Per oltre due decenni la città di Detroit in Michigan è stata considerata come la casa e il luogo di nascita della techno. A metà degli anni ottanta, ispirati dalle band elettroniche tedesche quali Kraftwerk, Tangerine Dream, i ‘Bellville Three’ (Juan Atkins, Kevin Saunderson e Derrick May) cominciarono a sperimentare con i loro sintetizzatori e le loro drum machine, stabilendo uno scenario musicale che presto venne chiamato techno. Nei primi anni novanta c’erano i djs afroamericani come Jeff Mills, Rob Hood e Mike Banks, ai quali si unirono dei giovani ragazzi come Richie Hawtin e Dan Bell, introducendo un nuovo genere futuristico: la minimal-techno. Poi fu la volta di Matthew Dear, Ryan Elliott e Magda, i quali contribuirono a esportare in tutto il globo una scena che sarebbe diventata tra le più dominanti di sempre. E mentre tutto questo accadeva leggende dell’house music come Theo Parrish, Kenny Dixon Jr e Aaron Carl stavano dando alla Motorcity quell’emotivo e profondo tocco che solo l’house music può dare.
Dopo tutto questo è il momento di Visionquest, una nuova generezione di giovani e talentuosi producer Detroitiani. Seguendo i loro percorsi e avendo ben chiaro chi e cosa li ha preceduti vanno a definire le personali sonorità. Quattro dj che nell’ultimo decennio sono cresciuti organizzando party e suonando sia a Detroit che in giro per il mondo. La loro attenzione è focalizzata sulla profonda anima della musica elettronica di qualità, guidata dalle emozioni e che si sviluppa a partire dai loro differenti background musicali. Visionquest ha le sue radici nella Motown, seguendo i grandiosi tratti dei precursori Theo Parrish e Moodymann, con la missione di riposizionare, nella mente delle persone, i confini della musica elettronica. Un progetto ambizioso su cui abbiamo voluto indagare, ma ora andiamo a sentire dalle parole dei protagonisti cosa sarà Visionquest.
Ciao ragazzi, benvenuti su Soundwall
In questa intervista vorremmo concentrarci su Visionquest. Prima di parlare del progetto in se, ci piacerebbe sapere qualcosa su di voi e come è nata la vostra intesa musicale.
Seth: il punto di partenza è stato il fatto di crescere tutti a Detroit.
Ryan: …Si, mi presentarono Seth quando lavorava dietro al bancone di Melodies & Memories (un leggendario negozio di dischi in Detroit). Al tempo Seth era ancora un teenager con degli enormi rasta, ma condividevamo già la passione per lo stesso tipo di techno, specialmente per tutto quel materiale proveniente da etichette molto avanti come Perlon, roba che proveniva dall’Europa al tempo.
Shaun: Ho avuto modo di conoscere Seth ad una delle feste che stavo lanciando al tempo. La prima volta che lo incontrai fu ad una mia festa, dovette intrufolarsi di nascosto perchè non aveva l’età per parteciparvi.
Lee: Incontrai Matt Dear quando avevo 23 anni ed è stato come se mi dicesse “è ora di andarsene da Grand Rapids” (dove vivevo al tempo) e raggiungere Detroit, c’era qualcosa che sta accadendo là. Seguii il suo consiglio e ottenni un lavoro da Paxahau, progetto che organizza il Detroit Electronic Music Festival. Lavorando per loro ho avuto modo di incontrare Shaun Reeves, che subito mi presentò Ryan e Seth. Al tempo Seth era un ragazzino rasta di 16 anni che riusciva ad intrufolarsi ad ogni party grazie alle conoscenze che aveva lavorando nel negozio di dischi. Seth si era appena mollato con una ragazza da incubo e aveva bisogno di un posto dove stare, così gli offrì la possibilità di venire a star da me.
Seth: …e così nacque il Tesh Club.
Un’intesa musicale probabilmente non basta per far nascere un progetto, qual’è stata la scintilla che ha dato vita a Visionquest?
Lee: Abbiamo rapidamente raggiunto una profonda intesa musicale e simbioticamente diventammo molto amici. In paricolar modo da quando Seth si trasferì da me.
Seth: Il nostro salto nel vuoto è stato nel seminterrato di Lee, che era noto agli amici come il “Tesh” Club. (Nato dalla pronuncia sbagliata che avevano in Germania della parola Techno in Teshno)
Shaun: Lee e Seth avevano un enorme seminterrato con un grandioso impianto. Molti di noi erano sulla stessa lunghezza d’onda e quindi siamo finiti a ritrovarci su questo concetto per circa quattro mesi passati a ricercare tutta quella roba che veramente ci piaceva, tutta quella roba proveniente dalla Perlon, vecchi dischi house, in sostanza tutta quella musica innovativa a cui eravamo veramente interessati.
Ryan: Questo in effetti diventò il nostro laboratorio per portare la nostra mente verso altri posti. Oggi Visionquest è il nome per ogni coproduzione o remix proveniente da me, Shaun, Seth e Lee oltre ad essere il nome di una nuova etichetta dove rilasciare le nostre produzioni e lanciare il nostro DJing project che avrà un tour quest’estate.
Shaun: Di questi tempi abbiamo iniziato ad usare il termine “Visionquest” da quando la famiglia di Ryan trascorreva le vacanze nelle selvagge terre del nord del Michigan.
Ryan: Noi quattro utilizzavamo questa occasione per far musica, condividere le idee…esplorare la foresta…con gli animali…e intraprendere un viaggio sia fisico che mentale.
Ma cos’è realmente Visionquest?
Shaun: L’idea di Visionquest è un qualcosa che avvenuto durante la nostra evoluzione, la nostra consapevolezza, un qualcosa a cui ci siamo allineati. Ce l’avevano gli egiziani, ce l’avano i Maya e ce l’hanno molte civiltà tribali oggi giorno, esso è come il passaggio verso l’illuminazione spirituale. Alcune tribù lo utilizzano a scopi guaritivi, ma spesso comporta il viaggio di un individuo in un deserto sconosciuto, a digiuno, alla ricerca di una visione o di un segno che lo guidi verso il futuro.
Guardando a voi si nota subito come il vostro background sia vario e completo, collaborazioni con Crosstown Rebels, Spectral Sound, Get Physical, Circus Company, Supplement Facts, Wolf+Lamb, Wagon Repair, Minus e party in location esclusive come il Fabric (Londra), Watergate (Berlino), Tenax (Firenze), Fiesta Privada (Roma), Cocoon (Francoforte) ed il Circoloco (Ibiza). Visionquest si porterà dentro un po’ di tutto questo?
Seth: Per certi versi, naturalmente, traiamo ispirazione dal passato, ma la ragione principale per cui ci siamo uniti nel nostro progetto è il fatto che volevamo sentire molta più musica che non fosse stata rilasciata. Abbiamo tutti dei gusti musicali molto ampi e volevamo un posto dove poter mostrare le nostre idee musicali e far uscire la nostra musica senza limitazioni.
Lee: Siamo stati fortunati ad avere amici che facevano esattamente la musica che pensavamo al mondo mancasse. Ogni release fino a questo momento proviene esattamente da veri amici, che hanno fatto ogni cosa come se fosse un affare di famiglia. Per noi non è classificare o categorizzare la musica, ma è più come pensiamo di poter contribuire a creare del materiale senza confini, con lunghe prospettive, che può creare una profonda connessione con la gente.
Da Detroit a Berlino, la distanza non è breve, anche se musicalmente parlando si parla la stessa lingua. Cosa hanno dato questi due luoghi a Visionquest?
Ryan: Entrambe sono state casa nostra in un momento o nell’altro e entrambe hanno contribuito a formare le nostre prospettive musicali anche se in molti aspetti sono diverse. Nonostante Detroit abbia una grande eredità musicale da generazioni la scena è molto ristretta, con pochi promoter e locali per le feste. Bisogna far un duro lavoro per crear qualcosa a Detroit, per questo molti artisti di successo della città sono volati via dal nido.
Shaun: Berlino d’altra parte nell’ultimo decennio è stata per la musica elettronica quello che Parigi è stata per la moda o quello che Londra e Francoforte sono state per l’attività bancaria. E’ un incredibile ambiente creativo con una scena molto sviluppata che attrae gente da tutto il mondo per vivere, condividere idee e più in generale per ispirarsi l’un l’altro.
Seth: Detto questo penso che ultimamente Berlino sia andata un po’ in ebollizione perdendo un po’ del suo fascino rispetto a città come Londra e Barcellona.
Oltre a voi Visionquest farà emergere anche altri artisti, il vostro EP di lancio infatti sarà targato Benoit & Sergio. Che caratteristiche deve avere un’ artista per rispecchiarsi nel progetto Visionquest? Potete anticiparci qualcosa riguardo all’EP di lancio?
Lee: In questo momento posso dire che Benoit e Sergio stiano facendo la musica più innovativa del mondo. Non potrei essere più emozionato riguardo alla loro prima release su Visionquest, è come se cambiassero le regole del gioco. A mio modesto parere la loro prima release è la musica pià figa che io abbia mai sentito da cinque anni a questa parte in ogni genere.
Ryan: per quanto riguarda cosa occorre per far parte del progetto Visionquest è una buona domanda perchè noi non accettiamo demo o vogliamo creare un posto dove la gente può mandarcele. Non sono un fan di “andare a chiedere alla gente di punto in bianco un po’ di musica”. Gli artisti che faremo uscire li conosciamo tutti personalmente. Li abbiamo incontrati attraverso altra gente oppure siamo amici da tempo. Vogliamo avere degli artisti che si divertano a far quello che fanno e che abbiano musicalmente qualcosa da offrire. Non solo l’uno o solo l’altro. Odierei far uscire musica di una persona e poi rendermi conto che non potrei starci.
Seth: Per esempio, per le nostre prime quattro uscite su Visionquest stiamo puntando su tre Duo e su un artista femminile, i quali sono relativamente nuovi per la scena musicale. Come avete già detto il debutto negli stores sarà dei nostri amici Benoit e Sergio. La seconda uscita è di una band di Montreal chiamata Footprintz di cui siamo davvero entusiasti. La loro musica potrebbe non essere indicatissima per i dancefloor, ma è rafforzata da un incredibile remix di Ewan Pearson.
Shaun: Visionquest 03 sarà della meravigliosa coppia italiana Tale Of Us aka Karm e Matteo. Entrambi sono delle grandi persone, questo si vede nelle loro produzioni, nelle loro performance da dj o nei loro Live. Il loro utilizzo delle voci nei dischi crea un’atmosfera incredibilmente sensuale. La quarta uscita sarà piuttosto speciale, stiamo rilasciando 2-4 brani di un talento sconosciuto di Città Del Messico, Niki Nakazawa.
Avete fatto già molti showcase con il vostro nuovo progetto e il vostro calendario è ancora ancora molto lungo. State riscuotendo il successo che pensavate oppure è stata per voi una sorpresa?
Ryan: Non ne abbiamo fatti molti sotto il nome di Visionquest, ma molti ne devono ancora venire…
Seth: …Il primo l’abbiamo fatto al DC10 il mercoledì sera lo scorso Agosto. Per me è stato uno dei migliori party a cui ho suonato.
Shaun: …Si anche per me. Dopo quello abbiamo fatto un paio di Showcase in Italia e uno al Louche di Leeds, sono tutti stati incredibili.
Ryan: Cominciamo ad inizio Febbraio con il party di lancio della nostra label al Watergate di Berlino, poi saremo al VQ party al Sankeys di Manchester il 12 Febbraio e poi al Tenax di Firenze il 26 Febbraio, a questo seguirà il nostro party di lancio al Fabric di Londra il 5 Marzo.
Lee: Dopo questo avremo un calendario pieno di date che includeranno il BLOC Weekender Festival nel Regno Unito ed il nostro appuntamento fisso al ‘Need I Say More’ Visionquest party al ‘The Old Miami’ in Detroit sul lunedì di DEMF.
Visionquest è un progetto molto giovane ma ha già fatto capire che si tratta di una cosa seria, una vera onda che ha scosso l’Europa. Cosa ne pensate? Cosa ci riserva il futuro di Visionquest?
Lee: Quest’anno lo show live sarà qualcosa di più di una sola performance da dj, con aggiunte di nuove e innovative concezioni. Con il tempo faremo molte più label night costruendo l’esperienza di Visionquest ogni notte, trasformeremo il clubbing e offriremo un divertimento dall’inizio alla fine.
Ryan: Non penso sia super complicato, ma credo serva molto tempo per capire che stiamo tutti sullo stesso pezzo e che si sia creata una forte coesione. Ognuno deve saper prendere qualcosa dagli altri e saper improvvisare, così da avere un’atmosfera naturale nel set.
Seth: Ci piacerebbe aggregare anche altri artisti dell’etichetta per non essere solo io, Ryan, Lee e Shaun a suonare. Se avremo una buona porzione di tempo per lavorarci ci piacerebbe incorporare Benoit e Sergio o anche un vocalist, potrebbe essere un qualcosa di veramente speciale.
Grazie per il tempo concessoci, buona fortuna.
Benoit & Sergio ‘Where The Freaks Have No Name EP’ su Visionquest è ora disponibile nei negozi di dischi.
English version
For over two decades the city of Detroit, Michigan has been the home and birthplace of techno. In the mid eighties, inspired by German electronic bands like Kraftwerk and Tangerine Dream, the ‘Bellville Three’ (named after their high school), Juan Atkins, Kevin Saunderson and Derrick May started experimenting with synthesisers and drum machines establishing a musical soundscape that was soon hailed as techno. In the early nineties local African-American DJs like Jeff Mills, Rob Hood and Mike Banks were joined by local white kids, Richie Hawtin and Dan Bell, who experimented with stripping the sound back to its bare essentials creating the early template for minimal techno. A decade later, this inspired Ann Arbor college kids Matthew Dear, Ryan Elliott and Hawtin’s friend Magda, to build on this sound, exporting it globally and creating one of dance music’s dominant scenes. While all this was happening house legends like Theo Parrish, Kenny Dixon Jnr and Aaron Carl were defining the Motorcity’s unique and deeply emotive take on house music. Now comes Visionquest, a new generation of young, talented producers from Detroit who draw influence from all who have come before them, following in their footsteps, while defining a unique sound of their own. Here you have four DJs who have grown up organizing parties and DJing in the city and around the world for the last ten years. Their attention is firmly focused on the deeper soul of quality electronic music, driven by emotion and developed from their very different musical backgrounds. Visionquest have their roots in Motown, draw ambitious spiritual vibes from forerunners like Theo Parrish and Moodyman, and are on a mission to re-position people’s parameters as regards to the boundaries of electronic music.
Hi guys, welcome on Soundwall.
In this interview we are going to concentrate on your new Visionquest project. Before talking about the project we would like to know something about you and how your musical connection was born.
Seth: All growing up in and around Detroit was the starting point…
Ryan: … yeah, I was first introduced to Seth when he was working behind the counter in [legendary Detroit record store] Melodies & Memories. At the time Seth was still a teenager with big dreadlocks but we both shared a love of the similar type of techno, especially alot of the very forward thinking releases on labels like Perlon that were coming out of Europe at the time.
Shaun: I’d got to know Seth from coming to the warehouse parties I was throwing at the time. The first time I ever met him he showed up to one of my parties and had to be snuck in because at the time he was well under age.
Lee: I met Matt Dear out partying when I was about 23, he was like ‘get the fuck out of Grand Rapids (where I was living at the time) and move to Detroit, we’ve got something going on here.’ I followed his advice and got a job working for Paxahau, who organise the Detroit Electronic Music Festival. It was while working for them that I met Shaun Reeves, who quickly introduced me to Ryan and Seth. At the time Seth was this 16 years old kid with long dreadlocks getting let into all these parties because he knew everyone from working at his record store. Seth had just split up with a nightmare girlfriend and needed somewhere to live so I offered him move to move in with me.
Seth: … and so the ‘Tesh’ club was born…
A musical connection is not enough to start a project, what gave life to the project?
Lee: We quickly formed a deep musical connection but symbiotically also became close friends. We became really close once Seth had moved in with me…
Seth: Our ventures into the void began in Lee’s basement which became known to friends as the ‘Tesh Club’ (based on the German mispronunciation of the word ‘techno’ as ‘teshno’).
Shaun: Lee and Seth had this huge basement with an awesome sound system. There were a whole bunch of us on the same wavelength so we ended up having this deep concept phase for about four months where we did ‘research’ into all the old records we really liked: all the old Perlon stuff, old house records, basically all of the groundbreaking music that we were really into.
Ryan: This in effect became our research lab for taking the human mind to different places. Now Visionquest is the name for any joint productions or remixes between myself, Shaun, Seth and Lee, as well as the name of our new label, which has just put out its first release, and our DJing project that we’ll be touring this summer.
Shaun: Around this time we first started using the term ‘Visionquest’, back when Ryan’s family used to have this holiday cabin up in the wilds of North Michigan.
Ryan: The four of us used to go off on these retreats to make music and share ideas… explore the forest… with animals… and go on a journey both physically and mentally…
But…what is concretely Visionquest?
Shaun: The idea of the Visionquest has been something that has been happening throughout the course of mankind’s evolution of consciousness and we’re just realigning with it. The Egyptians did it, the Mayans did it… in many ancient civilizations, and some indigenous tribes still present to this day, it is seen as a right of passage towards spiritual enlightenment. Some tribes use it for healing purposes but usually involves an individual going alone into an unknown wilderness while fasting, seeking a vision or sign that will guide them in the future.
Looking at you we notice that you have a great background, full of collaboration with Crosstown Rebels, Spectral Sound, Get Physical, Circus Company, Supplement Facts, Wolf+Lamb, Wagon Repair,Minus and partys in exclusive location like Fabric (London), Watergate (Berlin),Tenax (Florence), Fiesta Privada (Rome), Cocoon (Frankfurt) and Circoloco (Ibiza). Does Visionquest take something of all this situation?
Seth: In some respects of course we draw from past inspiration but the main reason we came together on this project was because we wanted to hear more music that wasn’t being released. We all have wide tastes as far as music is concerned and felt it would be nice to have somewhere to showcase those musical ideas that was also a place where we could put out our own music without limits.
Lee: We have been fortunate enough to have friends making the exact music that we felt the world was missing. Each release up to this point is literally coming from close friends of the group which has really cemented everything as a family affair. For us, it’s less about classifying and categorizing music but more about how we think the music can contribute to broadening perspectives and creating long lasting material that people will connect to on a deeper level.
From Detroit to Berlin there is a long distance, but musically talking they speak the same language. What these two places gave to Visionquest?
Ryan: Both of them have been home to all of us at some point or another and both have helped shape our musical outlook, however they are very different in a lot of respects. While Detroit has an amazing musical heritage that goes back generations, the scene there is pretty small, with only a few good venues and promoters throwing parties. You really have to work hard to make things happen in Detroit, which is why so many of the city’s most successful artists have flown the nest.
Shaun: Berlin, on the other hand, has been for the last decade to electronic music, what Paris is to fashion, or London or Frankfurt is to banking. It’s an amazingly creative environment with an amazingly well developed scene that attracts people from all over the world to live, share ideas and generally inspire each other.
Seth: Having said that I think that, these days at least, Berlin has slightly gone off the boil and lost some of its appeal to cities like London and Barcelona.
The Visionquest project obviously include the four of you but also other artists, in fact the launch EP will be from Benoit & Sergio. What kind of features must have an artist to be a part of the Visionquest project? Can you tell us something about this lounching EP?
Lee: At the moment I’d say that Beniot and Sergio are making by far some of the most forward thinking music in the world today. I couldn’t be more excited about their first release on Visionquest, it’s going to be a game changer. In my humble opinion this first release is quite possibly one of the coolest records I’ve heard in the last five years from any genre.
Ryan: As far as what it takes to become part of the Visionquest project, that’s a good question because we don’t really accept demos or have a place for people to send them. I’m not too keen on asking people out of the blue for music. The artists we are releasing we all know personally. We’ve either met them through other people or have been friends for a while. We want to release people we enjoy to be around and feel have something to offer musically. Not just one or the other. I would hate to release music by a person and then realize I cannot stand them.
Seth: For example, our first four releases on our Visionquest label we are bringing in three duos and one female solo artist, all of whom are relatively new on the music scene. As you’ve already mentioned, the debut release, which has just hit the shops, will feature our good friends Benoit & Sergio. The second release is from a band called Footprintz out of Montreal who we are really excited about. Their music is not exactly what could be described as straight up dancefloor tracks but will be backed up by an amazing remix from Ewan Pearson.
Shaun: Visionquest 03 will be the Italian wonder pair, Tale of Us aka Karm and Matteo. They are both are such genuinely great people and it shows both in their productions and their DJ and live performances. Their use of vocals on the record creates an amazingly sensual vibe. The fourth release will be quite a special one. We are releasing 2-4 tracks by an unknown talent from Mexico City, Niki Nakazawa.
You have done so many showcase under the Visionquest mark and your schedule is so full, did you expect that or this success is like a surprise?
Ryan: So far we’ve actually not done that many showcases as Visionquest, but there are many more to come…
Seth: … the first one we did was when we took over DC10 on a Wednesday night last August. For me it was one of the best parties that I’ve ever played at.
Shaun: … yeah for me too. Since then we’ve done a couple of showcases in Italy and one at Louche in Leeds, all of which have been amazing.
Ryan: Starting from the beginning of February we have our label launch party at Watergate in Berlin, then VQ parties at Sankeys in Manchester on Feb 12th and at Tenax in Florence on 26th February, followed by our label launch party at fabric in London on the 5th March.
Lee: After that we’ve got a whole loads of dates that includes the BLOC Weekender festival in the UK and our regular ‘Need I Say More’ Visionquest party at ‘The Old Miami’ in Detroit on the Monday of DEMF.
Visionquest is a relatively new project but we understand that it is a serious undertaking. What is there in the Visionquest future?
Lee: The live show will become more of an experience than a DJ performance this year, with the addition of some very unique and ground-breaking visuals. We will also be doing more label nights and slowly building on our Visionquest experience nights where we will transform clubs and provide a new and hyper entertaining night from start to finish.
Ryan: I don’t feel it’s super complicated, but it takes time to make sure we are all on the same page working as a cohesive unit. Everyone has to feed on each other and be able to improvise in order to have a natural feel and vibe to the set.
Seth: Eventually we’d like to incorporate other artists from the label as well, not just have Ryan, Lee, Shaun and I playing. If we could have a serious block of time to work in and out and incorporate Benoit and Sergio for example or a vocalist as well, it could be something truly special.
Thanks for the time that you spent with us. Good Luck.
Benoit & Sergio ‘Where The Freaks Have No Name EP’ on Visionquest is available in record shops now.