Da una faccia acqua e sapone come la sua non ti aspetteresti di certo che si occupi di musica. Ed invece poi conoscendolo meglio ti smentisce subito. La passione per la minimal-house e gli accenti elettronici ti dice che li ha coltivati fin da quando era piccolo. Da li poi ha continuato con la sua passione. Mentre lui parla entusiasta rompendo il ghiaccio della pre intervista, ci viene da sorridere nel pensare che il tipo con cui stiamo parlando è Mike Shannon, uno dei padri della tech-house moderna, nonchè uno dei massimi interpreti di questo filone. Nella città di Berlino, dove ormai oltre a lavorare, vive, siamo andati a conoscerlo meglio.
Benvenuto Mike,
partiamo come di consueto dagli inizi. Sei nato in Canada, ma fin da subito hai colto le influenze musicali tipiche della Detroit di quegli anni. Cosa ti ha affascinato e avvicinato al mondo dell’elettronica? Quali sono state le figure “guida” che ti hanno portato ad innamorarti di questo mondo?
Mi sono avvicinato alla musica elettronica molto giovane e inizialmente era davvero soprattutto per ballare. Il groove house e il suono futuristico della techno era quello che veramente mi motivava sul dancefloor. Io e i miei amici formavamo un gruppo nel quale si ballava molto sul serio. Questa storia d’amore alla fine mi ha portato alla cabina dj. Assieme al mio migliore amico lavoravamo come addetti alle pulizie in un night club e portavamo la nostra musica al dj per chiedere di suonare i brani che amavamo ballare. Cose britanniche come LFO e Altern 8. E, naturalmente, brani Detroit e Chicago di Kevin Saunderson, Juan Atkins, Adonis, Mike Dunn, e Tyree Cooper per citarne alcuni. Quando il DJ suonava i nostri brani ci alzavamo sul palco e andavamo fuori di testa per la musica che la maggior parte dei ragazzi non aveva mai sentito prima. Così alla fine il dj iniziò a mostrarci come usare tutto lo stand e iniziai a suonare all’inizio o, talvolta, alla fine della serata.
In poco tempo sei riuscito tramite una tecnica eccellente e un nuovo modo di produrre musica ad avvicinarti ai palcoscenici più importanti. Pensi che sia costruttivo per un artista crescere facendo la cosiddetta gavetta?
Sì, è bene iniziare dal basso partendo dal nulla. In questo modo si fa un sacco di errori lungo il percorso dai quali però si può imparare. Il tutto vi rende un miglior artista almeno finchè nessuno ha mai sentito parlare di voi.
Sono passati ormai più di dieci anni dalla prima release della etichetta di tua proprietà, la Cynosure Recordings. E’ stata una scelta ripagata e tutt’oggi la tua etichetta è tra le più conosciute nel mondo. Quale erano i propositi all’inizio? Rispetto alle prime uscite cosa è cambiato?
Non è mai stata mia intenzione diventare più famoso. Abbiamo solo voluto creare un’ etichetta per rilasciare i nostri brani. Avevo un paio di amici che stavano facendo ottime tracce ed eravamo tutti ancora sconosciuti. Creare una nostra etichetta per far conoscere la nostra musica al mondo sembrava il prossimo passo logico da intraprendere.
Non è cambiato molto da allora ad essere onesti. L’etichetta è ancora in gran parte formata da amici. Ogni persona coinvolta in quest’ etichetta è un caro amico. Quando tutti sono sullo stesso livello, l’intero processo di crescita prosegue senza intoppi. Naturalmente l’etichetta mi ha portato a incontrare nuovi artisti che non erano amici, ma che lo sono diventati successivamente. Penso che il ruolo più importante che un’ etichetta possa ricoprire oggi sia aiutare l’artista a crescere con l’etichetta. Per me questo processo inizia sempre con l’amicizia.
A seguito della collaborazione con Jeff Milligan hai contribuito all’ascesa di altri artisti della scena canadese (Akufen e Deadbeat su tutti). Ti gratifica molto scovare nuovi artisti che possano contribuire alla crescita della corrente house o techno?
Assolutamente sì. Fare questo vale davvero la pena. Far crescere un’ etichetta oggi non significa fare un sacco di soldi. E se si può vedere che hai aiutato un artista ad emergere il quale poi ha contribuito a sviluppare la musica fa sembrare il tutto più utile. Onestamente la quantità di demo che riceviamo ogni settimana è un’ assoluta follia. E ‘impossibile tenere il passo con tutta la musica che ci viene inviata. Avremmo bisogno di rivolgersi a tempo pieno a due A&R (Artists & Repertoir) per ascoltare i vari demo. Mi dispiace che le cose vadano in questo modo perché sono sicuro che c’è un sacco di musica validissima che ci scivola attraverso le “fessure”.
A tal proposito, tra i tanti artisti che hai voluto lanciare troviamo anche il “nostro” Andrea Fiorito. Cosa ti ha colpito di lui e delle sue produzioni? Quando ricopri la veste di talent scout, ricerchi caratteristiche musicali o sonorità particolari per poter meritare la tua attenzione e un’eventuale uscita sulla tua etichetta?
Riguardo Andrea Fiorito, ciò che mi ha impressionato di più di lui è che stava facendo qualcosa che non era esattamente come tutto il resto. Ovviamente non “ha re-inventato la ruota”, ma aveva prodotto tracce house che avevano alcuni interessanti cambiamenti di direzione, piene di sorprese. Le produzioni di Andrea hanno una firma unica nel suono, cosa che più artisti impiegano anni per trovare. In qualità di A&R, quello che sto cercando è un’ impronta sul suono che si trova poco lontano dal suono del momento. Alla fine della giornata, cerco di stare un passo avanti di quello che tutti gli altri stanno rilasciando.
A volte la tua “identità” è diversa e ti ritroviamo sotto diversi pseudonimi come John Shananigans, The Sunaj Assassins o Sid Dithers. E’ una decisione dettata esclusivamente da differente stile o la scelta è motivata da altro?
Nella maggior parte dei casi si tratta di uno stile diverso. John Shananigans per esempio, è sempre più suonabile e meno “serio” del resto dei miei lavori. Il progetto Sunaj Assassinins rappresenta un gruppo con me stesso, J. Hunsberger e Moral Undulations.
Proprio a riguardo della tua impronta nelle tue produzioni, se dovessi darci una tua precisa risposta come oseresti definire la tua musica?
E’ sempre una domanda difficile alla quale rispondere e questa dovrebbe essere posta al giornalista musicale (strizzatina d’occhio), ma se mi hai costretto a dire qualcosa credo che la mia firma è sicuramente improntata sullo swinging, basso funky e batteria, con un forte amore, verso la sintesi e il sound design.
La tappa finale ha visto spingerti al di fuori dei confini americani per stabilirti definitivamente a Berlino. E’ stata una decisione dettata dalla volontà di collaborare con gli altri numerosi artisti già presenti o più che altro per sviluppare nuove idee?
E’ stata una decisione per restare più vicino ai tanti amici che vivevano a Berlino e per stare vicino all’azione che sta avvenendo in Europa e in questa città. Il Nord America è un posto difficile per fare lo stesso tipo di vita come dj/produttore rispetto all’Europa. Qui ci sono semplicemente più luoghi nei quali suonare. Il Canada ha una grande scena, ma non abbastanza forte per sostenere il mio stile di vita.
Hai avuto la fortuna di vivere in due continenti diversi. Pensi che la cultura musicale europea sia molto differente da quella americana?
Al momento sembra più parallela di anni fa. E’ tornato tutto alle prime radici dell’house music e le cose da entrambe le parti sono un po’ più “deep” di quelle di una volta. Questo è perfetto per me.
Pensando a tue prossime produzioni o collabarazioni cosa ci dobbiamo aspettare prossimamente? Quando avremo la fortuna di ritrovarti in Italia?
Usciranno questo autunno su Cynosure due progetti di collaborazione. Uno con Brett Johnson chiamato BBQ. Un’uscita vivace e divertente con vocali di Coco Jones, artista di Amsterdam. E l’altro è una collaborazione con il berlinese David DeWalta. Si tratta di lavori seri sul funky deep techno. Inoltre, ho appena finito di registrare un nuovo album sotto il nome di “Blue Fields” al fianco di Takeshi Nishimoto (chitarra) e Fadila (voce) che dovrebbe essere rilasciato su Wagon Repair a fine Febbraio 2011. Musicalmente è qualcosa per cui vado molto fiero e non vedo l’ora di condividerlo con tutti. E per quanto riguarda concerti in Italia penso di venire a Pescara il 19 novembre a suonare al Toky Club e Terni e al Wunderbar il 20 novembre. Spero di vedervi lì!
Grazie Mike! E’ stato un piacere per noi!
English Version:
From him you’ll never expect that now he is well known as one of the most popular electronic djs in the world. Instead we discover that he fall in love with minimal house since he was young and his passion for this world grew year in year out. While we are talking with him in the pre interview, we smile thinking that the man we’re talking about is Mike Shannon, one of the fathers of modern tech-house, and one of the greatest stars of this kind of music. We went to know him better in the city of Berlin, where he lives.
Hello Mike,
As usual we start from the beginning. You were born in Canada, but right now you’ve caught the typical Detroit musical influences of those years. What has fascinated and approached you to the world of electronic music? What were the figures that led you to fall in love with this world?
I got into electronic music very young and at the start of it all I was really into dancing. The House groove and the futuristic sound of techno was what really got me motivated on the dancefloor. My friends and me used to have a dance crew that took dancing very seriously. This love affair eventually led me to the dj booth. My best friend and me used to work as cleaners in a night club and we used to bring our music to the dj and ask him to play the tracks we loved to dance to. British Stuff like LFO and Altern 8. And of course Detroit and Chicago tracks from Kevin Saunderson, Juan Atkins, Adonis, Mike Dunn, and Tyree Cooper to name a few. When the DJ would play our tracks we would get up on stage and freak out to the music that most of these kids had never heard before. So eventually the dj there started showing me how to use everything in the booth and I would play the music for the beginning or sometimes the very end of the night.
In no time you got through an excellent technique and a new way of producing music to get closer to the most important stages. You think it’s constructive for an artist to rise through the ranks?
Yes, it’s good to start from the bottom and work your way up with anything. That way you make a ton of mistakes along the way that you learn from. Making you a better artist by the time anyone has ever heard of you.
It’s more than ten years after the first release of your label, Cynosure Recordings. This choice is rewarded today and your label is among the most famous in the world. What were the intentions at the beginning? Compared to the first release, what is changed?
No it was never the intention to be the most famous. We just wanted to have a label to release our tracks on. I had a few friends that were doing cool tracks and we were all unknown. Creating our own label to get the music out to the world seemed like the next logical step to take.
Not much has changed since that time to be honest. The label is still largely about friends.
Everyone that is involved in the label is a close friend and it just makes the whole process flow smoothly when everyone is on the same level. Of course the label has led me to meet new artists that weren’t hometown friends that became close along the way. I think that’s the most important role that a label can play today is helping the artist grow with the label.
For me this process always started with friendship.
The collaboration with Jeff Milligan have contributed to the rise of other artists of Canada (Akufen and Deadbeat at all). Is it gratifying to find new artists who can contribute to the growth of the current house or techno?
Absolutely. It makes doing this worthwhile. Running a label today isn’t about making big money. And if you can see that you’ve helped an artist emerge and helped the music develop then it makes it all seem worthwhile. Honestly the amount of demos that we receive every week is insane. It’s impossible to keep up with all the music being sent to us. We would need to hire two full time A&R’s to listen to the demos. I feel bad that things have gotten this way because I’m sure that there is a ton of amazing music that slips through the cracks.
In this regard, among many artists who you want to promote, we find “our” Andrea Fiorito. What most impressed you about him and his productions? As a talent scout, what are the features or particular sounds that capture your attention immediately?
Andrea Fiorito, what impressed me the most about what he was doing was that it wasn’t exactly like everything else. Obviously he wasn’t re-inventing the wheel but he was creating house tracks that had some interesting changes of direction, full of surprises. Andrea’s productions have a unique sound signature that most artists take years to find. As an A&R that’s what I’m looking for, a sound signature that stands slightly away from the sound of the moment. At the end of the day you’re looking to stay one step ahead of what everyone else is into releasing.
Sometimes your “identity” is different and you’ll find under various pseudonyms as John Shananigans, The Assassins Sunaj or Sid Dithers. It’s a decision dictated exclusively by different music style or the choice is motivated by something else?
In most cases it’s a different style. John Shananigans for example is always more playful and less serious than my own works. The Sunaj Assassins project was a group of myself, J. Hunsberger and Moral Undulations.
Just about your “footprint” in your productions, if I were to give us a precise answer how do you define your music?
It’s always a tough question to answer that should be left up to the music journalist to decide (wink) but if you forced me to say something I guess my signature is most definitely about swinging, funky bass and drums, with an obviously strong love of synthesis and sound design.
The final stage saw you outside the U.S. borders to settle in Berlin. It was a decision dictated by a desire to collaborate with many other artists already settled there or more for new ideas?
It was a decision to stay closer to many friends that were living in Berlin and to stay closer to the action that is happening in Europe and in the city. North America is a difficult place to make the same kind of living as a dj/producer compared to Europe. There simply just more venues to play in over here. Canada has a great scene but not strong enough to support my lifestyle.
You were lucky to live in two different continents. Do you think the European musical culture is very different from American?
At the moment it seems more parallel than years ago. It’s all gone back to house rooted music and things on both sides are a little deeper than they used to be. Which is perfect for me.
Thinking about your next production or collaborations what can we expect in the future? Is there any chance to see you in Italy soon?
Coming out this fall on Cynosure are two collaboration projects. One with Brett Johnson called BBQ. Which is a bouncing, fun release featuring vocals from Amsterdam’s Coco Jones. And the other collab is with Berlins David DeWalta. It’s some seriously twisted and funky deep techno.
Also, I’ve just finished recording a new album under the name “Blue Fields” along side Takeshi Nishimoto (guitar) and Fadila (vocals) Which is due to be released on Wagon Repair in late Feb 2011 It’s something musically that I’m very proud of and can’t wait to share it with everyone.
And as for Gigs in Italy I think I’m coming to Pescara 19th of November to play @ Toky Club and Terni @ Wunderbar on the 20th of November.
Hope to see you there!
Thanks Mike! It ‘been a pleasure for us!