 1998 a Francoforte attraverso Marco (Carola)… Ricordo benissimo quel giorno… Credo sia il padre di tutti i djs, il più grande comunicatore ed entertainer dei nostri giorni… Ho sempre detto a tutti quelli che restavano a bocca aperta quando lo ascoltavano che è un “Buddisht Punk” :). Mi ha affidato la gestione di Cocoon bookings per l’Italia già nel 2001 e da allora siamo cresciuti insieme, passo dopo passo. E’ il piu grande di tutti, persona umile ed intelligentissima.
Richie Hawtin l’ho conosciuto nel 1997 sempre a Napoli, un genio dell’elettronica, sperimentatore e avanguardista di un sound che negli anni 90 soprattutto grazie al progetto Plastikman mi ha regalato tante emozioni. Siamo molto amici e sono stato il primo manager in Italia della Minus, ho curato i suoi bookings dal 2000 fino allo scorso anno.
Marco Carola è il mio migliore amico, ci conosciamo circa dal 1996… Io ero un giovane graphic designer e sognavo di fare le copertine dei suoi album… Siamo diventati amici cosi… Ho iniziato a curare la comunicazione delle sue etichette discografiche e della sua distribuzione in Germania già nel 1997… Allora in Italia era già difficile far suonare nomi famosi della scena elettronica/techno internazionale, immaginate per un dj italiano e soprattutto napoletano quanto sia stato difficile affermarsi. Uno dei primi promoter a credere in Marco già nel 2000 è stato Leonardo Brogi della Metempsicosi. Marco è il mio più grande motivo d’orgoglio, ho vissuto tutta la sua crescita e sono felicissimo dei traguardi raggiunti.
Un’ultima domanda prima di salutarti, quando sarai grande cosa ti piacerebbe fare ?
Aprire una Spa con Giancarlino, Marco e Coccoluto 🙂