Un dj che ha studiato pianoforte è una cosa un pò anomala, ma lui si è sempre distinto per il suo sound molto innovativo ed oggi è di sicuro molto apprezzato in Italia e all’estero. Non ha di certo bisogno di grandi presentazioni, Lucio Aquilina, napoletano doc, sempre pronto a stupirci con grandi set e capolavori che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Abbiamo scambiato con lui due chiacchiere.
Ciao Lucio, benvenuto su Soundwall. Come va?
Tutto bene grazie, sono molto contento di poter scambiare due chiacchiere con voi, è davvero un piacere essere intervistato.
E’ un pò che non ti si vede in giro per tour o set, immagino starai più in fase di produzione, giusto?
Si è vero, in realtà in questo momento sto producendo abbastanza poi sto curando la label nuova, e bisogna stare dietro a un sacco di cose per riuscire a creare un progetto serio. Per quanto riguarda le date in realtà sono io pigro a non aggiungerle mai su myspace.
Ultimamente stai collaborando con Duna Recording, quando usciranno lavori su questa etichetta?
Duna è un progetto nato come piattaforma aperta, non ho intenzione di pubblicare tutte tracce tech-house o deep-house. Sono abbastanza aperto a tutti i generi musicali (tralasciando la metal estremo forse) l’importante è che faccia ballare. Con il progetto Fantaboys, insieme a Jesuon, abbiamo intenzione di unire un po tutte le nostre idee ed influenze, spaziando dalla ghetto house al reggae alla disco anni ’70/’80. Con Dario dei DaMa collaboro al progetto Back two Break, usciti da qualche giorno su Beatport all’interno del Various Artist “All Stars Part 2”. Per Settembre torneremo però su vinile!!!
Ovviamente chiacchierando con te è d’obbligo e forse scontata una domanda sulla tua “Magic M”, hai dovuto aspettere un bel pò prima che la traccia uscisse su un’etichetta importante?
Effettivamente da quanto la traccia è stata fatta è passato più di un anno. All’inizio non ci credevo tantissimo poi la passai a Marco Carola e vidi che la suonava spesso durante le sue serate. A quel punto mi resi conto che forse era il caso di farla uscire da qualche parte. Quella stagione credo che ad Ibiza chiunque cercava quella traccia e forse l’avevano solamente Marco, Richie e pochi altri. Alla fine a Novembre è uscita finalmente su Cocoon, è stata dura aspettare così tanto ma credo ne sia valsa la pena.
Abbiamo saputo che sei ad Ibiza, stai facendo delle serate? Dove?
Il 24 Luglio abbiamo preso la red box dello Space per lo showcase di Duna, per Agosto ancora non so però sicuramente è un ottimo posto per stringere amicizia e magari iniziare qualche collaborazione nuova.
Dopo un inizio promettente coronato da due release che hanno riscosso grandissimi consensi, il progetto Wordless si è arrestato? Vuoi spiegarcene il motivo?
Devo dire che la label era partita benissimo al principio. Rispetto a due anni fa, sia io che Massimo di Lena siamo molto cambiati musicalmente dagli anni del boom della minimal, e questo non ci dava molta sicurezza per gestire la linea musicale di Wordless. In ogni caso Wordless non è morta per il momento è in stand by; la mia idea è di riprendere il progetto in mano e continuare in parallelo a fare un pò di buona vecchia techno.
Per quanto riguarda le prossime releases cosa bolle in pentola? Tempo fa avevamo sentito parlare di un album in lavorazione: solo chiacchiere o qualcosa di vero c’è?
In questo momento di Album ne stanno uscendo tanti, il problema è che la qualità della musica a mio parere si è abbassata tantissimo in questo periodo. Siamo un pò in un momento di crisi generale. La musica che va per la maggiore è super commerciale, artisti già famosi che si riciclano per anni se non decenni, quando spesso non hanno niente più da offrire musicalmente se non il ricordo delle hit passate. E ora la stessa cosa che succede nella musica pop sta accadendo anche nella scena elettronica. I talent scout non cercano più l’artista ma il personaggio, e questa cosa va spesso a scapito della qualità della musica.
Per quanto riguarda l’album, qualcosa di vero c’è, ci ho pensato. Non è una cosa facile ma allo stesso tempo mi affascina. E’ una cosa molto personale, 70 minuti in cui puoi comunicare qualcosa alle persone che ti ascoltano. E’ diverso da fare una singola traccia. Sono sicuro che non sarebbe un album solo elettronico, mi piacerebbe molto l’intervento di strumenti reali, voci.
Per quanto riguarda le prossime release invece sto lavorando ad una raccolta di Beats (solo ritmica) in uscita in autunno su Duna e ad una nuova libreria di suoni per Loopmasters.
Per quanto riguarda altre label mi piacerebbe continuare la collaborazione con Hideout, la label di Davide Squillace.
Grazie mille per l’intervista.
Grazie a voi, è stato un piacere!