La tua vita, non solo quella professionale, si è divisa in tre tra le più importanti città italiane: Firenze, Milano ed infine Roma. Quali sono le più grandi differenze tra le tre diverse scene musicali?
Dico sempre che solo vivendo in una città ci si rende conto di quanto realmente, pur essendo nella stessa nazione, tutto sia molto diverso. A partire dalle abitudini, dai modi di dire, dagli stili di vita, e naturalmente anche dalla musica. Spostarsi aiuta tanto, sia nella crescita musicale, sia nel capire quanta differenza ci sia tra le diverse città. Milano, come grande metropoli, contrariamente a quanto ci si possa immaginare, ha un pubblico meno esigente, che segue meno la scena musicale. Penso sia un pò povera di stimoli, soprattutto negli ultimi anni, e che dovrebbe aprirsi di più ai giovani. Per quanto riguarda Roma sono rimasta scioccata da quanto le persone seguano i cambiamenti della scena musicale, e dalla varietà di situazioni che offre. Per quanto riguarda la mia città, Firenze, diciamo che si posiziona a metà tra i due opposti. La gente è interessata alla scena, ma le situazioni scarseggiano.
Sei a Roma da pochi mesi e ti è già stata affidata la consolle del Goa, ed in particolare quella dello storico party Ultrabeat. Dopo il Tenax ti trovi di fronte ad un’altra grande responsabilità, quali sono i tuoi propositi?
Premetto che per me, chiaramente, è stata una grandissima soddisfazione. Dopo la notizia della residency del Tenax, avere la possibilità di essere resident in un altro dei locali più rappresentativi d’Italia è stata una grande sorpresa. In realtà non so quali saranno i miei propositi, ma posso solo dire che anche se sono qui da pochi mesi, Roma ha influenzato molto sia me che la mia linea musicale. Mi ha aiutato a crescere e finalmente ad affinare il mio stile. Mi auguro che tutto ciò possa aiutarmi sempre più. Come dico sempre, la grande forza di questo “lavoro” è il non stabilizzarsi mai e andare sempre avanti: non si finisce mai di imparare.
Nonostante la giovanissima età hai già avuto l’onore di suonare in alcuni dei più importanti club italiani, ma la più grande soddisfazione (considerando che sei toscana) immaginiamo sia la residency del Tenax. Continuerai a suonare al party Pink Cash oppure avrai il tuo spazio durante il party Nobody’s Perfect?
Solo dopo la prima serata Nobody’s Perfect di fine stagione 2010 con Ellen Allien mi è stata annunciata la notizia che nell’anno seguente sarei diventata resident del Sabato e posso certamente dire che per me avere tale responsabilità, nel locale dove sono “cresciuta”, è stato un grande traguardo. Da quest’anno sarò quindi resident del Sabato Nobody’s perfect con un tot di date l’anno, ma continuerò comunque a suonare nel party Pink Cash. Del resto, sono nata lì, devo gran parte a quel party e sarebbe stupido lasciarlo, tenuto conto anche del grande successo dell’anno passato.
I tuoi dj set sono ricchi di sfumature. In che modo si è formato il tuo background musicale? Quale artista ti ha influenzato maggiormente?
Come ho già detto, spostarsi serve tantissimo nella crescita musicale. In Italia, ma anche all’estero. Scoprire altre realtà, essere curiosi delle nuove scene, di nuovi stili, aiuta a capire quello che in realtà piace veramente, quello che si vuole fare e a creare uno stile proprio. Se dovessi citare qualcuno che ha mi ha influenzato più di tutti direi banalmente Luciano. Ma potrei aggiungerne mille altri che non mi hanno mai fatto impazzire. Si impara anche da ciò che non ci piace. A volte è più facile capire come non vogliamo diventare di ciò che invece vogliamo realmente essere.
Tra le tante serate già in agenda stai cercando di ottenere un posto nell’ “Olimpo dei producer”. Vuoi dirci quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci qualche anticipazione sia sui tuoi lavori come Silvie Loto che come Loto’s?
Già da qualche anno sto lavorando alle produzioni. Qualcuno mi dice: “ancora non hai fatto niente?” Io rispondo sempre che c’è una grande differenza nel fare le cose velocemente e in modo mediocre, e nel provare a farle bene. Purtroppo, contrariamente a quella che è la moda di oggi, credo che per fare buoni dischi ci voglia tempo. Inoltre ho sempre studiato (e lo sto facendo tuttora) e mandare avanti università, date e produzioni non è facile. Io sono partita da zero e ho preferito essere sicura di poter riuscire a fare cose di qualità prima di fare uscire dischi fatti con poca esperienza e in poco tempo. Adesso sto lavorando molto al progetto Loto’s insieme a mio fratello (Lorenzo Loto) e stanno uscendo buone cose. E’ già uscito un remix, a breve uscirà un e.p. in vinile tutto nostro su 250 rec. e un altro su Lion rec. Altri progetti, anche da sola, sono work in progress.
In molti credono che sia sempre meglio separare il lavoro dalla famiglia. Com’è dividere lo studio con tuo fratello?
Assolutamente fantastico. Io e mio fratello abbiamo un rapporto difficile da spiegare e a cui molti non crederebbero. Tutto quello che facciamo lo facciamo insieme e abbiamo dei gusti perfettamente uguali. Credo non sia mai successo che io o lui non fossimo d’accordo su qualcosa. Per questo lavorare in studio insieme risulta essere una mossa vincente. Purtroppo la lontananza frena un pò, ma approfittiamo di internet e dei pochi momenti insieme per finire progetti e aiutarsi a vicenda. Diciamo che due teste, sono meglio di una e ci aiutano a guadagnare tempo.
Sappiamo che oltre alla musica coltivi diverse altre passioni. Perché non ci racconti del tuo impegno con noi di Soundwall e della tua passione per la scrittura ?
Scrivere è sempre stata una delle mie passioni più grandi e quando mi avete chiesto se ero disposta a pubblicare di tanto in tanto una sorta di diario delle serate più belle che facevo in giro per l’Italia, non ho potuto che accettare. Ho sempre ammirato quello che facevate e come lo facevate. La vostra bravura nel riuscire a trattare argomenti trasversali nel mondo dell’elettronica non è da tutti. Quello che posso dire è che continuerò volentieri e chissà… magari uno dei prossimi articoli sarà proprio su una mia serata al Tenax o al Goa 🙂