Tracce R&B, funk, hip-hop e anni ottanta che non avremmo mai immaginato potessero essere delle bombe da dancefloor, openairs fatti di felicità e ottima musica, amore per la musica, per tutta la musica, voglia di sperimentare e di cercar di dare in tutti i modi una spinta in positivo al panorama dance, questi sono i Soul Clap! I due, provenienti da un passato fatto di pane e musica, una volta incontrati hanno dato vita al duo Soul Clap, uno dei progetti più freschi e interessanti del panorama internazionale. Assieme ad altri produttori e djs che condividono lo stesso amore per la musica hanno dato vita a quello che oggi è il sound di Boston.
Ci hanno fatto innamorare di tracce come “Extravaganza” e di Eps come “Action Satisfaction” e ora si presentano con un nuovo lavoro di 27 brani, di cui 9 inedite, con i Wolf + Lamb: “Wolf + Lamb VS Soul Clap DJ Kicks”. “Lonely C” ci sta già ammaliando da qualche tempo e mentre aspettiamo il 15 Marzo, data di uscita del DJ kicks, abbiamo deciso di capire ancora meglio cosa sono i Soul Clap!
Benvenuti su Soundwall!
Ok, partiamo dagli albori: come sono nati i Soul Clap?
C: Ci siamo conosciti nel casino, in un rave in Connecticut, USA 1998.
E: Iniziammo a suonare insieme nel 2001 e ci siamo evoluti con il nome di Soul Clap. Abbiamo fatto tutto “in casa” fra un alcolico e l’altro.
Sappiamo che la mistura musicale da cui siete sbocciati è fatta da Hardhouse, Jazz, R&B, House, da partys happy hardcore e molto altro. Come ha agito questa miscela sulla vostra musica?
C: Fin dall’inizio abbiamo cercato di portare il nostro sound house, funk e disco nei club hip-hop di Boston, quindi facevamo versioni house di pezzi hip-hop, r’n’b e pop. Non penso fossimo ancora pronti quindi il nostro sound andò più verso i litorali della house e della techno. Poi la gente iniziò ad entrare nel groove delle nostre produzioni e iniziammo quindi a migliorare, a prendere confidenza e portammo definitivamente il funk, l’hip-hop e la disco nelle nel nostro sound. Ora come ora il cerchio si è chiuso.
Cosa c’era prima dei raves e dei clubs per voi? Da dove proviene il vostro amore per la musica?
C: La musica è stata sempre al centro della mia famiglia, ma mi appassionai profondamente quando ero un teenager. Quando ero intorno ai 13 anni fui introdotto al funk e al soul; infine dopo il primo concerto P-Funk non riuscii più a tornare indietro.
E: Mio padre amava il jazz e suonava il basso. Io crescendo l’ho sempre sentito suonare; aveva anche un’incredibile collezione di dischi, la maggior parte jazz, ma anche psychedelic rock e altri generi. Quando non lavorava stava sempre o a suonare o ad ascoltare musica quindi penso sia da questo che derivi il mio amore per la musica.
Che ne pensate dell’attuale panorama musicale di Boston?
C: Per la prima volta Boston ha trovato il suo suond personale. Non è stato facile perché pur essendoci molti ottimi Djs, in realtà non ci sono mai state grandi feste e gli unici produttori che sono riusciti a farsi notare sono stati Kooky Scientist e Armand Van Helden (che ha lasciato Boston e ora vive a NYC). Ora quello che stiamo cercando di fare, quello che Tanner Ross e Sergio Santos stanno facendo e quello che stiamo facendo insieme sotto il nome di SECT è orientato moltissimo verso synths e basslines funk. Stiamo cercando di incanalare il nostro sound in questa direzione e penso che la gente stia iniziando a riconoscerlo come il sound di Boston.
Che strumenti sfruttate per le vostre produzioni?
C: Ci basiamo principalmente su Ableton e visto che siamo sempre in viaggio ci siamo abituati a fare musica sui nostri MacBook Pro 13 pollici, li abbiamo sempre dietro. Ci troviamo abbastanza bene con i lap-tops ma usiamo molto anche sintetizzatori come l’Arturia Minimooog o quelli della serie Korg Legacy. Quando non siamo in viaggio utilizziamo anche hardwer come il Korg MS-2000, il Roland SH101 e il nostro Simmons Clap Trap. Un altro elemento fondamentale per la nostra produzione è che non facciamo musica in studio, non ci sediamo alle scrivanie con tutta la strumentazione davanti. Noi ci sbrachiamo sui divani o ci buttiamo su un letto e settiamo tutto lì. Ci rilassiamo quando dobbiamo produrre, la viviamo più come una specie di esperienza sociale.
Come procede l’idea di portare strumenti reali nei live?
E: In realtà non abbiamo in progetto di esibirci live. Siamo sempre stati dei Dj ed è quello che sappiamo fare meglio.
Com’è nata l’intesa con Wolf + Lamb?
C: Abbiamo conosciuto Gadi e Zev all’hotel Marcy durante l’after per il Minitek festival nel 2008. In seguito iniziamo a condividere musica e a parlare molto su skype; era chiaro che vedevamo del potenziale in noi. Iniziarono veramente a farci da mentore e ad aiutarci ad evolvere come musicisti, portando le nostre produzioni ad un livello superiore. Inoltre hanno lanciato l’etichetta Black Wolf + Lamb in particolare per rilasciare i nostri lavori e questo ci ha aiutato molto. Ora siamo molto amici con Gadi e Zac, viviamo insieme a Miami e lavoriamo insieme tutto il giorno. Li abbiamo aiutati molto anche noi nel corso del tempo proponendo nuove idee e aiutandoli con la strategia generale della Wolf + Lamb.
C’è un progetto, un’esperienza che avete sempre avuto in mente e che non avete ancora provato?
C: Sto pensando Wolf + Lamb vs Soul Clap: “The Kosher Delicatessen”.
E: Se c’è qualcosa che devo fare prima di morire e senza alcun dubbio camminare sulla luna!
Com’è nata l’idea del “Dancing On The Charles”?
E: Abbiamo iniziato il D.O.T.C. nell’estate del 2007 semplicemente per fare un party all’aperto con barbecue, musica e con un po’ di amici. Lo abbiamo fatto vicino al fiume Charles su un patio dell’American Legion (un luogo dove i veterani di guerra si incontrano per bere qualcosa); fu davvero un buon affare. Al primo party c’erano circa 150 persone anche se non c’era stata nessuna promozione o cosa del genere, così abbiamo deciso di farne altri 3 d’estate. La festa cominciò a diventare sempre più grande ed importante. E’ stata davvero una cosa particolare per la zona di Boston, un gruppo davvero eterogeneo di persone, tutte che si univano per ballare sotto le stelle. La gente ci diceva che si sentivano come ad un party europeo: era tutto così genuino e rilassante. Abbiamo avuto un sacco di problemi nell’edizione del 2008 e la città di Cambridge ci ha tolto la possibilità di organizzare nuove feste. E ‘stato allucinante perché le feste andavano sempre avanti dalle sette all’una di notte e non abbiamo mai avuto problemi o reclami; questo dimostra quanto la città fosse chiusa nei confronti di eventi culturali così freschi. Per fortuna sono cresciuto a Cambridge e avere amici in consiglio comunale è stato utile. Abbiamo ottenuto tutte le licenze e tipo altre 7 feste quell’anno, feste che l’Urb megazine inserì fra le migliore feste outdoor del Paese. Nel 2009 hanno nuovamente cercato di fermarci con una nuova serie di regole. Ci siamo dovuti procurare un architetto e un avvocato e abbiamo reso nuovamente possibile il Dancing On The Charles. Ancora una volta tutto è andato tutto per il meglio e abbiamo anche avuto DJ Harvey e Nicolas Jaar come ospiti speciali quell’estate. Poi l’estate scorsa la commissione ha trovato un nuovo modo per bloccarci: minacciare i proprietari della location di chiudere la zona nel caso ce l’avessero affittata. Non c’era davvero niente da fare, non volevamo che il posto venisse chiuso, è importante per i veterani avere quello spazio. Così ci siamo trasferiti a Berlino per l’estate: abbiamo preso la città come un segno . E ‘stato davvero triste per noi dover rinunciare al D.O.T.C. Più di 100 persone ci hanno inviato messaggi per per rendersi utili, ma il mio cuore era stato davvero spezzato. Abbiamo faticato tanto per rendere la nostra città un luogo migliore dove vivere e hanno provato a fermarci in ogni modo, e non solo con il DOTC, ma con qualsiasi evento di quel genere. Alla fine è stata la comunità che ci ha veramente rimesso, perché la città ha perso una festa di fama mondiale davvero unica.
Quindi si può considerare come una grande idea che si è però conclusa con il gran finale del 2009?
E: Già, come ho detto abbiamo combattuto per 10 anni allo scopo di rendere Boston un posto migliore per la musica dance, ma questo alla fine non ha fatto altro che spezzarmi il cuore.
Per concludere dateci qualche album per voi fondamentale che dobbiamo avere nella nostra collezione!
C: Funkadelic – “Lets Take It To The Stage”, Goldie – “Timeless”, Dimitri From Paris – “After The Playboy Mansion” (Disc 2)
E: Tribe Called Quest – “Midnight Marauders”, DJ Shadow – “Entroducing” e “The Stacey Pullen DJ Kicks mix”.
English Version:
R&B, funk, hip-hop and eighty’s tracks which we never immagined being blasts on the dancefloor, openairs made of happines and great music, love towards music, towards all kinds of music, desire of finding new ways to influence positively the dance scenery, these is Soul Clap. The couple, after meeting, created soul clap one of the freshest and interesting projects on the international scene. Set with other productors and djs who equally love music, they created what today is the sound of Boston. They made us fall in love with tracks like “Extravaganza” and with Eps like “Action Satisfaction”… Now they are going to release their new album, made of 27 tracks, 9 of which are inedited, with Wolf+Lamb: “Wolf+Lamb VS Sound Clap DJ Kicks”. “Lonely C” has already been charming us and while we wait for March 15th, date of release of DJ kicks, we decided to know more about Soul Clap!
Welcome on Soundwall!
Let’s start from the beginning: how was “Soul Clap” project born? What is the purpose of Soul Clap?
C: We first met in a cuddle puddle at a rave in Connecticut, USA in 1998.
E: Then we started to DJ together in 2001 and came up with the name Soul Clap on my mom’s porch, drinking 40s.
Where does your love for music come from?
C: Music has always been at the center of my family, but when it was my really my early teenage years that I became a fanatic. Thats when I was introduced to funk and soul and after attending a P-Funk concert when i was about 13 there’s really been no turning back.
E: My dad plays jazz bass and I would listen to him playing growing up. He also has an amazing record collection, mostly jazz, but also psychedelic rock and other stuff. When he wasn’t working he’d be playing or listening to music all the time, so I think that laid the foundation for my lifelong obsession with music.
We know that the music mixture you come from is made of Hardhouse, Jazz, R&B, House, happy hardocore partys and much more. How did these genres influence your current sounds?
E: For a long time we were trying to bring our house, funk and disco sound to the more hip-hop clubs in Boston, so we were making house versions of hip-hop, r’n’b and pop tracks. At the time I don’t think we were ready yet, so our sound really went more towards house and techno. Then people started to get into our edits and as we got better at production we built up the confidence and skill to go back and bring the funk, hip-hop and disco influences all together into our house sound. So it’s all come full circle today.
What do you think about the current Boston soundscape?
E: For the first time ever Boston really has it’s own dance music sound. It’s tough because there are so many awesome DJs in Boston, but there really aren’t a lot of good parties in the city and the only producers who came up are Kooky Scientist and Armand Van Helden (who left and blew up in New York). Now, the stuff that we’re doing, what Tanner Ross and Sergio Santos are doing and the music we all make together as SECT all has a really sample oriented drum sound with thick funk synths and basslines. We’re really trying to channel the New Edition vibe and I think it’s a sound the world has started to identify as our own.
What is your equipment set up when you make beats?
C: We’re based in Ableton and since we’re on the road so much we’ve become experts at making music on our laptops, MacBook Pro 13″. Typically we keep it in the box. We’re pretty sample-heavy but also get deep into the classic sounding software synths like Arturia’s Minimoog and the Korg Legacy series. But, when we’re off the road we can get into the hardware that we share with Gadi, like the Korg ms-2000 and Roland SH101 and our trademark Simmons Clap Trap. One other element that is key to our production set up is that we’ve pretty much done away with the conventional studio arrangement, like sitting at a desk with a everything in front of you. Instead we sit around on couches or set up the monitors at the foot of a big bed. We’re always kicked back and relaxing when we write music, its much more of a shared social experience.
What about the idea of using real instruments in your show?
E: We don’t really have any plans for live performance. We’ve always been DJs and that’s what we’re good at.
How was the armony with Wolf + Lamb born?
C: We first met Gadi and Zev at the Marcy hotel at an after-party for the famously dysfunctional Minitek festival back in 2008. We began trading music and talking a lot on skype after that and it was clear that they saw some potential in us. They really started mentoring us and helped us develop a lot as musicians, taking our production to the next level. They also started the sub label Wolf + Lamb Black specifically to release our edits which increased our profile. Nowadays we’re very close with Gadi and Zev, living together in Miami and working together daily. We’ve also helped them a lot, exposing them to new ideas and helping with the overall strategy of the Wolf + Lamb.
Is there a project, an experience that you have always had in mind and that you haven’t tried yet?
C: I’m thinking Wolf + Lamb vs Soul Clap, The Kosher Delicatessen. Now thats a Ruben!
E: If there’s one thing i get to do before i die it’s definitely walking on the moon!
Where does the “Dancing on the Charles” idea come from?
E: We started D.O.T.C. in summer 2007 just to have an outdoor party with bbq, music and some friends. It was next to the Charles River on the patio of an American Legion post (a place where veterans of wars can come together and drink and have social events) so it was really cheap to rent the space. The first party we had 150 people show up without really promoting or anything so we decided to do 3 more that summer and they kept getting bigger and bigger. The whole thing was really unique for the Boston area, a really diverse group of people all coming together to dance under the stars and people kept commenting to us that it felt more like a party in Europe because it was so genuine and relaxed. We got lots of press for our kick-off in 2008 and the city of Cambridge licensing commission decided they didn’t want the parties to happen anymore. It was crazy because the party went from 7pm-1am and we never had any problems or complaints, so it really shows how opposed the city is to cool cultural events. Luckily I grew up in Cambridge and have friends on city council so they helped us push it through. So we got all the proper licenses and had maybe 7 more parties that year and Urb magazine called us one of the best outdoor parties in the country. So 2009 rolls around and the license commission tries to stop us again with a whole new set of rules, we had to get an architect and lawyer, but we made it happen. Once again everything went smoothly and we even had DJ Harvey and Nicolas Jaar as special guests that summer. Then last summer the commission found a new way to block us, which was to threaten the post that if they rented to us they would shut them down permanently. There was really nothing we could do, we didn’t want the post to get shut down because it’s so important for the veterans to have that space, and we had the opportunity to live in Berlin for the summer so we took it as a sign. It was really sad for us to have to give up on party and 100s of people sent us messages asking how they could help, but my heart was really broken. We put so much work in to make our city a better place to live and they tried to stop us at every turn, not just with D.O.T.C., but with pretty much anything related to dancing. In the end the community is who really was hurt, because the city lost a really unique world-class party.
Can we consider it ended with the “The finale” edition in 2009 or are you going to create something similar?
E: Yeh, like I said, we fought for 10 years to make Boston a better place for dance music, but this really just broke my heart.
To conclude: give us a few key album that we can’t avoid to have in our collection!
C: Funkadelic – Lets Take It To The Stage, Goldie – Timeless, Dimitri From Paris – After The Playboy Mansion (Disc 2).
E: Tribe Called Quest – Midnight Marauders, DJ Shadow – Endtroducing and the Stacey Pullen DJ Kicks mix.