Quando si decide di parlare di un’artista come Richie Hawtin le difficoltà non sono poche. Si rischia di esagerare, di parlare di qualsiasi cosa, perchè qualsiasi cosa che lo riguarda è comunque storia recente e fondamentale della musica. Se volessimo seguire un percorso cronologico si partirebbe dall’enfant prodige che organizzava eventi techno in canada negli anni 90, sulle orme di quello che allora era il suo idolo Jeff Mills e che oggi è uno dei suoi più grandi estimatori ed amici. C’era il piccolo nerd, il ragazzo che si nascondeva dietro lo pseudonimo di Plastikman, quello con la frangia enorme e l’ultimo, forse quello più maturo e consapevole con i capelli biondi a caschetto e la barba incolta. Dietro tutti questi aspetti c’è sempre lui, la mente che ha dato vita ad un filone techno/minimale che ha colpito tutto il mondo e che con il tempo ha creato uno dei concept più importanti della storia; paragonabile a poche altre figure del panorama musicale internazionale, Richie Hawtin è stato capace di influenzare con le sue scelte diverse generazioni. Il ragazzo di Windsor scinde perfettamente in due il parere del pubblico, artista capace di farsi amare ed odiare, come tutti coloro che non vengono scalfiti dal tempo e sanno adattarsi a qualsiasi periodo riuscendo a lanciare novità che gli altri solo in seguito riusciranno a comprendere e raggiungere. Se si dovesse descrivere Richie in una sola parola io personalmente sceglierei innovazione. Lui è l’uomo che ha stravolto le leggi del djing, il pioniere capace di mutare e fondere insieme la musica e la tecnologia. Collabora infatti con le più grandi realtà del clubbing per quanto riguarda strumentazioni tecniche, shop online e chi più ne ha più ne metta. Attualmente Richie risiede a Berlino dove insieme al resto della sua crew cura una delle sue creature più importanti, la Minus, che lo scorso anno ha compiuto 10 anni di attività. Questo è in breve Richie Hawtin, l’artsita più mentale che io abbia mai visto e sentito, lo si trova in quasi tutto ciò che avvolge il mondo del clubbing attuale, ogni presente… quasi fosse dio.
Abbiamo incontrato Richie a Roma prima della seconda tappa del suo ultimo show: Container. Ciò che segue è il risultato di un giro in macchina per le vie della Capitale. La nostra intervista è online anche sul sito dei nostri partner di Computer Musik, programma radiofonico che va in onda su Radio Deejay.
Ciao Richie, è sempre un piacere rivederti, puoi spiegare in poche parole cos’è Container a tutti i tuoi fan che non sono riusciti ad assistere allo spettacolo ?
Container è un esperimento tra due label amiche, la Raster Noton e la Minus. Negli ultimi dieci anni io e Carsten Nicolai (fondatore della Raster Noton insieme a Byetone) abbiamo sempre pensato di collaborare in qualche modo e siamo arrivati alla conclusione che questo fosse un modo fantastico per farlo. I nostri sono in qualche modo suoni simili ma che allo stesso tempo racchiudono dimensioni diverse, un po’ più sperimentali e allo stesso tempo più commerciali. Il motivo per cui l’abbiamo chiamato Container è che lo spettacolo è incentrato su tre pareti disposte intorno al pubblico, una specie di rettangolo scuro dove le pareti stesse fungono da schermo per le nostre proiezioni video. Un vero e proprio contenitore multimediale. Mentre Olaf (Olaf Bender aka Byetone), Carsten, Jpls ed io stiamo suonando Ali e Nibo si occupano di proiettare tutto intorno al pubblico immagini ad alta risoluzione sincronizzate alla musica. La Raster Noton è famosissima per i suoi spettacoli audio visivi: grafica e animazione in alta risoluzione, simile a quello che i miei fans hanno visto fare a me e ad Ali Demirel durante il Contakt e gli altri spettacoli in cui integriamo i nostri visual.
Come mai questa grande amicizia con Carsten e la crew della Raster Noton ?
E’ successo tutto circa dieci anni fa, fui invitato a prendere parte al progetto “New Forms: Contemporary Electronic Music in the Context of Art”, una serie di performances realizzate alla Galerie fuer Zeitgenoessische Kunst di Lipsia, Carsten aveva appena fondato la Raster Noton ed io avevo appena finito di stampare Concept One, una serie di dodici vinili. Era lo stesso periodo in cui avevo dato vita alla Minus. Ci sono voluti veramente dieci anni per fare questa cosa, il tempo di plasmare le nostre identità, crearci un seguito ed unirlo durante questo spettacolo. Container è un evento relativamente piccolo e “segreto” perché non ci aspettiamo che tutto il mio pubblico, cosi come il suo, apprezzi la cosa, è un esperimento che non vuole essere nello specifico troppo sperimentale ne troppo commerciale, è una via di mezzo. Penso che entrambi troviamo molta ispirazione nel lavorare insieme, quindi credo sia un ottimo esperimento a livello artistico per entrambi.
Questo evento è un segnale del ritorno alle tue origini ? Ti vedremo in futuro ritornare a quelle che erano le tue sonorità originali ? Ritroveremo personaggi come Fuse e Plastikman ?
Le persone che mi conoscono da vent’anni e che mi seguono da sempre hanno sempre notato che il mio è un continuo cambiare, andare avanti e indietro tra il commerciale e lo sperimentale. Adesso mi sento che ho bisogno di sperimentare più di quanto ho fatto durante gli anni passati. Magari trnare anche indietro e ripescare alcuni concetti che avevo espresso proprio nella serie dei Concept.C’è già un tour con il progetto Plastikman programmato per il prossimo anno, ci sto lavorando in questo momento, avere l’abilità e le possibilità di poter sperimentare le idee che ho in testa in questo momento durante il container è un’ottima opportunità.
Dopo l’evento dello scorso Ottobre (Contakt) hai deciso di chiamare nuovamente Giorgio Mortari (direttore di Dissonanze) per organizzare Container, come nasce il vostro rapporto lavorativo ?
Ci sono due figure nella mia vita e in quella di Carlsten Nicolai che non solo hanno visto la nostra evoluzione ma ne hanno anche fatto parte, queste due figure sono Giorgio ed Enrique del Sonar. In questi dieci anni ci hanno assillato costantemente chiedendoci quando io e Carsten avremmo fatto qualcosa insieme, quindi quando siamo andati a cena insieme verso giugno/luglio di quest’anno non sapevamo cosa avremmo fatto precisamente, ma avevamo voglia di prendere e decidere un weekend e fissare una data per farlo. Dopo ci siamo chiesti con chi avremmo voluto lavorare, e la cosa è stata spontanea. Ufficialmente lo show di Barcellona ancora non c’è stato, ma se dovessi immaginare una prossima data per il Container sicuramente sceglierei proprio il Sonar.
Quindi questo è uno dei motivi principali per cui dopo Berlino hai deciso di esibirti qui a Roma ?
Berlino è stata un’ottima opportunità, perché comunque ci viviamo e ci lavoriamo. Quindi ci siamo detti perché non provare a fare una cosa a Berlino per vedere come funziona, per vedere come vanno le cose. E inoltre Berlino è il centro attuale della musica elettronica, è soprattutto conosciuta per la Minus, la Get Physical per il Weekend, il Watergate… per tutta la parte più commerciale dell’elettronica. Per me ciò che Carsten e gli altri stanno facendo è molto importante, perché mi piacerebbe che Berlino fosse vista per l’insieme e non solo per queste cose più conosciute. Volevamo fare qualcosa di diverso ed abbiamo avuto un ottima risposta, come se tutti stessero aspettando uno spettacolo del genere da tanto. È stato molto importante per noi farlo a Berlino.
Il tuo nome è sempre stato sinonimo di tecnologia. E’ recente il caso della news diffusa e poi smentita che la Technics avrebbe smesso di produrre il loro modello di punta per quanto riguarda i giradischi, un futuro senza i 1200 cosa avrebbe significato per te ?
Ho i brividi, non sapevo di questa cosa, è qualcosa di sbalorditivo. Mi trovo in difficoltà, è come venire a conoscenza del fatto che un tuo compagno delle superiori ti ha abbandonato. Sei triste, ma è una parte della tua vita a cui hai già chiuso la porta e che non ti appartiene più. Quindi questa cosa è abbastanza lontana da me ora. Mi ricordo quando ho comprato il mio primo paio di 1200, avevo risparmiato tanti soldi… tutt’ora il design di quel gioiello è incredibilmente bello… dieci anni fa abbiamo introdotto il Final Scratch davanti ai media, qualche amico e molti altri ci guardarono come se avessimo introdotto il diavolo all’interno del paradiso musicale. Da allora ho visto vecchi amici e varie compagnie sparire perché non erano stati in grado di rinnovarsi e fare un passo avanti. Il mondo va avanti, è un continuo progredire e tu non puoi stare li ad aspettare. Credo che alla Technics questo l’abbiano capito…
Hai un bellisismo rapporto con l’Italia, quando ti rivedremo da queste parti ?
Sono molto legato all’Italia, mi ricordo il primo tour che feci, era il 1991, è stato uno dei peggiori della mia vita, ero a Bologna e dovevo suonare in un club dove la maggior parte del pubblico erano modelli e modelle. Ricordo benissimo il loro atteggiamento, erano annoiati e la mia musica non gli piaceva… avevo ventuno anni. Poi ho suonato al Cocoricò, ricordo che dopo mezz’ora il proprietario è salito in consolle e mi ha detto di smettere di suonare perché la mia musica non gli piaceva. Ripensandoci la cosa mi diverte, considerando che ora le serate che faccio al Cocoricò sono alcune delle più divertenti. Alla Minus siamo veramente tutti contenti del supporto che riceviamo dall’Italia ma è anche importante ricambiare e questo è un altro dei motivi per cui abbiamo scelto Roma per il Container. Un modo per fare non solo grandi eventi come il Contakt dello scorso anno, ma anche per vedere fino a che punto si può arrivare con uno spettacolo non convenzionale, vedere in che direzione ci porterà il futuro.
A quanto pare quindi ti vedremo impegnato come Plastikman in Italia prossimamente, sappiamo che è un progetto che oltretutto è legato ad altre figure. Chi vorresti subito dopo di te in una probabile lineup ?
Ecco, questa è una domanda difficile, fammi pensare… Sicuramente non vorrei vedere un altro live subito dopo il mio, mi piacerebbe vedere un dj set in modo tale che la figura dopo di me abbia la possibilità di interpretare l’atmosfera che gli lascio in pista. Sicuramente vorrei una figura molto professionale e con una grossa esperienza alle spalle. Il primo nome che mi viene in mente è Laurent Garnier, perché penso che riuscirebbe a catturare quel momento e a portare il pubblico in molte altre direzioni.
English Version:
When you decide to speak about an artist like Richie Hawtin, the difficulties are not few. You may risk to exaggerate, speak about anything, because anything that concerns him is in some way recent and fundamental musical history. If we want to follow a chronological timeline, we would start from the “enfant prodige” that was organising techno parties in Detroit during the 90’s, following in the steps of his hero at the time, Jeff Mills, who today is one of his appreciators and a friend. Once there was the small nerd, the boy who hid himself behind the pseudonym of Plastikman, with that huge fringe and nowadays, maybe the more mature and aware version, with his blonde stylish hair and unshaven look. Behind all of these aspects it is still him, the mind that gave life to a movement of techno/minimal that hit the whole world and with time created one of the most important concepts in musical history; comparable to only a few other figures in the worldwide musical panorama, Richie Hawtin was capable of influencing different generations with his decisions. The kid from Windsor divided the publics’ view on him perfectly in two, an artist capable of making himself loved or hated, like all who do not get lost in the passage of time and know how to adapt to any kind of period, succeeding in launching new ideas and concepts that others only reach and understand after some time. If one had to describe Richie with one word, I would personally choose innovation. He is the man that defied all the rules of DJing, the pioneer capable of mutating together music and technology. In fact he collaborates with the biggest and most renowned realities in the music scene, regarding technological instruments, online music shops and whatever anyone wants to add. At the moment Richie resides in Berlin, where together with the rest of his crew he curates one of his greatest creations, Minus, which last year celebrated its 10th anniversary. This, in short, is Richie Hawtin, the most mind-orientated artist that I have ever heard or seen, you find him almost in anything that incorporates the music and clubbing world of today, omnipresent… almost god-like.
We caught up with Richie in Rome, right before the second stop of his most recent show: Container. The result is a ride in the car through the roads of Italy’s capital. Our interview is also online on our partner site Computer Musik, a radioshow which goes live on Radio Deejay.
Hi Richie, it’s always nice to see you again. Could you explain briefly to all your fans who didn’t or won’t make it to the show, what Container actually is?
Container is an experiment between two friend-labels, Raster Noton and Minus. In the last 10 years me and Carsten Nicolai (founder of raster Noton together with Byetone) have always thought about collaborating somehow and we reached the conclusion that this would be a fantastic way to do it. Our sounds are in some way similar but at the same time incorporate two different dimensions, a more experimental one and a more commercial one. The reason we called it Container is because the show revolves around three walls that surround the audience, a kind of dark rectangle where the walls also are used as screens for our video projections. A real and actual multimedia container. While Olaf (Olaf Bender aka Byetone), Carsten, JPLS and I are playing, Ali and Nibo are occupied with projecting high resolution video that is synchronised with the music. Rastor Noton is very famous for their audio visual shows: graphics and animation in high definition, similar to that what my fans have seen me and Ali Demirel do during the Contakt shows and other occasions when we integrate our visuals.
How did it come to this great relationship with Carsten and the Raster Noton crew?
Everything started about 10 years ago, I was invited to take part in the project “New Forms: Contemporary Electronic Music in the Context of Art”, a series of performances done in the “Galerie fur Zeitgenoessische Kunst” in Leipzig; Carsten had just founded Raster Noton and I had just finished pressing Concept One, a series of 12 records. It was the same period in which I gave life to Minus. It really took 10 years to do this, the time to evolve our identities, create a following and unite it during this show. Container is a relatively small and “secret” event, because we do not expect all of my audience, as for his, to appreciate it, it’s an experiment that does not want to be in the specifics, too experimental nor too commercial. It is something in between. i think that we both find a lot of inspiration by working together, so I think it’s a great experiment on an artistic level for both.
Is this event a sign for a return to your origins? In the near future, will we see you go back to your original sounds? Will we come across figures like FUSE or Plastikman again?
The people who have known me for 20 years and that follow me since the beginning have always realised that I am changing constantly, going forward and backward between what is commercial and experimental. Right now I feel I have the need to experiment a bit more than I have in the past few years. Maybe even go back and fish out some old concepts that I expressed exactly in the Concept series. There already is a tour with the Plastikman project planned for next year, I am working on that right now, having the ability and the possibility to be able to experiment the ideas I have in my head in this moment during the Container show is a very good opportunity.
After the past event in October (Contakt), you decided to call upon Giorgio Mortari (Dissonanze director) again to organise Container. How did this work relationship come to be?
There are two figures in my life and in Carsten Nicolai’s that not only followed our evolution, but also took part in it. These two people are Giorgio, and Enrique from Sonar. In these past 10 years they continued asking us when me and Carsten would do something together, so when we went to dinner last June / July, we did not know precisely what we would do, but they already wanted to book a date to do it. Then we were asked with whom we wanted to work, and it was spontaneous. Officially there still was no Barcelona show, but I could imagine that for the next date for Container, I would surely choose Sonar.
So this is one of the main reasons that after the Berlin show you decided to have one here in Rome?
Berlin was a great opportunity, because it is where we live and work. So we said to ourselves, why not try something in Berlin to see how it works, see how things go. Other than that Berlin is the current centre for electronic music, and famous for Minus, Get Physical, for Weekend and Watergate…. for the more commercial part of electronic music. What Carsten and the others are doing is very important for me, because I would like Berlin to be seen more for the togetherness of this and not only the more popular stuff. We wanted to do something different and we received a good response, as if everyone was waiting for a show like this for a while. It was really important for us to do it in Berlin.
Your name has always been a synonym of technology. Recently there was news put out and then refuted that Technics would stop producing their top of the line record players, what would a future without 1200’s mean to you?
I’ve got goosebumps, I didn’t know about this, it’s something absurd. I find it difficult, it’s like finding out that an old friend from high school has passed away. You’re sad, but it’s a part of your life that you already closed the door on and doesn’t play a part anymore. So this is quite far from me now. I still remember when I bought my first pair of 1200’s, I saved a lot of money for them… until now the design of that jewel is incredibly beautiful… 10 years ago we introduced Final Scratch in front of the media, some friends and a lot of others looked at us as if we had just introduced the devil into the musical paradise. From then on I have seen old friends and different companies disappear because they weren’t capable of renewing themselves and taking a step forward. The world goes forward, it’s a continuous progressing and you can’t stand there and wait. I think they got that at Technics….
You have a great relationship with Italy, when will we see you again around here?
I’m really connected to Italy, I remember my first tour that I did, it was 1991, it was one of the worst of my life. I was in Bologna and I had to play in this club where most of the crowd were models. I still remember they’re reaction, they were bored and they didn’t like my music… I was 21 years old. Then I played at Cocorico’, after half an hour the owner came into the booth and told me to stop playing because he didn’t like my music. Thinking about it now it makes me laugh, considering that when I play there now, they are always some of the most fun nights. At Minus we’re all very happy of the support we get from Italy, and it’s also important to give something in exchange, that’s another reason we chose to do Container in Rome. A way to not only do big events like Contakt last year, but also to see up to what point we can get with more non-conventional shows, to see in what direction the future will bring us.
So apparently we will see you as Plastikman in the near future, we know it’s a project that’s also tied to other figures. Who would you like to play straight after you in the lineup?
Ok, this is a hard question, let me think… definitely I wouldn’t want to see another live after my show, I’d like to see a dj set by someone who can interpret the atmosphere I leave in the dancefloor. For sure i’d like a very professional person with a lot of experience on their shoulders. The first name that comes to my mind is Laurent Garnier, because I think he would be able to catch that moment and bring the crowd in many more different directions.