Non poteva che essere una serata grandiosa sabato 19 febbraio al Brancaleone e così è stato! Questa volta a far vibrare tutto e tutti è stato uno dei più grandi artisti del panorama elettronico mondiale: Trentemøller, introdotto dalla straordinaria performance di Martux_m.
Una serata, a mio parere, profondamente differente da quella del 27 febbraio dello scorso anno: molto più secca, più minimal, più omogenea e forse anche più raffinata rispetto a quella del 2010. L’artista danese ha un po’ ripercorso i suoi passi con le tracce del set, ovviamente stravolgendo come solo lui sa fare le versioni che noi conosciamo. Nonostante questi cambiamenti Trentemøller, come suo solito, è passato da brani prediletti da gente come i Pan-Pot e da tracce di sua produzione a pezzi storici dei Rolling Stones, ripresentandosi puntualmente non semplicemente come un’artista minimal-techno, come spesso viene definito, ma come un’artista con la A maiuscola, un’artista universale capace di trasformare la musica in un materiale plastico modellabile di cui lui ha il completo controllo.
Anche lo stesso Martux_m, artista poliedrico, capace di passare da album come “About a silent way” (omaggio ad uno dei capolavori di Miles Davis) o come “Reminiscence” (con il pianista Danilo Rea) a progetti come “In-beat-ween zone”, ha presentato un set completamente differente rispetto a quello dello scorso anno. Eliminate le incursioni dubstep, l’IDM più radicale, i tempi seduti, l’elettronica più acida e le melodie orecchiabili, ha dato vita anche lui ad un set più secco e più duro mantenendo però quella venatura “happy” che non permette di stare fermi mentre sta suonando.
Abbiamo intervistato Trentemøller prima del suo set per capire meglio quale sia stata la sua evoluzione artistica, le motivazioni di alcune delle sue scelte musicali e in seguito abbiamo fatto qualche domanda a Martux_m per capire meglio cosa c’è dietro la sua musica!
Trentemøller:
Ciao! Benvenuto su Soundwall e grazie per averci permesso di farti qualche domanda… (Sono solo 11/12 domande, e abbiamo 5 minuti! ce la possiamo fare!)
Obiettivamente ti senti più a tuo agio in posti come il Brancaleone o più sofisticati come l’Auditorium di Roma dove hai suonato a Ottobre?
Sono due luoghi totalmente differenti. Sicuramente è stato divertente e interessante suonare all’Auditorium ma sinceramente anche un po’ strano perché il pubblico era lì, tutto seduto, e questo è stato ottimo per alcune tracce dove è principalmente l’ascolto che ti porta a provare determinate emozioni, ma per le tracce più ballabili era strano vedere che nessuno si poteva alzare, era chiaro che la gente avrebbe voluto, ma per evitare di essere cazziati e sentirsi dire “ehi metti subito seduto!” non lo faceva! Invece qua il pubblico è libero di fare quello che vuole. In conclusione sono due posti totalmente differenti che mi hanno dato emozioni differenti… Anche perché rientrano in due progetti diversi.
Provieni da un passato fatto di Rock, Post-punk e molto altro. Ma come è avvenuto lo skip all’elettronica?
Guarda per me non è stato assolutamente uno skip ma posso capire che dal di fuori possa sembrare così visto che iniziai a suonare con alcune rock bands e solo dopo a lavorare sull’elettronica. Ma la gente non si preoccupa di vedere quello che ho fatto nel mezzo. Non è stato un salto è stata una conseguenza! Io cerco di prendere elementi dal rock, dall’indie e di riportarli nella mia musica perché la dance music, la techno sono noiose per me se pure, mancano di alcuni elementi fondamentali che io prendo dal mio background musicale e reinserisco nella mie produzioni e nei miei set.
Per l’appunto c’è stato in un certo senso un ritorno al passato nel tuo ultimo album: come mai sei tornato all’uso di strumenti reali?
Per me è stato abbastanza naturale sia per le sonorità che cercavo ma anche per motivi pratici. Come ti dicevo trovo noioso stare sempre davanti al laptop con una drum machine e inoltre avevo bisogno di un gruppo per riproporre le stesse sonorità dell’album nei live. Quindi erano necessari ad esempio due chitarristi e una cantante oltre al batterista. E’ stato fondamentale anche per avere quegli aspetti della musica che si hanno quando si suona live con una band e si perdono in un dj set.
Cosa senti che cambia veramente quando suoni con la tua band? Quali sono le differenze che senti essere fondamentali fra i due tipi di serata?
Si è profondamente differente perché il djing porta spesso ad una dimensione che riguarda praticamente solo il “partying”, ed è ok, adoro questo lato, ma quando suono con il gruppo penso la gente venga più per la musica in se e non solo per la festa. Nonostante queste differenze io cerco sempre di mixare i diversi aspetti. Ad esempio quando suono con la band, cerco di non fare una serata solo da ascoltare perché amo vedere la gente muoversi sotto la consolle, amo vedere che apprezzano fisicamente quello che faccio… Io carico loro e loro danno carica a me!
E questa sera? Cosa ci proponi?
Questa sera sarà un “normale” DJset. Suonerò molte mie produzioni, ho molte cose da proporvi. Penso il 90% di quello che farò sarà fatto da tante piccole rielaborazioni. Cercherò di inserire un po di cose rock per cercare di dare emozioni più dinamiche.
La rivisitazione che hai fatto l’altro anno di “All day and all of the night” dei The Kinks è stata fantastica! Pensi di fare il bis questa sera?
(felice, ride) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah no no no nooo… Purtroppo no… Se ti piace così tanto magari lo posso fare per te (ride). Però no, non penso purtroppo. Anche se ti anticipo che farò qualcosa di simile! Però chi lo sa magari la metto…
Ok, siamo a metà! Il remix di Go è stato uno di quelli che ha avuto maggior successo. Com’è nato?
Se non ricordo male Moby mi mandò una mail chiedendomi se volevo fare un remix del suo ultimo single. Mi mandò una copia del brano. Quel pezzo però non mi faceva impazzire, quindi gli chiesi se potevo invece remixare Go che era un classico da club. Accettò e mi chiese un remix veramente potente, divertente, carico perché non era ancora soddisfatto dell’ultima versione di Go. E così andò. Ricordo che Moby apprezzò molto quel remix!
Ho letto su internet che stai pensando di spostarti a NYC. Perché proprio New York e non un classico come Berlino?
Mmmmmmmh… Berlino è una città splendida da molti punti di vista, ma molta della musica underground che mi ha segnato la vita, dai Velvet Underground a cosa più recenti, viene proprio da New York. Molti dei film che per me sono fondamentali sono ambientati lì. Quindi diciamo che la storia della grande mela e la sua evoluzione artistica nel tempo mi è più vicina rispetto a quella berlinese.
Penso che “Miss you” sia una dei brani più belli e delicati mai scritti. Come è sbocciato?
Se vuoi la verità l’ho fatta in pochissimo tempo: solo in una notte. Tutto, l’idea, la composizione e il missaggio è stato fatto in una notte. Sono molto affezionato a quel pezzo… Non l’ho mai toccato, la versione che si sente nell’album è esattamente quello che ho creato quella notte. Avevo appena rotto con la mia ragazza e ovviamente stavo male, mi mancava. Penso che a volte è molto meglio non dedicare troppo tempo ad una cosa, è meglio non lasciarsi scappare una sensazione così forte e sfruttarla subito al massimo, nella maniera più pura possibile. Miss you è quella sensazione, pura!
Questa è una cosa che mi sono sempre chiesto dopo aver ascoltato il tuo ultimo album. La tua “Silver ghost rider go” ricorda molto la versione di “Misilou” di Dick Dale, brano reso famoso dal film Pulp Fiction. E’ casuale questa somiglianza o ti sei ispirato proprio a quel pezzo?
No no, sono stato fortemente influenzato da quei suoni e da molti particolari di quel sound. Il pezzo in ogni caso non centra nulla con Pulp Fiction, nonostante io ami quel film e Tarantino. Mi piace molto proprio il suono che ha la chitarra nel Surf rock, quello di Link Wray per fare un esempio.
Per quanto riguarda il tuo futuro hai già qualcosa in programma come remixes, album, collaborazioni o pensi che ti dedicherai ai live per ora?
In questo periodo sto lavorando a molti remixes per nomi interessanti… ma non posso fare nomi mi dispiace.
Dai solo un nome per Soundwall!!
mmmmmh… ok solo uno… Fra gli altri sto lavorando ad un remix per gli UNKLE, non mi chiedere altro! (ride)
Per concludere cosa vorresti dire a coloro che amano la tua musica e che leggeranno le tue parole domani su Soundwall?
Se volete continuare a sentire la mia musica non scaricate illegalmente le mie produzioni, anche noi dobbiamo mangiare! (ride)
E grazie per essermi venuti a sentire questa sera, spero vi sarete divertiti!
Grazie mille! Non vediamo l’ora di sentire il tuo set!
Grazie a voi ragazzi, spero vi piaccia! Buona fortuna!
Martux_m:
Ciao Martux. Benvenuto su Soundwall. Qualche domanda al volo!
Ciao a voi e grazie. Vai!
Qual’è il tuo pensiero su Trentemøller?
Penso sia sicuramente uno dei caposcuola dell’elettronica mondiale. Sento nella sua musica un sound molto nordico che con il passare del tempo sta cambiando sempre di più, sta diventando sempre più radicale, più minimal. Vedo sopratutto che invece di spostarsi verso il dancefloor, ci si sta allontanando per sonorità sempre più interessanti. Penso che questo sia un passaggio obbligato per un artista che ha la sua sensibilità, e lui ha una sensibilità non comune. Ora, avendo raggiunto un grandissimo successo con il lato più ballabile della sua musica, sta iniziando ad esprimere una parte più complessa del suo profondo. Ed io lo stimo molto per questo.
Cosa ne pensi del suo ultimo lavoro?
“Into The Great Wide Yonder” è un album molto particolare. Mi piace come ha unito il suo sound a suoni graffianti di strumenti reali. Spesso gli artisti vanno un più avanti rispetto al momento musicale e penso che fra qualche anno si capirà meglio il suo ultimo album che io considero un gran lavoro.
Porti avanti moltissimi progetti contemporaneamente, progetti audio, progetti visivi e soprattutto nel mondo della musica passi da live con grandi esponenti della scena jazz dove ci son fior fior di critici che aspettano e valutano ogni tuo suono ad una serata come questa. Come fai a portare avanti due aspetti così contrastanti della musica?
E’, hai ragioni sono aspetti veramente contrastanti, ma è proprio per questo che non ne potrei fare a meno. Se suonassi solo in ambienti come l’Umbria Jazz festival morirei, come morirei a fare solo serate come quella di questa sera. Questa è sicuramente una parte più diabolica, più fisica diciamo del mio modo di essere che però bilancia tutto il resto.
Ho notato un grande cambiamento nel tuo set rispetto a quelli dell’altr’anno. Come mai?
Il discorso di base è sempre lo stesso. Poi lo vedi dalle mie produzioni. Mi stanco facilmente delle cose, non potrei mai avere un unico stile. Mi piace molto variare, quindi mi appassiono continuamente a generi diversi. Ascolto moltissima musica e questo mi porta a cambiare continuamente.
Cosa ci puoi dire sulla tua formazione musicale?
Beh io sono nato e cresciuto con il Rock come Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd poi ho iniziato e continuato con il jazz per molti anni, poi dal jazz sono passato all’elettronica, poi all’elettronica sperimentale e alla musica contemporanea. Questo può essere visto come un mio pregio ma sicuramente anche un po’ un mio limite perché non è facile poi catalogarsi da qualche parte e la gente ha bisogno di catalogarti.
E ora a cosa stai lavorando? che progetti stai seguendo?
Beh stiamo lavorando al secondo disco per l’omaggio a Miles Davis, iniziando un nuovo progetto con la stessa formazione, cioè con Bosso, Beazatti, Aarset e Vigorito e infine si lavora a nuove produzioni per i dj sets.
Grazie mille, ci rivediamo il 26 con APPARAT!
Grazie a voi, a presto.
English Version:
I imagined that Saturday would have been an amazing night at Brancaleone, and I was right! This time it was the turn of one of the most important electronic worldwide artist: Trentemøller, introduced by the extraordinary performance of Martux_m. An evening, in my opinion, profoundly different from that on 27 February of last year, much drier, more minimal, more consistent and perhaps more refined than one on 2010. The Danish artist retraced his steps with tracks of the set, obviously distorting the versions we know as only he can do. Trentemøller, despite these changes, as usual, has gone from tracks used by artists like the Pan-Pot and tracks of his own production at historical items of the Rolling Stones. So he appeared not just like a minimal-techno artist, as he is often defined, but as an artist with a capital A, a universal artist that transforms music into a moldable plastic material of which he has complete control.
Even Martux_m, versatile artist, able to switch from albums such as “About a Silent Way” (a tribute to one of the Miles Davis masterpieces ) or as “Reminiscence” (with the pianist Danilo Rea) to projects such as “In-beat-ween zone”, presented a completely different set. Eliminated the dubstep influences, the most radical IDM music, the most acid electronic items, he played a very strong set.
We interviewed Trentemøller in order to understand his artistic evolution, the reasons of some of his musical choices and then we asked some questions to Martux_m to understand what is behind his music!
Trentemøller:
Hi! Welcome on Soundwall and thanks for giving us a bit of your time… only 11 – 12 questions… Ahahahah 12 quesitions and only 5 minutes! We can do it!
Do you feel more comfortable in places like Brancaleone or more sofisticated like the Auditorium in Rome, where you played some months ago?
They are very two different venues. I think it was fun to play at the Auditorium but also a little bit strange becouse people was sitting down and for some of the tracks we played was really great ‘couse they were intended to be listened to but with more physical stuff it was little bit weird that people were not allowed to dance because lot of the audience wanted to get up but they would be scolded like “Ehi you, sit down!”. On the contrary, here the audience can do whatever they want. So they are very different places that gave me different feelings also because they are connected to different projects.
You come from a past of rock, jazz and much more. How did it happen the skip to electronic?
For me it wasn’t really a skip but I can understand if you feel it like a skip from the outside because I started playing in some rock bands and after I did some electronic stuff. But people do not mind to see what I did in the middle. it was not a skip… it was just a consequence. I try to mix rock and indie elements with electronic music. Dance, Techno music are boring if they are pure, they lack some features that I take from my background.
Why did you return,in your last album, to the use of real instruments?
Actually it was quite natural because of the sounds I was looking for but also for practical reasons. As I said, I find boring being always in front of the laptop with a drum machine and I also needed a band to bring back live the same album sounds. So, for example, two guitar players and a singer were necessary as well as the drummer. It was also essential for those aspects of the music you have when you play with a live band and that you get lost in a DJ set.
What do you feel really changin between your sets and the lives with you band?
Yeah, I think it’s different because playing as a Dj is only about partying, and this is fine, I really love that, but when I play with the band I think people are maybe coming a little bit more for the music not only for the party. But I like to mix both things together. Also when I play with the band it should not be a listening session, I like to see moving people under the console, I love to see that they physically appreciate what I do … I cheer them up and they give power to me!
So what do you gonna do tonight?
It’s a “normal” dj set. I’m gonna play lots of my own edits, this night I have lots of things to offer you. I think nearly 90% what I’ll do will be small rielaborations. I’ll try to play also some rock stuffs because I like to have a dynamic structure in the feelings.
Your “All day and all of the nights” remix is fantastic! Are you gonna play it tonight?
Ahahahahahahha no, no, no… Unfortunately not. If you like it so, maybe I can do it for you (he laughs). But no, I do not think so. Even I think I will do something like that! But who knows… Maybe…
The remix of Go is one of the most successful one. How was it born?
I think Moby mailed me asking the remix of his last song. But I didn’t like it so much. So I asked him if it was possible to remix Go that was a classic club track. So he asked me to remix go in a funny and stronger way. I remember that he liked very much the remix!
I read on the internet that you’re going to move to NYC. So,that’s why? Why not Berlin, a classic?
I’m not gonna live there permanently, I have only some projects there!
Mmmmmmmmmh…. Berlin is a great city, but lots of music that I’ve listen to, from Velvet underground to new stuffs came from NYC. Lots of films I love take place in New York. So I think for me the history about New York is more close to me than the Berlin one.
In my opinion “Miss you” is one of the must delicated and beautifull tracks. How was it born?
It was actually done very quickly, only in one night. Doing, composing and mixing everything was done in one night. And I’ve never change anything about the track. The album version is exactly that version. I had broke up with my girlfriend and obviously I missed her. I think it’s better not to spend too much time on something you really feel is there. “Miss you” is that feeling, pure feeling!
Your “Silver Surfer Ghost Rider Go” really reminds MISIRLOU, used as soundtrack in Pulp fiction movie. Is it random or you got inspired to those actual sounds?”
No, no, I was strongly influenced by those sounds. The track in any cases has no connection with Pulp Fiction movie, although I love that movie and Tarantino. I really like the sound of Surf rock guitar, like Link Wray for example.
Do you have any project for the future: album, remixes, collaboration?
I’m working on remixes for many interesting names … but I can not give names, I’m sorry.
Please just a name for Soundwall!
Mmmmmh… ok just one… Among the others, I’m working on a remix for UNKLE, do not ask me more! (laughs)
To conclude, what would you like to say to those love your music and who gonna read your interview on Sounwall?
If you want to hear my music again and again, you do not have to download illegally my productions! (laughs)
And thanks for coming tonight, I hope you enjoyed!
Martux_m:
Hi Martux. Welcome on Soundwall. Some questions!
Hello to you and thank you. Go!
What do you think about Trentemøller?
I think he is definitely one of the most important electronic artists. I hear in his music a very nordic sound… With time he is changing, increasingly, he is becoming more radical, more minimal. Instead of moving towards the dancefloor, he is moving towards more interesting sounds. I think this is a necessary step for an artist with his sensibility, and he has an uncommon sensibility. Now, achieved great success with more danceable side of his music, he is beginning to express a more complex part of its depths. And I esteem him for this.
What do you think about his last work?
“Into The Great Wide Yonder” is a very particular album. I like how he combined his sound with real instruments. Often artists are a little ahead of the musical moment and I think in a few years you will better understand his last album that I consider a great job.
You have so many projects, audio projects, visual projects. You play on the one hand at festivals like the Umbria jazz festival and on the other at some clubs like Brancaleone. How do you can do this?
Eh, you’re right. They are very different worlds. But I need both. This is certainly a most diabolical and physical part of my music that however, balance the rest.
I noticed lots of changes in your set tonight. Why?
It’s the same point. As you can see in my own productions, I really like change, I could never have a unique style. I listen to lots of music and this leads me constantly change.
What can you tell us about your musical training?
Well, I was born and grew up with rock like Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd then I started and continued for many years with jazz, then I switched from jazz to electronic, experimental electronic and contemporary music. This can be seen as a value but it’s also my limit because it is not easy to be categorized somewhere and people need to catalog you.
And now what about your next works? Projects that you are following?
We are working on second tribute to Miles Davis, beginning a new project with the same artists (Bosso, Beazatti, Aarset e Vigorito) and then I’m working on new productions for DJ sets.
Thank you, see you on the 26th with “APPARAT”!
Thank you, see you soon.